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Piano Locale Giovani. Un cantiere per il welfare delle opportunità NAPOLI, LUNEDÌ 15 FEBBRAIO 2010

Piano Locale Giovani. Un cantiere per il welfare delle opportunità NAPOLI, LUNEDÌ 15 FEBBRAIO 2010 Senza paura e senza pietà. Strategie di innovazione sociale di marco mietto. Abbiamo voltato pagina. Per le PG è cominciata una storia nuova.

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Piano Locale Giovani. Un cantiere per il welfare delle opportunità NAPOLI, LUNEDÌ 15 FEBBRAIO 2010

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  1. Piano Locale Giovani. Un cantiere per il welfare delle opportunitàNAPOLI, LUNEDÌ 15 FEBBRAIO 2010 Senza paura e senza pietà. Strategie di innovazione socialedi marco mietto

  2. Abbiamo voltato pagina. Per le PG è cominciata una storia nuova Come a Vicenza, quando il 2 Gennaio 1893, arrivò in treno dalla Francia la Peugeot Type 3. Prima automobile in Italia. Era per Gaetano Rossi, uomo curioso, intraprendente, cosmopolita. Se non fosse stato così non avrebbe capito, prima di tutti, che il mondo aveva già cominciato a cambiare. Attorno a lui, pochi, allora capirono. Molti criticarono. Per le PG è lo stesso. Il cambiamento è già da tempo iniziato. Pochi ne sono consapevoli e , tra loro, c'è chi resiste. Quasi tutti lo percepiscono. Molti si oppongono, anche solo inconsapevolmente. Ogni cambiamento provoca la “reazione”. Davanti a noi abbiamo anni di trasformazioni, conflitti , resistenze, difese delle vecchie certezze e delle solide abitudini....Ma il cambiamento è “ strutturale”. Perciò non reversibile. Può, però, essere rallentato o depotenziato. Le paure, il paternalismo, il giovanilismo...le demonizzazioni e gli ammiccamenti di cui si sono alimentate per decenni le PG non trovano spazio nelle POLITICHE DELLA FIDUCIA

  3. la visione della svolta. tutto è cominciato a Lisbona • Da Lisbona in poi l' Europa si è concentrata sull’obiettivo di fare ( anche ) delle Politiche Giovanili politiche di sviluppo, valorizzazione e promozione delle risorse umane. Ne deriva il superamento delle politiche di riparazione / ricreazione in cui ancora fino alla fine del secolo scorso, si identificavano le politiche pubbliche . Di conseguenza è diventato inevitabile • Cambiare punto di vista • Cambiare strategie • cambiare gli strumenti delle politiche giovanili

  4. il primo cambiamento.Le istituizioni provano a farsi una nuova idea dei giovani • “Come possiamo rispondere a un governo che non si rivolge a noi, ma all’idea che ha di noi giovani ….”( Bertrand Bonello , 2001 ) è una battuta del film”le Pornographe”. Dalla istituzione del ministero è iniziata una trasformazione degli istituti, dei dispositivi, dei regolamenti, dei finanziamenti con cui le Istituzioni affrontano i problemi dei cittadini italiani giovani. Le innovazioni si basano su un “ modo nuovo” di pensare i giovani. LA POLITICA, LE ISTITUZIONI E LE AMMINISTRAZIONI SONO PIU' AVANTI DELLA SOCIETA' CIVILE

  5. In che mondo viviamo. se la valorizzazione dipende dalla conoscenza • Il modo di pensare i giovani cambia perchè cambia la percezione del mondo in cui viviamo • La società della informazione e della Comunicazione impone la ipervalorizzazione della conoscenza principalmente a causa de • l’aumento della grandezza dei mercati di riferimento, • lo sviluppo della tecnologia • la crescente personalizzazione dei consumi

  6. viviamo già dopo la societa’ dei consumi globali di massa • Il cambiamento è imposto PER RAGIONI STRUTTURALIdalla transizione “oltre” la società dei consumi globali che abbiamo conosciuto per decenni e dentro cui, per decenni, si sono formate e implementate anche le politiche giovanili, la loro organizzazione , le culture professionali, i linguaggi, le ritualità, le normative, i meccanismi di finanziamento...

  7. cambiare prospettiva. forever young . fine del mito • E’ incominciato il tramonto ( lungo, contraddittorio, contrastato.. ) dei processi di adolescentizzazione di massa che , in 50 anni ha finito per creare una massa tendenzialmente sempre più omologata (nell’ordine: prima gli adulti, poi i bambini e infine gli anziani ) sul modello di adolescente.

  8. Teorie ed etichette della pietà e della paura. Sorpassate • Dagli anni 80 in poi abbiamo familiarizzato con concetti, categorie e schemi tipo ( per esempio) • Era del vuoto ( lipovetsky ) • Analfabeti di secondo grado ( enzensberger ) • Inquinamento del pensiero per eccesso di immagini ( dorfles ) • Multidimensionalità della crisi ( morin ) perchè fare politiche giovanili significava MITIGARE gli effetti negativi della adolescentizzazione di massa: di questo le società avanzate avevano bisogno, questo chiedevano a operatori ,servizi, associazioni...

  9. Politiche del diventare adulti.Strategia • Le politiche giovanili finalizzate al superamento dell'adolescentizzazione, si concentrano sulle condizioni strutturali che permettano agli individui di uscire da questa condizione : in 5 direzioni ( esattamente le stesse correntemente indicate dalla letteratura psico sociologica come i 5 passaggi completati i quali si entra nella dimensiona adulta ) • conclusione percorso di formazione • lavoro identificante • casa • stabilizzazione e formalizzazione della vita affettiva • una scelta consapevole in tema di procreazione

  10. Politiche della fiducia e della autonomia.Un “modello” Le politiche dell'Autonomia hanno cominciato a dar luogo a esperienze che delineano un processo di costruzione di unSistema fondato sull’ integrazionedi politiche/temi e problemi/territori/istituzioni. Basato su programmazioni che 1) combinano FONTI MOLTEPLICI di finanziamento pubblico 2)producono FINANZIAMENTI DI MEDIO PERIODO a PROGRAMMI condotti da partnerships effettive, rappresentative, equilibrate 3) ricercano SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA 4) promuovono PARTECIPAZIONE DIRETTA dei giovani 5)individuano dispositivi ,strumenti legislativi o programmatici, che coniugano i temi della creatività, innovazione, espressività, con i temi dell' accesso ai diritti sociali e di cittadinanza formazione( ricerca, lavoro,impresa, abitare, credito, decisione...)

  11. Politiche della fiducia e della autonomia.Criteri per le azioni Il Sistema che emerge tende a selezionare azioni che rispondano a CRITERI COERENTI con la strategia del'autonomia quali principalmente: attuare azioni trasversali ( frutto dell’integrazione/cooperazione tra diverse politiche/soggetti /funzioni ) secondo logiche di sistema e per investimenti di lungo periodo produrre “capitale sociale”, implementando reti, relazioni, processi di comunità, alleanze territoriali, nuovi rapporti tra istituzioni e società, riconoscendo il potere diffuso degli attori sociali: capitalizzare le conoscenze accumulate per reinvestirle in innovatività, creatività, protagonismo promuovere funzioni (educazione,orientamento,informazione, formazione,sostegno,imprenditività, partecipazione, mobilità, le autonomie, differenze...) piuttosto che servizi da attivare in risposta a singoli bisogni.

  12. Politiche della fiducia e della autonomia. Strumento, cornice • PLG è la cornice logica ( organizzativa, finanziaria, metodologica e culturale ) che  tiene insieme  gli obiettivi delle politiche dell’autonomia, dell’innovazione,della competitività, dell’inclusione sociale, della partecipazione democratica e dello sviluppo locale. E' un modello semplice di • territorializzazione delle risorse e della loro integrazione “trasversale”, • partecipazione effettiva dei giovani ai processi di decisione, • programmazione bottom up • Governo dei processi da parte di partnerships e costituisce le  condizioni per la trasferibilità di modelli operativi efficaci e sburocratizzati.

  13. Politiche della fiducia e della autonomia.L'appuntamento • Nei prossimi mesi si decideranno criteri, priorità e meccanismi per il nuovo triennio del FONDO NAZIONALE per LE POLITICHE GIOVANILI • Ne conseguiranno indicazioni, vincoli, priorità per Governo, Regioni, rappresentanze degli Enti Locali. • Si tratta di ottenere condizioni favorevoli ad un ulteriore sviluppo di quello che abbiamo chiamato Sistema fondato sull’ integrazionedi politiche/temi e problemi/territori/istituzioni basato su • territorializzazione delle risorse e della loro integrazione “trasversale”, • partecipazione effettiva dei giovani ai processi di decisione, • programmazione bottom up • governo dei processi da parte di partnerships

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