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LA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ IDRAULICA

LA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ IDRAULICA. Rischio idraulico in ambito urbano. CRITICITÀ. Fattori antropici Diffusa urbanizzazione in territori prima agricoli Incremento delle superfici impermeabili Forte riduzione degli invasi non regolamentati Fattori naturali

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LA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ IDRAULICA

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Presentation Transcript


  1. LA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ IDRAULICA

  2. Rischio idraulico in ambito urbano

  3. CRITICITÀ • Fattori antropici • Diffusa urbanizzazione in territori prima agricoli • Incremento delle superfici impermeabili • Forte riduzione degli invasi non regolamentati • Fattori naturali • Conformazione del territorio • Sensibili mutazioni climatiche (eventi estremi in un breve tempo), • Manutenzione • Interventi insufficienti • Sistema di gestione delle emergenze • Sistema di gestione inadeguato o inesistente Rete di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche insufficienti rispetto ai nuovi eventi / inadeguate rispetto ai nuovi insediamenti

  4. SISTEMI IN CRISI • Sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche • rete fognaria urbana • Collettori di recapito • sistema delle ACQUE BASSE (a servizio dei territori sotto il livello del mare o a quota fino a qualche metro sopra) • sistema delle ACQUE ALTE (fiumi arginati, con acque soprastanti i territori che attraversano; costituiscono i corpi ricettori della rete delle acque basse) • Impianti di sollevamento

  5. CENNI DI NORMATIVA VIGENTE Norme che introducono le Valutazioni di Compatibilità Idraulica ed il concetto di “Invarianza Idraulica”. D.G.R. n. 3637 del 13.12.2002 D.G.R. n. 1322 del 10.05.2006 D.G.R. n. 1841 del 19.06.2007 D.G.R. n. 2948 del 06.10.2009 Ordinanze Commissario ing. Carraro del 23.01.2008

  6. CENNI DI NORMATIVA VIGENTE D.G.R. n. 3637 del 13.12.2002 per le Varianti Urbanistiche dovrà essere redatta una specifica “Valutazione di compatibilità idraulica” dalla quale si desuma, in relazione alle nuove previsioni urbanistiche, che non viene aggravato l’esistente livello di rischio idraulico né viene pregiudicata la possibilità di riduzione, anche futura, di tale livello. la V.C.I. dovrà indicare altresì le misure compensative introdotte nello strumento urbanistico ai fini del rispetto delle condizioni sopra esposte. fornisce per la prima volta gli indirizzi operativi e le linee guida per la verifica della compatibilità idraulica delle previsioni urbanistiche con la realtà idrografica e le caratteristiche idrologiche ed ambientali del territorio

  7. CENNI DI NORMATIVA VIGENTE L’entrata in vigore della L.R. 23.04.2004 n. 11, nuova disciplina regionale per il governo del territorio, ha modificato sensibilmente l’approccio per la pianificazione urbanistica (non più P.R.G., ma P.A.T e P.I.). Questo ha evidenziato la necessità che anche la valutazione di compatibilità idraulica venisse adeguata alle nuove procedure. Proprio per aggiornare le modalità operative al nuovo assetto nel frattempo intervenuto e per aggiornare i contenuti e le procedure anche sulla base dell’esperienza maturata, si è reso necessario ridefinire le “Modalità operative e indicazioni tecniche” relative alla “Valutazione di compatibilità idraulica per la redazione degli strumenti urbanistici”. E’ stata quindi emanata una nuova D.G.R., LA 1322/2006 che sostituisce la DGR 3637/2002. D.G.R. n. 3637 del 13.12.2002 D.G.R. n. 1322 del 10.05.2006

  8. CENNI DI NORMATIVA VIGENTE D.G.R. n. 1322 del 10.05.2006 - Allegato A - Introduce il concetto di “invarianza idraulica” Definisce i principali contenuti dello studio: descrizione della variante oggetto di studio - individuazione e descrizione degli interventi urbanistici descrizione delle caratteristiche dei luoghi - caratteristiche idrografiche ed idrologiche - caratteristiche delle reti fognarie - descrizione della rete idraulica ricettrice - caratteristiche geomorfologiche,geotecniche e geologiche con individuazione - della permeabilità dei terreni (laddove tali caratteristiche possano essere - significative ai fini della compatibilità idraulica) valutazione delle caratteristiche sopra descritte in riferimento ai contenuti della Variante - analisi delle trasformazioni delle superfici delle aree interessate in termini di - impermeabilizzazione - valutazione della criticità idraulica del territorio - valutazione del rischio e della pericolosità idraulica proposta di misure compensative e/o di mitigazione del rischio - indicazioni di piano per l’attenuazione del rischio idraulico - valutazione ed indicazione degli interventi compensativi

  9. CENNI DI NORMATIVA VIGENTE D.G.R. n. 1322 del 10.05.2006 - Allegato A - Definisce le “Indicazioni Operative” da seguire per la redazione dello studio idraulico: Tempo di ritorno = 50 anni Coefficienti di deflusso prestabiliti: 0,1 per le aree agricole 0,2 per le superfici permeabili (aree verdi) 0,6 per le superfici semi-permeabili 0,9 per le superfici impermeabili Metodi per il calcolo delle portate di piena (di tipo concettuale ovvero modelli matematici) Classi di intervento

  10. CENNI DI NORMATIVA VIGENTE D.G.R. n. 1322 del 10.05.2006

  11. CENNI DI NORMATIVA VIGENTE Dalla D.G.R. n. 1322 del 10.05.2006 alla D.G.R. n. 2948 del 06.10.2009 Stabilisce che la professionalità necessaria per la redazione dello studio in questione quella dell’ingegnere idraulico con laurea di 2° livello, diversamente a quanto stabilito con la precedente citata D.G.R. 3637/2002 che ammetteva anche quella di geologo. Per tale ragione la D.G.R. n. 1322 è stata, quindi, impugnata innanzi al TAR Veneto dall’Ordine dei Geologi del Veneto che ne ha chiesto l’annullamento, previa sospensione. Con sentenza n. 1500/07 del 17/05/2007 il TAR del Veneto, pur ritenendo legittima l’individuazione della professionalità dell’ingegnere idraulico per redigere siffatti studi, ha altresì, sostenuto che non possa essere escluso il geologo dalla previsione astratta, le quante volte l’apporto delle sue competenze specifiche risulti necessario o utile per la più adeguata redazione delle menzionate valutazioni. Alla luce di quanto sopra il TAR del Veneto ha annullato la citata D.G.R. 1322 del 10 maggio 2006 nella parte in cui non prevede, tra le professionalità richieste per la redazione dello studio di compatibilità idraulica, anche la figura del geologo, e la Regione Veneto, applicando tale sentenza, ha approvato la D.G.R. 1841 del 19.06.2007. Successivamente, avverso il suddetto provvedimento l’Ordine dei Geologi agiva in ottemperanza innanzi al TAR sostenendo che la Regione non aveva correttamente applicato la sentenza 1500 e chiedendone l’esatta esecuzione. Il nuovo contenzioso veniva risolto dal TAR con sentenza n. 938/08 che, fornendo una sorta di interpretazione autentica della precedente pronunzia, accoglieva completamente la tesi dell’Ordine dei Geologi annullando la D.G.R. 1841/2007. Pertanto la Regione Veneto ha approvato una nuova Deliberazione di Giunta, la 2948 del 06.10.2009, la quale stabilisce che gli studi idraulici “dovranno essere redatti da un tecnico di comprovata esperienza nel settore”.

  12. CENNI DI NORMATIVA VIGENTE Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM) n.3621 del 18.10.2007 L'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM) n.3621 del 18.10.2007 che d'intesa con il Dipartimento della Protezione Civile nomina il Commissario Delegato, fa seguito alla Dichiarazione dello stato di emergenza per una parte del territorio della Regione Veneto dopo gli eventi alluvionali del 26 settembre 2007, costituisce una prima risposta dello Stato alle istanze provenienti dalle Comunità locali, volte a ricercare soluzioni rapide ed efficaci che scongiurino il ripertersi di allagamenti delle aree urbane in concomitanza di piogge intense. Nell' OPCM 3621/2007 sono stabiliti gli incarichi  e definiti i compiti del del Commissario che è chiamato innanzitutto a ripristinare le condizioni di sicurezza nei territori mettendo in atto tutte le misure ritenute necessarie per uscire dalla situazione di emergenza. L'Ordinanza dispone inoltre che il Commissario si occupi della puntale ricognizione e quanficazione dei danni subiti dai beni pubblici e privati, che pianifichi azioni ed interventi volti a ridurre definitivamente gli allagamenti, conseguenti all'inadeguatezza della rete di smaltimento delle acque e stanzia anche i primi fondi. A seconda dell'evolvere della situazione l'Ordinanza viene emendata o modificata in alcune sue parti per consentire al Commissario Delegato di svolgere la sua attività nella maniera più efficacie possibile, avvalendosi di tutte le deroghe alle disposizioni vigenti ritenute necessarie, offrendo la possibilità di attingere a determinate risorse finanziare o di dotarsi di strumenti e strutture efficienti all'espletamento del suo incarico.

  13. ORDINANZE COMMISSARIO Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM) n.3621 del 18.10.2007 Idee e Contenuti salienti estendere l’applicazione del concetto di invarianza idraulica degli interventi di trasformazione del territorio, anche a Livello di Piano Urbanistico Attuativo e di Progetto Edilizio, favorendone il recepimento nei Regolamenti Edilizi Comunali e nelle Norme Tecniche di Attuazione dei Piani. Nell’ambito dell’attività programmata dal Commissario Delegato sono stati disposti 3 specifici provvedimenti: Ordinanza n.2: disposizioni inerenti l’efficacia dei titoli abilitativi relativi ad interventi edilizi non ancora avviati  interventi edilizi abilitati, ma con lavori non ancora iniziati. Ordinanza n.3: disposizioni inerenti il rilascio di titoli abilitativi sotto i profili edilizio ed urbanistico  strumenti urbanistici attuativi o interventi edilizi non ancora abilitati. Ordinanza n.4: disposizioni inerenti gli allacciamenti alla rete fognaria pubblica  interventi edilizi abilitati, realizzati ma non ancora allacciati alla rete di smaltimento delle acque bianche e privi della certificazione di agibilità

  14. ORDINANZE COMMISSARIO

  15. ORDINANZE COMMISSARIO

  16. CENNI DI NORMATIVA VIGENTE

  17. CENNI DI NORMATIVA VIGENTE Ordinanze Commissario ing. Carraro Applicazione dello Ordinanze • L’entrata in vigore delle Ordinanze Commissariali ha portato i Soggetti/Enti interessati, a formulare una serie di quesiti circa l’applicazione delle stesse. • Per rispondere a tali richieste, il Commissario ha emanato le seguenti note: • Primi indirizzi e raccomandazioni per l’applicazione delle ordinanze 2, 3 e 4 del 22.01.2008 in materia di prevenzione del rischio idraulico – Prot.191991 del 09.04.2008; • Ulteriori precisazioni relative all’applicazione delle Ordinanze del Commissario Delegato n.2, 3 e 4 del 22.01.2008 in materia di prevenzione del rischio idraulico – Prot.418232/58 del 11.08.2008;

  18. INQUADRAMENTO METODOLOGICO INQUADRAMENTO TERRITORIALE - estratto catastale (scala 1:2.000) - estratto corografico (scale 1:5.000 o 1:10.000) STATO DI FATTO - documentazione fotografica; - indicazione della Superficie del lotto intervento; - piano quotato esteso alle proprietà e viabilità confinanti; - indicazione dell’attuale percorso di scarico fino al ricettore finale; - calcolo dell’attuale coefficiente udometrico u (se agricolo imporre 10 l/s per ha); - se non agricolo, individuare il valore massimo della portata scaricata Q, individuato non come picco di portata ma come valore medio dell’idrogramma di piena. (Q e u = limiti da imporre allo stato di progetto per l’invarianza idraulica) STATO DI PROGETTO - planimetria quotata di progetto; - indicazione della Superficie di progetto; - indicazione del percorso di scarico fino al ricettore finale (profilo, sezioni e foto); n.b.:qualora il sedime del ricettore risultasse di proprietà diversa dalla Ditta richiedente, la stessa dovrà specificare a che titolo eserciti le servitù di scarico e di conseguenza alleghi l’eventuale accettazione da parte del fondo servente di una maggiore portata rispetto alle correnti condizioni - calcolo del coefficiente udometrico u di progetto; - calcolo della portata massima (Qmax) generata; - dimensionamento e verifica dello sfioro di troppo pieno e della capacità di smaltimento del ricettore; - dimensionamento e verifica idraulica del dispositivo di regolazione delle portate (luce a battente); - Calcolo dei volumi di invaso necessari per rispettare l’invarianza idraulica; - Planimetria e profili della rete idraulica di progetto; - Particolari costruttivi del manufatto di regolazione delle portate.

  19. INQUADRAMENTO METODOLOGICO • All’analisi delle Ordinanze e della DGR1322/06 emerge che l’invarianza idraulica è data da: • Invarianza della portata generata dall’area di intervento • Invarianza altimetrica • Invarianza della capacità di deflusso delle aree limitrofe • Invarianza del recapito finale

  20. INQUADRAMENTO METODOLOGICO Invarianza della portata generata dall’area di intervento DISPOSITIVI DI LAMINAZIONE LA SCELTA DEL TIPO DI DISPOSITIVO DA ADOTTARE La scelta del tipo di dispositivo necessario a garantire l’invarianza idraulica può essere condotta in funzione della matrice, e dell’uso del suolo. In particolare: a seconda del tipo di uso del suolo, al dispositivo di laminazione può dover essere associato un dispositivo per contenere le acque di prima pioggia. in terreni ad alta capacità drenanti si possono studiare sistemi di infiltrazione

  21. INQUADRAMENTO METODOLOGICO Invarianza della portata generata dall’area di intervento DISPOSITIVI IDRAULICI: ESEMPI TRINCEE DRENANTI Scavate nel terreno, riempite con ghiaia a copertura di una condotta forata protetta da geotessuto creano superfici per stazionamenti temporanei dell’acqua piovana.

  22. INQUADRAMENTO METODOLOGICO Invarianza della portata generata dall’area di intervento DISPOSITIVI IDRAULICI: ESEMPI VASCHE SOTTERRANEE Sono vasche sotterranee che possono essere collegate tra loro per il drenaggio di vaste aree aumentando la loro efficacia nella riduzione del rischio idraulico. Possono essere realizzate in opera o tramite elementi prefabbricati.

  23. INQUADRAMENTO METODOLOGICO Invarianza della portata generata dall’area di intervento DISPOSITIVI IDRAULICI: ESEMPI VASCHE SOTTERRANEE Sono vasche sotterranee che vengono normalmente realizzate in cls. Possono essere a camera singola o multicamera, disposte in serie o in parallelo

  24. INQUADRAMENTO METODOLOGICO Invarianza della portata generata dall’area di intervento DISPOSITIVI IDRAULICI: ESEMPI SISTEMI MODUALRI Sono dispositivi prefabbricati che possono essere usati per creare sotto il terreno strutture in grado di contenere grandi quantità, permettendo al contempo l’infiltrazione nel terreno, vengono ricoperti con strati in ghiaia, geotessuto e terreno o pavimentazioni stradali.

  25. INQUADRAMENTO METODOLOGICO Invarianza della portata generata dall’area di intervento DISPOSITIVI IDRAULICI: ESEMPI BACINI DI LAMINAZIONE Sono superfici a verde depresse studiate per trattenere l’acqua piovana in eccesso e farla infiltrare successivamente nel terreno, facilitando un lento deflusso delle acque durante fenomeni di piogge intense.

  26. INQUADRAMENTO METODOLOGICO Invarianza della portata generata dall’area di intervento DISPOSITIVI IDRAULICI: ESEMPI BACINI DI LAMINAZIONE Sono superfici a verde depresse studiate per trattenere l’acqua piovana in eccesso e farla infiltrare successivamente nel terreno, facilitando un lento deflusso delle acque durante fenomeni di piogge intense.

  27. INQUADRAMENTO METODOLOGICO Invarianza della portata generata dall’area di intervento DISPOSITIVI IDRAULICI: ESEMPI BACINI DI LAMINAZIONE I Bacini di laminazione, normalmente asciutti sebbene possono avere piccole vasche piene tra le insenature e nelle vicinanze dei canali di scolo, e possono essere usati per funzioni ricreative.

  28. INQUADRAMENTO METODOLOGICO Invarianza della portata generata dall’area di intervento DISPOSITIVI IDRAULICI: ESEMPI VASSOI Sono formati da zone depresse lineari che raccolgono flussi d’acqua da zone impermeabili. Dove possibile, possono essere progettati in modo da consentire infiltrazioni. Possono sostituire i sistemi convenzionali di drenaggio dell’acqua.

  29. INQUADRAMENTO METODOLOGICO Invarianza della portata generata dall’area di intervento DISPOSITIVI IDRAULICI: ESEMPI VASSOI Sono formati da zone depresse lineari che raccolgono flussi d’acqua da zone impermeabili. Dove possibile, possono essere progettati in modo da consentire infiltrazioni. Possono sostituire i sistemi convenzionali di drenaggio dell’acqua.

  30. INQUADRAMENTO METODOLOGICO INVARIANZA ALTIMETRICA

  31. INQUADRAMENTO METODOLOGICO INVARIANZA DELLA CAPACITÀ DI DEFLUSSO DELLE AREE LIMITROFE

  32. CONSIDERAZIONI SUI RICETTORI Elementi di criticità: • Valutazione del contesto • La proprietà privata da trasformare • Il recapito finale • Il percorso fino al recapito finale • L’ autorizzazione allo scarico • L’invarianza idraulica • L’ ubicazione di eventuali aree di laminazione • Il deflusso dei terreni limitrofi • Le quote altimetriche

  33. CONSIDERAZIONI SUI RICETTORI LA PROGRAMMAZIONE DELLA MANUTENZIONE • La corretta manutenzione della rete idrica risulta fondamentale per la prevenzione del rischio idraulico nel territorio. Ciascun Ente deve provvedere a garantire l’efficienza dei fossi e dei canali di propria competenza ponendo particolare attenzione all’importanza idraulica di ciascun collettore.

  34. PRESCRIZIONI DELL’ENTE GESTORE Una volta effettuata l’indagine conoscitiva dello stato dei luoghi e dei ricettori finali, è importante conoscere quelle che possono essere le prescrizioni impartite dagli Enti Gestori del recapito finale (Fognatura pubblica o Canali di Bonifica), al fine di “inquadrare” meglio il progetto che si va a redarre. In particolare: la portata scaricata dal nuovo intervento non dovrà essere superiore a quella attuale; oppure la portata scaricata dal nuovo intervento non dovrà essere superiore a quella desunta da un coefficiente udometrico pari a 10 l/sec per ha; la portata in eccesso dovrà essere totalmente laminata all’interno dell’area di intervento, mediante la creazione di volumi d'invaso compensativi, resi idraulicamente efficaci da idonei dispositivi di regolazione delle portate; la rete di smaltimento delle acque meteoriche dovrà essere preferibilmente progettata in modo da garantire un funzionamento a pelo libero; qualora, in considerazione del livello di massimo invaso, la rete di raccolta delle acque meteoriche dovesse funzionare a pressione, dovrà essere rilasciata dal collaudatore delle opere idrauliche una certificazione attestante l’efficacia della tenuta dei tubi; il setto di laminazione presente all’interno del manufatto di regolazione delle portate, dovrà essere reso facilmente removibile ed ispezionabile; le aree di nuova urbanizzazione, ad eccezione della quota di calpestio degli edifici, dovranno attestarsi ad una quota altimetrica non superiore al valore medio del piano campagna attuale; in alternativa, dovrà essere compensato il volume d’invaso teorico perso dall’innalzamento della quota del piano campagna; eventuali locali interrati, dovranno essere dotati di adeguati sistemi di impermeabilizzazione, drenaggio e sollevamento delle acque; non dovrà essere creato pregiudizio allo scolo delle acque dei terreni limitrofi;

  35. PRESCRIZIONI DELL’ENTE GESTORE LOTTIZZAZIONI - tombinamenti SI NO FOSSO TOMBINATO = perdita del volume d’invaso FOSSO APERTO = mantenimento del volume d’invaso

  36. PRESCRIZIONI DELL’ENTE GESTORE LOTTIZZAZIONI – superfici drenanti NO SI SUPERFICI IMPERMEABILI = AUMENTO DELLE PORTATE SUPERFICI DRENANTI = CAPACITA’ DI ASSORBIMENTO

  37. PRESCRIZIONI DELL’ENTE GESTORE scarichi NO SI DIRETTI = aumento della portata e possibile rigurgito PORTA A VENTO E BOCCA TARATA= maggiore invaso

  38. PRESCRIZIONI DELL’ENTE GESTORE Ponti e accessi NO SI CON TUBAZIONE = DIFFICOLTA’ DI DEFLUSSO - RIDUZIONE DELLA SEZIONE - DIFFICOLTA’ DI PULIZIA A LUCE NETTA = MANTENIMENTO DELLA SEZIONE IDRAULICA

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