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UCCELLI IN CITTA’

Claudio Prigioni. UCCELLI IN CITTA’. ANSERIFORMI GERMANO REALE Anas platyrhynchos GALLIFORMI FAGIANO Phasianus colchicus GRUIFORMI GALLINELLA D’ACQUA Gallinula chloropus COLUMBIFORMI COLOMBO DI CITTA’ Columba livia TORTORA DAL COLLARE Streptopelia decaocto STRIGIFORMI

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UCCELLI IN CITTA’

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Presentation Transcript


  1. Claudio Prigioni UCCELLI IN CITTA’ • ANSERIFORMI • GERMANO REALE Anas platyrhynchos • GALLIFORMI • FAGIANO Phasianus colchicus • GRUIFORMI • GALLINELLA D’ACQUA Gallinula chloropus • COLUMBIFORMI • COLOMBO DI CITTA’ Columba livia • TORTORA DAL COLLARE Streptopelia decaocto • STRIGIFORMI • CIVETTA Athene noctua • APODIFORMI • RONDONE Apus apus • PICIFORMI • TORCICOLLO Jynx torquilla • PASSERIFORMI • ALLODOLA Alauda arvensis • BALESTRUCCIO Delichon urbica • RONDINE Hirundo rustica • SCRICCIOLO Troglodytes troglodytes • MERLO Turdus merula • PETTIROSSO Erithacus rubecula • USIGNOLO Luscinia megarhynchos • CAPINERA Sylvia atricapilla • CODIBUGNOLO Aegithalos caudatus • CINCIALLEGRA Parus major • CINCIARELLA Parus caeruleus • CARDELLINO Carduelis carduelis • FRINGUELLO Fringilla coelebs • VERDONE Carduelis chloris • PASSERA D’ITALIA Passer domesticus • PASSERA MATTUGIA Passer montanus • STORNO Sturnus vulgaris • CORNACCHIA GRIGIA Corvus corone cornix • GAZZA Pica pica

  2. Merlo Cinciarella Capinera Cardellino Cinciallegra Passera d’Italia

  3. Inicazioni per il riconoscimento degli Uccelli I caratteri fondamentali utili per il riconoscimento sono : - dimensioni - colore del piumaggio - forma del corpo - tipo di involo - tipo di volo - comportamento - tracce e nidi - canto e verso - tipo di habitat - periodo dell’anno

  4. La cinciarella Nome latino: Parus caeruleusOrdine: PasseriformiFamiglia: Paridi Dimensioni indicative: Quando si può trovare Habitat principale Altitudine Il riconoscimento - 11 cm, colori brillanti. Esistono altre specie simili, in particolare la Cinciallegra (Parus major) e la Cincia mora (Parus ater), ma questa è l'unico paride che presenta capo, ali e coda blu cobalto. Il petto è giallo limone come nella Cinciallegra, ma a differenza di questa non presenta alcuna stria nera mediana. La schiena è verdastra e la nuca bluastra con una sottile riga nera che la congiunge al becco, contrastando in modo evidente con le guance bianche. La femmina ha colori più spenti del maschio e il giovane è generalmente più giallastro.Il canto - Emette diverse note di richiamo che terminano in una scoppiettante "risatina", tipo "ker'r'r'r'r'er". Il canto consiste in un acuto e malinconico "tsi-tsi" seguito da un trillo più allegro.Habitat e osservazione - Frequenta vari ambienti, preferendo zone boschive (anche di modeste dimensioni), principalmente di latifoglie. L'essenza arborea che preferisce è la Quercia. Non ama le caducifoglie e a dimostrazione di questo è segnalata quasi ovunque non oltre i 1600 m. s.l.m. In inverno è presente pressoché ovunque, anche in zone palustri, risaie e zone intensamente coltivate (non frequentate durante la nidificazione). E' discretamente comune in grandi parchi e giardini. L'osservazione non presenta difficoltà perché è un uccello curioso e decisamente evidente.La riproduzione, lo svernamento, la migrazione - Il nido solitamente è posto in una cavità (caratteristica che ne fa ottima frequentatrice dei nidi artificiali) ed è costruito dalla sola femmina dalla metà di Aprile in poi. E' composto da una coppa di muschio, erbe e foglie rivestiti internamente da peli e piume. Le covate vanno dalle 5 alle 16 uova. Queste sono bianche, lievemente puntinate di rosso vinaccia ; misurano 1,5 cm. per poco più di 1 cm. di larghezza. Sono covate dalla sola femmina per 12-16 giorni, mentre questa è nutrita dal maschio. I pulcini sono nidicoli e ricoperti da alcuni ciuffi di piume su capo e schiena. Vengono accuditi per 15-20 giorni da entrambi i genitori.Le cinciarelle italiane sono principalmente stanziali, ma possono compiere brevi spostamenti altitudinali in inverno. Negli inverni più freddi, alcuni individui nord-europei possono compiere spostamenti in massa verso Sud.L'alimentazione - Prevalentemente insettivora, si nutre di insetti (in particolare bruchi) e ragni. Nella brutta stagione apprezza bacche e frutta. In primavera anche il polline.Una curiosità - La Cinciarella frequenta abitualmente mangiatoie e nidi artificiali. In Inghilterra si è notato che alcuni individui aprivano le bottiglie del latte consegnato a domicilio per bere la nutriente bevanda. Per riuscire ad aprire le bottiglie liscissime del latte, le cince compivano spettacolari acrobazie , caratteristiche di tutta la famiglia dei Paridi

  5. La Rondine Nome latino: Hirundo rusticaOrdine: PasseriformiFamiglia: Hirundinidi Habitat principale Quando si può trovare Dimensioni indicative: Altitudine

  6. Il fringuello Nome latino: Fringilla coelebsOrdine: PasseriformiFamiglia: Fringillidi Dimensioni indicative Il fringuello Nome italiano: FringuelloNome latino: Fringilla coelebsOrdine: PasseriformiFamiglia: Fringillidi Altitudine: Habitat principale: Dimensioni indicative: Quando si può trovare: Habitat principale Quando si può trovare Altitudine Il riconoscimento – Uccello granivoro molto comune. E' grande circa come un Passero (15 cm.). Il maschio in estate (abito estivo) è molto caratteristico: generalmente è bruno tendente al rosso, con testa blu ardesia e groppone (parte iniziale della coda) verdastro. La femmina è bruno-olivastro sopra, molto più chiara nelle parti inferiori. Entrambi i sessi presentano becco grigio e massiccio, due evidentissime barre alari (strisce sulle ali) e timoniere esterne (penne esterne della coda) bianche, che contrastano molto sul corpo dell'animale, specie in volo. In inverno sia il maschio che la femmina perdono di brillantezza nel piumaggio, ma il disegno tipico resta più o meno uguale. Un birdwatcher alle prime armi potrebbe confondere questa specie con alcune altre simili, in particolare con la Peppola. Un fattore da non sottovalutare per la corretta identificazione è che la Peppola in Italia è osservabile solo nel periodo invernale; inoltre, osservandola bene, si nota il groppone bianco, il petto arancio e il becco giallo. Nella parte conclusiva dell'inverno in maschio acquista un inconfondibile "cappuccio" nero.Il canto – E’ molto caratteristico, consiste in una corta e vigorosa cascata di circa dodici note, che suonano all'incirca come un "ciui" terminante con un "ciu-i-o". In volo emette un riconoscibile "chup-chup" strascicato, interrotto da qualche "tzip-tzip".Habitat e osservazione - Nidifica in una grande varietà di ambienti boschivi, apprezzando anche siepi, parchi urbani e giardini. In montagna si rinviene nei boschi di conifere fin oltre i 2000 m. s.l.m. In inverno preferisce le zone più aperte ricche di campi e prati dai 1500 m. s.l.m. al piano. L'osservazione non prevede nessuna difficoltà e anche in volo si riconosce grazie alle barre alari e al verso.La distribuzione - In Italia è estremamente comune ovunque, esclusa una parte della Sicilia e delle isole minori. Non è molto diffuso nelle zone prive di boschi (pianure intensamente coltivate). In inverno è più comune alle basse quote e abbandona le aree più settentrionali del continente (Scandinavia e Russia).La riproduzione, lo svernamento, la migrazione - Inizia a riprodursi da metà Aprile in poi. Il nido è costruito da entrambi i genitori e consiste in una profonda coppa di muschio rivestita da licheni e piume. Le uova sono 4-5, di colore azzurro sfumato, lievemente macchiettate. Sono lunghe poco meno di due centimetri e sono covate dalla sola femmina. I pulcini sono nidicoli e ricoperti da un fitto piumino grigiastro. Sono allevati da entrambi i genitori per 15 giorni. Il Fringuello è un migratore a corto raggio. All'inizio del periodo invernale molti individui scendono a valle dalle montagne e si ricongiungono con le popolazioni dell'Europa nord-orientale; infatti, durante l'inverno, questa specie forma grandi gruppi che possono contare anche migliaia di individui, spesso misti ad altri uccelli granivori, quali la Peppola.L'alimentazione - I pulcini vengono alimentati con insetti, che nella bella stagione non sono disdegnati neanche dagli adulti. Durante il periodo invernale l'alimento prevalente è composto da semi e granaglie, che vengono spezzati con il forte becco.Una curiosità - Durante la migrazione, non è difficile udire Fringuelli che cantano in modo notevolmente diverso rispetto a quelli italiani, quasi con un altro accento. Questi individui; infatti, provengono da altri luoghi europei, dove nidificano popolazioni che hanno voce diversa: è quasi come la diversità di linguaggio degli esseri umani.

  7. Il pettirosso Delle numerose specie che si possono osservare nelle nostre zone durante l'inverno, il pettirosso è sicuramente quello che si riconosce più facilmente. Ha nel petto rosso bordato di grigio e nel canto aspro e ripetitivo i suoi tratti più particolari. Comune nei giardini, nei boschi e nei parchi, il pettirosso ha un'alimentazione varia che comprende insetti, semi, frutti e bacche. Le popolazioni centro e nordeuropee sfuggono ai rigori della cattiva stagione migrando nelle ore notturne verso i Paesi del Mediterraneo compresa l'Italia. Il pettirosso è una specie molto territoriale ed usa il proprio petto come una "bandiera" da mettere bene in vista. Mentre la maggior parte degli altri uccelli difende un territorio solo nel periodo riproduttivo, sia il maschio, sia la femmina di questa specie, lo difendono strenuamente durante tutto l'anno anche quando il territorio di svernamento è differente da quello in cui si riproduce. Per questo motivo il canto del pettirosso, altro strumento utilizzato per definire la proprietà, è udibile tutto l'anno. Il suo forte senso del territorio influenza anche la vita di coppia. I primi approcci sono infatti difficoltosi poiché il maschio vede in lei un intruso da cacciare ad ogni costo. Dopo numerosi tentativi la femmina riesce a farsi accettare e la nuova coppia metterà in comune i territori che saranno difesi da entrambi fino al periodo riproduttivo vero e proprio. E' la femmina che sceglie il luogo dove costruire il nido e in questo periodo si verificano le offerte di cibo da parte del maschio: la femmina emette lo stesso richiamo dei piccoli affamati e il maschio risponde porgendo piccoli bocconcini. Il nido è una coppetta voluminosa di foglie morte, erba e muschio ed è costruito dalla femmina. La stagione riproduttiva inizia a fine marzo sino agli inizi di aprile. La covata, che può essere anche doppia, consiste in 5-6 uova. Mentre la femmina si occupa dell'incubazione, il maschio provvede a nutrirla e dopo la schiusa i nidiacei sono accuditi da entrambi. Circa tre settimane dopo aver lasciato il nido, i giovani sono totalmente indipendenti ma ancora non somigliano ai genitori: privi del caratteristico "petto rosso", che comparirà dopo la prima muta, presentano infatti piume macchiettate. Chi ha un giardino o un terrazzo può attirare i pettirossi piantando dei cespugli che possano offrire un riparo. I pettirossi sono famosi per la loro propensione a nidificare nei luoghi più impensabili: vecchie teiere, tasche di giacconi invernali dimenticati in giardino, scaffali e vasi di fiori. E' possibile stimolarli a scegliere il nostro giardino come "casa" posizionando un vecchio vaso rovesciato in mezzo all'edera oppure una cassetta nido con l'apertura larga a circa un 1 metro e mezzo da terra. In autunno-inverno il modo migliore per aiutare i nostri piccoli amici è quello di dar loro da mangiare: formaggio, burro, briciole di torte e biscotti sono ideali per permettere a loro di sopravvivere alla stagione rigida e a noi di avere il piacere di osservarli da vicino.

  8. Passera d’Italia Diffuso in tutte le città e fortemente legato all'uomo, ha una corporatura tozza e robusta, con un becco di forma conica, indice di una dieta prevalentemente granivora. Il maschio è caratterizzato da disegni contrastanti, con dorso marrone intenso striato di nero, testa castano-rossa, guance bianche con una striscia oculare nera. La femmina è leggermente più piccola e ha una livrea molto meno appariscente, di colore marrone-beige con striature più scure, sopracciglio bianco e barre alari chiare. Questi piccoli uccelli nidificano in piccole colonie (10/20 coppie), tra l'inizio di maggio e agosto, ma possono farlo quasi tutto l'anno. I nidi, anche molto vicino tra loro, si trovano nelle cavità degli edifici, ma anche tra i rami di un albero o tra le fronde di una pianta rampicante, e sono costruiti da erba, paglia e piume disordinatamente legate tra loro. All'interno della colonia nidificante vige un rigoroso "ordine di beccata" che stabilisce la posizione di ogni individuo rispetto agli altri componenti del clan. Per i maschi lo status sociale è evidenziato dall'ampiezza della pettorina nera sulla gola e sul petto che ha la funzione di "distintivo". Essendo combattivi, le dispute per il cibo o per il territorio non sono rare e non è difficile osservare una coppia di passeri che si azzuffano a terra rotolando nella polvere. Sebbene i partner di una coppia restino insieme per tutta la stagione riproduttiva, non si possono certo descrivere come "fedeli". Spesso i maschi hanno due o più femmine (oltre alla compagna "ufficiale") che covano in nidi vicini, mentre le femmine possono accoppiarsi anche con altri maschi e deporre le uova anche nei nidi di altre femmine. I maschi scelgono un sito adatto alla nidificazione e, seduti all'ingresso del nido, cantano insistentemente per attirare l'attenzione delle femmine. All'avvicinarsi di una potenziale compagna, il maschio s'impettisce mettendo bene in evidenza la pettorina scura, piega le ali in modo da mostrare meglio la barra bianca e solleva la coda aprendola a ventaglio. Il corteggiamento prosegue con il maschio che, sempre più eccitato, saltella intorno alle femmina inchinandosi e facendo tremare le ali. Una volta formata la coppia, la femmina depone 3-5 uova. Dopo circa 2 settimane di cova, i piccoli escono dall'uovo e restano nel nido per altri 10-14 giorni. Nutriti inizialmente con piccoli invertebrati (soprattutto insetti) ricchi di proteine e grassi utilissimi per il primo periodo di crescita, anche quando saranno in grado di volare, i giovani passeri saranno sfamati ancora per alcuni giorni da entrambi i genitori. Una volta raggiunta l'indipendenza, formeranno piccoli stormi che si nutriranno insieme e diventeranno sempre più numerosi con l'avanzare della stagione. Curiosità: nel cuore dell'estate, si possono vedere spesso piccoli gruppi di passeri intenti a dimenarsi nella polvere per eliminare i parassiti dalle penne. In queste occasioni è possibile osservare i passeri che incassano la testa nelle spalle mentre si gettano la polvere sul dorso delle ali, per poi scuotersi e far penetrare la polvere negli interstizi tra le piume. Il bagno di polvere serve per rimuovere i depositi di grasso tra le piume e per mantenere il piumaggio in buone condizioni.

  9. Il canto degli Uccelli Da sempre il canto degli uccelli è stato oggetto di interesse per poeti, letterati e musicisti. Lo studio del canto degli uccelli rientra nell’ambito di una nuova scienza, la bioacustica musicale, che si occupa dei fenomeni sonori in relazioni alle forme di vita del mondo animale. Gli uccelli non cantano quasi mai per il piacere di cantare, ma per comunicare segnali che hanno precisi riferimenti comportamentali. Dal punto di vista acustico, ogni specie emette dei suoni propri, e ciò permette di riconoscere, ad esempio, un cardellino da un fringuello, da un passero, da una quaglia. Ciò consente una comunicazione diretta tra individui della stessa specie; i suoni emessi da un usignolo, pur essendo percepiti dalle altre specie, hanno significato soltanto per un altro usignolo. Si evitano così interferenze che potrebbero generare confusioni dannose per la sopravvivenza degli individui, anche se in alcuni casi specie diverse riconoscono, interpretano e reagiscono a suoni provenienti da altre specie in occasione di situazioni di pericolo. E’ il caso, ad esempio, della quaglia che si nasconde al grido di un uccello predatore come il falco. In questo caso l’emissione vocale del falco viene percepita dalla quaglia non come elemento di comunicazione specifico, ma come generico segnale di pericolo. Si possono individuare una decina di significati dei vari tipi di canto. Dal richiamo di allarme per le situazioni di pericolo a quello per la difesa del territorio. E’ possibile capire, per un orecchio esercitato, lo stato emotivo dell’animale che emette un richiamo. Il fatto poi che i richiami degli uccelli siano costituiti tutti da frequenze acute è dovuto al loro carattere direzionale e alle minori possibilità di mascheramento. Il pigolio acuto degli uccelli appena nati è più facilmente individuabile dall’apparato uditivo biauricolare della madre e si delinea nettamente sullo sfondo di frequenze medio-basse dell’ambiente sonoro circostante. L'estensione delle frequenze utilizzate per la comunicazione umana va da 80 Hz a 5000 Hz circa, mentre quella degli uccelli tocca i livelli molto più acuti, arrivando a momenti estremi di 20.000 Hz. Ciò comporta di conseguenza una sensibilità uditiva assai elevata che può arrivare a circa 30.000 Hz. a questo proposito, come paragone, si può ricordare che l'ambito di sensibilità uditiva umana è stimata tra i 20 ed i 16.000 Hz. E' comunque dimostrato che la significazione nella comunicazione tra gli uccelli è affidata non all'altezza con cui il messaggio viene espresso, ma al ritmo e alla tonazione. I segnali che preludono all'accoppiamento di due merli, ad esempio, sono armoniosi e morbidi mentre quelli emessi per segnalare un pericolo sono corti, ritmici ed aspri. Le emissioni di tipo melodico e quelle di tipo ritmico differenziano non soltanto i comportamenti, ma anche le abitudini sociali. I passeri, ad esempio, uccelli gregari per eccellenza, emettono segnali prevalentemente ritmici, adatti a coordinare movimenti di massa. Da ciò ne deriva il principio che le specie dal canto più melodicamente elaborato sono quelle che conducendo un'esistenza isolata e non hanno bisogno di esprimersi con riferimenti sonori atti ad essere percepiti a grandi distanze e da moltitudini di individui. I Poiché i canti degli uccelli sono costituiti da  microcellule ritmico-melodiche estremamente acute e veloci, il loro studio è possibile soltanto dopo averli ricondotti a velocità ed altezze più facilmente percepibili dall'orecchio umano. Tale ricostruzione è ottenuta per lo più tramite la registrazione dei canti ed il loro successivo rallentamento. Per poter ascoltare tutte le loro componenti ritmico-melodiche è necessario rallentare i canti anche fino a 30 volte. Tale operazione  sposta il registro verso il grave, lasciando però inalterati i rapporti tra i suoni. Il primo elemento che appare dall'analisi della maggior parte dei canti degli uccelli è il loro essere costituiti da glissandi, cioè da suoni oscillanti, e non da altezze distinte e separate tra loro. L'analisi del canto avicolo si avvale anche del sonogramma, ovvero della sua rappresentazione grafica con l'asse delle ordinate che indica le altezze espresse in Hz e quello delle ascisse il tempo. Questo modo di rappresentare l'evento sonoro permette una immediata individuazione degli elementi che lo costituiscono, nonché la possibilità di confronto con altri eventi sonori.

  10. Musicisti e canti degli Uccelli Alcuni dei compositori che hanno scritto, con intenti sia comici che descrittivi ed evocativi, riferendosi agli uccelli sono: -  Adriano Banchieri: contrappunto bestiale alla mente-  Girolamo Frescobaldi : Capriccio sopra Cucho-  Bernardo Pasquini: Toccata con lo scherzo del Cucco-  François Couperin: in "L'art de toucher le Clavecin" brani dedicati all'usignolo, al canarino, alla capinera, al fringuello,     al  cuculo-  Antonio Vivaldi: Il Cardellino (concerto per flauto e archi); e L'Estate da Le Quattro Stagioni-  Ludwig van Beethoven: Sinfonia N° 6 "Pastorale, secondo mov. Usignolo, Quaglia e Cuculo imitati rispettivamente   da  flauto, oboe e clarinetto-  Franz Joseph Haydn: Sinfonia N° 38 "La Poule"-  Richard Wagner: motivo dell'Uccello de Bosco nel Sigfrido-  Camille Saint Saëns: Il Cigno, Galli e Galline, Voliera, Il Cuculo nel fondo del Bosco, in Il Carnevale degli Animali-  Igor Strawinsky: Le Rossignol; L'Uccello di fuocoùHeitor Villa-Lobos: Uiraparù-  Maurice Ravel: Oiseaux Tristes

  11. INDICAZIONI PER IL RICONOSCIMENTO DELLE PENNE E DELLE PIUME Chi ha perso questa penna? Molto spesso capita di trovare per strada, nel giardino di casa o attorno alla scuola delle penne o piume perse da qualche uccello. Risalire da una penna al suo possessore non è così semplice. Prima di tentare l'identificazione, bisogna per prima cosa valutare alcuni parametri fondamentali, quali dimensioni (utile il confronto con penne di altri uccelli e la misurazione con un calibro), forma, colori e disegni, ambiente, stagione. Durante la raccolta, è molto importante identificare e mantenere distinte le varie tipologie di penne: è consigliabile l'uso di singole buste (meglio di carta) per ogni elemento raccolto, alle quali applicare un'etichetta identificativa. Le buste di polietilene sono da evitare, in quanto l'umidità che può condensare all’interno danneggia il piumaggio. Per osservare nella maniera migliore le penne, è consigliabile disporle su di uno sfondo; l'uso di un cartoncino (nero o color ocra) aiuta a distinguere i contorni, migliorando la saturazione cromatica del vessillo.

  12. Come sono fatte le penne e le piume La penna ha una struttura allo stesso tempo resistente e leggera; la parte centrale è detta scapo che si divide Lamina interna Lamina esterna VESSILLO Rachide in calamo [1] (la punta che un tempo si immergeva nell'inchiostro per scrivere) e in rachide [2] dal quale partono le barbe [4] da cui si diramano le barbule [4] che, collegate tra loro da piccoli uncini, formano il vessillo  [3] della penna.  Nelle piume, invece, le barbule non sono collegate tra loro. Il piumaggio svolge numerose funzioni: definisce la forma e il contorno dell'uccello, lo riveste e lo protegge con più strati, lo isola consentendogli una temperatura interna di 41°C (è questo il motivo per cui l'uomo utilizza il piumino d'oca!); gli permette inoltre di volare, grazie alle penne delle ali (remiganti) e della coda (timoniere). Una sostanza oleosa prodotta da una ghiandola posta vicino alla coda, l'uropigio, che alcuni uccelli si spalmano sul corpo con cura, servendosi del becco, permette loro di stare in acqua senza bagnarsi.  Il piumaggio costituisce l'abito dell'uccello e può variare con il sesso, la stagione, il periodo riproduttivo e, mentre per alcuni favorisce il mimetismo, in altri è vivacemente colorato. Forse è proprio per questa importanza fondamentale del piumaggio che il detto "lasciare le penne" ha assunto il significato di una sconfitta e dell'impossibilità di potersi risollevare proprio come un uccello senza penne non può volare. CALAMO Ombelico inferiore

  13. Alcune particolarità delle penne Sulle penne copritrici e dorsali degli Strigiformi (Rapaci notturni) è presente un piumino, anche abbondante, tra il calamo ed il vessillo; oltre alla presenza di questi piumaggi lassi e morbidi sulle primarie più esterne si distingue un singolare pettine (sfrangiatura) capace di attenuare l'attrito rendendo silenzioso il volo dei rapaci notturni. Gufo comune

  14. Osservazione delle barbule al microscopio Le barbule presentano dei nodi caratteristici a livello di ordine o famiglia. Non è possibile il riconoscimento a livello specifico. Doppi nodi Columbiformes Galliformes Passeriformes Falconiformes Anseriformes Gruiformes

  15. Mini ricerche sugli uccelli

  16. Rilevamenti di campo SCHEDA DI OSSERVAZIONE DEGLI UCCELLI Rilevatore ____________________________________________ Condizioni meteo ________________________________________________________________ Data di osservazione: _____________________ Ora inizio ________ Ora fine _____________ Specie osservate: Sito di osservazione: ________________________ _______________________ ________________________ ________________________ _________________________ __________________________ ___________________________ __________________________ Condizioni meteo: es. sereno, ventoso, nebbia, pioggia Sito di osservazione: es. al suolo, albero (specie, parte basale, centrale, apicale), cespuglio

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