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Progettazione didattica

Progettazione didattica.

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Presentation Transcript


  1. Progettazione didattica • […] Superate ormai le concezioni di luogo meramente assistenziale, la sfida attuale consiste nel concepire una idea di Nido come momento di apprendimento che incide significativamente sulle competenze dei bambini, mediante un'azione educativa sinergica da parte del gruppo educativo che si esplica nella […] [progettazione] e nell'attuazione di buone prassi didattiche sostenute da intenzionalità e da sistematicità. Favorini A. M. e altri, 2005, Un'idea di nido. Un modello educativo-didattico integrato e inclusivo, Franco Angeli

  2. Ma cosa si intende per didattica al nido? • vi è una didattica per la primaria, per la secondaria, per l’università, • ciascuna si adegua alle diverse età, • la didattica non è uguale per tutte le età ma si adegua alle differenziazioni di esse, • in questo senso si può proporre anche al nido: si tratta di individuare le caratterizzazioni del nido; Borghi Battista Quinto, 2006, Star bene al Nido d’infanzia, edizioni junior, Bergamo

  3. se “il grande libro di lettura del bambino dell’asilo nodo è la realtà che lo circonda e l’esperienza quotidiana” • e “le incursioni esplorative nella realtà di tutti i giorni contribuiscono a costruire ‘i saperi della vita’ fondamentali per questa età” • allora “la didattica all’asilo nido può essere intesa come l’insieme delle situazioni organizzate e delle proposte finalizzate a tale scopo” Borghi Battista Quinto, 2006, Star bene al Nido d’infanzia, edizioni junior, Bergamo

  4. In definitiva si può sostenere che per Didattica, in particolare al nido, • “[…]. Intendiamo […] quell’insieme di scelte, opportunità, strategie, offerte organizzate e finalizzate alla promozione ed al sostegno dello sviluppo di tutti (le caratteristiche e lo ‘stile’ del gruppo) e di ognuno (le propensioni e le modalità di affrontare il mondo caratteristiche di ogni singolo bambino individualmente preso)” Borghi Battista Quinto, 2006, Star bene al Nido d’infanzia, edizioni junior, Bergamo

  5. Le ragioni del no • lo sviluppo è naturale: percorso interno che non si può influenzare; tempi propri ed indipendenti da sollecitazioni esterne; ‘insistenze’ inutili in quanto non recepite; sviluppo asincrono: progressioni e regressioni, limitarsi quindi ad assecondare lo sviluppo; • i bambini sono ancora troppo piccoli: apparato strutturato con il bambino non possibile, le diverse interazioni didattiche non sarebbero possibili; • l’asilo nido non è una scuola: rischio di ‘maternizzare’ (scuola materna) il nido, servizio a valenza sociale piuttosto che educativa; • dominanza della quotidianità: le esperienze che si presentano nella vita quotidiana sono la prima palestra di addestramento e di sviluppo delle conoscenze e competenze del bambino. Borghi Battista Quinto, 2006, Star bene al Nido d’infanzia, edizioni junior, Bergamo

  6. Le ragioni del sì • lo sviluppo richiede di essere accompagnato: fornire aiuto giusto al momento giusto; quando il bambino si mostra ricettivo (‘zsp’, Vygotskij) • l’asilo è un luogo di bambini “pensati”:occorre favorire “atteggiamento ed un repertorio di comportamenti degli educatori che non solo rispondono ai bisogni attuali ma anche a quelli potenziali (o legati all’immediato futuro), che non solo favoriscono lo sviluppo in atto ma sanno vedere anche quello possibile; che da un lato sono attenti alle istanze immediate dei bambini, dall’altro hanno un progetto educativo in mente che sa con competenza e fermezza, di volta in volta, dove condurli” Borghi Battista Quinto, 2006, Star bene al Nido d’infanzia, edizioni junior, Bergamo

  7. Si confrontano due profili di nido corrispondenti a due profili di ‘bambino’ • il ‘bambino domestico’, • il ‘bambino apprendista’ Borghi Battista Quinto, 2006, Star bene al Nido d’infanzia, edizioni junior, Bergamo

  8. Il nido del ‘bambino domestico’: • pone l’accento sugli aspetti quotidiani, • richiama l’idea di casa, • l’attenzione è per lo più rivolta agli aspetti di cura, • la giornata è scandita da azioni riferibili alla vita quotidiana, all’organizzazione, all’ordine, Borghi Battista Quinto, 2006, Star bene al Nido d’infanzia, edizioni junior, Bergamo

  9. concezione naturale dello sviluppo: ha le sue regole radicate in ciascun bambino e occorre assumere un atteggiamento di ascolto, • lo sviluppo va assecondato e non forzato, • ascoltare e capire cosa dobbiamo fare con lui, • lo sviluppo trae vitalità non da situazioni predisposte ad hoc, ma dalle situazioni normali di vita quotidiana, • l’educatore è un osservatore dello sviluppo e lo accompagna. Borghi Battista Quinto, 2006, Star bene al Nido d’infanzia, edizioni junior, Bergamo

  10. Il nido del ‘bambino apprendista’: • il nido riconosce un proprio status formativo e propone una articolazione coerente delle esperienze, • senza forzare il bambino, predispone piani di lavoro finalizzati a sollecitarlo e potenziarlo, • predispone situazioni che possano esercitare e rafforzare il bambino in ipotetiche situazioni nelle quali potrebbe trovarsi in difficoltà, Borghi Battista Quinto, 2006, Star bene al Nido d’infanzia, edizioni junior, Bergamo

  11. Quindi, non limitarsi ad assecondare i passi normali dello sviluppo, ma disseminare il percorso di occasioni, sollecitazioni e opportunità che possano facilitarlo; in definitiva si tratta di “non sottovalutare le potenzialità di ogni bambino, di non fargli perdere occasioni utili, di non lasciarlo in una sorta di ‘sala d’aspetto’ dello sviluppo” Borghi Battista Quinto, 2006, Star bene al Nido d’infanzia, edizioni junior, Bergamo

  12. Occorre un • sapiente bilanciamento fra i due profili presentati, per garantire un • diritto alla diversità e un diritto all’uguaglianza.

  13. Ricordiamo che per • “progettazione educativa si intende la messa a punto e la verifica permanente della qualità dell’asilo nido come contenitore educativo (aspetti strutturali, costruzione del suo clima educativo di fondo)” • per progettazione didattica si intende l’insieme dei momenti, degli strumenti e delle attività utilizzate dagli insegnanti per definire e gestire i percorsi formativi intenzionalmente proposti ai bambini del nido” • La progettazione didattica dovrebbe essere condotta dagli educatori attraverso modalità che possano garantire l’uguaglianza ad una alfabetizzazione ed una diversità nei percorsi individuali. • Il percorso può svilupparsi e attraverso progetti didattici e attraverso unità didattiche, entrambi possono essere sviluppati nei laboratori di sezione, ma anche nei centri di interesse di intersezione. • Chiariamo: progettazione didattica che si sviluppa attraverso progetti e unità didattiche. B.Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Edizioni Laterza

  14. Le esigenze della situazione educativa di riferimento, in questo caso il nido, che deve tener conto degli interessi del bambino, del percorso previsto nel programma concordato fra gli educatori e con i genitori, possono essere soddisfatte da • ‘unità didattiche’ che si propongono di far compiere esperienze prescelte dagli insegnanti perché le si ritengono fondamentali per le età dei bambini del nido ed anche perché rilevate come autentiche esigenze degli utenti del nido (i bambini) e da • ‘progetti didattici’ che rappresentano dei percorsi in cui si privilegia la costruzione piuttosto che la riproduzione. Attraverso i progetti didattici è possibile mettere il bambino in situazioni di costruzione e di scoperta. B.Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Edizioni Laterza

  15. Diversi significati di unità didattica • segmento di un progetto, • segmento autonomo inserito nella progettazione di lungo periodo, • una unità che raccoglie più segmenti di attività;

  16. Diversi significati di unità didattica • unità didattica: per sviluppare una parte del progetto si realizza quella particolare unità didattica, • unità didattica: si fa esercitare il bambino su qualcosa (nel seguito si farà riferimento a questa ipotesi); • unità didattica: internamente al progetto annuale, nel periodo …., si sviluppa la seguente unità didattica formata dai progetti …. e dalle attività ….

  17. Diversi significati di progetto • progetto riferito all’insieme di tutte le attività proposte durante l’anno; • progetto didattico riferito ad un insieme di attività orientate alla scoperta e alla costruzione (in seguito si farà riferimento a questa seconda ipotesi).

  18. riflessione • Nella pratica quotidiana, nella vita al nido, spesso si parla di “attività”, volendo intendere le esperienze che i bambini svolgono; queste possono essere o isolate, comunque rientranti in un percorso progettato, o inserite in un progetto organizzato che, nel suo svolgimento, preveda quelle particolari attività.

  19. nota • Nel prosieguo si riferiranno le attività didattiche ai campi di esperienza, così come proposto nel testo consigliato (Manuale di Didattica per l’asilo nido); nella parte finale si farà riferimento alle aree di sviluppo.

  20. Caratteristiche dei Progetti Didattici • Carattere ‘interdisciplinare’(con una forzatura che rimanda ad una scolarità, comunque non rintracciabile al nido, qui per discipline intendiamo i campi di esperienza: il sé e l’altro; il corpo e il movimento; immagini, suoni, colori; i discorsi e le parole; la conoscenza del mondo; potremmo dire “carattere multidimensionale”). Il contenuto del progetto fa riferimento ad una situazione (semplice o più strutturata) direttamente connesso con l’esperienza del bambino e presenta dei riferimenti a diversi campi di esperienza; sono nuclei che non riproducono necessariamente le strutture (artificiali: in quanto nella pratica non esistono separate nelle azioni dei piccoli) dei singoli campi*. * Si parla anche di aree: motoria; comunicazione e linguaggi; cognitiva; affettiva-relzionale-sociale. Ne parleremo sinteticamente in seguito.

  21. Caratteristiche dei Progetti Didattici • Obiettivi. La modalità di scelta degli obiettivi è profondamente differente fra UD e PD; nel primo caso è l’educatore che li sceglie prima dello sviluppo del percorso didattico e ad essi ci si riferisce durante lo sviluppo (con una specifica caratteristica riferita agli educatori, come vedremo in seguito), nel PD, invece, solo alcuni sono scelti prima ma, poi, a partire dall’osservazione dei comportamenti dei bambini, altri se ne aggiungono nel percorso di sviluppo ed è possibile modificare/risistemare /tarare anche quelli di partenza.

  22. Caratteristiche dei Progetti Didattici • Valutazione: è maggiormente orientata all’analisi del percorso, della correttezza ed anche della ricchezza delle metodologie adottate, piuttosto che alla verifica dei risultati; assume valenza positiva l’errore che viene visto come tentativo autonomo di soluzione del problema.

  23. Operativamente: • “ci pare di poter affermare che comunque, nella ideazione/gestione del PD, deve convivere sempre l’esigenza di valorizzare la dimensione dell’apprendimento per costruzione con quella di promuovere l’apprendimento per scoperta.” [B. Q. Borghi, L.Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza] • Le due esigenze, specialmente nel caso del nido, sono intrecciate: si costruisce la propria conoscenza del mondo attraverso la scoperta che, per il bambino, avviene attraverso il gioco. • Provando a scindere si dovrebbe imputare l’aspetto della costruzione alle strategie della ricerca scientifica, che sono: • partire da una fase osservativa per identificare ed assumere il problema • ipotizzare una soluzione al problema • sperimentare e verificare l’ipotesi proposta; • tuttavia tale approccio ricorda quello del gioco quando il bambino: • si avvicina ad una situazione, la analizza, • pensa, trova una soluzione, prova e, inevitabilmente, • sperimenta le conseguenze. B.Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Edizioni Laterza

  24. Il gioco stimola l’approccio creativo al sapere; rappresenta un approccio diverso agli oggetti del sapere. Il bambino esplora i saperi senza guide appositamente predisposte dagli adulti; il tragitto è tracciato dai continui feed-back che il bambino saprà mettere in campo; i percorsi del gioco sono percorsi senza guida.

  25. Nel PD, l’educatore assume la figura di: • colui che innesta gli stimoli che rappresentano l’avvio del progetto; • colui che si preoccupa che questi lo siano per tutti; • consulente nel ruolo di esperto che non risolve ma consiglia; • coordinatore che controlla che tutti i bambini partecipino come protagonisti allo sviluppo del progetto, che debbono sentir loro; • colui che si preoccuperà di rilevare l’esito del progetto ai fini di un riconoscimento delle competenze acquisite dal bambino, per tenerne nota nel suo percorso futuro. B.Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Edizioni Laterza

  26. Unità didattiche ‘unità didattiche’ si propongono di far compiere esperienze prescelte dagli insegnanti perché le si ritengono fondamentali per le età dei bambini ed anche perché rilevate come autentiche esigenze degli utenti del nido (i bambini) Nella scelta delle UD vengono generalmente (è bene che sia così) utilizzati due criteri: • si fa riferimento ad un quadro standard di bisogni fondamentali della prima infanzia; • si osservano attentamente i comportamenti dei bambini reali inseriti nel nido per rilevare le loro richieste di esperienze, le esigenze (del bambino reale). • L’incrocio fra questi due criteri porta alla formulazione dell’ UD. • Sono entrambi importanti: • se non si tenessero nel dovuto conto i reali interessi e bisogni dei bambini, le esperienze, assumerebbero il significato di strumenti scolastici non proponibili al nido (ma nemmeno in altri gradi scuola); • se le esperienze non venissero scelte a prescindere dalle esigenze espresse dai bambini non risponderebbero alla necessità di fornire a tutti gli strumenti per soddisfare i bisogni della nostra attuale realtà storica e che si ritengono necessari per soddisfare un democratico diritto all’uguaglianza. B.Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Edizioni Laterza

  27. Caratteristiche delle Unità Didattiche Contenuto: È individuato dagli educatori con attività di ricerca e mediazione fra bisogni riferibili all’età dei bambini e reali esigenze degli utenti di quel nido. Obiettivi: pur se nel nido si lavora in modo globale e non si dividono i contenuti come se fossero discipline e sarebbe un errore credere che si possano privilegiare solo particolari campi, in una unità didattica si tende a prendere in considerazione (ad osservare, a puntare l’attenzione) a singoli campi di esperienza. Ovviamente tutto ciò che viene osservato va rilevato, a prescindere dal campo scelto. B.Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Edizioni Laterza

  28. Caratteristiche delle Unità Didattiche • “occorre […] precisare […] che gli obiettivi dell’UD (come qualsiasi altro obiettivo oggetto di programmazione al nido) non devono tanto essere intesi come <<doveri>> del bambino quanto come <<doveri>> dell’insegnante. In altri termini, essi corrispondono al <<diritto>> del bambino a vedersi proporre competenze significative e sistematiche, rispetto alle quali però il bambino stesso può far valere il suo <<diritto>> a non acquisirle, in funzione dei suoi tempi e modi particolari di apprendimento e dei suoi interessi”.

  29. Luoghi: • laboratori di sezione dedicati ai vari campi di esperienza; è ovviamente possibile scegliere altri spazi che possano, comunque, permettere di sviluppare le attività previste • Tempi: • tempi brevi, qualche giorno, per non più di ½ ora al giorno, prevedendo riprese e/o nello stesso periodo e/o in tempi diversi per consolidare le competenze acquisite o per dare l’opportunità a chi non ha potuto usufruirne al tempo giusto. • Valutazione: • Prevalentemente di tipo diagnostico e formativo; non ha mai la valenza di premio o castigo; • diagnostico: individuazione dei bisogni reali dei bambini attraverso osservazione da parte degli educatori; • formativo: controllo costante delle ‘risposte’ fornite dai bambini nel percorso; permette di identificare i problemi incontrati per operare le opportune variazioni al percorso didattico e/o agire con azioni di sostegno. La valutazione avviene attraverso osservazione oppure con la proposizione di giochi che richiedono l’uso delle competenze presumibilmente acquisite con l’UD. B.Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Edizioni Laterza

  30. Esempio: il galleggiamento • Obiettivi: • fare esperimenti con materiali, oggetti; • conoscere il concetto di galleggiamento, • distinguere gli oggetti che galleggiano da quelli che non galleggiano. • Tempi e sviluppo: • primo giorno: • stimolare la motivazione: osservare le pozzanghere in un giorno di pioggia, • immergere in queste degli oggetti; • secondo giorno: • immergere in un recipiente anatroccoli, barchette, • immergere sassi, • sperimentare con altri oggetti: sughero, polistirolo, posate • terzo giorno: • attività: alla ricerca di oggetti che galleggiano e che non galleggiano, • sintesi: tabelloni riepilogativi.

  31. L’educatore ha un ruolo di guida • che ha a cuore che ciascun bambino possa acquisire le competenze legate alla sperimentazione dei contenuti della UD; • disponibile ad individuare, accettare e valorizzare le diverse modalità di rapportarsi al percorso proposto da parte dei bambini, ma anche a mettersi in discussione e quindi a modificare/accantonare le proprie proposte in base alle eventuali <<risposte non positive>> fornita dai bambini. B.Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Edizioni Laterza

  32. sintesi • progettazione come progettazione di sviluppo di attività di lungo periodo (anno); • progettazione di attività di breve periodo (progetti didattici); • unità didattiche possono esistere come attività autonome e separate dai progetti, oppure come attività inserite nei progetti; • unità che raccoglie più segmenti di attività.

  33. riflessione 1 • Nella pratica quotidiana nel nido potremmo, al limite, affermare che qualunque attività abbia le caratteristiche di un progetto (tenendo presente quanto abbiamo detto e cioè che in esso sono presenti più campi), in quanto il bambino sviluppa azioni che mettono in campo diversi settori del suo profilo e sarebbe errato pensare che si possa sviluppare isolatamente la singola competenza isolandola dalle altre.

  34. riflessione 2 • In questo contesto facciamo riferimento ai campi di esperienza perché, utilizzando il testo consigliato o rintracciando l’abbondante documentazione esistente anche in rete, è possibile avere dei chiari riferimenti sullo sviluppo complessivo del bambino; è bene che un educatore, specialmente se alle prime armi, abbia un sistema di ancoraggi cui riferirsi per evitare di impostare delle azioni educative che manchino di un background teorico stabile. Occorre sapere quali sono i livelli progressivi di sviluppo nella crescita di un bambino.

  35. Si ribadisce • nel nido si lavora in modo globale e le esperienze proposte si sviluppano necessariamente in più campi, anche se in particolari esperienze l’educatore indossa degli “occhiali” che tentano di vedere il bambino in azione in un campo in particolare; • un bambino non è un automa, è un essere globale: per esso non è possibile sviluppare certe competenze ed inibirne altre; tutte le aree di sviluppo sono presenti e interconnesse nelle diverse attività; • l’aver fatto riferimento con un rigore che sembra eccessivo, è dovuto alla necessità di far capire che un educatore deve essere sempre consapevole di quali potenzialità ci siano nei bambini e che occorre essere in grado di proporre attività che abbiano senso e siano ‘tarate’ sulle persone alle quali sono rivolte.

  36. Le esperienze educative • Nel mondo dei nidi esiste una variegata proposta di gestione delle esperienze (che possono essere indicate come i contenuti delle attività didattiche). • Si può lavorare prendendo in considerazione le diverse aree di sviluppo (motoria; comunicazione e linguaggi; cognitiva; affettiva-relazionale-sociale) e sviluppare, ad esempio, delle attività riferibili a diversi aspetti di esse:

  37. Le esperienze educative • motorie: orientate al proprio corpo, alla coordinazione dei movimenti, all’equilibrio; • di scoperta e di manipolazione: di materiali per sviluppare la manualità e la capacità di percepire, raccogliere, costruire, trasformare, creare; • grafico-espressive: riferite alla coordinazione occhio-mano, alla capacità di espressione, alla creatività; • sonoro-musicali: avvicinare a una prima sensibilità musicale, sviluppare capacità di ascolto, di espressione attraverso il movimento ritmico e la produzione di suoni; • narrative: favorire lo sviluppo dell’ascolto, l’attenzione, la memoria; abituare al libro, ai suoi contenuti (figurativi e narrativi) in grado di suscitare sollecitazioni emotive; • logico-percettive: con materiali naturali, di recupero e giocattoli che favoriscono la formazione dei concetti logici; • comunicativo-linguistiche: per favorire lo sviluppo della comprensione e del linguaggio verbale; • simboliche: per favorire lo sviluppo delle capacità imitative e dell’immaginazione. Coordinamento Nidi della città di Torino

  38. Le esperienze educative Altre volte si preferisce operare dei raggruppamenti in aree che dettagliano i diversi ambiti di possibili interventi: • Area Linguaggio e comunicazione • Sviluppo del linguaggio (linguaggio verbale) • Sviluppo dell’alfabetizzazione (linguaggio scritto) • Area Sviluppo cognitivo • Sviluppo dell’espressività creativa • Sviluppo degli approcci all'apprendimento • Sviluppo del pensiero matematico • Sviluppo del pensiero scientifico • Area Sviluppo socio-emotivo • Area Sviluppo motorio, benessere fisico e senso di sicurezza http://www.progettoasilonido.org/index.php//teoria-e-pratica-al-nido/progetto-educativo/programma-didattico/23-attivita-per-eta-e-ambiti-di-sviluppo

  39. Le esperienze educative • Oppure si può preferire un tentativo di continuità con la scuola dell’infanzia, attraverso un piano di intervento per campi di esperienza. Gli attuali campi di esperienza nella scuola dell’infanzia sono: • il sé e l’altro • il corpo e il movimento • immagini, suoni, colori • i discorsi e le parole • la conoscenza del mondo

  40. In questo contesto presentiamo la proposta di B. Q. Borghi e L. Guerra del testo Manuale di didattica per l’asilo nido, Edizioni Laterza, che fa riferimento a precedenti campi di esperienza, che ci permette di capire la complessità di una azione ‘didattica al nido’. • Vuole rappresentare un aiuto nel percorso per organizzare delle attività al nido. Nel testo, ampio spazio viene dato alle mappe delle competenze raggiungibili dai bambini nei diversi anni. Si tenga presente che una progettazione deve tener conto necessariamente dei bambini con i quali si opera e quindi non è possibile usare in modo standard queste mappe, tuttavia è utile tenerle presenti per evitare di tarare male delle esperienze. • Non deve esistere estemporaneità nell’azione educativa ed un educatore deve essere, fin dalle prime esperienze, capace di impostare delle azioni valide senza dover aspettare un lungo periodo di esperienza sul campo.

  41. I contenuti I campi di esperienza che vengono presi in considerazione nel testo consigliato, sono i seguenti: Per ciascun campo di esperienza vengono individuate le competenze tendenzialmente assumibili dal bambino nel primo anno di vita e nei successivi; queste competenze sono raggruppate per ‘dominaze pedagogiche’, cioè le categorie dominanti di conoscenze ed esperienze che ogni singolo campo è teso ad attivare. Presentiamo quello del “sé e l’altro”, che si pone in continuità fra gli attuali campi di esperienza e quelli cui fa riferimento il testo. B.Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Edizioni Laterza

  42. Educazione etico-sociale e affettiva: il sé e l’altro In questo campo confluiscono tutte le esperienze e attività che stimolano il bambino a tenere conto e ad agire riferendosi a norme di comportamento e di relazione indispensabili per una convivenza umana valida;ci si riferisce all’affettività (dominanza affettiva): capacità di esprimere e riconoscere emozioni e sentimenti negli altri come necessità di interagire con il mondo esterno;alla socialità (dominanza sociale): insieme di segni e regole che si esplicitano all’interno di processi di interazione fra adulti e bambini o fra bambini e bambini e che sono significativi per entrambi. B. Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Manuali Laterza

  43. 1 Il sé e l’altro 2 3 B. Q. Borghi, L. Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Manuali Laterza

  44. il corpo e il movimento i discorsi e le parole Il sé e l’altro immagini, suoni, colori la conoscenza del mondo Pur nella unitarietà, nel bambino, dei campi di esperienza: è possibile sviluppare attività che siano lette secondo i singoli campi di esperienza.

  45. il corpo e il movimento i discorsi e le parole Il sé e l’altro immagini, suoni, colori la conoscenza del mondo

  46. il corpo e il movimento la conoscenza del mondo Il sé e l’altro immagini, suoni, colori i discorsi e le parole Progetto didattico ….. Progetto didattico ….. Nei progetti didattici vengono individuati molteplici campi di esperienza(si ribadisce il carattere di unitarietà/globalità delle azioni dei bambini; si tratta solamente di focalizzare l’attenzione su certi aspetti o altri)

  47. motoria comunicazione e linguaggi affettiva-relazionale-sociale cognitiva Pur nella unitarietà, nel bambino, delle diverse aree: è possibile sviluppare attività che siano lette secondo le singole aree.

  48. motoria cognitiva affettiva-relazionale-sociale comunicazione e linguaggi

  49. motoria cognitiva affettiva-relazionale-sociale comunicazione e linguaggi comunicazione e linguaggi Progetto didattico ….. Progetto didattico ….. Nei progetti didattici vengono individuate molteplici aree (si ribadisce il carattere di unitarietà/globalità delle azioni dei bambini; si tratta solamente di focalizzare l’attenzione su certi aspetti o altri)

  50. Nel nostro percorso non abbiamo espresso orientamenti in merito alle due proposte (aree/campi di esperienza); questo perché si vuole ribadire che occorre essere costantemente consapevoli che esistono degli strumenti che ci possono aiutare nel nostro percorso di educatori e che questi strumenti vanno conosciuti e studiati. Poi si può arrivare alla consapevolezza che si può lavorare per aree (più o meno segmentate o sintetiche) o per campi di esperienza, o con ibridazione fra i due sistemi o con sistemi nuovi, comunque occorre aborrire estemporaneità e facili entusiasmi; si deve avere sempre la consapevolezza che stiamo agendo su/con soggetti in crescita. (Si veda il sito* per effettuare un parallelismo fra interventi per campi di esperienza e per aree; il sito non esplicita confronti, però, ad una attenta lettura, possono emergere). *http://www.progettoasilonido.org/index.php//teoria-e-pratica-al-nido/progetto-educativo/programma-didattico/23-attivita-per-eta-e-ambiti-di-sviluppo

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