1 / 83

Equal Trapani

Equal Trapani. e-Government Ethics Progetto Pilot@. Il Problema 18% della popolazione UE vive in corrispondenza della soglia di povertà ISTAT 1998 11,8% della popolazione italiana prossimo allo stato di povertà; 15,0% lavoratori poveri;

cassia
Download Presentation

Equal Trapani

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Equal Trapani e-Government Ethics Progetto Pilot@

  2. Il Problema • 18% della popolazione UE vive in corrispondenza della soglia di povertà • ISTAT 1998 • 11,8% della popolazione italiana prossimo allo stato di povertà; • 15,0% lavoratori poveri; • 25,0% delle donne occupate in stato di povertà; • 40,0% delle donne occupate nel mezzogiorno. • Working Poor = Rischio di permanenza in condizioni di povertà

  3. Premessa Lisbona febbraio 2000: “Una Società ed una economia più solidali” - Commissione Europea E’ il principio etico-politico cui l’assemblea europea si ispira per lo sviluppo sociale ed economico dell’intera Unione che si prefigge il prioritario obiettivo di conseguire: l’INTEGRAZIONE ECONOMICA EUROPEA attraverso la COLLABORAZIONE POLITICA tra i cittadini allo scopo di pervenire ad una piena SOLIDARIETA’SOCIALE

  4. Premessa La Solidarietà è la conditio sine qua non per: • abbattere le barriere strutturali all’inserimento sociale; • arginare l’emarginazione; • realizzare politiche attive per l’occupazione; • lottare contro la vulnerabilità sociale.

  5. Il “Principio di Sussidiarietà” è entrato a pieno titolo nella riforma della Costituzione come recita l’Art. 118: “Stato, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati, sulla base del principio di sussidiarietà”

  6. Premessa Il “Principio di Sussidiarietà” Ispiratore delle politiche sociali ed economiche per lo sviluppo endogeno, definisce i criteri di attuazione: a) sono i cittadini in prima persona a dover garantire la difesa dei propri diritti; b) la comunità ha il diritto di usufruire di servizi in grado di garantire un adeguato livello della qualità della vita; c) il diritto ai servizi sociali si basa su determinati principi e valori etici cui peraltro le stesse amministrazioni debbono fare costante riferimento nell’esercizio delle proprie attività istituzionali

  7. Premessa • Il nostro paese è chiamato oggi a formulare proposte per un necessario ripensamento del ruolo dello stato, delle sue funzioni, del suo significato. • La storia del nostro paese è la storia di una doppia costante: quella di una tradizione associativa che si è per lungo tempo espressa in una multiforme e capillare, quanto poco visibile, presenza di azioni volte a rispondere a diffusi bisogni sociali; e quella di una complessiva espansione delle funzioni che lo stato ha assunto anche andando ben oltre i propri confini istituzionali, sostituendosi a quei soggetti sociali e di cittadinanza che, seppur presenti sul territorio attraverso una pluralità di manifestazioni, non avevano lo spessore e la possibilità di assumere il ruolo di sistema.

  8. Premessa • Un ripensamento effettivo è quello al quale conseguono anche scelte legislative adeguate, coerenti con l'enfasi con le quali si è soliti descrivere la natura e il ruolo delle formazioni sociali e dei corpi intermedi (famiglia, scuola, associazioni, imprese sociali,ecc.). • E' tempo di restituire la piena dignità di funzione pubblica a una soggettività civile che continua a contribuire all’affermazione di quel ben-essere sociale, attraverso azioni di sostegno ai bisogni antichi e nuovi della persona e della comunità, nella consapevole integrazione con le politiche sociali del territorio.

  9. Premessa • Il processo in corso di ammodernamento, la crisi del Welfare State, l'impossibilità di dare risposte efficaci alla variabile dei fabbisogni locali, l’assenza di una alternativa ad un rapporto tra lo stato ed il territorio, fondato sul binomio tassazione-spesa pubblica, impongono cambiamenti strutturali e scelte metodologiche diverse. • Sarebbe opportuno rendere operativo il principio della sussidiarietà per la definizione di un sistema globale di sviluppo non solo nella sua dimensione verticale, ovvero decentramento delle competenze e dei ruoli tra organi statali e privati, ma anche in quella orizzontale, promuovendo un rapporto più organico ed efficace tra i cittadini, le loro formazioni sociali, le pubbliche amministrazioni, lo Stato ed il Mercato.

  10. Mancato sviluppo del mercato del lavoro = Aumento del numero di soggetti dello svantaggio sociale Categorie aggiuntive: - adulti senza lavoro - giovani inoccupati con basso livello d’istruzione - casalinghe adulte over 30 - minori occupati nel mercato del lavoro sommerso Categorie classiche: - immigrati irregolari - detenuti / ex-detenuti - tossicodipendenti - disabili - nomadi

  11. I sistemi attuali di gestione delle politiche economiche e sociali necessitano delle seguenti vitali implementazioni: a) metodologia di lavoro tarata nel rispetto di criteri di valore; b) sistema di valutazione etica e qualitativa; c) strumenti per il recupero dei conflitti sociali e di risoluzione delle problematiche imprenditoriali; d) integrazione etica con il contesto delle attività progettuali per lo sviluppo socio-economico e con il sistema di reti territoriali.

  12. Il progetto volge alla realizzazione di un sistema globale per: • la gestione delle politiche attive del lavoro; • la gestione dei dati territoriali volta al costante monitoraggio delle attività in corso d’opera e di implementazione; • l’indirizzo e il coordinamento degli interventi di contrasto alla povertà e all’emarginazione sociale; • l’adeguamento delle risorse umane e degli strumenti tecnologici di supporto alla P.A..

  13. Welfare Society & community STATO Plusvalore Etico Cittadino SVILUPPO Economia Solidale MERCATO

  14. SUSSIDIARIETA’ CITTADINI BENI RELAZIONALI di utilità pubblica (efficacia) da gestire con criteri di solidarietà sociale (efficienza) Basati sulla reciprocità

  15. BENI RELAZIONALI CODIFICAZIONE DEI VALORI ETICI GARANZIA DEL SISTEMA STATO / MERCATO / CITTADINANZA ATTIVA

  16. IL RAPPORTO IL RAPPORTO CITTADINO/STATO CITTADINO/MERCATO determina determina EFFICIENZA EFFICACIA

  17. Strategia di rete e-Government Ethics Assunzione della scala di valori Sportello Etico Sportelli Orientamento lavoro Ethic Government

  18. Questione Meridionale e-Government Ethics Al nord la “compromissione” stato/mercato è più forte e i valori etici rischiano un ruolo subordinato. Al sud la costruzione dei sistemi di efficienza PA/Impresa/Cittadinanza Attiva, parte in contemporanea. Sono più avvertiti i valori di solidarietà come strumento di collegamento tra le politiche attive. L’e-Government Ethics può divenire uno strumento di innovazione e di proposta che il Mezzogiorno può trasferire, attraverso le “buone prassi”,al resto d’Europa.

  19. Dinamiche di sviluppo economico e sociale Sportello Etico Sportello dei rapporti tra Pubblica Amministrazione e Cittadino Sportello Lavoro

  20. NO PROFIT VERSO L’IMPRESA SOCIALE - I dati - • 50.000 Le imprese che operano nel settore del No Profit • 400.000 Gli addetti che operano nel settore No Profit • 4800 Le cooperative sociali di cui: • 65% di tipo A • 30% di tipo B • 15% consorzi di imprese • 108.000 Gli addetti delle cooperative sociali

  21. NO PROFIT VERSO L’IMPRESA SOCIALE - I principali ambiti - Portatori di voce di bisogni sociali Area di produzione di servizi Laboratori di cittadinanza attiva Segmento di nuova occupazione

  22. NO PROFIT VERSO L’IMPRESA SOCIALE Gli Sbocchi Occupazionali Le tipologie di Azione - Servizi consulenziali per lo sviluppo dell’impresa sociale - Servizi alla persona per la prevenzione del disagio - Servizi alla famiglie in condizioni di disagio - Centri di socializzazione, di supporto e di inclusione sociale - Artigianato - Tempo libero - Comunicazione Verticali - per categorie di soggetti deboli (handicap, immigrati, detenuti,etc. Trasversali - sui fenomeni (famiglie in difficoltà, sfruttamento femminile, etc.) Integrate - sui territori del disagio (aree periferiche, nuclei, etc.)

  23. Gli Indicatori della Grande Riforma Sociale (Welfare Society) • Superamento delle categorie attraverso la rete dei Piani Territoriali, realizzabili con tempi e fondi certi. • Equilibrio tra prevenzione e criteri di pronto intervento. • Crescita dei livelli di competenza e formazione degli operatori sociali. • Reti di protezione Sociale Attiva. • Cultura dell’attenzione ai giovani: famiglia, scuola e società. • Parametri • IQS = Indice di Qualità Sociale Organizzazione delle Nazioni Unite • ISU = Indice di Sviluppo Umano

  24. SERVIZI ALLA PERSONA E ALLA COMUNITA’ - Le Priorità - • Promozione della partnership tra imprese profit e no-profit. • Interventi ad elevata finalità consortile. • Interventi coordinati ed integrati sul territorio che considerino contestualmente ambiente, risorse umane e culturali. • Progetti che promuovano l’accesso o riducano l’esclusione sociale, anche attraverso la valorizzazione dei soggetti. • Progetti finalizzati allo sviluppo dei servizi e al miglioramento/benessere di specifiche categorie. • Interventi organici e integrati in aree territoriali particolarmente deboli.

  25. SERVIZI ALLA PERSONA E ALLA COMUNITA’ Le azioni necessarie Le tipologie di Intervento I risultati attesi • Crescita dell’offerta dei servizi; maggiori investimenti di imprese • Abbassamento dei tassi di criminalità e del disagio sociale • Incremento del numero di imprese sociali e del tasso di occupazione • Incremento della qualità e quantità dei servizi di assistenza • Maggior consumo dei servizi di base; minor numero di famiglie in situazioni di marginalità • Sistemi di Infrastrutture sociali; offerta di servizi di imprenditorialità sociale; sviluppo dell’economia soc. • Azioni formative finalizzate all’inserimento sociale e lavorativo • Start Up; incentivi all’esternalizzazione dei servizi sociali degli EE.LL. • Sistemi di certificazione standard; qualificazione del personale • Progettazione, gestione e monitoraggio dei servizi • Soddisfare i fabbisogni • sociali di base • Ridurre il tasso di esclusione • Sviluppare l’economia sociale • Qualificare i servizi • Rafforzare la capacità di spesa sociale degli EE.LL.

  26. SERVIZI ED INTERVENTI SOCIALI - I Riferimenti normativi (I) - LA FAMIGLIA • Sostegno e qualificazione delle funzioni familiari. • Incidenza della povertà e dei livelli di reddito. • Convenzioni e servizi socio-assistenziali (pubblico/privato). • L. 328/00 Assistenza Sociale. • L. 28/99 Benessere Sociale. • L. 285/97 Infanzia e adolescenza. • D.L. 237/98 Reddito minimo di inserimento. • L. 448/98 Misure per la stabilizzazione e lo sviluppo. • L. 476/98 Adozione Internazionale.

  27. - I Riferimenti normativi (II) - GLI ANZIANI • Indice di invecchiamento della popolazione. • Le strutture e i servizi per gli anziani. • L. 328/00 Assistenza Sociale. • L’IMMIGRAZIONE • Assistenza sanitaria e socio-assistenziale. • Scuola e formazione. • Bisogni abitativi/ Strutture di prima Accoglienza. • Offerta e domanda di lavoro . • Integrazione e sicurezza sociale. • Formazione professionale e inserimento/ Orientamento-Riqualificazione. • L. 286/98 Disciplina sull’Immigrazione. • L. 40/98 Condizione dello straniero.

  28. - I Riferimenti normativi (III) - DETENUTI/CRIMINALITA’ • Le condizioni di marginalità ed esclusione sociale. • La cultura della legalità. • La formazione professionale ed il recupero dei crediti formativi. • La mediazione penale. • Il reinserimento lavorativo e sociale. • Pene alternative per adulti/minori. • L. 285/97 Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. • L. 216/91 . • L. 274/00 . • L. 271/89 .

  29. - I Riferimenti normativi (IV) - I MINORI • Servizi di contrasto alla povertà ed alla violenza. • Misure educativo assistenziali. • L. 285/97 Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. • L. 451/97 Osservatorio Nazionale per l’Infanzia. • L. 286/98 Comitato per i Minori Stranieri. • LE IMPRESE SOCIALI • Sviluppo dell’impresa Sociale. • D.Lgs. 460/97 ONLUS . • L. 266/91 Legge Quadro sul Volontariato. • D.Lgs. 381/91 Cooperative Sociali. • L. 438/98 Contributo alle Associazioni per la Promozione sociale. • L. 383/00 Associazioni per la Promozione Sociale.

  30. - I Riferimenti normativi (IV) - L’HANDICAP • Assistenza sociale e Sanitaria. • Integrazione Sociale e Lavorativa. • Prevenzione e sostegno alla famiglia. • L. 284/97 Prevenzione alla Cecità. • L. 162/98 Handicap gravi. • L. 17/99 Studenti Universitari handicappati; • L. 104/92 Legge quadro Handicap. • LA TOSSICODIPENDENZA • Monitoraggio del fenomeno Tossicodipendenza. • Prevenzione e Recupero. • L. 45/99 Osservatorio per la lotta alla droga. • L. 309/90 Testo Unico sulle Tossicodipendenze.

  31. LE FASI ATTUATIVE (A) La prima fase di attuazione prevede la creazione delle grandi infrastrutture di base: a. L’OSSERVATORIO REGIONALE PER LE POLITICHE SOCIALI; b. La BANCA DATI REGIONALE (B.D.R.). Osservatorio Regionale per le Politiche Sociali Banca Dati Regionale (BDR)

  32. LE FASI ATTUATIVE (A) L’OSSERVATORIO REGIONALE PER LE POLITICHE SOCIALI: • E’ un organismo regionale collegiale composto da numerosi esperti in rappresentanza di tutti gli Enti Locali e gli organismi pubblici e privati competenti in materia di politiche sociali regionali. • La sua funzione di coordinamento delle principali attività sul territorio si integra con le competenze di analoghi organismi a livello nazionale e sovranazionale.

  33. LE FASI ATTUATIVE (A) OSSERVATORIO REGIONALE PER LE POLITICHE SOCIALI • Si propone come struttura con vocazione consulenziale di indirizzo, di controllo e di coordinamento operativo. • E’ dotato di strumenti operativi, strutture gestionali e di un sistema di banca dati centrale in comunicazione diretta e permanente con gli EE.LL., i cittadini e le Authority della Solidarietà attraverso reti e sportelli. Osservatorio Regionale per le Politiche Sociali B.D.R. Pubblica Amministrazione Cittadini

  34. Supporto e Consulenza Etica alle P.A. e agli Enti Morali e Sociali Indici di Qualità su parametri UE Ottimizzazione delle spese sociali Certificazione di Qualità Fund Raising

  35. Agenzia formativa per le professioni del Sociale Osservatorio della qualità dei servizi INFRASTRUTTURE SOCIALI Organismo regionale di monitoraggio e valutazione Task Force di Pronto Intervento Minori

  36. LE FASI ATTUATIVE (A) PREDISPOSIZIONE DELLE INFRASTRUTTURE DI SOSTEGNO OSSERVATORIO REGIONALE PER LE POLITICHE SOCIALI • Interagisce e coordina: • Osservatorio per le Politiche Minorili (OPM). • Coordinamento Regionale per le Adozioni Internazionali (Co.R.A.I.). • Consulta Regionale per il Volontariato (Co.Re.V.). • Osservatorio Regionale per le Politiche Carcerarie (O.R.P.C.).

  37. OSSERVATORIO REGIONALE PER LE POLITICHE SOCIALI Realizza e coordina le infrastrutture sociali: • Agenzia regionale di monitoraggio e valutazione. • Agenzia Formativa delle Professioni Sociali. • Incubatore per la Nuova Economia Sociale (I.N.E.S.).

  38. OSSERVATORIO REGIONALE PER LE POLITICHE SOCIALI Il Coordinamento Agenzia Regionale Monitoraggio e Valutazione Osservatorio Politiche Minorili Agenzia Formativa delle Professioni Sociali Osservatorio Regionale per le Politiche Sociali Osservatorio Regionale politiche Carcerarie Coordinam. Regionale Adozioni Internazionali Consulta Regionale Volontariato

  39. OSSERVATORIO REGIONALE PER LE POLITICHE SOCIALI Coordina, controlla e promuove: Le Authority Territoriali della Solidarietà nelle nove Province regionali. Authority della Solidarietà 1 Osservatorio Regionale per le politiche sociali Authority della Solidarietà n°

  40. LE FASI ATTUATIVE (A) La BANCA DATI REGIONALE Viene realizzata attraverso la dislocazione di postazioni territoriali per il rilevamento di dati: • economici (configurazione del tessuto imprenditoriale); • sociali (assistenza sanitaria, per l’impiego, etc.); • demografici (dati sulla popolazione residente); • occupazionali (rilevamenti occupazionali settoriali e per tipologia); • imprenditoriali (presenza e attività di società, cooperative sociali, fatturati ed investimenti, etc.). -

  41. LE FASI ATTUATIVE (A) PREDISPOSIZIONE DELLE INFRASTRUTTURE DI SOSTEGNO La BANCA DATI REGIONALE Ha la funzione di inglobare le informazioni utili alle analisi territoriali realizzate dagli organismi incaricati del monitoraggio e della valutazione delle attività sociali locali.

  42. Rete Integrata Territoriale • Nel presente documento è illustrata sinteticamente una iniziativa volta a definire e caratterizzare una soluzione di e-Government Ethics nella regione Siciliana. • Più specificatamente, con il documento proposto, si intende formulare la redazione preliminare (tramite un rapporto di consulenza da definire nelle modalità e nei tempi) delle "linee guida" concernenti un piano di lavoro che funga da strumento di interlocuzione interna ed esterna, sui temi dell'e-Government Ethics. • Avere un primo elemento di stimolo, concreto e strutturato garantisce una maggiore efficacia nell'interlocuzione/concertazione con tutti i soggetti che operano a diverso titolo all'interno ed all'esterno delle Amministrazioni regionali, provinciali e comunali, rendendo di fatto più agevole la ricezione del contributo che verrà richiesto, relativamente alla redazione e attuazione del programma di e-Government Ethics nel suo complesso.

  43. Rete Integrata Territoriale • Il documento di "Le linee guida" dovrebbe fare il punto sui seguenti aspetti: • la situazione attuale; • le azioni predisposte per il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento e di ottimizzazione interne e di integrazione con altri soggetti esterni istituzionali ; • i meccanismi da adottare per la misurazione dei benefici attesi; • il valore economico degli investimenti da sostenere.

  44. Rete Integrata Territoriale • Nelle attività di progettazione va posta particolare attenzione: • al sostegno da fornire ad un apparato produttivo fragile ed ancora privo di infrastrutture di supporto adeguate sapendo che, in questo caso, l'erogazione di servizi efficaci in virtù di nuovi processi che identificano la catena del valore tra le parti costituiscono un fattore determinante di crescita dello sviluppo locale; • al recupero, da parte dell’Amministrazione, del proprio ruolo regolatore, anche nel mondo non materiale delle reti, derivato dalla consapevolezza che un Sistema di regole appropriate e condivise e’ in grado di creare sviluppo anche di più che non le tradizionali forme di incentivazione e finanziamento.

  45. Rete Integrata Territoriale Inoltre va posta particolare attenzione al ruolo della tecnologia: • al suo uso appropriato; • alla sua diffusione a vasti strati della popolazione; • alla sua non pervasività totalizzante; • al suo innesto nelle tradizioni culturali consolidate; • all’utilizzo del già esistente; • allo sviluppo di nuove occupazioni che essa può indurre.

  46. Rete Integrata Territoriale • In particolare nel programma di e-Government Ethics proposto con tale iniziativa, è stato basato su tre punti fondamentali e precisamente: • la predisposizione di un Piano Pluriennale; • la predisposizione di un Piano di Prestazioni (ex-ante); • la predisposizione di un Rapporto delle Prestazioni (ex-post), • che di fatto costituiranno la struttura di riferimento per lo svolgimento armonico e razionale del programma.

  47. Rete Integrata Territoriale La predisposizione di un piano triennale (I) • La stesura del piano triennale dovrà comportare: • la dichiarazione generale della missione delle principali funzioni ed operazioni all'interno delle Amministrazioni Regionali, Provinciali e Comunali; • la dichiarazione delle finalità e degli obiettivi in termini di risultati; • la descrizione del modo in cui quelle finalità ed obiettivi così espressi debbano essere conseguiti,

  48. Rete Integrata Territoriale La predisposizione di un piano triennale (II) Inoltre: • la descrizione dei processi operativi, delle qualificazioni e delle tecnologie, nonchè delle risorse umane, di informazione ed altre necessarie per conseguire quelle finalità e quegli obiettivi; • la descrizione di come le finalità di prestazione del piano annuale delle prestazioni saranno esposte in relazione con le finalità generali e gli obiettivi del piano; • la identificazione dei fattori chiave esterni all'amministrazione e fuori del suo controllo, che possono influenzare il conseguimento delle finalità generali e obiettivi.

  49. Rete Integrata Territoriale La predisposizione di un piano delle prestazioni - ex-ante (I) La stesura del Piano delle Prestazioni (ex-ante) dovrà comportare: • ladeterminazione degli obiettivi di prestazione (o di risultato) allo scopo di definire il livello di prestazioni da conseguirsi per ogni attività di programma; • la indicazione di tali fattibilità in forma oggettiva, quantificabile e misurabile; la descrizione dei processi operativi delle qualificazioni e delle tecnologie, nonchè delle risorse umane, di informazione ed altre necessarie per conseguire gli obiettivi di prestazione indicati;

  50. Rete Integrata Territoriale La predisposizione di un piano delle prestazioni - ex-ante (II) Ed inoltre: • la fissazione di indicatori di prestazione che saranno usati per la misurazione e la valutazione dei prodotti significativi, dei livelli di esercizio e dei risultati di ogni attività di programma; • la predisposizione di una base di comparazione dei risultati attuali del programma con gli obiettivi di prestazione fissati per programma; • la descrizione dei mezzi da usarsi per verificare e validare i valori misurati.

More Related