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Attività e funzioni dell’Ambulatorio Alcologico di Grosseto U.F. Dipendenze Area Grossetana

Attività e funzioni dell’Ambulatorio Alcologico di Grosseto U.F. Dipendenze Area Grossetana Direttore: Dott. Ugo Corrieri. Di Positano Dr. Alberto. Perché l’alcool?.

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Attività e funzioni dell’Ambulatorio Alcologico di Grosseto U.F. Dipendenze Area Grossetana

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Presentation Transcript


  1. Attività e funzioni dell’Ambulatorio Alcologico di Grosseto U.F. Dipendenze Area Grossetana Direttore: Dott. Ugo Corrieri Di Positano Dr. Alberto

  2. Perché l’alcool? Perché, come tutte le sostanze d’abuso, l’alcool agisce sulla via dopaminergica mesolimbica (quella della gratificazione, il “rewardsystem” o “centro del piacere”), cioè quel sistema che in condizioni naturali viene modulato da sostanze endogene come: le endorfine (cioè la morfina e l’eroina cerebrale) la dopamina (cioè la cocaina e l’amfetamina cerebrale) l’anandamide(cioè la marijuana cerebrale) l’acetilcolina (cioè la nicotina cerebrale) la serotonina (cioè l’LSD, la mescalina e la psilocibina cerebrale) Stahl, Stephen M.: “Psicofarmacologia essenziale – Basi neuroscientifiche e applicazioni pratiche” Seconda edizione, Torino 2002

  3. In particolare l’alcool agisce aumentando la neurotrasmissione inibitoria a livello dei recettori GABA A, riducendo la trasmissione eccitatoria a livello del sottotipo NMDA (N-metil-d-aspartato) del recettore per il glutammato e aumentando il rilascio di oppiacei endogeni e di cannabinoidi endogeni, con l’effetto finale di un aumento del rilascio di dopamina nel sistema dopaminergico mesolimbico (cioè quel circuito neuronale di rinforzo detto anche reward system o centro del piacere).1 Ma per capire il significato del centro del piacere occorre fare un passo indietro di qualche milione di anni… 1) Stahl, Stephen M.: “Psicofarmacologia essenziale – Basi neuroscientifiche e applicazioni pratiche” Seconda edizione, Torino 2002

  4. Le basi biologiche del comportamento1 Non è applicabile agli organismi viventi il concetto di disegno finalistico o “processo teleologico” Agli organismi viventi è applicabile il concetto di “processo teleonomico” Biologia funzionale “in che modo?” (le cause prossime dei processi teleonomici) sostanzialmente la traduzione o decodifica dei programmi genetici; è il campo privilegiato dalle Neuroscienze Biologia evolutiva “perché?” (le cause ultime dei processi teleonomici) sostanzialmente l’origine dei programmi genetici e del loro cambiamento nel corso della filogenesi 1) Alfonso Troisi: Psichiatria, neuroscienze e biologia evolutiva in: Alessandro Rossi (a cura di) Psichiatria e neuroscienze Vol. V del Trattato Italiano di Psichiatria, a cura di Paolo Pancheri, 3° ed., Milano, Masson 2006

  5. Le basi biologiche evolutivedel comportamento: la funzione adattativa delle emozioni1 • Attivazione di comportamenti idonei a fronteggiare una situazione ambientale • Comunicazione non-verbale intraspecifica e conseguente regolazione delle relazioni sociali • Autoinformazione sulla qualità della situazione ambientale Dal punto di vista funzionale lo scopo dell’attività psichica è l’evitamento del dolore e il conseguimento del piacere Dal punto di vista evolutivo lo scopo dell’attività psichica è l’adattamento biologico, cioè la replicazione massima del proprio patrimonio genetico: il dolore mentale si è evoluto per salvaguardare la sicurezza biologica in ambiente ancestrale, mentre “il piacere è il modo naturale di informare il cervello che sta sperimentando stimoli utili” (IaakPanksepp) 1) A. Troisi, ibidem, pagg. 160-161

  6. Il piacere, le sostanze e l’inganno del circuito neuronale di rinforzo1 • Cibo e sesso sono gli stimoli che attivano in condizioni naturali il circuito neuronale di rinforzo: se l’animale può attivare autonomamente gli elettrodi impiantati in tale circuito, passerà il tempo a farlo trascurando il cibo e la femmina sessualmente ricettiva2 • Allo stesso modo, le droghe stimolano tale circuito in assenza di qualsiasi comportamento adattativo Ma le sostanze d’abuso non erano comuni nell’ambiente ancestrale dove il circuito di rinforzo si è evoluto...3 1) A. Troisi, ibidem, pagg 161-162 2) Olds & Milner 1954 3) Lillienfeld & Marino 1995

  7. Invece la disponibilità dell’alcool e delle altre droghe nell’ambiente attuale permette il “tradimento” di un sistema di gratificazione e di rinforzo che si era evoluto per premiare comportamenti adattativi. Il piacere è il premio naturale di tali comportamenti, attuati sia all’interno dei sistemi motivazionali che condividiamo con la maggioranza delle specie animali (di predazione/difesa, agonistico/gerarchico, sessuale, esplorativo, di accudimento, di attaccamento), sia all’interno dei sistemi motivazionali che caratterizzano più precipuamente la nostra specie (cooperativo, dell’intersoggettività, forse anche dell’amore con la sua tipica modalità di organizzazione della mente come suggerisce Stern).

  8. In particolare, se l’alcool attiva in acuto la neurotrasmissione DA nel sistema mesolimbico, l’uso cronico ne provoca decremento (i fenomeni della tolleranza e dell’assuefazione) con conseguente cravingper l’alcool allo scopo di compensare il mancato rilascio di DA (lo sviluppo della dipendenza da alcool): il risultato è il cronico sovvertimento del meccanismo che ci permette di sapere che stiamo agendo nel nostro interesse sia biologico che più specificamente umano, sia sul piano individuale che collettivo.

  9. Perché un Ambulatorio Alcologico?

  10. Perché un Ambulatorio Alcologico? Dati gentilmente elaborati dal sociologo Dott.ssa Paola Valenziano – U.F. Dipendenze Area Grossetana

  11. Perché un Ambulatorio Alcologico? Dati gentilmente elaborati dal sociologo Dott.ssa Paola Valenziano – U.F. Dipendenze Area Grossetana

  12. Perché un Ambulatorio Alcologico? Dati gentilmente elaborati dal sociologo Dott.ssa Paola Valenziano – U.F. Dipendenze Area Grossetana

  13. Perché un Ambulatorio Alcologico?

  14. Perché un Ambulatorio Alcologico?

  15. Perché un Ambulatorio Alcologico?

  16. Perché non presso il Ser.T? Stigma (ErvingGoffman) I greci, che sembra fossero molto versati nell’uso dei mezzi di comunicazione visiva, furono i primi a servirsi della parola “stigma” per indicare quei segni fisici che vengono associati agli aspetti insoliti e criticabili della condizione morale di chi li ha. Questi segni venivano incisi col coltello o impressi a fuoco nel corpo e rendevano chiaro a tutti che chi li portava era uno schiavo, un criminale, un traditore, o comunque una persona segnata, un paria che doveva essere evitato, specialmente nei luoghi pubblici. Più tardi, dopo il sorgere del Cristianesimo, a questo termine vennero ad aggiungersi due livelli metaforici. Il primo si riferisce ai segni corporei della Grazia, che prendevano la forma di sfoghi della pelle, e il secondo ai segni corporei del disordine fisico. Era quest’ultimo un’allusione medica alla allusione religiosa. Oggi il termine è largamente usato in quello che potremmo chiamare il suo originario senso letterale, ma si applica più alla menomazione che alle prove fisiche di essa. Inoltre ci sono stati dei cambiamenti nel tipo di minorazione che suscita ribrezzo e preoccupazione. Comunque gli Studiosi, non hanno fatto grandi sforzi per descrivere le premesse strutturali dello stigma, né per dare una definizione del concetto stesso. Fonte: Scuola estiva 2010, Forum Droghe - C.N.C.A. “Nuovi consumi di una droga antica. Letture sociali, approcci teorici, interventi sul consumo di alcol a confronto” Impruneta, 2/4 settembre 2010. “Alcol e stigma “, Vanna Cerrato - Psicoterapeuta Padova

  17. Chi invia le persone con problemi di alcool all’Ambulatorio Alcologico? Chi ne è a conoscenza ci viene da sé, l’accesso è diretto e non c’è bisogno di impegnativa Familiari, conoscenti, altri utenti Il Servizio Tossicodipendenze (Ser.T) I Club A.C.A.T. (Associazione Club Alcologici Territoriali) La Psichiatria Territoriale I Medici di Medicina Generale L’U.O. di Malattie Infettive dell’Ospedale “La Misericordia” il Pronto Soccorso e le altre U.O. ospedaliere I Servizi Sociali

  18. Cosa fa l’Ambulatorio Alcologico? Valutazione diagnostica (indagine-base sull’alcool, eventuale somministrazione di AlcoholUseDisorderIdentification Test e di Ciwa–Ar, valutazione motivazionale) Anamnesi medica ed esame della documentazione clinica prodotta Proposta di un programma alcologico personalizzato Follow-up ambulatoriale, con monitoraggio dell’andamento clinico e dei vari punti del programma; eventuale revisione del programma stesso

  19. Cosa può comprendere un programma alcologico personalizzato? eventuali terapie antiastinenziali, sostitutive, avversative, anti-craving e loro coordinamento con il Medico di Medicina Generale, con lo Specialista curante, con il Ser.T , con l’U.F.S.M.A. approfondimenti diagnostici (esami ematochimici, ecoaddome, ulteriori visite specialistiche, inclusa visita psichiatrica) e loro coordinamento con il Medico di Medicina Generale, con lo Specialista curante, con il Ser.T, con l’U.F.S.M.A. e, se necessario, con il Pronto Soccorso colloquio con il Volontario A.C.A.T. sempre a disposizione in orario d’ambulatorio e possibilmente inserimento in un Club A.C.A.T. (Associazione Club Alcologici Territoriali), da frequentare insieme alla famiglia e/o al/alla partner quando ritenuto necessario, valutazione psicologica con lo Psicologo del Ser.T e/o valutazione sociale con l’Assistente Sociale del Ser.T quando ritenuto necessario, ciclo di psicoterapia presso l’Ambulatorio Alcologico o presso l’U.F.S.M.A.

  20. Relazione Alcoldipendenti Periodo 01 Gennaio 2012 - 31 Dicembre 2012 Distretto Area Grossetana (i dati sono stati gentilmente elaborati dalla Dott.ssa Luciana Bacci, U.F. Dipendenze Area Grossetana) Durante l’anno 2012 n. 252 utenti Alcoldipendenti, di cui n. 194 Maschi e n. 58 Femmine, hanno usufruito dei programmi di cura, recupero e reinserimento erogati dall’U.F. Dipendenze Area Grossetana, di cui presso l’Ambulatorio Alcologicon. 51

  21. Gli utenti presi in carico sono stati n. 136 di cui presso l’Ambulatorio Alcologico n. 47

  22. In particolare i nuovi Utenti inseriti durante il corso del2012sono staticomplessivamente n. 36 (Maschi n. 21Femmine n. 15 che rappresentano il 14,29% del totale),di cui n. 27 sono entrati pressol’Ambulatorio Alcologico.

  23. CLUB ACAT Nel territorio del Distretto area Grossetana, sono aperti n. 16 Club ACAT su cui funzionanti n. 15; al 31 Dicembre 2012 n. 73 Famiglie, di cui n. 18 inviate dall’Ambulatorio Alcologico, frequentavano i Club. Da evidenziare che durante l’apertura dell’Ambulatorio Alcologico sono sempre presenti i volontari dell’ACAT, gli utenti sono messi in contatto con gli stessi e invitati a frequentare i club.

  24. Ambulatorio Alcologico • Nell’anno 2013 i pazienti in carico all’Ambulatorio Alcologico sono stati 83 (con un incremento di c/a il 63% rispetto al 2012) di cui i nuovi ingressi sono stati 34 (con un incremento di c/a il 26% rispetto al 2012). • Degli 83 pazienti in carico, 74 (c/a l’89%) sono stati inviati ad un C.A.T.; di questi, 49 (c/a il 59% degli inviati) frequentano regolarmente (con circa 5 casi –cioè il 6%- la cui frequentazione è dubbia o discontinua), 25 (c/a il 30%) hanno accettato ma poi non sono mai andati al C.A.T. o non hanno accettato di andare al C.A.T., 4 (c/a il 5%) hanno fatto drop-out.

  25. Qualche considerazione in ordine di spendingreview La conduzione dell’Ambulatorio Alcologico è affidata dall’ottobre 2011 al Dott. Alberto Positano, medico specializzando in Psichiatria dell’Università di Siena (Direttore Prof. Andrea Fagiolini), supervisionato dal Responsabile del Ser.T di Grosseto Dott. Ugo Corrieri, secondo una Convenzione tra l’U.S.L.9 di Grosseto (che ha finanziato una borsa per un posto nella Scuola di Specializzazione in Psichiatria di Siena) e l’Università di Siena (che si è impegnata a inviare a Grosseto uno specializzando in Psichiatria all’anno per 5 anni a partire dal 2010, per tre giorni a settimana da suddividere tra Ser.T e Psichiatria Territoriale). Tale convenzione fu voluta e promossa dall’allora Direttore U.F.S.M.A. Dott. Giuseppe Corlito; l’incarico in Ambulatorio Alcologico è stato ricoperto nell’anno accademico 2010-2011 dalla Dott.ssa Elisa Borghini Presidio-cardine del programma alcologico territoriale personalizzato proposto dall’Ambulatorio Alcologico è l’inserimento in un gruppo di auto-mutuoaiuto dell’A.C.A.T. (Associazione Club Alcologici Territoriali) che svolge la sua azione su base squisitamente volontaristica

  26. Ambulatorio Alcologico Dell’U.F. Dipendenze Area Grossetana Direttore Dott. Ugo Corrieri Polo ambulatoriale Ospedale “La Misericordia”, ambulatorio 11 Grosseto Lunedì ore 10.00-12.00 Mercoledì ore 15.00-17.00 Tel. 0564-483364 (orario ambulatorio)

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