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La valutazione delle risorse immateriali nel quadro della valutazione d’azienda

La valutazione delle risorse immateriali nel quadro della valutazione d’azienda. I concetti di capitale in economia aziendale; Metodi alternativi a confronto; Casi di studio ed applicazioni pratiche. I concetti di capitale in economia azidendale. La “valutazione” del capitale.

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La valutazione delle risorse immateriali nel quadro della valutazione d’azienda

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Presentation Transcript


  1. La valutazione delle risorse immateriali nel quadro della valutazione d’azienda I concetti di capitale in economia aziendale; Metodi alternativi a confronto; Casi di studio ed applicazioni pratiche

  2. I concetti di capitale in economia azidendale

  3. La “valutazione” del capitale “la valutazione non è un problema esclusivamente quantitativo. La sintesi numerica promanante da questa operazione costituisce un apprezzamento sul modo di essere di un bene…e sul modo in cui questo entra a far parte di un determinato ordine di cose.” (Giannessi, 1979). In sostanza la valutazione, a differenza della misurazione, costituisce un problema non solo QUANTITATIVO, ma anche QUALITATIVO

  4. Il capitale di funzionamento Rappresenta il fondo di valori di un’azienda in uno specifico momento, FUNZIONALE alla determinazione dei risultati di periodo. Se confrontato con il capitale valutato in un momento precedente permette di identificare il risultato economico generato nell’intervallo compreso tra i due momenti di valutazione. Logica K (t+1) – K (t) = Risultato economico (t+1)

  5. Principi di stima del capitale di funzionamento Se sussistono le condizioni di continuità aziendale, il capitale di funzionamento è valutato applicando i principi di: • COMPETENZA, secondo il quale “si deve tenere conto dei proventi e degli oneri di competenza (economica) dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento” (art. cc. 2423 bis (4)) • PRUDENZA, che prevede una contabilizzazione di tutti i costi, anche di quelli temuti ed una rilevazione dei soli ricavi realizzati.

  6. I principi dettati dalla prassi • I principi contabili “Regole sulla scelta dei fatti da rilevare contabilmente, sulle modalità di registrazione e di valutazione ed esposizione in bilancio” (da Cndc-Cnr, doc. 11) Regole del linguaggio ad uso di revisori, redattori e lettori dei bilanci Principi IAS/IASB; Principi OIC; Disposizioni del codice civile 2423 e seguenti

  7. Il principio di competenza secondo la dottrina economico aziendale Un’azienda ha in magazzino 10 pezzi del prodotto alfa. Il prezzo di vendita è pari a 150 €. I costi di produzione ammontano a 60€, mentre quelli di commercializzazione sono pari a 45€. Identificare il valore più opportuno per la valutazione delle rimanenze.

  8. Le tre alternative di valutazione Prezzo di vendita 150 € Area dell’utile riconosciuto in bilancio per effetto della valutazione del magazzino Valore intermedio tra prezzo e costo Costo di produzione 60 €

  9. Gli effetti delle tre alternative • Prezzo di vendita: tutti gli utili legati ai processi produttivi in corso sono ASSEGNATI all’esercizio. • Costo di acquisto: tutti gli utili legati ai processi produttivi in corso sono RINVIATI all’esercizio successivo • Valore di funzionamento: gli utili legati al processi produttivi in corso sono PARZIALMENTE assegnati all’esercizio

  10. Il valore di funzionamento del magazzino Area dell’utile riconosciuto in bilancio per effetto della valutazione del magazzino Valore intermedio tra prezzo e costo

  11. Dunque, secondo la dottrina… • Il capitale di funzionamento non costituisce un valore certo ed univoco, ma un “intorno di valori” compreso tra una soglia minima, data da valori estremamente prudenziali, come quelli di costo, ed una soglia massima, rappresentata dai valori di realizzo diretto (per i prodotti) ed indiretto (per i fattori produttivi). • Tale intorno è ottenuto previa valutazione analitico-sistematica delle poste attive e passive facenti parte della combinazione produttiva

  12. In realtà, la prassi…. • I valori del capitale di funzionamento non possono essere stimati in maniera così discrezionale. Principi contabili nazionali e internazionali forniscono criteri piuttosto rigidi di valutazione per evitare “annacquamenti” e “riserve occulte”: Es.: valutazione al minore tra prezzo e costo di acquisto/produzione per le rimanenze di materie, semilavorati e prodotti finiti.

  13. Il capitale di liquidazione Rappresenta il fondo di valori di un’azienda in una specifica condizione, quale la cessazione della vita aziendale Gli elementi dell’attivo sono realizzati per stralcio. Il ricavato servirà per estinguere le passività ed, eventualmente, restituire almeno parte del denaro investito dagli azionisti Come per il capitale di funzionamento, la logica di valutazione è analitica: i cespiti devono essere, infatti valutati singolarmente. La valutazione è, tuttavia atomistica e, dunque, non sistemica.

  14. Il capitale economico Il capitale economico corrisponde al VALORE DELL’AZIENDA, intesa come istituto economico oggetto di scambio. Tale valore è utile durante operazioni di: • Acquisto o cessione di pacchetti azionari o di controllo; • Fusioni; • Trasformazioni; • Scissioni; • Valutazione delle performance svolta sia per esigenze interne, di controllo strategico, sia per esigenze esterne, di comunicazione agli investitori.

  15. Il concetto di azienda Considerato che: • L’azienda è “una coordinazione economica in atto” • …”è un istituto economico”… • …”destinato a perdurare”. Queste definizione di azienda evidenziano il suo carattere: • SISTEMICO • ECONOMICO • DUREVOLE

  16. …coerentemente con le definizioni di azienda date… • Il capitale economico, ossia, il valore dell’azienda, deve essere: • Un valore unico, • ottenuto previa utilizzo di valori economici, • riferiti a periodi futuri della vita aziendale. • Un metodo coerente con tali caratteristiche è: W = R/i o quello finanziario: W =  Fi/(1+i)t

  17. I tre concetti di capitale in economia aziendale

  18. Capitale economico vs. capitale di funzionamento • Il capitale economico W costituisce un limite cautelare per il capitale di funzionamento Cf. • Se, in un dato istante temporale, Cf > W, la differenza tra Cf e W non ha alcun rilievo di tipo economico e rappresenta un “puro numero”. • Più correttamente, invece la situazione deve essere la seguente: W > Cf. In questo secondo caso, la differenza può imputarsi a: • Quota parte di redditi prospettici ottenuti con i processi produttivi in corso, che non sono considerati nella valutazione analitico-sistematica di bilancio, per ragioni di competenza e prudenza. • L’intera parte dei redditi prospettici relativi ai processi produttivi futuri.

  19. Capitale economico vs. capitale di funzionamento (W>Cf) Reddito derivante dai processi produttivi futuri Reddito derivante dai processi produttivi in corso (generalmente incluso soltanto in parte nel Cf) Capitale economico Capitale di funzionamento Reddito derivante dai processi produttivi passati (identificato nelle riserve di utile)

  20. Capitale economico vs. capitale di funzionamento in condizioni patologiche (W<=Cf) PERDITE derivante dai processi produttivi futuri PERDITE derivante dai processi produttivi in corso (generalmente incluso soltanto in parte nel Cf) Capitale economico Capitale di funzionamento Reddito derivante dai processi produttivi passati (identificato nelle riserve di utile)

  21. Così, in condizioni patologiche, avremo: • Capitale netto nel periodo T = 1000 € • i processi produttivi in corso porteranno a vendere prodotti finiti ad un valore complessivo di 150 €, inferiore al costo di 100 €. • I processi produttivi futuri genereranno perdite pari a 30 euro annui.

  22. Capitale economico vs. capitale di liquidazione • Il capitale di liquidazione Cl rappresenta un limite minimo al di sotto del quale il capitale economico non può andare; • Risulta infatti chiaro che, anche in condizioni di crisi, l’imprenditore avrebbe diritto a fissare un prezzo di vendita almeno pari a Cl. • In sostanza, Cl costituisce solitamente il valore più basso raggiunto dal capitale aziendale

  23. W>Cf>Cl in condizioni fisiologiche Reddito derivante dai processi produttivi futuri Reddito derivante dai processi produttivi in corso (generalmente incluso soltanto in parte nel Cf) Capitale economico Capitale di funzionamento Reddito derivante dai processi produttivi passati (identificato nelle riserve di utile) Capitale di liquidazione

  24. Letture consigliate • Cavalieri et al., Appunti di Economia Aziendale

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