1 / 64

ALCUNE INIZIATIVE A LIVELLO INTERNAZIONALE ED EUROPEO

ALCUNE INIZIATIVE A LIVELLO INTERNAZIONALE ED EUROPEO. Per il livello internazionale : ONU (Global Compact), ILO, OCSE (Linee Guida per Multinazionali) Numerosi tavoli multi stakeholder ISO: norma 14001(ambiente); norma ISO 26000 (in fase di preparazione) OHSAS 18001 (sicurezza)

Download Presentation

ALCUNE INIZIATIVE A LIVELLO INTERNAZIONALE ED EUROPEO

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. ALCUNE INIZIATIVE A LIVELLO INTERNAZIONALE ED EUROPEO • Per il livello internazionale: • ONU (Global Compact), ILO, OCSE (Linee Guida per Multinazionali) • Numerosi tavoli multi stakeholder • ISO: norma 14001(ambiente); norma ISO 26000 (in fase di preparazione) • OHSAS 18001 (sicurezza) • GRI (Global Reporting Initiative) • Per il livello europeo: • Carta Comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori (Strasburgo 1989) • Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (2000) • Risoluzione del Parlamento sulle norma comunitarie applicabili alle imprese europee che operano nei PVS: verso un codice di condotta europeo (1999) • Consiglio di Lisbona 2000; • Comunicazione della Commissione “Sviluppo sostenibile in Europa per un mondo migliore: strategia dell’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile” (2001)

  2. ALCUNE INIZIATIVE A LIVELLO INTERNAZIONALE E NAZIONALE • Comunicazione della Commissione “Promuovere le norme fondamentali del lavoro e migliorare la governance sociale nel contesto della mondializzazione” (2001) • Libro Verde Promuovere un quadro europeo sulla responsabilità sociale delle imprese (2001) • Risoluzione del Parlamento nell’ambito del “Quadro europeo per la responsabilità sociale delle Imprese” (2001) • Comunicazione della Commissione sulla responsabilità sociale delle imprese: il contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile (2002); • il Multi-stakeholder forum sulla responsabilità sociale delle imprese, lanciato dalla comunicazione citata sopra;Report finale pubblicato nel 2004 • Risoluzione del Consiglio sulla responsabilità sociale delle Imprese (2003) • Comunicazione della Commissione “Promuovere le norme fondamentali del lavoro” (2003) • Comunicazione della Commissione “Lavorare insieme per la crescita e l’occupazione. Il rilancio della strategia di Lisbona” (2005)

  3. Norme ONU per imprese multinazionali Approvate il 13 Agosto 2003 con la Risoluzione 2003/16 della Sotto-Commissione delle Nazioni Unite sulla Promozione e Protezione dei Diritti Umani. Obiettivi Assicurare che stati e imprese che operano in contesti multinazionali garantiscano i diritti umani riconosciuti internazionalmente e localmente attraverso il rispetto di alcuni principi cardine:

  4. Norme ONU per imprese multinazionali 1diritto alle pari opportunità e trattamento non discriminatorio; 2 diritto alla sicurezza delle persone; 3 diritti generali dei lavoratori; 4 rispetto della sovranità nazionale dei diritti umani; 5 rispetto degli obblighi riguardanti la tutela dei consumatori; 6 rispetto degli obblighi riguardanti la protezione dell’ambiente.

  5. Linee Guida OCSE per Multinazionali Le "Linee Guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali" (più semplicemente "Linee Guida") sono un corpo di raccomandazioni rivolte dai Governi firmatari della Dichiarazione OCSE del 27 giugno 2000 alle imprese multinazionali ed enuncianti "principi e norme volontari per il comportamento responsabile delle imprese nell'adempimento delle leggi applicabili".

  6. Linee Guida OCSE per Multinazionali Il campo di applicazione delle "Linee Guida destinate alle imprese multinazionali" riguarda tutti i settori produttivi e travalica le multinazionali per estendersi anche all'intera catena di fornitura delle imprese ed alle PMI, sebbene il richiamo a queste ultime sia solo indiretto "Pur riconoscendo che le PMI non possono avere mezzi equiparabili a quelli delle grandi imprese, i Governi (…) consigliano che l'osservanza delle Linee Guida sia la più larga possibile".

  7. Linee Guida OCSE per Multinazionali Le Linee Guida riguardano l'intero universo delle relazioni e delle attività delle imprese. Il testo è articolato in tre parti: La Parte I contiene la descrizione dei comportamenti e delle modalità operative alle quali si devono attenere le imprese multinazionali nell'esercizio dell'attività e nella gestione dei rapporti con i terzi , direttamente od indirettamente, coinvolti nel loro operato. In particolare, le raccomandazioni riguardano i seguenti ambiti dell'attività delle imprese: Pubblicazione di informazioni, Occupazione e Relazioni industriali, Ambiente, Lotta alla Corruzione, Interessi del Consumatore, Scienza e Tecnologia, Concorrenza, Fiscalità. La Parte II è dedicata alla descrizione della struttura e dell'attività degli organismi strumentali alla corretta diffusione ed applicazione delle Linee Guida, quali i Punti di Contatto Nazionali (PCN) ed il Comitato degli Investimenti Internazionali e delle Imprese Multinazionali (CIME).

  8. Linee Guida OCSE per Multinazionali La Parte III contiene il commento alle sezioni precedenti, per le quali individua le ragioni che sono alla base delle raccomandazioni adottate e le finalità dalle stesse perseguite. La promozione e la corretta applicazione delle Linee Guida è assicurata dal Punto di Contatto Nazionale Italia. In Italia il PCN è stato istituito con l'art. 39 della L. 273/2002 e rientra tra le attività del Ministero delle Attività produttive, Direzione Generale per lo Sviluppo Produttivo e la Competitività.

  9. Dichiarazione tripartita ILO Le attività delle imprese multinazionali hanno dato luogo, nel corso degli anni sessanta e settanta, a discussioni sostenute che hanno portato all’elaborazione di strumenti internazionali volti a regolare la condotta di tali imprese ed a definire le modalità dei loro rapporti con i paesi di accoglimento, specialmente nel terzo mondo. Nella misura in cui i problemi sollevati dalle attività di queste imprese avevano a che fare con il lavoro e la politica sociale, l’Organizzazione internazionale del Lavoro (OIL) non poteva astenersi dal partecipare alla fissazione di direttive internazionali nel campo delle sue specifiche competenze. Dopo numerosi anni di studi, di consultazioni e di trattative, governi, datori di lavoro e lavoratori sono giunti ad un accordo, ed il Consiglio di amministrazione dell’Ufficio internazionale del Lavoro ha adottato, nel 1977, la Dichiarazione tripartita di principi sulle imprese multinazionali e la politica sociale (Dichiarazione sulle IMN).

  10. Dichiarazione tripartita ILO I principi riguardano: Occupazione: promuovere il pieno impiego attivo liberamente scelto; Uguaglianza di possibilità e di trattamento: eliminare ogni discriminazione fondata su sesso, razza, colore, religione, idee politiche, origine nazionale e estrazione sociale; Sicurezza dell’occupazione: promuovere una politica di occupazione stabile ai loro dipendenti e adempiere gli obblighi liberamente negoziati riguardanti la stabilità dell’occupazione e sicurezza sociale; Formazione: le imprese multinazionali dovrebbero o fare in modo che i dipendenti, specialmente quelli residenti in PVS possano disporre disporre di formazione adeguata allo sviluppo dell’impresa e a quella personale.

  11. Dichiarazione tripartita ILO Salari, prestazioni e condizioni di lavoro: i salari offerti dalle imprese multinazionali devono essere non inferiori a quelli praticati da datori di lavoro comparabili del paese in questione. Età minima: rispettare l’età minima per l’accesso al lavoro; Sicurezza ed igiene: mantenere le più alte esigenze di sicurezza ed igiene nel rispetto delle norme nazionali e dell’esperienza maturata dall’azienda in contesti analoghi; Rispetto del sistema di gestione delle relazioni industriali.

  12. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità sociale • Global Compact • Codice di condotta o Codice Etico • Codici per gruppi di imprese • Global Reporting Initivative • Bilancio sociale • Standard AA1000 • CSR-SC • Standard SA8000

  13. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeGlobal Compact Il Global Compact è un'iniziativa volontaria di cittadinanza d'impresa promossa dall’ONU. Il Global Compact cerca di promuovere una cittadinanza d'impresa responsabile per far sì che il mondo del business possa contribuire a trovare delle soluzioni alle sfide della globalizzazione. In tal modo, il settore privato - in partenariato con altri attori sociali - può contribuire alla realizzazione dell'obiettivo di realizzare un'economia globale più inclusiva e più sostenibile.

  14. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeGlobal Compact • I 10 Principi: • I dieci principi del Global Compact relativi ai diritti umani, al lavoro • e all’ambiente sono condivisi universalmente in quanto derivati da: • La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’UomoLa Dichiarazione dell’OIL sui diritti fondamentali nel lavoro • La Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo

  15. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeGlobal Compact I 10 Principi: Diritti umani Principio I: Alle imprese è richiesto di promuovere e rispettare i diritti umani universalmente riconosciuti nell'ambito delle rispettive sfere di influenza; e Principio II:di assicurarsi di non essere, seppure indirettamente, complici negli abusi dei diritti umani.

  16. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeGlobal Compact • I 10 Principi: • Lavoro • Principio III • Alle imprese è richiesto di sostenere la libertà di associazione dei lavoratori e riconoscere il diritto alla contrattazione collettiva; • Principio IV • l'eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato e obbligatorio; • Principio V • l'effettiva eliminazione del lavoro minorile; e • Principio VI • l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in materia di impiego e professione;

  17. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeGlobal Compact • I 10 Principi: • Ambiente • Principio VII: Alle imprese è richiesto di sostenere un approccio preventivo nei confronti delle sfide ambientali; • Principio VIII: di intraprendere iniziative che promuovano una maggiore responsabilità ambientale; e • Principio IX: di incoraggiare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che rispettino l'ambiente.

  18. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeGlobal Compact • I 10 Principi: • Lotta alla corruzione • Principio X: • Le imprese si impegnano a contrastare la corruzione in ogni sua forma, incluse l'estorsione e le tangenti.

  19. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeCodice Etico Il Codice Etico può essere definito come la “carta costituzionale e comportamentale” di un’organizzazione, al cui interno devono essere previsti i diritti e i doveri morali che definiscono la responsabilità etico-sociale di ogni singolo collaboratore che partecipa all’organizzazione imprenditoriale.

  20. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeCodice Etico La struttura dei codici etici varia normalmente da impresa ad impresa e normalmente si sviluppa su diversi livelli: • Individuazione ed esposizione dei principi etici stabiliti per i rapporti e le relazioni che i propri collaboratori tenere nei confronti dell’esterno • Determinazione delle sanzioni interne per violazioni delle norme del codice • Nomina di un Comitato Etico con il compito di vigilare sulla corretta applicazione del codice.

  21. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeCodici per gruppi d’impresa Codici di comportamento etico elaborati da gruppi di imprese dello stesso settore merceologico e da altre parti sociali coinvolte (ONG, governi, sindacati, etc.) Esempi Europei: Ethical Trading Initiative (ETI) iniziativa del governo britannico per il miglioramento delle condizioni lavorative dei Paesi fornitori del Regno Unito Clean Clothes Campaign organizzazione no-profit dei Paesi Bassi che ha elaborato un Codice di lavoro applicabile alle industrie tessili

  22. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeAA1000 • SVILUPPATA NEL 1999 DA I.S.E.A. (Institute of Social and Ethical Accountability) per uniformare gli approcci alla rendicontazione sociale e rendere confrontabili le informazioni provenienti da contesti diversi • STRUTTURATA SU 5 ELEMENTI DI PROCESSO FONDAMENTALI: • DEFINIIONE OBIETIVI SOCIALE ED ETICI • PIANIFICAZIONE DELLE AZIONI NECESSARIE, SVILUPPO PIANI DI MIGLIORAMENTO • COMUNICAZIONE CON LE PARTI INTERESSATE PER RACCOGLIERNE LA SODDISFAZIONE • IMPLEMENTAZIONE E MONITORAGGIO DELLE AZIONI PIANIFICATE • COMUNICAZIONE CONTINUA CON LE PARTI INTERESSATE

  23. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeAA1000 I Principi: Responsabilità: è la capacità di spiegare o dare giustificazioni delle azioni e omissioni delle quali l’organizzazione è responsabile verso quanti hanno un interesse legittimo nei suoi confronti. Il concetto di accountability include il dovere di osservanza della legge e di conformità con standard internazionali. Inclusività: l’attività di rendicontazione sociale deve riflettere in tutte le sue fasi i punti f di vista egli interessi legittimi di tutti gli stakeholder evitando le prevaricazioni. Completezza: nessuna attività dell’organizzazione deve essere deliberatamente e sistematicamente esclusa dalla valutazione della performance etica e sociale nell’arco di più cicli di rendicontazione. Importanza: l’informazione generata dal processo deve essere significativa, cioè fornire agli stakeholder una robusta base informativa sulla quale costruire i propri giudizi. Regolarità e tempestività: l’attività di rendicontazione deve essere realizzata in modo regolare sistematico e tempestivo.

  24. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeGlobal Reporting Initiative (GRI) Viene istituita alla fine del 1997 per sviluppare e diffondere linee guida applicabili a livello globale per il reporting sulle performance economiche, sociali e ambientali. Promosse da CERES (Coalition for Enviromentally Responsible Economies) in partnership con UNEP ( United Nations Environment Programme) la GRI si fonda sul pieno coinvolgimento di tutte le Parti interessate.

  25. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeGlobal Reporting Initiative (GRI) Prendono in considerazione le tre dimensioni della sostenibilità declinando per ogni sistema organizzativo: Economica: include,ad es. retribuzioni benefit , spese perla fornitura, vendite, interessi e dividendi erogati, tasse pagate e dividendi erogati. Ambientale: include, ad es., impatti di processi, beni e servizi su aria, acqua, biodiversità e salute. Sociale: include,ad es. salute e sicurezza sul luogo di lavoro, livelli occupazionali,diritti dei lavoratori, diritti umani. Per ognuna di queste dimensioni le GRI individuano categorie,a spetti e indicatori.

  26. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeCSR - SC • Nel 2003 il ministero del Welfare ha dato l’avvio alla fase di sperimentazione del progetto CSR-SC • Si tratta di uno strumento volontario pensato per guidare le imprese nell’attività di rendicontazione delle proprie prestazioni sociali. • Gli obiettivi sono: • standardizzare le modalità di rilevazione e presentazione delle informazioni • favorire forme di confronto dei risultati ottenuti

  27. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeCSR - SC • Il progetto si base sul concetto di Social Statement, cioè sulla definizione dei un opportuno set di indicatori di performance. • Per ogni indicatore è stato condotto un esame puntuale in base al quale sono stati analizzati e discussi: • Rilevanza rispetto alla nozione di CSR; • Comprensibilità; • Producibilità di informazioni funzionali alla determinazione dell’indicatore; • Modalità di rilevazione e misurazione; • Applicabilità rispetto alle diverse tipologie delle imprese.

  28. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeSA8000 • Il Council on Economic Priorities è un Centro di ricerca indipendente, no-profit, fondato nel 1969 • Svolge attività di ricerca, informazione e pubblicazione per sensibilizzare i consumatori, gli investitori, i dirigenti e i lavoratori sull’importanza delle loro scelte economiche oltre che politiche ATTIVITÀ PARTICOLARI: • Corporate Coscience Awards:un premio alle imprese che si sono distinte nella realizzazione di iniziative in aree di interesse sociale, • Shopping for a better world:la pubblicazione di un testo di valutazione della performance sociale delle maggiori imprese americane, • Forum on Global Standard:tavoli di confronto tra imprese, distributori e fornitori sulla necessità di adottare codici etici e l’opportunità di monitorare l’intera filiera.

  29. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeSA8000 Nel maggio 1997 dal CEP è scaturita, come organismo autonomo, un’agenzia di accreditamento indipendente, il CEPAA, che ha sviluppato lo STANDARD SA8000. Dal luglio 2000, visto la diffusione e l’impatto a livello mondiale dello standard, il CEPAA cambia il proprio nome in SAI (Social Accountability International) ATTIVITÀ PRINCIPALI: • Esamina l’idoneità degli organismi di certificazione ad essere accreditati • Monitora le procedure impiegate dagli organismi di certificazione • Aggiorna e rende disponibile pubblicamente la lista degli organismi di certificazione accreditati • Interviene nelle controversie sorte nella interpretazione dello Standard o nei confronti di auditor.

  30. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeSA8000 • MISSION • Migliorare globalmente le condizioni di lavoro. • Fornire una norma universale per tutti i mercati e le nazioni. • Lavorare in parallelo con le organizzazioni del lavoro e per i diritti umani a livello mondiale. • Fornire un incentivo che dia beneficio al mercato e ai consumatori.

  31. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeSA8000 • Convenzioni ILO - International Labour Organisation: • Convenzione ILO 29 & 105 (Lavoro forzato e coatto) • Convenzione ILO 87 ( Libertà di Associazione), • Convenzione ILO 98 (Diritto alla contrattazione collettiva), • Convenzione ILO 110 &111 (Pari opportunità salariali e discriminazione), • Convenzione ILO 135 (Rappresentanti dei lavori), • Convenzione ILO 138 e raccomandazione 146 (Lavoro minorile), • Convenzione ILO 155 & 164 (Salute e sicurezza), • Convenzione ILO 159 (Inserimento dei disabili), • Convenzione ILO 177 (Lavoro a domicilio), • Convenzione ILO 182 (Peggiori forme di lavoro minorile) • Dichiarazione Universale dei diritti umani • Convenzione ONU sui Diritti dei Bambini • Convenzione ONU sulla discriminazione verso le donne

  32. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeSA8000 Leggi nazionali Se affrontano gli stessi temi, si applica la norma più restrittiva SA 8000 Documenti internazionali ILO Altre leggi in vigore Altri requisiti sottoscritti dall’azienda

  33. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeSA8000 Sistema di Gestione della Responsabilità Sociale: 8 Requisiti Sociali specifici: • Lavoro minorile • Lavoro obbligato • Salute e Sicurezza sul lavoro • Libertà di associazione e Diritto alla contrattazione collettiva • Discriminazioni • Procedure disciplinari • Orario di lavoro • Criteri retributivi • Politica • Riesame della Direzione • Rappresentanti dell’azienda • Pianificazione e implementazione • Controllo dei fornitori • Problematiche e Azioni correttive • Comunicazioni esterne • Accesso alle verifiche • Registrazioni

  34. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeSA8000 CARATTERISTICHE FONDAMENTALI • Ruolo delle parti interessate • Coinvolgimento del management • Tutti i settori dell’azienda sono coinvolti • Privilegia la prevenzione piuttosto che il controllo • Finalizzata al miglioramento continuo • Prende a riferimento documenti ILO ed ONU • E’ standard di riferimento per la certificazione da parte di un Ente Terzo Indipendente

  35. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeSA8000 CAMPO DI APPLICAZIONE • Nazioni:tutte • Settore: pubblico & privato, manifatturiero, agricoltura e servizi • Dimensioni delle aziende: tutte • Incluso il lavoro a domicilio • Oggetto: l’estensione della certificazione dipende dalla tipologia di attività (processo continuo) e dalla localizzazione, sui diversi siti, dei settori di attività

  36. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeSA8000 Punti di forza • visibilità internazionale • delimitazione opportuna del campo d’azione • buona complementarietà con altri standard • background metodologico consolidato • coniuga approcci con performance • in pratica è l’unico strumento che consente una certificazione di terza parte credibile nel campo della responsabilità sociale d’impresa • presenta diverse opportunità per le imprese, i lavoratori, i sindacati, i consumatori, le associazioni di rappresentanza, le istituzioni

  37. Alcuni modelli di riferimento legati alla responsabilità socialeSA8000 • Punti di debolezza • il suo nome non corrisponde ai contenuti effettivi • la sua struttura e la sua dinamica di funzionamento non sono del tutto condivise da alcune parti interessate (ONG in particolare); • lo scenario mondiale presenta numerosi competitors che, sebbene fino ad oggi non abbiano prodotto strumenti di pari livello, rendono comunque molto affollato il panorama delle iniziative che vengono proposte al sistema economico. Ciò determina maggiore confusione e lentezza nella diffusione di SA8000; • la credibilità che sino ad oggi SA8000 si è conquistata è discreta, ma non ottimale

  38. Che cos’è la responsabilità sociale delle organizzazioni Gli strumenti • Il Bilancio Sociale vuole essere uno strumento moderno e concreto per dare visibilità alle domande del proprio pubblico di riferimento ed alla loro necessità di informazione. • Gli scopi per cui un’impresa decide di adottare un Bilancio Sociale sono molteplici: • permette di osservare, attraverso una lente diversa, la propria organizzazione; • individua, rendendo partecipi i propri collaboratori, la propria missione sociale ed aziendale; • migliora la propria organizzazione, la gestione e la comunicazione interna ed esterna. • consolida la propria reputazione e di conseguenza la propria posizione sul mercato. • da conto degli obiettivi che l’impresa si impegna a conseguire in termini sociali e ne redige il consuntivo.

  39. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale Bilancio sociale: concetti principali (da Rusconi G. “Le caratteristiche principali del Bilancio Sociale”) Concetto generale Impresa: azienda di produzione a rischio di mercato, fonda la propria sopravvivenza e sviluppo sul successo competitivo.

  40. Principi generali di costruzione del Bilancio Sociale Perché si redige il bilancio sociale? Pubbliche relazioni contro: un bilancio redatto con questo fine può tendere a mostrare solo gli aspetti positivi con gravi carenze in termini di accountability. Strategie sociali verso gli stakeholder contro: se fatto nell’ottica di verificare i risultati raggiunti in relazione alle aspettative degli stakeholder può essere di grande utilità gestionale, tuttavia rischia ancora di avere problemi di rendicontazione effettiva in quanto può rischiare di tener conto degli stakeholder solo in funzione della loro influenza sull’azienda.

  41. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale Perché si redige il bilancio sociale? Valutazione della ricchezza prodotta e distribuita contro: limitare al solo calcolo del valore aggiunto, come modalità di distribuzione della ricchezza prodotta dall’azienda verso il suo interno, da quanto emerso dal bilancio d’esercizio, fa perdere alcuni importanti elementi che vi sfuggono come la generazione di esternalità il livello di qualità della vita etc. Miglioramento delle relazioni industriali contro: un tipo di bilancio sociale interamente orientato sui dipendenti (es. legge Francia);

  42. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale Perché si redige il bilancio sociale? Difesa documentata contro: se viene utilizzato per difendersi contro specifiche accuse dei gruppi di pressione può rischiare, concentrandosi troppo su questi ultimi, di esserne tropo vincolati mancando in finale di neutralità e globalità Difesa ant-iregulation contro: si rischia di non fornire un’informazione adeguata in quanto i dati presentati sono in funzione delle aree informative da cui si prevede possano giungere richieste dai pubblici poteri;

  43. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale Perché si redige il bilancio sociale? Valutazione complessiva del contributo quantitativo dell’impresa contro: aggiunge ai costi ricavi ed attività-passività del bilancio d’esercizio le esternalità: è un modello teorico di riferimento che non esaurisce tuttavia la necessità di rappresentare in maniera completa la dimensione sociale dell’azienda. Valutazione globale dell’impresa contro: in questo modello si dovrebbe inserire nel bilancio anche elementi che sono difficilmente riducibili a confronto contabile (giudizi sul comportamento morale o sugli effetti non economici sulla vita dei soggetti)….si tratta del modello ideale in quanto integra i valori in espressi al punto precedente, tuttavia i limiti alla realizzazione concreta ne fanno un obiettivo tendenziale.

  44. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale • Usualmente il BS rendiconta sui seguenti contenuti: • Valore aggiunto prodotto • Valore aggiunto distribuito • Condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti • Impatto sull’ambiente naturale paesaggistico ed artistico • Rapporti con i consumatori • Rapporti con i clienti • Portatori di handicap di vario tipo • Minoranze etniche • Rispetto dei diritti dell’uomo • Difesa dei minori • Uguaglianza e pari opportunità sessuale • Pari opportunità in genere • Trattamento delle emarginazioni • Comportamenti della pratiche d’affari • Comportamenti nei rapporti con i pubblici poterei • Impatto socio-economico-culturale sulla comunità circostanze, anche in termini di Know-How professionale diffuso.

  45. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale • Modalità di presentazione dei BS • A) Elenco spese sociali • Si presentano le spese (o i ricavi cui si è rinunciato) per raggiungere obiettivi sociali. E ‘ una modalità semplice immediata e controllabile con alcuni limiti: • mancanza di valutazione efficienza efficacia • credibilità: riguarda solo alcune azioni quasi certamente completamente estranee alla gestione ordinaria aziendale. • mancanza di comparabilità tra aziende che rendicontano su aree diverse. • B) Inventario sociale • Si mettono insieme moti dati cha abbracciano effettivamente la vita sociale dell’azienda ma ci sono problemi di comparabilità e di valutazione di efficienza e completezza.

  46. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale Modalità di presentazione dei BS C) Analisi dei programmi Si analizzano solo alcune attività sociali dell’azienda: è possibile eseguire valutazioni di efficienza e giudicare più obiettivamente i risultati, ma non viene esaminata l’azione dell’azienda nella sua unitarietà. D) Indicatori sociali standardizzati Viene presentato un insieme di indici secondo uno schema prefissato si facilita la comparazione dei vari indicatori; non c’è però una valutazione complessiva perché i diversi indici non sono comparabili e alcuni dati non esprimibili attraverso indicatori non vengono registrati. E) Bilancio socio economico Si rappresentano i risultati intermini di costi beneficio contabilmente contrapposti; permette comparabilità e valutazione globale ma ha i limiti di non cogliere tutte le dimensioni dell’impegno sociale dell’azienda.

  47. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale • Le scelta ottimale è dunque un mix di strumenti e il riferimento a principi fissati da organismi competenti e indipendenti. • Questo per due ordini di motivi: • Gli stakeholder hanno garanzia del rispetto dei loro diritti informativi • Si può contare su una procedura consolidata • Timore di reputazione inversa.

  48. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale Principi generali di redazione Neutralità: informazione imparziale ed indipendente da interessi di parte o da particolari condizioni. Coerenza: descrizione esplicita della conformità alle politiche e delle scelte del management ai valori dichiarati. Inclusione: dare modo di includere la voce di tutti gli stakeholder esplicitando la metodologia di indagine. Eventuali esclusioni devono essere motivate. Legame con il bilancio d’esercizio: riclassifica i valori del bilancio dì esercizio unificando valutazione dell’azienda e rischio di mercato.

  49. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale Principi di revisione Chi revisiona i BS dovrebbe preoccuparsi di controllare, senza entrare nel merito del modello scelto se: dati e informazioni e descrizioni in prosa rispettano i principi cui il redattore dichiara di aderire; la coerenza interna fra dichiarazioni di principio e quanto emerge dai dati presenti nel report; ciò che è descritto è conforme ai materiali informativi aziendali ed alle info disponibili; il bilancio d’esercizio dell’azienda è attendile.

  50. Principi generali di costruzione del Bilancio sociale Principi di revisione Concetto importante: Necessario separare la valutazione di attendibilità da quella di merito sui risultati: può non esserci concordia sui giudizi etico sociali. Un BS attendibile e verificato può in particolare essere utile a: A) agenzie di rating etico; B) agenzie pubbliche che intendono premiare in qualche modo aziende che sono particolarmente meritorie

More Related