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Processi e Thread

Processi e Thread. Processi e thread in Unix. UNIX/Linux. Molte versioni di UNIX trattiamo le caratteristiche più comuni) Ci riferiamo allo standard POSIX Portable Operating System + I X Insieme di SC che devono essere supportate dai sistemi conformi (IEEE 1003.1)

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Presentation Transcript


  1. Processi e Thread Processi e thread in Unix

  2. UNIX/Linux • Molte versioni di UNIX • trattiamo le caratteristiche più comuni) • Ci riferiamo allo standard POSIX • Portable Operating System + I X • Insieme di SC che devono essere supportate dai sistemi conformi (IEEE 1003.1) • Trattiamo a parte le caratteristiche di Linux che si discostano maggiormente

  3. UNIX: struttura generale Utenti Interfaccia di libreria Programmi di utilità standard (shell, editori, compilatori etc.) Modo utente Interfaccia delle chiamate di sistema Libreria standard (Open, close, read, write …) Sistema operativo Unix (gestione processi, memoria, file system, I/0..) Modo kernel Hardware

  4. Processi in UNIX • Adottano il modello a processi sequenziali • Ogni processo nasce con un solo thread • Descriveremo alcune tipiche SC legate alla gestione dei processi e all’IPC e poi parleremo della loro implementazione

  5. Creazione e terminazione di processi • Analizziamo le seguenti SC : • fork : crea un nuovo processo (figlio/child), copia esatta del processo invocante (padre/parent) • waitpid : permette al padre di attendere la terminazione di un figlio • exec : permette di specializzare un processo con un eseguibile • exit : termina il processo che la esegue

  6. Creazione di Processi • Avviene in due passi fork() + execve() • x = fork() • crea una copia esatta del processo invocante • testo, dati, stack, descrittore dei file aperti • viene generato un un nuovo pid (PID) per il processo figlio • se ha successo, restituisce x=0 nel processo figlio ed x uguale al PID del figlio nel processo padre • se fallisce, restituisce x=-1 • es. la tabella dei processi non ha più spazio ...

  7. Creazione di processi (2) copia • Spazio di indirizzamento di padre e figlio dopo una fork terminata con successo 232 - 1 232 - 1 Stack Stack Area vuota Area vuota heap heap Data Data Text Text 0 0 SI figlio SI padre

  8. Creazione di processi (2.1) • Come prosegue l’esecuzione nei processi padre e figlio 232 - 1 232 - 1 Stack Stack &x &x 45 0 Area vuota Area vuota PC = istruzione successiva a fork heap heap Data Data Text Text 0 0 SI padre (pid=34) SI figlio (pid = 45)

  9. Creazione di Processi (3) • s = execve(pathexe, argv, envp) • differenzia un processo rimpiazzando il suo spazio di indirizzamento con quello dell’eseguibile passato come parametro (pathexe) • char * argv[] è un array di stringhe (quelle passate sulla linea di comando quando abbiamo invocato làeseguibile) • char * envp[] è un array di stringhe del tipo nome = valore • se execve ha successo non ritorna!!!!! • s : stato in caso di fallimento (non trova il file eseguibile, il file pathexe non è un eseguibile etc…)

  10. Creazione di processi (4) • Formato di un file eseguibile • risultato di compilazione, linking etc ... Numero che contraddistingue il file come eseguibile Magic number Ampiezza area di memoria occupata dalle variabili globali NON inizializzate Altre info Ampiezza BSS Variabili globali inizializzate I-Data segment Text segment Codice del programma (assemblato)

  11. Creazione di processi (5) • La execve() : (1) usa il contenuto del file eseguibile per sovrascrivere lo spazio di indirizzamento del processo che la invoca Variabili di ambiente (envp) 232 - 1 env Agomenti (argv) argv Stack FRAME per la funzione main Area vuota BSS-segment Data Ampiezza BSS I-Data segment I-Data segment Text segment Text 0 pathexe

  12. Creazione di processi (6) • La execve() : (2) carica in PC l’indirizzo iniziale X • non può più ritornare …. 232 - 1 env argv Indirizzo della prima istruzione compilata di main() Stack Area vuota BSS-segment X Ampiezza BSS I-Data segment I-Data segment Text segment Text X 0 pathexe

  13. Terminazione di processi (1) • pid=waitpid(pid,&status,opt) • attende la terminazione di un processo figlio (pid) • dopo l’esecuzione di waitpid, status contiene l’esito della computazione del processo figlio • status = 0 terminazione normale, != 0 terminazione in presenza di errore • exit(status) • termina il processo e restituisce il valore di status al padre (nella variabile status restituita da waitpid)

  14. Terminazione di processi (2) • Processi zombie • processi terminati il cui padre non ha (ancora) eseguito la waitpid() • attendono di restituire il codice di terminazione e svanire

  15. Una shell semplificata int pid, status; while (TRUE) { /*ciclo infinito*/ type_prompt(); /* stampa prompt*/ read_comm(com,par); /* legge command line */ pid = fork(); /*duplicazione*/ if (pid < 0) { printf(“Unable to fork”); continue;} if (pid != 0) waitpid(-1,&status,0); /* codice padre */ else execve(com,par,0); /*codice figlio*/ }

  16. Stati dei processi in UNIX Fork terminata Idle Runnable Fork iniziata L’evento accade scheduling Sleeping Running Attesa di un evento exit waitpid Zombified

  17. Meccanismi IPC di Unix (1) • I sistemi Unix forniscono vari meccanismi di IPC • Sono comuni a tutti : • pipe • segnali (signals) • Altri meccanismi forniti • semafori • scambio messaggi (con varie caratteristiche) • regioni di memoria condivisa (shmem)

  18. Pipe B A pipe • Pipe:file speciali utilizzati per connettere due processi con un canale unidirezionale di comunicazione • Se B cerca di leggere da una pipe vuota si blocca • Quando la pipe è piena A viene automaticamente sospeso • L’ampiezza della pipe dipende dal sistema

  19. Segnali • Sono ‘interruzioni’ software • comunicano al processo il verificarsi di una certo evento • possono essere inviati solo antenati, discendenti (gruppo) • generalmente possono essere ignorati, catturati o possono terminare il processo (default per molti segnali) • per i segnali catturabili si può specificare un signal handler che viene mandato in esecuzione appena il segnale viene rilevato

  20. Segnali (2) • Ogni segnale corrisponde a un certo tipo di evento • Lo standard POSIX stabilisce un insieme di segnali riconosciuti in tutti i sistemi conformi • es : • SIGFPE : si è verificata una eccezione floating point (es. ho diviso per 0) • SIGKILL : il processo viene terinato (non può essere intercettata) • SIGALRM : è passato il tempo richiesto

  21. The signals required by POSIX. Alcuni segnali previsti da POSIX

  22. Segnali (3) • I segnali possono essere inviati • da un processo all’altro • dall’utente con particolari combinazioni di tasti (al processo in foregroud) • Control-C corrisponde a SIGINT • Control-Z corresponde a SIGSTOP • dal SO per a comunicare al processo il verificarsi di particolari eventi (es. SIGFPE, errore floating-point)

  23. Segnali (4) • SD del kernel relative ai segnali • signal handler array : descrive cosa fare quando arriva un segnale di un certo tipo • ignorare, trattare + indirizzo del codice della funzione da eseguire (handler) • pending signal bitmap (signal mask): che contiene un bit per ogni tipo di segnale • il bit X è a 1 se c’è un segnale pendente di tipo X • ogni processo ha signal handler array ed una pending signal bitmap

  24. Segnali (5) • Come si fissa l’azione da compiere quando viene rilevato un segnale? • Ci sono azioni predefinite • s = sigaction(signum,&act,&oldact) • signum : segnale da trattare • &act : struttura che definisce che cosa fare quando arriva un segnale, in particolare contiene il puntatore ad un funzione di tipo void -> int, che verra invocata all’arrivo di un segnale di tipo signum. &act viene copiata nel signal handler array • &oldact : ritorna il contenuto precedente del signal handler array (può servire per ritornare al comportamento precedente)

  25. Segnali (6) • Come ci si accorge della presenza di un segnale ? • Quando un segnale viene inviato il kernel mette a 1 il corrispondente bit nella signal bitmap • più segnali sello stesso tipo in rapida sequenza possono essere visti come uno solo • Il kernel controlla la signal bitmap ogni volta che ritorna da stato kernel a stato utente • es al ritorno da una SC, o dalla gestione di una interruzione • Lo stato sleeping è lo stato nel quale un processo attende l’arrivo di un segnale • Appena ne arriva uno, viene risvegliato

  26. Segnali (7) • Cosa accade quando il kernel trova un segnale pendente • Esegue l’azione richiesta • ignora, default o esegue sh definito dall’utente • Se deve essere invocato un signal handler definito dall’utente: • Il kernel modifica la user stack inserendo un frame per il signal handler e lo manda in esecuzione • Quando il signal handler è terminato si riprende l’esecuzione interrotta con il frame corretto

  27. Segnali (8) • Come si invia un segnale • s = kill(pid,sig) • invia un segnale di tipo sig al processo pid (se ammesso) • setta a 1 il corrispondente bit della signal bitmap

  28. Segnali (9) • Altre SC relative ai segnali • s = pause() • sospende il processo fino al prossimo segnale • s = sigprocmask(how, &set, &oldset) • permette di mascherare alcuni segnali • resid=alarm(sec) • dopo sec secondi invia una SIGALRM al processo • resid tempo rimanente dal precedente settaggio di alarm

  29. Stati dei processi in UNIX (2) Fork terminata Idle Runnable Fork iniziata L’evento accade scheduling Sleeping Running Attesa di un evento Segnale SIGCONT exit Segnale SIGSTOP (CTRL Z) Stopped waitpid Zombified

  30. Implementazione di processi (1) • Contesto (context) di un processo • tutte le informazioni necessarie per descrivere lo stato di avanzamento di un processo ad un certo istante • Cosa compone il contesto di un processo P 1. Spazio di indirizzamento utente: testo, dati, stack, aree condivise (es. mmap) 2. Kernel stack : stack utilizzato durante le chiamate di sistema relative a P 3. Variabili di ambiente 4. process table e user structure (u area)

  31. Implementazione di processi (2) • Variabili di ambiente : • è un insieme di stringhe della forma variabile = valore • vengono ereditate dal padre, ci sono primitive per leggerne il valore, modificarle etc … • tipicamente sono memorizzate nella parte bassa dello stack utente prima dell’attivazione del processo

  32. Implementazione di processi (3) • Process table : risiede sempre in RAM • un elemento per ogni processo attivo • Cosa contiene un elemento : • parametri per lo scheduling (priorità) • informazioni sull’area/e di memoria che contiene testo, dati, stack e user area • informazioni sui segnali pendenti (signal bitmap) • stato • PID, PID del padre • user e group id (reali ed effettivi)

  33. Implementazione di processi (4) • User structure/area : risiede su disco se il processo è swapped out • registri hw • tabella dei descrittori di file • stato della system call corrente • kernel stack • informazioni di accounting • tempo CPU usato recentemente, etc. • signal handler array

  34. Il comando ls Passi effettuati durante l’esecuzione del comando ls da parte della shell

  35. Le principali funzioni relative ai Thread POSIX • Alcune funzioni POSIX P1003.1c • Possono essere implementate a livello user o kernel

  36. Es. la creazione di un thread ... err = pthread_create(&tid, attr, function, arg) • nella variabile tid si restituisce l’identificatore del nuovo thread • il nuovo thread inizia l’esecuzione a partire da function con argomenti arg • attr segnala gli attributi del nuovo thread (es la priorità)

  37. Implementazione di thread (1) • Può essere user-level o kernel-level • Problema : come mantenere la semantica tradizionale di UNIX? • fork : tutti i (kernel) thread del padre devono essere creati nel figlio? • I/O : cosa accade se due thread agiscono sullo stesso file in modo incontrollato? • segnali : devono essere diretti a un thread in particolare o a tutto il processo?

  38. Implementazione di thread (2) • I thread di Linux • kernel level • SC per l’attivazione di un nuovo thread : pid=clone(function, stack_ptr, sharing_flags, arg) • function : funzione da cui iniziare l’esecuzione • stack_ptr : puntatore alla pila privata del thread • arg : argomenti con cui viene attivata function • sharing_flags : bitmap di condivisione fra thread padre e thread figlio

  39. I flag per la clone() • Significato dei bit nella bitmap sharing_flags

  40. Scheduling in UNIX Scheduling a due livelli : • scheduler a basso livello(low-level): sceglie il prossimo processo da mandare in esecuzione fra quelli in RAM • scheduler ad alto livello(high-level):sposta i processi fra RAM e disco in modo da dare a tutti la possibilità di ottenere l’accesso alla CPU Nel seguito descriveremo lo scheduler a basso livello

  41. Lo scheduler di UNIX (1) Lo scheduling a basso livello è basato su una coda a più livelli di priorità

  42. Lo scheduler di UNIX (2) • Si esegue il primo processo della prima coda non vuota per massimo 1 quanto (tipicamente 100ms) • Scheduling round robin fra processi con la stessa priorità • Una volta al secondo tutte le priorità vengono ricalcolate: priorità = cpu _usage + nice + base cpu _usage : numero di clock tick per secondo che il processo ha avuto negli ultimi secondi nice : valore intero nell’intervallo [-20, +20] base : valore intero che dipende da cosa sta facendo il processo • ha il valore della priorità precedente se il processo sta eseguendo elaborazione normale in user mode • ha un valore negativo molto basso se sta effettuando I/O da disco o da terminale

  43. Lo scheduler di UNIX (3) Meccanismo di aging (invecchiamento o decadimento) usato per il calcolo di cpu _usage : • Fissiamo un intervallo di decadimento t • I tick ricevuti mentre il processo P è in esecuzione vengono accumulati in una variabile temporanea tick • Ogni t cpu _usage = cpu _usage / 2 + tick; tick = 0; • Il peso dei tick utilizzati descresce col tempo • La penalizzazione dei processi che hanno utilizzato molta CPU diminuisce nel tempo

  44. Lo scheduler di Linux (1) • Vengono schedulati i thread, non i processi • Tre classi di thread : real-time FIFO, real-time Round Robin, Timesharing • Ogni thread ha • una priorità nell’intervallo [0, +40], generalmente all’inizio la priorità di default è 20 • un quanto (misurato in jiffy = 10ms, sono i tick del clock) • Lo scheduler calcola la goodness (gdn, lett. bontà) di ogni thread pronto come if (class == real-time) gdn = 1000 + priority if (class == timeshar && quantum > 0) gdn = quantum + priority if (class == timeshar && quantum == 0) gdn = 0

  45. Lo scheduler di Linux (2) Algoritmo di scheduling : • Ogni volta viene selezionato il thread con goodness maggiore • Ogni volta che arriva un tick il quanto del thread in esecuzione viene decrementato • Un thread viene de-schedulato se si verifica una delle seguenti condizioni • il quanto diventa 0 • il thread si blocca • diventa ready un thread con una goodness maggiore

  46. Lo scheduler di Linux (3) Algoritmo di scheduling (contd.): • Quando tutti i quanti dei thread ready sono andati a 0 , lo scheduler ricalcola il quanto di ogni thread (anche se blocked) come segue : quantum = quantum / 2 + priority

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