1 / 31

LA FORMAZIONE B.E.L.L. ( bambini-etologia-laboratori-longitudinali ) Una formazione per fare e per formare

LA FORMAZIONE B.E.L.L. ( bambini-etologia-laboratori-longitudinali ) Una formazione per fare e per formare. di Donatella Pecori. GRUF - Gruppo per la Ricerca a livello Universitario di Firenze – Psicologa Sperimentale, specializzata in: Metodologia della Ricerca

becka
Download Presentation

LA FORMAZIONE B.E.L.L. ( bambini-etologia-laboratori-longitudinali ) Una formazione per fare e per formare

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. LA FORMAZIONE B.E.L.L. (bambini-etologia-laboratori-longitudinali)Una formazione per fare e per formare

  2. di Donatella Pecori • GRUF - Gruppo per la Ricerca a livello Universitario di Firenze – Psicologa Sperimentale, specializzata in: • Metodologia della Ricerca • Tecniche di rilevamento etologico • Metodo Montessori

  3. 1. L’obiettivo della FORMAZIONE B.E.L.L. Si vuole ottenere che ciascun corsista divenga un Esperto della Formazione B.E.L.L.

  4. 2. Cosa è un Esperto della Formazione B.E.L.L.? Si tratta di un Consulente operativo in grado di : (°) riprodurre per intero tutto il processo di creazione, di messa a punto e gestione dell’organizzazione B.E.L.L. (°°) gestire la propria autoformazione permanentemente per migliorare sempre più la propria prestazione (°°°) formare altre persone come Esperti B.E.L.L.

  5. 3. Quale organizzazione prevede la formazione B.E.L.L.? Prevede la creazione didue ambienti strettamente collegati: Un Habitat naturale per il bambino + Un Centro Studi per gli studenti, gli operatori e i genitori che funziona anche come Centro di Ricerca in materia evolutiva

  6. 4.La “Casa dei Bambini” di Maria Montessori come Habitat naturale • Il cucciolo di Homo sapiens, animale culturale per eccellenza, necessita di un Habitat dove siano presenti alcune caratteristiche indispensabili per la realizzazione del progetto “Homo sapiens”. • Dove può quindi, seguendo il suo “maestro” genetico, costruire e affinare i suoi organi di senso, i suoi meccanismi espressivi, i processi logici, ben collegare l’intero corpo all’apparato emozionale – cognitivo - prassico in modo tale che si raggiunga la costruzione interna ottimizzata dell’organismo in grado di mantenere con coerenza un equilibrio dinamico permanente che garantisca infine la sopravvivenza dell’individuo e l’attuarsi della riproduzione.

  7. 5. In pratica quale Habitat per il bambino naturale? • … “Così come primo passo, abbiamo trasformato le classi in vere e piccole Case dei Bambini che si ammobiliano con oggetti adatti alla statura e alla forza degli esseri che esse devono ospitare: con piccole sedie, piccoli tavoli, lavabi, minuscoli oggetti da toletta, tappetini, credenzine, tovaglie e vasellami. Tutto ciò non è solo di piccole dimensioni, ma è anche abbastanza leggero da poter permettere al bambino di tre o quattro anni il muovere, cambiar loro di posto e trasportare in giardino o sulla terrazza tutte queste cose; è abbastanza semplice da essere adatto oltre che al corpo, anche alla mentalità infantile, che è anch’essa più piccola e meno complicata della nostra”. • Maria Montessori. Il Manuale di Pedagogia Scientifica. Ed. Morano, 1935, p. 32

  8. 6. Il CastelloLastra a Signa (Firenze) - 1990

  9. 7. … a misura di bambino • … “Mettete qualche graziosa tendina invece di sportelli; semplici tavolette appoggiate a un sostegno e perciò trasportabili, invece di cassetti; qualche mensola, cioè pezzi di legno e stoffe che si prestano a mettere su e scomporre il mobilio”. • Maria Montessori. Il Manuale di Pedagogia Scientifica. Ed. Morano, 1935, p. 33

  10. 8. Il CastelloLastra a Signa (Firenze) - 1990

  11. 9. … un arredo in movimento … • … “Poiché il bambino è estremamente attivo per sua natura, il locale deve innanzitutto prestarsi a così fondamentale necessità … è l’estensione che si considera; perciò oltre allo spazio che occupano tutti i bambini della classe, quando stanno seduti, deve esserci uno spazio vuoto altrettanto grande, affinché le cose e le persone abbiano possibilità di spostarsi ” • Maria Montessori. Il Manuale di Pedagogia Scientifica. Ed. Morano, 1935, p. 38

  12. 10. Il CastelloLastra a Signa (Firenze) - 1990

  13. 11. … una vera casa … … “Oltre a ciò è bene tener presente l’utilità di avere, dove sia possibile, altri locali oltre la classe di lavoro; con piccole stanzette che servono da salottini di lettura e di riposo, la cucina, una stanza da pranzo, le verande e il giardino … ” Maria Montessori. Il Manuale di Pedagogia Scientifica. Ed. Morano, 1935, p. 40

  14. 12. Il CastelloLastra a Signa (Firenze) - 1990

  15. 13. … pranzo in famiglia … • … “Il servizio del pranzo deve essere fatto in modo che ogni gruppo rimanga completamente separato dall’altro e provi il sentimento di essere in famiglia e non in un affollato ristorante. ” • Maria Montessori. Il Manuale di Pedagogia Scientifica. Ed. Morano, 1935, p. 40

  16. 14. … vedere e non essere visti … • … “In quanto ai salottini sta prevalendo l’idea di separare gli angoli della stanza a mezzo di pareti incomplete, aprendo piccole finestrelle adorne di fiori che guardano nella grande aula, e questa risulta in tal modo di forma ottagonale” • Maria Montessori. Il Manuale di Pedagogia Scientifica. Ed. Morano, 1935, p. 41

  17. 15. Vero Habitat o falso Habitat? • Chi stabilisce se l’ambiente che abbiamo misurato, arredato e allestito è una Casa dei Bambini? • Cosa lo distingue da uno spazio giocoso pur divertente e attraente? Occorrono 4 condizioni di base:

  18. 16.Prima condizioneda Maestri a Etologi • … “La maestra impara un’arte nuova e, invece di imporre o di forzare delle nozioni nelle teste del bambino, essa lo serve e lo guida, nel suo [di lui] ambiente, verso quelle cose che corrispondono ai bisogni interni propri della sua età” … lasciare libero il bambino di agire secondo le sue tendenze naturali … fornire a questa attività delle cose esterne sulle quali si possa esercitare … è il bambino stesso che sceglie un oggetto e lo usa a quel modo che ha detto il suo spirito creativo” Maria Montessori. Il Manuale di Pedagogia Scientifica. Ed. Morano, 1935, pp. 31, 35-36

  19. 17.Seconda condizioneLo studio scientifico continuativo del bambino • …Bisogna mettersi da un punto di vista scientifico per interpretare i fatti che si manifestano nei bambini … occorre pressappoco, come naturalisti, osservare lo svolgersi di alcuni fenomeni della vita. Maria Montessori. L’Autoeducazione. Ed. Garzanti, 1973, p. 77

  20. 18.Terza condizioneUsare indicatori scientifici rilevanti per le neuroscienze e la biologia • Esempi di indicatori scientifici • Il lavoro infantile • Errori di coordinazione • Ripetizione dell’esercizio • Contingenze di lavoro • Ritmi, ciclicità, periodicità • Statistiche multifattoriali • Particolari fenomeni (es. normalizzazione, controllo dell’errore, esplosione della scrittura, identificazione e verifica di materiali di sviluppo …) Maria Montessori. L’Autoeducazione. Ed. Garzanti, 1973

  21. 19.Quarta condizioneRiuscire a osservare la “normalizzazione” della funzione attentiva focalizzata(e la comparsa successiva della disciplina spontanea) • “L’organizzazione della vita psichica s’inizia con un fenomeno caratteristico di attenzione” Maria Montessori. L’Autoeducazione. Ed. Garzanti, 1973. Pag. 61

  22. 20. Scrive Maria Montessori …….. “Io stavo facendo le mie prime prove nell’applicare i principi e parte del materiale … quando mi accadde di osservare una bambina di circa tre anni che rimaneva profondamente assorta sopra un incastro solido, sfilando e infilando i cilindretti di legno nei loro posti rispettivi … i bambini non avevano fino allora mostrato una tale fissità sopra ad un oggetto … io osservai intensamente la piccina senza disturbarla in principio e cominciai a contare quante volte ripeteva l’esercizio: ma poi vedendo che continuava molto a lungo, presi la poltroncina su cui era seduta e posi poltroncina e bambina sulla tavola; la piccolina raccolse in fretta il suo incastro, poi lo posò attraverso i braccioli della poltroncina e, mettendosi in grembo i cilindretti, continuò il suo lavoro … e quando finalmente cessò … si guardò intorno soddisfatta, quasi svegliandosi da un sonno riposante.” Maria Montessori. L’Autoeducazione. Ed. Garzanti, 1973

  23. 21. Continua …….. “La mia impressione indimenticabile credo che somigliasse a quella provata da chi ha fatto una scoperta. Quel fenomeno divenne poi comune nei bambini: esso poté dunque essere stabilito come una reazione costante che si presenta in rapporto a certe condizioni esterne, le quali possono determinarsi. E ogni volta che avveniva una simile polarizzazione dell’attenzione, cominciava il bambino a trasformarsi completamente, a farsi più calmo, quasi più intelligente ed espansivo …” Maria Montessori. L’Autoeducazione. Ed. Garzanti, 1973. Pag. 62

  24. 22. Continua …….. la comparsa della autodisciplina “Malgrado questa scioltezza e disinvoltura di modi, i bambini nel loro insieme davano l’impressione di essere straordinariamente disciplinati. Lavoravano tranquilli, ciascuno intento alle proprie occupazioni: giravano avanti e indietro camminando leggermente, per cambiare il materiale, per mettere a posto i loro lavori … la calma dei bambini al lavoro era impressionante e suscitava commozione. Nessuno l’aveva provocata anzi mai nessuno avrebbe potuto ottenerla dall’esterno … e si ha l’impressione che su questa disciplina naturale dovrebbe essere costruita ogni altra disciplina … come la disciplina sociale … era proprio questo il principale oggetto di meraviglia: ciò che faceva più riflettere, che sembrava contenere in sé qualche cosa di misterioso: l’ordine e la disciplina, uniti così strettamente insieme, raggiungevano la libertà.” Maria Montessori. Il Segreto dell’Infanzia. Ed. Garzanti, 1986. Pag. 177

  25. 23. La normalizzazione della funzione attentiva di Lollo: uno studio scientificoDonatella PecoriMaria Elcira Gomez Ramirez • Per tre mesi Lollo, bambino iperattivo e disattento, prende il vassoio della candela. Solo il vassoio sembra calmarlo. Solo lì si concentra e niente appare distrarlo. A febbraio la candela perde il suo fascino ma ormai il bambino è un pulsare ritmico di attività e riposo.

  26. 24. Pattern di attività in bambini “normalizzati” • Queste bambine hanno mostrato di aver raggiunto un ritmo standard di attività/riposo con frequenze standard rispetto ai relativi parametri . La stima campionaria, per età, è ottenuta dalla distribuzione del lavoro degli altri bambini.

  27. 25. Pattern di attività in bambini parzialmente normalizzati • I rilevamenti di tipo etologico danno la possibilità di misurare in modo obiettivo il comportamento fino a ottenere stime campionarie di riferimento • Ad esempio: attività/riposo frame by frame, analisi biomeccanica, i cataloghi comportamentali, i sonogrammi e via dicendo

  28. LA FORMAZIONE B.E.L.L.Il Centro Studi e Ricerche per Studenti, operatori e genitori Abbinato alla Casa dei Bambini c’è uno spazio per gli adulti, necessario per studiare i bambini, monitorare i tirocinii, effettuare ricerca scientifica, creare una forma di psicoeducazione per i genitori. Un collegamento computerizzato con telecamere digitali è di grande aiuto.

  29. 26.Come si arriva a mettere su e saper gestire un ambiente formativo B.E.L.L. che, ripetiamo, prevede la creazione di due ambienti strettamente collegati: Un Habitat naturale per il bambino + Un Centro Studi per gli studenti, gli operatori e i genitori che funziona anche come Centro di Ricerca in materia evolutiva

  30. 27. Un master europeo di 350 ore circa con “tranche” di formazione intensiva cognitivo-emozionale tipo counselling professionale inglese Per l’Italia – sede Firenze 2006-2007 50 ore di Etologia 1 – marzo-aprile 2007 2006-2007 60 ore di Materiali – ottobre-novembre 2007 2007-2008 tirocinio sperimentale gennaio-febbraio 2008 2007-2008 50 ore di Etologia 2 – marzo-aprile 2008 2007-2008 60 ore di Materiali – ottobre-novembre 2008 2008-2009 tirocinio sperimentale - da gennaio … 2009 ESAMI finali

  31. 28. Per farne che cosa? Diventare promotore e protagonista di un cambiamento vero del processo educativo mediante la formazione di staff di lavoro e la realizzazione in tre anni di iniziative sperimentali di tipo B.E.L.L.

More Related