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Alla ricerca di strumenti per il governo dell’accesso alla rete dei servizi per la fragilità

21 ottobre 2011. Alla ricerca di strumenti per il governo dell’accesso alla rete dei servizi per la fragilità. Giuseppe Bellelli Clinica Geriatrica Università Studi Milano Bicocca, Gruppo di Ricerca Geriatrica Brescia. I bisogni.

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Alla ricerca di strumenti per il governo dell’accesso alla rete dei servizi per la fragilità

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Presentation Transcript


  1. 21 ottobre 2011 Alla ricerca di strumenti per il governo dell’accesso alla rete dei servizi per la fragilità Giuseppe Bellelli Clinica Geriatrica Università Studi Milano Bicocca, Gruppo di Ricerca Geriatrica Brescia

  2. I bisogni • Attualmente in Lombardia vi sono 900.000 ultrasettantacinquenni • Previsto incremento annuo di 28.000 nuovi ultra75 • Elevato grado di dipendenza (fisica e cognitiva) negli ultimi anni della vita • Interazione di comorbilità, disabilità e fragilità • Stimati 300.000 anziani non autosufficienti • Elevata suscettibilità alla riacutizzazione delle malattie croniche (rischio ri-ospedalizzazione) • La riduzione dei decessi nelle fasce di età più avanzate induce una cronicizzazione dei bisogni (richiesta di sorveglianza/assistenza e di «continuità» delle cure)

  3. Le risorse • Servizi differenziati e diffusi nel territorio • RSA • 56.249 posti letto in Regione Lombardia • ADI • 110.000 utenti di cure domiciliari (buoni e voucher) • Strutture di post-acuzie • Circa 16.000 p.l di riabilitazione extraospedaliera • Altri servizi (CDI, hospice, etc) • Ospedale

  4. Trattasi di utenti anziani o molto anziani , in circa la metà dei casi viventi da soli al domicilio, con deficit cognitivo (ed in un decimo dei casi con disturbi del comportamento) , in un terzo dei casi disabili nella attività di base e nel 100% dei casi nelle attività strumentali con elevata comorbilità. • Ricevono 25 ore settimanali medie di assistenza Onder G et al, JAGS 2007

  5. I servizi di home care sono organizzati in modo molto eterogeneo

  6. Utenza SAD e ADI nelle regioni; % di anziani anni 2005/2006 Italia

  7. Utenti ADI e ore annue medie di assistenza – anno 2006

  8. Che tipo di servizio ricevono all’interno dell’ADI?

  9. How useful is the «gut feeling» in predicting readmission? Lo studio dimostra che è scorretto gestire servizi così complessi, basandosi sull’impressione clinica ed in assenza di strumenti di stratificazione dei rischi

  10. Alla ricerca di strumenti per il governo clinico ed organizzativo dell’utenza domiciliare

  11. Di cosa abbiamo bisogno? • Strumento “agile” e di veloce compilazione • Capace di misurare in modo «possibilmente» indipendente dalla competenza clinica degli operatori che ricevono la richiesta • «Disability-oriented» ma non «disease-oriented» • Controllabile per esiti della cura • Obiettivo finale: governance dei servizi di home care e ritardo dell’istituzionalizzazione

  12. Obiettivi principali del progetto Individuare indicatori di rischio di istituzionalizzazione e/o utilizzo di risorse domiciliari (fragilità) in una popolazione di soggetti ultra75enni residenti a Cremona Sulla scorta di tali indicatori, definire un livello di rischio (basso, intermedio, elevato) per differenziare gli interventi di presa in carico

  13. Vantaggi ipotizzati • Per il paziente • Ricevere interventi di cura più appropriati • Per il MMG • Ottenere in dimissione dall’ospedale un profilo di rischio del paziente (elevato, intermedio, basso) ed indirizzare conseguentemente ai servizi ASL di cure domiciliari • Per l’ASL • utilizzare le classi di rischio per governare i flussi di utenza delle cure domiciliari e gli accessi in RSA

  14. Metodi • Popolazione arruolata nello studio • Tutti i soggetti con età >75 anni residenti a Cremona dimessi da un reparto ospedaliero per acuti non ricoverati in RSA o afferenti al servizio di CD

  15. Selezione dei pazienti eleggibili allo studio (database ASL Cremona 1/6/09 – 31/7/2010) Bellelli G, et al, Psicogeriatria 2011 N= 39911 eleggibili N= 526 già in RSA all’1/6/09 N= 39385 N= 949 già in ADI all’1/6/09 N= 38490 N= 28128 mai ospedalizzati (periodo 1/6/09-31/7/10) N= 10362 ospedalizzati almeno 1 volta nel periodo 1/6/09-31/7/10 A 12 mesi 156 in RSA 648 in ADI 9558 domicilio

  16. Tabella 2. Caratteristiche cliniche di 10362 pazienti ultrasettantacinquenni dimessi da reparti ospedalieri per acuti dal 1/6/09 al 31/7/10 (dati ASL Cremona) e stratificati in base al tipo di assistenza ricevuta

  17. Tabella 2. Caratteristiche cliniche di 10362 pazienti ultrasettantacinquenni dimessi da reparti ospedalieri per acuti dal 1/6/09 al 31/7/10 (dati ASL Cremona) e stratificati in base al tipo di assistenza ricevuta – (continua) Bellelli G, et al, Psicogeriatria 2011

  18. Ma il LACE score discrimina bene chi userà i servizi (RSA e/o home-care)?

  19. Consumo di risorse (ADI o RSA) in base al punteggio al LACE Index Bellelli G, et al, Psicogeriatria 2011 Linea grigia solida: punteggio LACE =0-3 Linea nera solida: punteggio LACE =4-7 Linea grigia tratteggiata: punteggio LACE > 8

  20. I vantaggi del LACE È possibile usare il LACE per stratificare una popolazione di anziani (ultrasettantacinquenni) a rischio di ricovero in RSA o maggior utilizzo di risorse assistenziali (ASL). Si tratta di una sorta di «triage» per identificare i soggetti anziani più fragili e bisognosi e usare le risorse in modo più appropriato

  21. Limit of statistical risk prediction: non biomedical risk

  22. Take home message • Cambiare il modello sanitario di interpretazione dei bisogni (dall’acuzie alla cronicità) • Valutazione multidimensionale geriatrica • Risk score (differenti in base agli obiettivi) e sistemi informatici integrati per gestire il passaggio di informazioni da un setting all’altro • Benchmarking tra ASL ed organizzazioni di governance

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