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ARTICOLAZIONE GENERALE DELLA LEGGE

LEGGE REGIONALE  16 aprile 2002, n. 19 Norme per la tutela, governo ed uso del territorio Legge Urbanistica della Calabria. (BUR n. 7 del 16 aprile 2002, supplemento straordinario n. 3) . ARTICOLAZIONE GENERALE DELLA LEGGE. TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI

alyssa
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ARTICOLAZIONE GENERALE DELLA LEGGE

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  1. LEGGE REGIONALE  16 aprile 2002, n. 19Norme per la tutela, governo ed uso del territorio Legge Urbanistica della Calabria.(BUR n. 7 del 16 aprile 2002, supplemento straordinario n. 3)  LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  2. ARTICOLAZIONE GENERALE DELLA LEGGE • TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI • TITOLO II PARTECIPAZIONE E CONCERTAZIONE • TITOLO III OPERE DI INTERESSE GENERALE • TITOLO IV STRUMENTI E CONTENUTI DELLA PIANIFICAZIONE • TITOLO V PROCEDURE DI FORMAZIONE ED APPROVAZIONE DEGLI STRUMENTI DI INDIRIZZO E DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE • TITOLO VI TUTELA E RECUPERO DEL PATRIMONIO EDILIZIO E URBANISTICO • TITOLO VII PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO AGRO-FORESTALE • TITOLO VIII DISPOSIZIONI ORIZZONTALI • TITOLO IX MISURE DI SALVAGUARDIA • TITOLO X DELEGA DI FUNZIONI E COMPETENZE • TITOLO XI DISPOSIZIONI FINALI LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  3. I PRINCIPI ISPIRATORI DELLA LEGGE URBANISTICA AUTONOMIA E SUSSIDIARIETA’ PARTECIPAZIONE SOSTENIBILITA’ LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  4. AUTONOMIA E SUSSIDARIETA’ • Il principio di autonomia stabilisce che ogni ente o comunità locale deve essere responsabile, in generale delle scelte e delle decisioni che riguardano il proprio territorio, nel rispetto delle regole e dei principi fissati da enti territoriale sovrimposti. • Il principio di sussidiarietà significa che là dove un determinato livello di governo non può efficacemente raggiungere gli obiettivi proposti e questi sono raggiungibili in modo più soddisfacente dal livello di governo sovraordinato è a quest’ultimo che spetta la responsabilità e la competenza dell’azione. LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  5. AUTONOMIA E SUSSIDIARIETA’ • Art. 1 • La presente legge, in attuazione dei principi di partecipazione e sussidiarietà, e nel quadro dell’ordinamento della Repubblica e dell’Unione Europea, disciplina la pianificazione, la tutela ed il recupero del territorio regionale, nonché l’esercizio delle competenze e delle funzioni amministrative ad esso attinenti. 2. La Regione Calabria, pertanto: • detta norme sull’esercizio delle competenze esercitate ai diversi livelli istituzionali; • favorisce la cooperazione tra la Regione, le Province, i Comuni e le Comunità montane, e valorizza la concertazione tra le forze economiche, sociali, culturali e professionali ed i soggetti comunque interessati alla formazione degli strumenti di pianificazione; LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  6. PARTECIPAZIONE E CONCERTAZIONE Art. 2. Nei procedimenti di formazione ed approvazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica sono assicurate: • la concertazione con le forze economiche e sociali nonché con le categorie tecnico-professionali, in merito agli obiettivi strategici e di sviluppo da perseguire; • le specifiche forme di pubblicità per la tutela degli interessi coinvolti, anche diffusi; • il raccordo tra i soggetti preposti alla gestione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, i soggetti preposti alla salvaguardia dei beni e delle risorse presenti sul territorio, i soggetti titolari della gestione di attività incidenti sul territorio, con particolare riferimento alla mobilità delle persone e delle merci, all’energia, al turismo, al commercio e alle altre attività produttive rilevanti. LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  7. LA PARTECIPAZIONE Art. 11. Partecipazione dei cittadini I procedimenti di formazione ed approvazione degli strumenti di governo del territorio, prevedono quali loro componenti essenziali: • la concertazione tra le amministrazioni procedenti e le forze sociali ed economiche sugli obiettivi della pianificazione attraverso la costituzione di Organismi consultivi; • specifiche forme di pubblicità e di consultazione dei cittadini e delle associazioni costituite per la tutela d’interessi diffusi. LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  8. CONCERTAZIONE ISTITUZIONALE Art. 12. La Regione, le Province e i Comuni, nella formazione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, conformano la propria attività al metodo della concertazione con gli altri Enti pubblici territoriali e con le altre Amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti. Sono strumenti della concertazione istituzionale: • la Conferenza di pianificazione; • la Conferenza di servizi; • l’Accordo di programma.   LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  9. CONFERENZE DI PIANIFICAZIONE • La Regione, le Province ed i Comuni, in occasione della formazione, dell’aggiornamento e della variazione dei piani di propria competenza convocano apposite conferenze di pianificazione, chiamando a parteciparvi gli enti territorialmente interessati ed invitandoli a valutare un documento preliminare in ordine alla compatibilità ed alla coerenza delle scelte pianificatorie con le previsioni degli strumenti di pianificazione sovraordinati ed alla realizzazione delle condizioni per lo sviluppo sostenibile del territorio. • Alla Conferenza partecipano gli enti territoriali e le Amministrazioni che concorrono alla procedura di formazione del piano mediante atti deliberativi, consultivi, di intesa o di assenso comunque denominati; possono altresì, partecipare altre Amministrazioni ed enti di gestione rappresentativi degli interessi coinvolti. • Nella Conferenza di pianificazione le forze economiche e sociali, concorrono alla definizione degli obiettivi e delle scelte dei piani delineate dal documento preliminare. LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  10. LE LINEE GUIDA DELLA PIANIFICAZIONE REGIONALE Le linee guida della pianificazione regionale, previste dall’art.17 della Legge urbanistica sono state approvate nel gennaio 2006, e dalla data della loro approvazione hanno assunto il valore e l’efficacia del Q.T.R. fino all’approvazione dello stesso anche con funzione di indirizzo per tutto il processo di pianificazione ai diversi livelli. LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  11. RIFERIMENTI PER LA PIANIFICAZIONE REGIONALE • Linee generali di assetto del territorio regionale e pianificazione regionale (Capp. II e III) • Pianificazione provinciale (Cap. IV) • Pianificazione Comunale (Cap. V • Schema Base della Carta Regionale dei Luoghi (Cap. VI). • Tematismi ed approfondimenti LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  12. I SISTEMI DELLA PIANIFICAZIONE LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  13. IL SISTEMA NATURALISTICO AMBIENTALE sistema naturalistico ambientale, costituito dall’intero territorio regionale non interessato dagli insediamenti e/o dalle reti dell’armatura urbana ma con gli stessi interagente nei processi di trasformazione, conservazione e riqualificazione territoriale; • le unità geomorfologiche e paesaggistiche ambientali, • i corridoi di conflittualità ambientale, • i corridoi di continuità ambientale, LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  14. IL SISTEMA INSEDIATIVO • Sistema insediativo, costituito dagli insediamenti urbani periurbani e diffusi, residenziali, industriali/artigianali, agricolo-produttivi e turistici. Gli Ambiti urbani sono ulteriormente suddivisi in: • suoli urbanizzati, • suoli non urbanizzati, • suoli riservati all’armatura urbana, Gli Ambiti periurbani sono ulteriormente suddivisi in: • suoli agricoli abbandonati contigui agli ambiti urbani, intendendo quei suoli che allo stato attuale non hanno un uso precipuo agricolo; • sistemi insediativi diffusi extraurbani privi di organicità. LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  15. IL SISTEMA RELAZIONALE • il sistema della viabilità stradale costituito dalle strade statali, regionali, provinciali, comunali e/o vicinali; • il sistema ferroviario, costituito dalla rete delle ferrovie statali, regionali e/o in concessione; • il sistema dei porti ed aeroporti, interporti/centri di scambio intermodale • il sistema delle reti energetiche, costituito da elettrodotti, metanodotti, oleodotti, acquedotti; • il sistema delle telecomunicazioni, costituito dalle reti e dai nodi dei sistemi telefonici, informatici e simili. LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  16. IL SITO – SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE E OSSERVATORIO • a)cura la realizzazione della cartografia di base regionale e delinea norme e criteri per la formazione della cartografia tematica informatizzata; • b)approfondisce e diffonde la conoscenza delle risorse e delle trasformazioni del territorio regionale; • c)fornisce ai soggetti competenti per la programmazione economica ed alla pianificazione territoriale ed urbanistica le informazioni necessarie per la redazione, la verifica e l’adeguamento dei diversi strumenti,; LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  17. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE DEI PIANI La Regione, le Province e i Comuni provvedono, nell’ambito dei procedimenti di elaborazione e di approvazione dei propri piani, alla valutazione preventiva della sostenibilità ambientale e territoriale degli effetti derivanti dalla loro attuazione, attraverso le verifiche di coerenza e compatibilità. La verifica di coerenza accerta che i sistemi naturalistico-ambientali, insediativi e relazionali, siano coerenti con quelle della pianificazione vigente, ai diversi livelli, e si applica agli obiettivi della pianificazione strutturale ed operativa; La verifica di compatibilità accerta che gli usi e le trasformazioni del territorio siano compatibili con i sistemi naturalistico-ambientali, insediativi e relazionali, definiti in base ai principi e alle procedure di cui alla presente legge. Gli enti titolari del governo del territorio, preliminarmente alla adozione degli atti di pianificazione strutturale danno vita a procedure di verifica della coerenza e della compatibilità.  Le procedure di verifica sono attuate attraverso la Conferenza di pianificazione, convocata ai sensi dell’articolo 13. LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  18. La nuova Legge urbanisticaIL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE II Q.T.R. prevede: • la definizione del quadro generale della tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio regionale, con l’individuazione delle azioni fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente; • le azioni e le norme d’uso finalizzate tanto alla difesa del suolo, in coerenza con la pianificazione di bacino di cui alla legge n. 183/89, quanto alla prevenzione ed alla difesa dai rischi sismici ed idrogeologici , dalle calamità naturali e dagli inquinamenti delle varie componenti ambientali; • la perimetrazione dei sistemi naturalistico-ambientale, insediativi e relazionale costituenti del territorio regionale, individuandoli nelle loro relazioni e secondo la loro qualità ed il loro grado di vulnerabilità e riproducibilità; • le possibilità di trasformazione del territorio regionale determinate attraverso la individuazione e la perimetrazione delle modalità d’intervento di cui al precedente articolo 6 • l’analisi dei sistemi naturalistici ambientali ai fini della loro salvaguardia e valorizzazione. IL QUADRO TERRITORIALE PAESISTICO DELLA CALABRIA

  19. LE PRESTAZIONI DEL PIANO • Assetto del territorio regionale e coerenza con i diversi livelli della pianificazione; • Tutela e valorizzazione del paesaggio; • Coerenza con la programmazione territoriale ed economica e territorializzazione degli interventi di rilevanza regionale; • Attivazione di progetti di sviluppo sostenibile del territorio e delle città (Laboratori, Programmi d’Area); • Indirizzo alla pianificazione degli enti locali (Consumo di suolo, Mitigazione dei rischi. IL QUADRO TERRITORIALE PAESISTICO DELLA CALABRIA

  20. LA FORMA DEL PIANO • QUADRO CONOSCITIVO • Carta regionale dei luoghi • Sito • QUADRO NORMATIVO • Prescrizioni • Direttive • Indirizzi • QUADRO PREVISIONALE IL QUADRO TERRITORIALE PAESISTICO DELLA CALABRIA

  21. IL QUADRO PREVISIONALE IL QUADRO PROGRAMMATICO TERRITORIALE • Agenda Strategica e Azioni Strategiche Territoriali IL PIANO DI ASSETTO TERRITORIALE • Territori regionali di sviluppo • Schema di coerenza delle reti • Laboratori di progetto IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE • Strategie di conservazione • Quadro delle tutele INDIRIZZI SPECIFICI PER LA PIANIFICAZIONE • Pianificazione delle aree agricole • Limitazione del consumo di suolo • Perequazione territoriale IL QUADRO TERRITORIALE PAESISTICO DELLA CALABRIA

  22. LA RETE INFRASTRUTTURALE E LA PIATTAFORMA LOGISTICA MEDITERRANEA • LE CENTRALITÀ DELLO SVILUPPO E DELLA COMPETITIVITÀ REGIONALE • LA VALORIZZAZIONE DELLA MONTAGNA E DELLE AREE RURALI • LA RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DELLE AREE COSTIERE • LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEI TERRITORI URBANI • LA VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI, DEI CENTRI STORICI E DEI PAESAGGI ASSOCIATI IL PIANO DI ASSETTO TERRITORIALE LE AZIONI STRATEGICHE IL QUADRO TERRITORIALE PAESISTICO DELLA CALABRIA

  23. LA RETE INFRASTRUTTURALE E LA PIATTAFORMA LOGISTICA MEDITERRANEA La piattaforma logistica di I livello di Gioia Tauro Le piattaforme logistiche di II livello: • Corigliano – Rossano • Crotone • Lamezia Terme • Reggio Calabria IL PIANO DI ASSETTO TERRITORIALE - LE AZIONI STRATEGICHE IL QUADRO TERRITORIALE PAESISTICO DELLA CALABRIA

  24. IL QUADRO TERRITORIALE PAESISTICO DELLA CALABRIA

  25. IL QUADRO TERRITORIALE PAESISTICO DELLA CALABRIA

  26. Paesaggi regionali

  27. QTRP Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico Laboratori IL QUADRO TERRITORIALE PAESISTICO DELLA CALABRIA

  28. IL QUADRO TERRITORIALE PAESISTICO DELLA CALABRIA

  29. IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  30. IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE • I principi ispiratori • La sostenibilità • Il principio di sussidiarietà e di autonomia locale • La partecipazione: importanza della partecipazione alla scala comunitaria • Il principio della pari opportunità: la città di tutti (la città amica delle donne, degli anziani, dei bambini, dei portatori di handicap) • Gli strumenti del sistema della pianificazione comunale IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  31. IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE • Piano comunale strutturale. Interessa l’intero territorio comunale e ha valore a tempo indeterminato; è uno strumento di promozione dello sviluppo locale (a carattere strategico) e normativo ed orientamento per quanto riguarda l’assetto del territorio. • Regolamento edilizio ed urbanistico. E’ strumento annesso e quindi integrato e complementare al PS; esso ha carattere normativo e detta le regole relative alle porzioni di territorio dove si può intervenire in forma diretta (aree urbane già infrastrutturate) e a quelle (ambiti specializzati), individuaste nel PS, dove sono necessarie successive fasi di pianificazione. Definisce inoltre parametri e standard edilizi ed urbanistici, di carattere igienico – sanitario e procedure amministrative per la realizzazione degli interventi. IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  32. IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE • Piano operativo temporale. Rappresenta una innovazione sostanziale della nuova legge urbanistica. E’ un piano a carattere operativo – programmatico (deve essere infatti correlato con il bilancio comunale) ed ha validità limitata ad un arco di 5 anni. Interessa prevalentemente ambiti specializzati di pianificazione quali nuovi impianti urbani e zone di riqualificazione. • Piani attuativi unitari. Sono degli strumenti di dettaglio del PS e del POT e riassorbono tutte le prerogative assegnate dalla legge del 1942 ai piani particolareggiati. Al loro interno vengono definiti gli specifici usi del suolo e trovano concreta attuazione le misure perequative. IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  33. IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE • Comparti edificatori. Sono strumenti di attuazione e controllo urbanistico del PS del POT e dei PAU la cui predisposizione ed attuazione è demandata ai proprietari singoli ed associati. Sono strumenti attuativi della perequazione. • Programmi operativi e di pianificazione negoziata (PRIU, RIURB). Riprendono ed assumono il ruolo e gli obiettivi dei cosiddetti Programmi complessi in ambito urbano. IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  34. ARTICOLAZIONE DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE PIANO STRUTTURALE REGOLAMENTO EDILIZIO ED URBANISTICO PIANO OPERATIVO TEMPORALE PROGRAMMI OPERATIVI NEGOZIATI PIANI ATTUATIVI UNITARI COMPARTI EDIFICATORI IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  35. IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE LA LEGGE URBANISTICA 19/2002

  36. IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE • Il Piano Strutturale come strumento di governo del territorio a scala comunale ed intercomunale. • Il Piano strutturale ed il PRG • Componente strategica e componente strutturale del PSC • Le finalità del Piano Strutturale Comunale e la compatibilità ambientale. • Promozione dello sviluppo locale • Sicurezza e qualità della vita • Assetto sostenibile del territorio IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  37. LA GABBIA OPPRIMENTE DEL PRG DI ROMA Un piano, adottato nel marzo 2003, dopo quasi 10 anni di lavoro, la cui sola pubblicazione ha richiesto otto mesi per integrare le migliaia di emendamenti voluti dal C.C., sul merito di molti dei quali è meglio non commentare, ma che rappresentano un compito perfetto per un politico locale, dato che riguardano diritti, aspettative, vantaggi materiali, vincoli ..; un piano che ha raccolto 4200 osservazioni in grandissima parte relativi ad interessi particolari ai quali è comunque obbligatorio dare una risposta, che non potrà ragionevolmente essere messa tecnicamente a punto prima della fine del 2004, con una delibera che richiederà un tempo imprecisato per essere accettata dalla politica locale ed altri mesi di lavoro per essere perfezionata dopo l’approvazione con l’adeguamento di normativa e cartografie..” IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  38. A CHE SERVIVA IL PRG? • Tempo medio per l’approvazione di un Prg in Italia: 6 anni • Tempo medio per l’approvazione di un Prg in Sicilia: circa dieci anni; • Tempo necessario per l’approvazione del Prg di Messina: 20 anni dal 1983 al 2002, dopo l’esame di 1200 opposizioni • Incarico per la revisione del Prg di Reggio Calabria? • Comuni che devono ricorrere ad un Commissario per l’adozione del Prg IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  39. Il Piano regolatore generale è uno strumento che disciplina gli usi del suolo mediante una carta di zonizzazione Il piano strutturale è uno strumento di governo del territorio, ovvero: Promozione dello sviluppo economico (componente strategica) a partire dalle risorse esistenti nel territorio Definisce l’assetto complessivo del territorio e detta gli indirizzi per i successivi atti di pianificazione. PERCHE’ IL PIANO STRUTTURALE NON E’ IL PRG IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  40. SISTEMA GERARCHICO PROCESSO AUTORITATIVO NORME PRESCRITTIVE ASSETTO DEL TERRITORIO NESSUNA VALUTAZIONE PRINCIPIO DI CONFORMITA’ ZONIZZAZIONE MONOFUNZIONALE DI DETTAGLIO CONFORMATIVO DELLA PROPRIETA’ PRIVATA E DEI DIRITTI EDIFICATORI SPEREQUATIVO PREVISIONE DEI FABBISOGNI SISTEMA COOPERATIVO PROCESSO PARTECIPATO NORME, INDIRIZZI, AZIONI (POT) GOVERNO DEL TERRITORIO – SVILUPPO SOSTENIBILE VALUTAZIONE IN ITINERE (V.D.S.) COMPATIBILITA’ E COERENZA ZONIZZAZIONE “A MAGLIE LARGHE” – PLURIFUNZIONALE NON CONFORMATIVO DELLA PROPRIETA’ PRIVATA PEREQUATIVO CAPACITA’ DI CARICO PERCHE’ IL PIANO STRUTTURALE NON E’ IL PRG IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  41. Finalità del PSC promozione dello sviluppo locale mediante la tutela e valorizzazione del paesaggio e delle risorse ambientali, naturali ed antropiche (storico culturali). miglioramento della qualità della vita e della sicurezza dei cittadini mediante la promozione della qualità ambientale ed il controllo dei rischi. indirizzo dell’assetto del territorio e dell’uso del suolo sulla base delle specifiche caratteristiche delle condizioni ambientali e insediative. IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  42. La verifica di coerenza, tende a verificare che gli obiettivi fissati dal piano e definiti per ogni sistema (naturale, insediativo e relazionale) e i programmi economici siano coerenti con gli obiettivi definiti nei livelli di pianificazione sovracomunali (Regione, province), La verifica di compatibilità accerta che gli usi e le trasformazioni del territorio siano compatibili con i sistemi naturalistico-ambientali, insediativi e relazionali, definiti in base ai principi e alle procedure di cui alla presente legge. La valutazione di sostenibilità. IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  43. Quadro ambientale. Contiene tutte le informazioni necessarie alla valutazione della compatibilità ambientale e restituisce un quadro completo delle risorse esistenti sul territorio, dei loro caratteri e dei valori. Quadro strutturale economico – sociale. Contiene le informazioni necessarie alla definizione di un modello di sviluppo locale sostenibile ed esamina tutti gli aspetti relativi alla demografia, alla struttura economica ed agli aspetti sociali. Quadro strutturale morfologico. Consente una visione sintetica e descrittiva delle condizioni insediative e dell’assetto del territorio. Il passaggio da una forma di pianificazione per “zone omogenee” alla pianificazione strutturale per ambiti o sistemi territoriali presuppone che anche il Quadro conoscitivo venga costruito attraverso un approccio a carattere strutturale sistemico. Quadro di riferimento normativo e di pianificazione. Contiene tutte le analisi necessarie per verificare la coerenza del piano con il quadro della pianificazione sovracomunale a partire dal quadro legislativo e normativo a livello europeo, nazionale e regionale. ARTICOLAZIONE DEL QUADRO CONOSCITIVO IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  44. IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  45. CONTENUTI DEL PSC • l’individuazione del sistema infrastrutturale (viabilità e trasporti) che definisce le relazioni del territorio comunale con l’esterno e organizza e struttura quelle all’interno del territorio comunale stesso; • una classificazione del territorio comunale che individui: le aree urbanizzate (TU), le aree urbanizzabili (TDU), il territorio agricolo forestale (TAF).); • l’individuazione delle risorse naturali ed antropiche del territorio (TT), i caratteri, i valori e la loro trasformabilità e/o vulnerabilità ed i vincoli a carattere europeo, nazionale e regionale previsti per la loro tutela e conservazione; • uno studio dei caratteri geomorfologici, idrogeologici, pedologici, idraulico forestali ed ambientali, dal quale si possano evincere tutte le condizioni limitanti eventuali trasformazioni di carattere urbano; • una carta di sintesi dei diversi sistemi ed ambiti in cui si struttura il territorio comunale, indicando per ognuno di essi le possibili modalità di intervento (conservazione, trasformazione, nuovo impianto) e le eventuali modalità d’uso possibili (produttivo, insediativo, infrastrutturale, misto, ecc..). IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  46. AMBITI TERRITORIALI UNITARI (ATU) possono comprendere • gli ambiti a carattere storico individuandone per ognuno le caratteristiche principali, le peculiarità e valutando le possibilità di recupero, riqualificazione e salvaguardia. Per ogni ambito storico si indicheranno di norma gli strumenti di dettaglio previsti (Piano attuativo, Piano di recupero); • le porzioni di territorio urbanizzato nelle quali è possibile un intervento diretto in virtù della loro elevata dotazione infrastrutturale, e del loro stato di conservazione edilizio ed ambientale; • le porzioni di territorio urbanizzato da sottoporre a specifico intervento di riqualificazione in considerazione del complessivo stato di degrado delle strutture edilizie, della carenze in termini di urbanizzazione primaria, parcheggi e servizi pubblici. Per queste aree andranno indicati gli strumenti attuativi e/o operativi; • le aree interessate da edificazione abusiva indicando quelle nelle quali occorre procedere a specifico piano di recupero; • gli ambiti di tutela del verde urbano e periurbano; IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  47. GLI AMBITI TERRITORIALI UNITARI (ATU) • gli ambiti da destinare a nuovi insediamenti definendo eventualmente i valori standard da ritenersi ottimali e comunque i limiti massimi dell’utilizzazione edilizia e della popolazione insediabile, nonché i requisiti quali quantitativi ed i relativi parametri. Nei suddetti ambiti il PSC indicherà di norma le destinazioni d’uso secondo quanto previsto dall’art. 57 ed ogni altro parametro urbanistico ed edilizio che si ritenga opportuno. Il PSC indicherà inoltre gli strumenti attuativi (PAU, Comparti edificatori) previsti per i vari ambiti indicando i criteri generali di pianificazione – progettazione cui tali strumenti dovranno attenersi. • gli ambiti destinati alle attività industriali, ovvero all’insediamento di impianti produttivi rientranti nelle prescrizioni di cui al D.Lgs 17 agosto 1999, n. 334; • le aree necessarie ai fini della Protezione civile le aree, da sottoporre a speciale misura di conservazione, di attesa e ricovero per le popolazioni colpite da eventi calamitosi e le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse; IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  48. GLI AMBITI TERRITORIALI UNITARI (ATU) • gli ambiti a valenza paesaggistica ed ambientale ad integrazione del Piano Paesaggistico di Ambito, se esistente, oppure in sua sostituzione, se non esistente e raccorda ed approfondisce i contenuti paesistici definiti dalla Provincia; • le aree agricolo – forestali, secondo le indicazioni riportate nel capitolo relativo alla pianificazione del territorio agricolo-forestale (parte II) delle Linee Guida. IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  49. LIVELLO COMUNALE LIVELLO SOVRACOMUNALE DOCUMENTO PRELIMINARE CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITA’ SCHEMA DI PIANO STRUTTURALE OSSERVAZIONI INTEGRAZIONI APPROVAZIONE PIANO STRUTTURALE ADOZIONE DEL PIANO ADEGUAMENTO IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

  50. UNA CONSIDERAZIONE ED UNA DOMANDA • La complessità delle missioni del piano, unita alle procedure di valutazione rischia di appesantire e paralizzare di fatto il processo di pianificazione in una regione di piccoli comuni e che non ha una grande tradizione in questo senso • Il Piano strutturale comunale è conformativo della proprieta? Ovvero è un piano a carattere prescrittivo – normativo o a carattere strategico e di indirizzo? IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

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