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Mortalità: registri regionali, dati nazionali e problemi nell’uso dei dati da parte dei Registri Tumori

Corso di aggiornamento annuale. Incidenza dei tumori: rischio ambientale, disuguaglianze e indicatori clinici. Mortalità: registri regionali, dati nazionali e problemi nell’uso dei dati da parte dei Registri Tumori. Carlo Alberto Goldoni Servizio Epidemiologia AUSL Modena.

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Mortalità: registri regionali, dati nazionali e problemi nell’uso dei dati da parte dei Registri Tumori

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  1. Corso di aggiornamento annuale Incidenza dei tumori: rischio ambientale, disuguaglianze e indicatori clinici Mortalità: registri regionali, dati nazionali e problemi nell’uso dei dati da parte dei Registri Tumori Carlo Alberto Goldoni Servizio Epidemiologia AUSL Modena

  2. Mi è sembrato utile cominciare con un po’ di storia….. Si noti l’anno di questo modello di certificato delle cause di morte

  3. Il flusso delle cause di morte è sempre stato un po’ complesso, forse più del necessario….

  4. Qui cominciano i registri locali di Usl, anche se la norma prevedeva la tenuta del Registro delle Cause di Morte da parte dell’Ufficiale Sanitario anche in precedenza

  5. MORTALITA’, aspetti generali e particolari La fonte del dato di mortalitàè sostanzialmente una sola: scheda di morte ISTAT talora (eccezionalmente) integrata e corretta con il dato autoptico (*) • Non hanno alcun valore: • - S.D.O. • - Cartella Clinica Ospedaliera • - Cartella Sanitaria MMG • Bollettino/Certificato Necroscopico (ex art.141 • R.D.1238/39) • - Esami diagnostici vari • Radiografia • Esami emato-chimici • Ecografia • TAC • RMN • Biopsia • Esame istologico • - Referto autopsia (*) ATTENZIONE!!!! in duplice copia!!! (a) FONTE DEL DATO

  6. S.D.O. / D.R.G. Paziente dimesso con diagnosi di carcinoma polmonare, lobo inferiore destro Insufficienza multiorgano RX tubo digerente Diverticolosi diffusa del colon Arresto cardiocircolatorio ESAME ISTOLOGICO Linfoma diffuso a grandi cellule B R.M.N. Vasta area di emorragia in sede cerebrale intraparenchimale profonda ESAMI EMATO/CHIMICI Glicemia: 450 mg/dl Glicosuria +++

  7. MORTALITA’, aspetti generali e particolari Tante patologie riportate sulla scheda ma una sola causa selezionata Infatti il numero delle cause di morte deve corrispondere al numero dei deceduti e pertanto per ogni scheda dovrà essere individuata ( ... privilegiata ...) una sola causa. (b) CAUSA DEL DECESSO

  8. MORTALITA’, aspetti generali e particolari La causa selezionata (che dovrebbe corrispondere a quella che ha dato origine al concatenamento di eventi che ha portato al decesso) viene chiamata “causa iniziale” e indicata con un codice alfa-numerico Il procedimento (caratterizzato dall’applicazione di precise e rigorose regole) che, a partire da più patologie espresse in comuni termini letterari porta all’estrazione di un singolo codice si chiama “codifica o codificazione della causa di morte”. (c) CODIFICA DELLA CAUSA DI MORTE

  9. Causa iniziale Causa iniziale CARCINOMA GASTRICO C16.9 GASTRITE EROSIVA K29.7 IPERTENSIONE ARTERIOSA I10 ULCERA PEPTICA K27.9 COLECISTITE K81.9 ENFISEMA POLMONARE J43.9 CARDIOPATIA ISCHEMICA I25.9 INSUFFICIENZA AORTICA I35.1 CACHESSIA NEOPLASTICA C80 ARRESTO CARDIACO I46.9 INFARTO MIOCARDICO I21.9 EPATITE C B17.1 INSUFFICIENZA RENALE N19 ARTRITE REUMATOIDE M06.9 Si applica dapprima il “Principio Generale, selezionando il codice I10; Poi si applica una prima volta la Regola di modifica C (ACME tab.E -LMP) selezionando il codice I25.9 ed infine si applica una seconda volta la stesssa Regola C selezionando, definitivamente il codice I21.9 = infarto miocardico. Si applica dapprima la Regola 2 selezionando il codice C80, Poi si applica la Regola di modifica D (ACME tab.E-SMP) selezionando il codice C16.9 = carcinoma gastrico

  10. MORTALITA’, aspetti generali e particolari Ogni entità nosologica viene trasformata in codice. Il codice è una sequenza di cifre, precedute o meno da una lettera, che fa riferimento alla “Classificazione Internazionale delle Malattie” = ICD. Nel corso degli anni sono state realizzate successive “revisioni” e, dall’anno 2003, l’ISTAT pubblica i dati di mortalità adottando la decima revisione = ICD-10. L’adozione dell’ICD-10 è un evento relativamente recente e di fatto, in Italia, si sta vivendo attualmente una delicata e travagliata fase di transizione dal sistema ICD-9 (codici numerici) al sistema ICD-10 (codici alfa-numerici). (d) IL CODICE

  11. PRINCIPALI CAMBIAMENTI NELLA PROCEDURA DI CODIFICA DELLA • CAUSA DI MORTE PRODOTTI DAL PASSAGGIO DA ICD-9 a ICD-10: • 1. cambiano i codici che individuano le singole patologie • 2. cambia la collocazione settoriale di alcune patologie • 3. cambia l’importanza che viene data ad alcune patologie • 4. cambia l’ammissibilità di rapporti consequenziali/causali • fra alcune patologie • 5. cambia l’aggregabilità di gruppi di patologie in un unico • codice nosologico • 6. viene ammessa la possibilità di effettuare importanti • aggiornamenti periodici. MORTALITA’, passaggio ICD-9  ICD-10

  12. 1. cambiano i codici che individuano le singole patologie • Carcinoma polmonare ICD-9 = 162.9 ICD-10 = C34.9 • Diabete mellito ICD-9 = 250.0 ICD-10 = E14.9 • Ictus Cerebri ICD-9 = 436 ICD-10 = I64 • 2. cambia la collocazione settoriale di alcune patologie • Demenza tipo Alzheimer ICD-9 = 290.1; settore V, Disturbi psichici • ICD-10 = G30.1; settore VI, Malattie del sistema nervoso • T.I.A. (attacco ischemico transitorio) ICD-9 = 435; settore VII, Malattie del sistema circolatorio • ICD.10 = G45.9; settore VI, Malattie del sistema nervoso • Macroglobulinemia di Waldenstroem ICD-9 = 273.3; settore III, malattie del metabolismo … ICD-10 = C88.0; settore II, tumori

  13. 3. cambia l’importanza che viene data ad alcune patologie ARRESTO CARDIACO codice ICD-9 = 427,5 codice ICD-10 = I46.9 Questo codice, in ICD-10 viene considerato “causa maldefinita” e viene quindi sempre scartato (Regola A), nella scelta della causa iniziale, quando vi siano altre patologie non maldefinite riportate in quialsiasi parte della scheda ARRESTO CARDIACO 427.5 ARRESTO CARDIACO I46.9 PREGRESSO ICTUS 438 PREGRESSO ICTUS I64 Si selezione l’unica causa presente nei campi 1,2,3 (arresto cardiaco, codice 427.5) che risulta essere una causa iniziale “valida” e che non viene modificata da altre cause presenti sulla scheda; pertanto la causa iniziale risultante è: arresto cardiaco, codice 427.5 Si selezione l’unica causa presente nei campi 1,2,3 (arresto cardiaco, codice I46.9) che però, in quantto causa “maldefinita”, viene scartata a favore della causa presente al quesito 4 (pregresso ictus) la quale a sua volta risulta essere una causa iniziale “valida” ; pertanto la causa iniziale risultante è: pregresso ictus, codice I64. T.I.A. 435 DIABETE MELLITO 250.0 T.I.A. G45.9 DIABETE MELLITO E14.9 T.I.A. (attacco ischemico transitorio) codice ICD-9 = 435 codice ICD-10 = G45.9 Questo codice, in ICD-10 viene considerato “causa banale” e viene quindi sempre scartato (Regola B), nella scelta della causa iniziale, a favore di qualsiasi altra causa non banale SCOMPENSO CARDIACO 429.9 SCOMPENSO CARDIACO I51.9 Si selezione il T.I.A. con l’applicazione della Regola 1; questa causa risulte essese una causa iniziale “valida” e non viene modificata da altre cause; pertanto la causa iniziale risultante è: T.I.A., codice 435 Si selezione il T.I.A. con l’applicazione della Regola 1; questa causa però viene considerata “banale” (Regola B, ACME tab.H) e viene quindi scartata a favore del diabete mellito che risulta causainiziale “valida”, non modificabile da altre cause presenti sulla scheda: pertanto la causa iniziale risultante è diabete mellito, codice E14.9

  14. 4. cambia l’ammissibilità di rapporti consequenziali/causali fra alcune patologie DEMENZA SENILE - MALATTIA CARDIOVASCOLARE In ICD-10 viene ammesso il rapporto consequenziale o “concatenamento” fra queste due patologie: cioè si ammette che la demenza senile possa essere causa di malattia cardiovascolare; non era così, invece, in ICD-9. Questa differente concatenabilità della malattia cardiovascolare interessa diverse malattie oltre alla demenza senile ed è particolarmente importante poiché il termine “scompenso cardiocircolatorio”, che viene usato di frequente come causa terminale, è considerato un sinonimo della malattia cardiovascolare ed ha lo stesso codice (429.2 e I51.6) DEMENZA SENILE 290.0 DEMENZA SENILE F03 MALATTIA CARDIOVASCOLARE 429.2 MALATTIA CARDIOVASCOLARE I51.6 ICD-9 ICD-10 Si seleziona la malattia cardiovascolare con la Regola 2 poiché non è ammesso il concatenamento con la demenza senile (v.ACME, tab.C): causa iniziale risultante = malattia cardiovascolare, codice 429.2 Si seleziona la demenza senile applicando il “Principio Generale” in quanto è ammesso il concatenamento fra le due patologie presenti sulla scheda (v.ACME, tab.D); pertanto la causa iniziale risultante è demenza senile, codice F03. M. PARKINSON G20 M. PARKINSON 332.0 MORBO DI PARKINSON - BRONCHITE In ICD-10 viene ammesso il rapporto consequenziale o “concatenamento” fra queste due patologie: cioè si ammette che il morbo di Parkinson possa essere causa di bronchite; non era così, invece, in ICD-9. Molte altre patologie, soprattutto del sistema nervoso (ad esempio m. di Alzheimer) si comportano in modo analogo; peraltro la bronchite risulta essere una causa terminale non infrequente. BRONCHITE 490 BRONCHITE J40 ICD-10 ICD-9 Si seleziona la bronchite con la Regola 2 poiché non è ammesso il concatenamento con il morbo di Parkinson (v.ACME, tab.C): causa iniziale risultante = bronchite, codice 490 Si seleziona il morbo di Parkinson applicando il “Principio Generale” in quanto è ammesso il concatenamento fra le due patologie presenti sulla scheda (v.ACME, tab.D); pertanto la causa iniziale risultante è il morbo di Parkinson, codice G20.

  15. 5. cambia l’aggregabilità di gruppi di patologie in un unico codice nosologico A.I.D.S. - EPATITE VIRALE (e altre patologie infettive e neoplastiche) In ICD-10 viene prevista la possibilità di aggregare molte patologie infettive e neoplastiche alla malattia da HIV (codice B24) riunendole in codici combinati (B20-B23) che permettono una immediata identificazione con la malattia del virus dell’immunodeficienza acquisita. EPATITE VIRALE C 070.5 EPATITE VIRALE C B17.1 CIRROSI EPATICA 571.5 CIRROSI EPATICA K74.6 MALATTIA DA HIV CHE DA’ LUOGO AD ALTRE INFEZIONI VIRALI, codice B20.3 A.I.D.S. 279.1 A.I.D.S. B24 ICD-9 ICD-10 Si selezione L’epatite virale C con il “Principio Generale”;) che però, in applicazione alla Regola 3 (ACME, tab. E-DSC) viene considerata conseguenza diretta della causa presente al quesito 4 (A.I.D.S.) producendo come risultato il codice combinato B20.3 “malattia da Hiv che dà luogo ad altre infezioni virali” Si selezione l’epatite virale C applicando il “Principio Generale”; poiché non è prevista la possibilità che la causa in campo 4 (A.I.D.S..) influisca su questa patologia, la causa iniziale risultante sarà epatite virale C, codice 070.5 ICD-9 ICD-10 B.P.C.O. J44.9 B.P.C.O. 491.2 B.P.C.O. - ENFISEMA La sigla B.P.C.O. sta per Broncopneumopatia cronica ostruttiva ed è una patologia di frequente riscontro nelle schede. In ICD-10, a differenza che in ICD-9 la B.P.C.O., in presenza di enfisema polmonare, viene scartata a favore di quest’ultima patologia (ACME, tab.E-LMP). In presenza di altre patologie di natura broncopolmonare quali bronchite, broncopolmonite, asma bronchiale, viene selezionato un codice combinato che le comprende entrambe (J44.0 – J44.8) ENFISEMA POLMONARE 492 ENFISEMA POLMONARE J43.9 Si seleziona la B.P.C.O. applicando il “Principio Generale”; poiché l’altra causa presente (enfisema polmonare) non ionlfuisce su questa patologia la causa iniziale risultante è “B.P.C.O.”, codice 491.2 Si seleziona la B.P.C.O con il “Principio Generale”; questa causa viene però scartata in quanto è presente un’altra causa (enfisema polmonare) che deve essere preferita in applicazione della Regola C (ACME, tab E-LMP); pertanto la causa iniziale risultante è enfisema polmonare, codice J43.9

  16. 6. viene ammessa la possibilità di effettuare importanti aggiornamenti periodici Mentre i codici nosologici e l’applicazione delle regole dell’ICD-9 sono rimaste invariate per tutto il periodo (alcuni decenni) di utilizzo, l’ICD-10 prevede la possibilità di aggiornamenti periodici (praticamente annuali) con variazioni anche assai importanti.Il caso della “Demenza” risulta particolarmente significativoA partire dal 2005 veniva accettata la combinazione, con la regola di selezione 3, fra demenza (F03) e sieropositività per HIV (R75) risultandone la patologia “Demenza da HIV” (B22.0).3. Causa terminale Demenza (F03)4. Altri stati morbosi rilevanti Sieropositività per HIV (R75)Codice selezionato: fino all’anno 2004: F03 (regola 2) dall’anno 2005 in poi: B22.0 = demenza in HIV (regola 3 / DSC)A partire dal 2006 veniva rifiutato il concatenamento con le patologie cardio-vascolari (codici I00 – I59.9) e molte altre patologie importanti quali tumori (C000 – D49.9) e diabete (E10.0 – E14.9); rimaneva ancora il concatenamento con le patologie cerebro-vascolari (I600 – I698).Codice selezionato1. Causa Iniziale 3. Causa terminale fino all'anno 2005 dall'anno 2006Cancro colon (C18.9) Demenza (F03) C18.9 (Principio Generale) F03 (regola2)Diabete mellito (E14.9) Demenza (F03) E14.9 (Principio Generale) F03 (regola2)Fibrillazione atriale (I48) Demenza (F03) I48. (Principio Generale) F03 (regola2)Ictus cerebri (I64.) Demenza (F03) I64 (Principio Generale) I64 (P.G.) In seguito alla creazione di nuovi codici fittizi riservati alle patologie cerebro-vascolari multiple (I6100 – I6940), con l'aggiornamento dell'anno 2007 , viene rifiutato anche il concatenamento con le patologie cerebrovascolari ad eccezione appunto delle patologie multiple.Codice selezionato1. Causa Iniziale 3. Causa terminale fino all'anno 2006 dall'anno 2007Infarto cerebrale (I63.9) Demenza (F03) I63.9 (Principio Generale) F03 (regola 2)Vasc.Cer. Multi-infartuale (I63.90) Demenza (F03) I63.9 (Principio Generale) I63.9 (P.G.+Tab.G)‏

  17. MORTALITA’, passaggio ICD-9  ICD-10 (b) PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9  ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE 1. Cambiano i singoli codici. 2. Alcune patologie inserite, in ICD-9, in settori diversi da quello delle neoplasie vengono invece riconosciute come neoplastiche in ICD-10. 3. Viene ammessa la possibilità che le malattie infettive siano causate da tumori maligni 3. - In ICD 9 è possibile selezionare un solo tumore (maligno). - In ICD-10 viene creato un codice utilizzabile in caso di presenza di neoplasie maligne multiple (C97). 4. - In ICD-9 un tumore è considerato “secondario” (metastasi) solo se viene esplicitamente menzionato come tale. - In ICD-10, per alcune particolari sedi (nominate come “comuni sedi di metastasi”) si assume a priori, in caso di tumore multiplo, che si tratti di localizzazione secondaria. 5. - In ICD-9 tutti i tumori sono patologie “primarie” non derivabili da altre cause nè con esse “aggregabili” nessun tumore può creare “correlazioni” o “associazioni” con altri tumori e patologie - In ICD-10 è possibile fare derivare alcuni tumori da un’altra causa o aggregarli con altre cause. 6. - In ICD-9 non è possibile selezionare, come causa iniziale, una localizzazione secondaria si deve automaticamente utilizzare il codice relativo a “sede primitiva non conosciuta” - In ICD-10 è possibile selezionare, come causa iniziale, una localizzazione secondaria.

  18. PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9  ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE Particolarità 1* Per il tumore alla mammella, in ICD-9 ci sono codici differenti se cambia il sesso; in ICD-10 invece no. 2* I mesoteliomi (pleura, peritoneo, pericardio etc) in ICD-9 mantengono il codice “generico” della sede di appartenenza; in ICD-10 ci sono codici specifici e differenziati 3* I tumori a comportamento sconosciuto di prostata e rene in ICD-9 hanno lo stesso codice mentre in ICD-10 hanno codici specifici e differenti (in generale in ICD-10 c’è un maggiore dettaglio) 4* In ICD-9 vengono differenziati i tumori a comportamento incerto da quelli a comportamento sconosciuto; in ICD-10 i tumori a comportamento incerto vengono assimilati ai tumori a comportamento sconosciuto 1. Cambiano i singoli codici.

  19. PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9  ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE 2. Alcune patologie inserite, in ICD-9, in settori diversi da quello delle neoplasie vengono invece riconosciute come neoplastiche in ICD-10

  20. PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9  ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE LEUCEMIA LINFATICA CRONICA C91.1 LEUCEMIA LINFATICA CRONICA 204.1 HERPES ZOSTER B02.9 HERPES ZOSTER 053.9 COLLLASSO CARDIO-CIRCOLATORIO 785.5 COLLLASSO CARDIO-CIRCOLATORIO R57.9 ICD-9 ICD-10 • PRECISAZIONI • - In ICD-9 tutte le infezioni (tranne qualche eccezione, come le setticemie e, limitatamente ai tumori maligni del sangue, le principali micosi) non vengono mai messe in correlazione con i tumori; cioè i tumori non possono mai essere causa delle malattie infettive • - In ICD-10 si ammette che tutte le malattie infettive (tranne le infezioni e le infestazioni da macro-parassiti e tranne la malattia da HIV)) possono essere causate da tumori maligni in quanto il loro sviluppo può essere favorito dalle condizioni di debilitazione generali indotte dalla patologia neoplastica ovvero anche dagli effetti sul sistema immunitario prodotti dalla chemioterapia • Relativamente alla malattia da HIV (vedasi anche successivo punto 6): • In ICD-9 la malattia da HIV non viene mai messa in correlazione con un tumore e viene sempre selezionata, come causa iniziale risultante, la patologia (tumore o HIV) indicata cronologicamente per ultima. Fanno eccezione alcuni tumori del sangue e della cute (es. linfoma cerebrale e sarcoma di Kaposi) che possono essere causati dalla malattia da HIV • In ICD-10 la presenza di malattia da HIV e di tumore maligno determina la selezione di un codice combinato (HIV + tumore maligno) 3. Viene ammessa la possibilità che le malattie infettive siano causate da tumori maligni

  21. PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9  ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE CANCRO MAMMELLA 174.9 CANCRO MAMMELLA C50.9 CANCRO VESCICA 188.9 CANCRO VESCICA C67.9 C97. TUMORI MALIGNI DI SEDI INDIPENDENTI MULTIPLE PRIMITIVE CANCRO STOMACO 151.9 CANCRO STOMACO C16.9 ICD-9 ICD-10 4. - In ICD 9 è possibile selezionare un solo tumore (maligno). - In ICD-10 viene creato un codice utilizzabile in caso di presenza di neoplasie maligne multiple (C97). CANCRO PROSTATA C61. CANCRO VESCICA C67.9 CANCRO STOMACO C16.9 CANCRO PROSTATA 185. CANCRO VESCICA 188.9 CANCRO STOMACO 151.9 C97. TUMORI MALIGNI DI SEDI INDIPENDENTI MULTIPLE PRIMITIVE CACHESSIA NEOPLASTICA 199.1. CACHESSIA NEOPLASTICA C80. ICD-10 ICD-9

  22. PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9  ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE CANCRO MAMMELLA 174.9 CANCRO MAMMELLA C50.9 Nel presente caso la sede polmonare viene considerata secondaria, in quanto il polmone rientra nell’elenco delle “comuni sedi di metastasi”. CANCRO POLMONE 162.9 CANCRO POLMONE C34.9 ARRESTO CARDIACO 427.5 ARRESTO CARDIACO I46.9 ICD-9 ICD-10 5. - In ICD-9 un tumore è considerato “secondario” (metastasi) solo se viene esplicitamente menzionato come tale. - In ICD-10, per alcune particolari sedi (nominate come “comuni sedi di metastasi”) si assume a priori, in caso di tumore multiplo, che si tratti di localizzazione secondaria. CANCRO FEGATO C22.9 CANCRO POLMONE C34.9 CANCRO FEGATO 155.2 CANCRO POLMONE 188.9 Nel presente caso la sede epatica viene considerata secondaria in quanto il fegato rientra nell’elenco delle “comuni sedi di metastasi” e, in quanto tale induce, di conseguenza, ad escludere da tale elenco la sede polmonare. CACHESSIA NEOPLASTICA 199.1. CACHESSIA NEOPLASTICA C80. ICD-9 ICD-10

  23. PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9  ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE LINFOMA NON HODGKIN 202.8 LINFOMA NON HODGKIN C85.9 Nel presente caso si ammette che la leucemia linfoblastica acuta possa esseere stata causata dal linfoma non Hodgkin LEUCEMIA LINFOBLASTICA ACUTA 204.0 LEUCEMIA LINFOBLASTICA ACUTA C91.0 ARRESTO CARDIACO 427.5 ARRESTO CARDIACO I46.9 ICD-9 ICD-10 6. - In ICD-9 tutti i tumori sono patologie “primarie” non derivabili da altre cause ne’ con esse “aggregabili” nessun tumore può creare “correlazioni” o “associazioni” con altri tumori e patologie - In ICD-10 è possibile fare derivare alcuni tumori da un’altra causa o aggregarli con altre cause. MALATTIA DA HIV CHE DA’ LUOGO A SPECIFICATE NEOPLASIE MALATTIA DA HIV 279.1 MALATTIA DA HIV B24 B21.8 CANCRO POLMONE C34.9 CANCRO POLMONE 188.9 Nel presente caso si ammette che il cancro polmonare possa essere stato causato dalla malattia da HIV; la causa iniziale risultante dal procedimento di codifica deriva poi dall’aggregazione delle due patologie in un ulteriore numero di codice CACHESSIA NEOPLASTICA 199.1. CACHESSIA NEOPLASTICA C80. ICD-9 ICD-10

  24. PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9  ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE METASTASI CEREBRALI 198.3 METASTASI CEREBRALI C79.3 EMIPLEGIA SINISTRA G81.9 EMIPLEGIA SINISTRA 342.9 7. - In ICD-9 non è possibile selezionare, come causa iniziale, una localizzazione secondaria: si deve automaticamente utilizzare il codice relativo a “sede primitiva non conosciuta”. - In ICD-10 è possibile selezionare, come causa iniziale, una localizzazione secondaria. ARRESTO CARDIACO 427.5 ARRESTO CARDIACO I46.9 ICD-9 ICD-10 199.1 TUMORE MALIGNO DI SEDE PRIMITIVA SCONOSCIUTA

  25. La procedura che porta alla identificazione della causa di morte, può essere distinta in tre fasi principali: Diagnosi Certificazione Codifica

  26. In ognuna di queste fasi possono verificarsi degli errori, sistematici o casuali, che producono una errata classificazione della causa di morte. La patologia che comparirà per quel soggetto nelle statistiche di mortalità non sarà quindi corrispondente alla patologia che ha determinato il decesso, secondo la definizione di causa di decesso data dall’ ICD: “La malattia o il traumatismo che avvia il concatenamento degli eventi morbosi che conduce direttamente a morte, o l’insieme delle circostanze dell’accidente o della violenza che hanno provocata la lesione traumatica mortale”

  27. Quali conseguenze sui dati che gli epidemiologi usano? Alcuni esempi

  28. STUDIO DI VALUTAZIONE DELL’ATTENDIBILITA’ DELLA CAUSA DI MORTE Sono individuati tutti i decessi di donne inserite nella casistica dello Studio IMPATTO, qualsiasi sia l’anno di incidenza (pre e post screening) e la modalità di diagnosi (screen detected e non screen detected) avvenuti a partire dal 1999. L’end-point è fissato al 31 dicembre 2002. Per ogni centro partecipante vengono richiesti i linkage dei soggetti deceduti con le SDO per verificare i ricoveri entro l’anno precedente alla data di morte. Ogni centro ha raccolto le schede di morte (cartacee) e il file dei ricoveri.

  29. STUDIO DI VALUTAZIONE DELL’ATTENDIBILITA’ DELLA CAUSA DI MORTE Lo studio, in corso di pubblicazione, ha identificato oltre il 15% di decessi la cui causa di morte era da considerarsi “dubbia”, riclassificandone poi circa il 5%. Si è dimostrato che la casistica così come era certificata e codificata all’origine comportava una lieve sovrastima della mortalità per tumore della mammella, ma non si sono identificati errori di tipo sistematico.

  30. Ma la inaccuratezza nel certificare è un “rumore di fondo” che si distribuisce in maniera casuale nel tempo e nello spazio………….

  31. Nello spazio………

  32. Confronto fra i tassi standardizzati di mortalità per arteriosclerosi e demenza in provincia di Modena 1988-2003

  33. Ma la scheda non era in duplice copia? Oltre alla copia per le AUSL, una copia dai Comuni, tramite le Prefetture, giunge all’ISTAT, che pubblica la statistica nazionale delle cause di morte

  34. Ma allora esistono due dati di mortalità: identici? Esistono due dati di mortalità, ma non sono identici. Le differenze sono: • Quantitative: il dato ISTAT è quasi sempre minore di quello locale (fino all’1%) • Qualitative: il dato ISTAT è sottoposto ad una procedura di codifica automatica (parziale) ed è molto più omogeneo, sotto questo punto di vista, di quello locale (che peraltro più facilmente recupera informazioni sui casi dubbi)

  35. Gruppo interregionale per lo studio della mortalità e la codifica in ICD 10 Il gruppo nasce con lo scopo di rendere il più possibile confrontabile il dato di mortalità prodotto a livello locale nelle aree partecipanti, a partire dalla corretta applicazione delle procedure di codifica in ICD 10

  36. Cosa facciamo? • Manuali • Corsi • Sito internet

  37. Nuovo manuale di codifica delle cause di morte in ICD-10 Testo contenente • Regole di selezione e modifica della causa prima in ICD-10 • Indicazioni per la codifica di particolari patologie: tumori, traumi-avvelenamenti, cause esterne • Spiegazioni dettagliate per l’utilizzo del manuale ACME

  38. Manuale delle voci non reperibilinell’Indice ICD-10 Contiene numerose voci, termini patologici e sigle (al momento circa 7mila) possibilmente presenti sul certificato di morte per le quali l’attribuzione di un codice risulta difficile in quanto mancanti dall’Indice ICD-10 (fantasia dei certificatori!)

  39. Manuale delle voci non reperibilinell’Indice ICD-10: com’è fatto

  40. Corsi: quali • 1° Corso ICD 10 a Modena giugno 2007 • 2° Corso ICD 10 a Rimini ottobre 2007 • 3° Corso ICD 10 a San Severino Marche novembre 2007 • 4° Corso ICD 10 a Rimini settembre 2008

  41. Corsi: chi Circa 100 partecipanti da 13 Regioni fino al 2007, altri 40 partecipanti da quasi tutte le restanti regioni nel 2008.

  42. Sito http://www.usl.mo.it/dsp/epi/epi_mortalita.html Cliccare:Area riservata agli operatori del gruppo di studio regionale ICD-10 Chiedere utente e password telefonando al Servizio

  43. Sito Contenuto: Chi siamo Verbali Documenti Formazione Comunicazioni

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