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Dalla società industriale alla società globale: i cambiamenti dell’azione collettiva

Dalla società industriale alla società globale: i cambiamenti dell’azione collettiva. 22 aprile 2010 Laura Lombardo. Cambiamenti nei movimenti sociali. Dai MOVIMENTI di MASSA ai. A Fine anni Sessanta, anni Settanta/Ottanta. Nuovi Movimenti Sociali. Movimento globale.

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Dalla società industriale alla società globale: i cambiamenti dell’azione collettiva

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Presentation Transcript


  1. Dalla società industriale alla società globale: i cambiamenti dell’azione collettiva 22 aprile 2010 Laura Lombardo

  2. Cambiamenti nei movimenti sociali • Dai MOVIMENTI di MASSA ai A Fine anni Sessanta, anni Settanta/Ottanta Nuovi Movimenti Sociali Movimento globale Fine anni Ottanta, anni Novanta/nuovo millennio

  3. Movimenti di massa (es. movimento operaio) Elementi principali: • Idea che l’aggravarsi delle contraddizioni del capitalismo avrebbe portato alla crisi del sistema; • Fede nel progresso e nella scienza; • Idea che la società può essere cambiata solo conquistando il potere; • Idea che la giustizia richiede la negazione delle diversità.

  4. Dalla società industriale alla società post-industriale Elementi che caratterizzano il passaggio da un tipo di società all’altro: • Crescita economica e culturale • Innovazione tecnologica • Passaggio da una società di classe a una società a stratificazione complessa Mutamento nella sfera dei VALORI delle popolazioni occidentali

  5. Dalla società industriale alla società post-industriale Cambiamento nella sfera dei valori DA: un’enfasi sul benessere materiale e sulla sicurezza fisica A: una maggiore enfasi sulla qualità della vita Bisogni materiali Bisogni post-materialistici

  6. Nuovi Movimenti Sociali Quali sono gli elementi principali di questo mutamento? Cambia la natura del CONFLITTO Riproduzione culturale socializzazione Integrazione sociale Uso del tempo Sessualità/corpo

  7. Nuovi Movimenti Sociali Perché il conflitto è così importante? TOTALITA’ OPPOSIZIONE IDENTITA’

  8. La natura del conflitto Società post-industriale Società industriale dimensione materiale dimensione culturale conflitto

  9. Nuovi Movimenti Sociali Il cambiamento della natura del conflitto alimenta queste idee che caratterizzano i NMS: • Idea che non sia necessario prendere il potere per cambiare la società, ma che si possa cambiare attraverso azioni capaci di incidere sugli aspetti culturali, e per loro tramite, sulla politica • Idea che non esista giustizia se l’uguaglianza non si accompagna al riconoscimento delle diversità • Idea che sia necessario partecipare direttamente, in prima persona

  10. Movimenti di massa/NMS Cambiamento negli stili della PARTECIPAZIONE POLITICA

  11. Nuovi Movimenti Sociali Rapporti con la politica: I NMS non aspirano alla conquista del potere I NMS non hanno rapporti costanti con le forze istituzionali “Collocazione dentro-fuori il sistema di rappresentanza” I NMS vogliono costruire ambiti di autonomia, spazi sottratti al controllo del potere

  12. Movimenti di massa/NMS

  13. Nuovi Movimenti Sociali Ambito d’azione dei NMS è La VITA QUOTIDIANA Poiché i conflitti investono l’ambito culturale, l’azione dei NMS ha il suo perno nell’ESPERIENZA INDIVIDUALE Obiettivo: perseguire alternative attraverso attività svolte nella vita quotidiana

  14. Nuovi Movimenti Sociali Nuova struttura organizzativa COS’E’ L’ORGANIZZAZIONE NEI MOVIMENTI SOCIALI? È il modo attraverso cui le risorse vengono raccolte e orientate, per il raggiungimento degli obiettivi che si pone il movimento

  15. Nuovi Movimenti Sociali Ad un’organizzazione centralizzata, burocratica, tipica dei movimenti di massa: movimento operaio

  16. Nuovi Movimenti Sociali … subentra una struttura organizzativa orizzontale, informale, decentrata: movimento femminista movimento pacifista

  17. Nuovi Movimenti Sociali • Organizzazione reticolare • Vita quotidiana • Partecipazione diretta (scelta dei “tempi” della partecipazione) VISIBILITA’ VISIBILITA’ LATENZA LATENZA

  18. Ricapitolando

  19. Dimensione Culturale • Il conflitto che investe la dimensione culturale dell’azione fa sì che la principale risorsa oggetto di contesa sia L’INFORMAZIONE Intesa come la capacità di produrre idee, circuiti comunicativi, relazioni Le società complesse sopravvivono grazie all’intreccio di strutture economiche, di apparati amministrativi, burocratici, di agenzie culturali: tutti questi soggetti agiscono, interagiscono generando e acquisendo INFORMAZIONI

  20. Sfera culturale/Informazione/Società complesse L’individuo ha molte possibilità di tipo comunicativo, cognitivo, politico, risorse che permettono, in linea di principio, la sua completa affermazione individuale, una totale autorealizzazione Cosa accade a livello individuale? Emancipazione Libertà individuale mobilità educazione Capacità di scelta

  21. Processo ambivalente Le società complesse spingono alla massificazione e all’appiattimento delle capacità individuali Le società complesse offrono risorse sempre maggiori per la realizzazione individuale

  22. Che fare? Considerando: • Il ruolo dell’informazione nei sistemi complessi (e della dimensione culturale dell’azione in generale), • I conflitti collettivi diventano sempre più individuali Come può l’individuo reagire a questo ambivalente processo?

  23. “Soggetto” e movimento globale Cosa significa “Soggetto”? • È l’individuo che vuole essere attore, che vuole agire sul suo ambiente, modificandolo; • Che si libera dalle rappresentazioni imposte dal modello dominante; • Che sperimenta in prima persona il cambiamento; • Che lega la sua ricerca di autonomia con la sua capacità di scelta (scegliere rende l’individuo consapevole del suo legame col resto del mondo); • Che resiste al mondo impersonale del consumo e allo smarrimento causato dalla rapidità dei processi che caratterizzano la globalizzazione; • Che non si rinchiude nell’autoreferenzialità (che, quindi, partecipa alla costruzione della società) I movimenti sociali contemporanei come attori collettivi che sostengono questa figura di Soggetto

  24. Dai NMS al movimento globale

  25. Movimento per una globalizzazione dal basso Movimento contro la globalizzazione neoliberista Il movimento dei movimenti Movimento per la giustizia e la solidarietà globale il movimento Movimento altermondialista Movimenti globali NoGlobal

  26. The Global Justice Movement 30 novembre del 1999, Seattle 50.000 manifestanti bloccano i lavori dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO)

  27. Prima del 30 novembre 1999 (prima fase) • 1988, Berlino ovest: 80.000 persone protestano contro il vertice della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale; • 1994, l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) inizia la sua battaglia per la difesa dei diritti dei popoli indigeni; • maggio 1998, Birmingham, vertice del G8: 70.000 manifestano per l’annullamento del debito dei paesi del Terzo Mondo;

  28. Prima del 30 novembre 1999 (prima fase) • giugno 1999: l’iniziativa “Stop the city” vede la partecipazione di più di 10.000 manifestanti che, forzando i cordoni della polizia, riescono ad entrare nel cuore della città nel giorno della riunione annuale dei paesi più ricchi del mondo; • luglio 1999, Colonia: contro il vertice G8 si radunano circa 10.000 persone che manifestano per la cancellazione del debito

  29. Dopo il 30 novembre 1999: • 29 gennaio 2000, Davos: il Forum Economico Mondiale (WEF) • 25 maggio 2000, Genova: (convegno sulle biotecnologie Tebio); • 26 settembre 2000, Praga: (vertice del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale); • 6 dicembre 2000, Nizza: (vertice dell’Unione Europea); • marzo 2001, Napoli: (Global Forum sull’e-governement); • 19-20 luglio 2001, Genova: (vertice G8)

  30. Comunicazione Comunicazione mediata dal computer • Comunicazione rapida e poco costosa fra soggetti molto distanti fra loro • Opportunità di trasformare un insieme di soggetti con problemi simili, ma geograficamente e socialmente distanti, in una popolazione connessa e integrata • Organizzazione di eventi (controvertici …) • Gruppi di discussione, mailing list, forum …

  31. In Italia, il G8 di Genova. I principali soggetti della mobilitazione • Il “Genoa Social Forum” struttura di COORDINAMENTO fra diversi soggetti che, sottoscrivendo un “patto di lavoro”, si organizzano per manifestare a Genova • “patto di lavoro”: fissa le regole che i soggetti aderenti al GSF devono rispettare (es. cortei unitari, piazze tematiche …)

  32. Nel GSF: i gruppi principali. Attac-Italia • “Attac-Italia”: associazione nata nel 2001, con l’obiettivo di imporre un controllo democratico sulle istituzioni nazionali che guidano la globalizzazione economica, ad esempio attraverso l’utilizzo di alcuni strumenti tecnici come la tobin tax, un’imposta sulle transazioni monetarie, pensata per scoraggiare le speculazioni finanziarie • “Attac” è strutturata in comitati territoriali. E’ un’associazione con uno statuto e richiede un’adesione formale.  Lo statuto permette l’adesione di persone fisiche e soggetti collettivi, ma esclude i partiti e altri movimenti politici organizzati

  33. La Rete Lilliput • è costituita da vari nodi locali, che sono a loro volta reti di gruppi, associazioni e singoli, con una struttura organizzativa leggera, non gerarchica e dal basso • Area ambientalista: WWF • Area dell’associazionismo cattolico: Mani Tese, Pax Christi, Rete Radié Resch, Beati i Costruttori di Pace • Area dell’economia alternativa: CTM Altromercato, Roba dell’Altro Mondo, Assobotteghe

  34. Nel GSF: le Tute Bianche • Anni ’90, esperienza legata a Ya basta e allo zapatismo • coordinamento dei centri sociali del nord-est, e di alcuni centri sociali romani • Livello simbolico dell’azione

  35. Tute Bianche “Noi siamo i disoccupati, i precari, gli studenti, i lavoratori al nero, le mille nuove figure del lavoro flessibile, intermittente (…) senza diritti e senza tutele. Queste tute bianche non servono a coprire ma a scoprire, servono a rendere visibili gli invisibili”

  36. Nel GSF: Network per i diritti globali • “Network per i diritti globali”: CSOA e CSA campani, romani e altre realtà che non aderiscono alle “Tute bianche”. [Dopo Genova, le “Tute Bianche” e alcune realtà del “Network per i diritti globali” danno vita al “MOVIMENTO DEI DISOBBEDIENTI”]

  37. Gruppi esterni al GSF • Alcuni gruppi cattolici (Acli, Agesci, Azione Cattolica …) • “Anarchici contro il G8” (coordinamento nato per aggregare tutta l’area anarchica presente a Genova; non ha contatti né col GSF né coi Black Block) • Sindacalismo di base (Cobas …) • “Black Block”

  38. I Black-Block Es. i gruppi di Autonomen dalla Germania, o i gruppi Borrokas dai Paesi Baschi … • Difendono la legittimità della distruzione delle cose come atto simbolico “come tattica di protesta, l’utilità della distruzione dei beni è limitata ma importante. Fa accorrere giornalisti sul posto, trasmette il messaggio che quelle aziende apparentemente inattaccabili in fondo non lo sono”

  39. Protestare … come?I principali repertori della protesta Controvertici Campagne di pressione Boicottaggi Azione diretta e disobbedienza civile ……

  40. I repertori della protesta I controvertici: cosa sono? • eventi convocati in coincidenza dei vertici ufficiali di organizzazioni governative internazionali • sugli stessi temi, ma in una prospettiva critica • costruiti da reti di Ong e da realtà differenti che trovano in internet uno straordinario strumento per coordinare la protesta e ampliarne la portata

  41. I repertori della protesta Le campagne di pressione: cosa sono? • insieme di azioni di protesta su temi specifici • forme organizzate di contestazione, pensate per esercitare pressione su determinati centri decisionali, di carattere sia nazionale che internazionale, con l’intento di raggiungere obiettivi specifici

  42. I repertori della protesta Boicottaggi: cosa sono? • azioni aventi lo scopo di ostacolare o modificare l'attività di un gruppo, di una azienda perché ritenuta non conforme a principi etici o non rispettosa di alcuni diritti • “naming and shaming”: nominare e svergognare, sensibilizzare l’opinione pubblica sul comportamento negativo di determinate aziende, chiedendo ai cittadini di non comprare i loro prodotti

  43. I repertori della protesta Disobbedienza civile: azioni nonviolente ad alto contenuto simbolico, capaci di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e avere un forte impatto mediatico Esempi di azioni di disobbedienza: Simulazione dello scontro di piazza (attivisti vestiti con pezzi di gommapiuma, maschere antigas, parastinchi, mettono in scena la violenza, NON la praticano)

  44. I Black Block • Piccoli gruppi, autonomi gli uni dagli altri, che agiscono in completa autonomia • Non hanno una organizzazione definita, né leader o portavoce • Tutti i nuclei hanno condividono l’idea che sia necessario distruggere i simboli della globalizzazione (la loro strategia d’azione comprende atti violenti, es. lancio di pietre, o di molotov contro le sedi di banche e/o di imprese multinazionali …)

  45. Perché si protesta? Cosa vogliono i “no-global”? • Critica alla GLOBALIZZAZIONE NEOLIBERISTA, ritenuta causa di ingiustizie e di diseguaglianze • Ne viene criticata la sua imposizione “dall’alto” cioè da parte di una élite economico-burocratica composta da dirigenti di imprese multinazionali e da organizzazioni intergovernative

  46. Dopo Genova: seconda fase I Forum Sociali, Mondiali ed Europei (incontri annuali dei principali gruppi del Movimento Globale) Secondo WSF, Porto Alegre, febbraio 2002 Terzo WSF, Porto Alegre, gennaio 2003 Secondo ESF, Parigi, 2003 Quarto WSF, Mumbai, Gennaio 2004 Terzo ESF, Londra, ottobre 2004 Quinto WSF, Porto Alegre 2005

  47. Terza fase: latenza • Continuano a svolgersi i forum sociali mondiali ma il movimento perde un po’ di energia • Iniziative locali: • Il “locale” come principale ambito di aggregazione • Il “locale” come principale ambito d’azione • Il “locale” come principale spazio di riferimento per la costruzione di alleanze

  48. Quarta fase • Ancora in corso …

  49. Ricapitolando

  50. Bibliografia di riferimento Andretta M., Della Porta D., Mosca L., Reiter H., Global, no global,new global. La protesta contro il G8 a Genova, Laterza, Roma-Bari, 2002. Berzano L., Cepernich C., Società e movimenti, Esselibri, Napoli, 2003. Ceri P., Da no global a no war e ritorno, Utet, Torino, 2009. Della Porta D., I New Global, Il Mulino, Bologna, 2003. Melucci A., Libertà che cambia. Una ecologia del quotidiano, Unicopli, Milano,1987. Touraine A., La globalizzazione e la fine del sociale, il Saggiatore, Milano, 2008.

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