1 / 78

La preparazione fisica - globale – speciale nel pattinaggio a rotelle corsa. Un approccio globale.

judd
Download Presentation

La preparazione fisica - globale – speciale nel pattinaggio a rotelle corsa. Un approccio globale.

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. CORSO INTERNAZIONALE AGGIORNAMENTO PER ALLENATORI DI PATTINAGGIO CORSA.PREPARAZIONE E GESTIONE DELL’ATLETA DI ALTO LIVELLOROMA 16 – 18 FEBBRAIO CENTRO CONGRESSI AQUA ACETOSA – SCUOLA DELLO SPORT DEL CONI –RELAZIONE DEL Prof. Maurizio Lollobrigida.Preparatore Atletico Nazionale Italiana Senior.Docente di metodologia dell’ allenamento del pattinaggio Facoltà di Scienze Motorie -Tor Vergata – Roma.Specializzato in Scienza e Tecnica degli Sport. La preparazione fisica - globale – speciale nel pattinaggio a rotelle corsa. Un approccio globale.

  2. FONDAMENTALE DETERMINARE. Cosa è necessario nel pattinaggio a rotelle corsa e cosa è superfluo nel pattinaggio a rotelle corsa. • Perché la preparazione fisica? • Perché la preparazione fisica – speciale? • Perché la preparazione fisica – speciale – globale?

  3. Analisi della disciplina con la tavola di classificazione di P. Tischiene. 1985 Modificata da Maurizio Lollobrigida

  4. 1 ottimizzare le strategie: fare; quando fare; come fare; cosa fare; dove fare;2 per avere successo continuamente nella stessa stagione, visto l’elevato numero di competizioni, occorre rendere più efficace l’allenamento per ottimizzare qualità, stabilità, controllo tecnico e tattico e psicologico;3 occorre riuscire a trovare e mobilizzare riserve di capacità nascoste; 4 l’incremento di carichi di lavoro acuisce la necessità di una corretta distribuzione dei volumi di lavoro nel piano annuale, occorre ricercare nuovi mezzi fisici di allenamento, sempre più specifici, modulare i carichi, organizzare le sedute di allenamento per rendere sempre più efficace il lavoro, per ottimizzare il potenziale di adattamento, giusto rapporto tra generazione del corretto livello di stress e giusto livello di ripristino e recupero;5 incremento del ruolo della scienza nello sport;6 utilizzo dei mezzi di controllo dell’allenamento, importanza di test atletici e fisiologici e loro ripercussioni nel programma annuale di allenamento;7 abolire il pregiudizio nel quale cadono numerosi tecnici ed atleti nel non toccare, ritoccare od adattare il piano annuale di allenamento a prestazioni sempre più elevate degli atleti d’elite, non vale più ( e quando è mai valso) il discorso che l’allenamento dell’anno precedente, in cui si è vinto, vale anche per l’anno successivo;8 investire nella conoscenza partecipando a corsi di formazione per allenatori;9 non avere timore nel chiedere l’intervento di tecnici specializzati nel settore; 10 chiedere l’intervento di altri specialisti, preparatori, fisioterapisti, osteopati, pscicologi, procuratori, partner d’allenamento; Atleti d’elite. Aspetti del programma di allenamento. DECALOGO.

  5. La vita è una questione di culo o ce l’hai o te lo fanno.

  6. Legge del risparmio energetico: omeostasi. Ciclo della vita. Stimoli → Sequenza di aggiustamenti → Adattamento → Migliora la qualità della vita. L’allenamento è lo stress connesso alla fisiologia ed all’apparato locomotore. L’allenamento altera l’equilibrio omeostatico. Risposte aspecifiche. Risposte specifiche.

  7. Risposte allo stress. • Fase di shock. • Fase di controshock e di resistenza. • Fase di esaurimento. Le risposte aspecifiche sono sempre simili nella loro reazione. Le risposte specifiche sono molto settoriali. PARADOSSO MALATTIA. PERSISTENZA DELLO STRESS DECADENZA RISPOSTA EFFICACE. ALTERNANZA DELLO STRESS STRESS SECONDARIO RISPOSTA INSIGNIFICANTE.

  8. Settorialità dello stimolo e della risposta deve rispettare: • Principio della specificità dello stimolo; • Concetto di limite fisiologico; • Principio della sommazione degli stimoli; • Principio di eccitabilità delle unità motorie, reclutamento fibre. Sindrome generale di adattamento.

  9. Sindrome generale di adattamento. Supercompensazione. • il corpo dell’atleta; • il suo linguaggio; • l’atleta deve conoscere il proprio corpo; • capire ed interpretare i segnali che il corpo dell’atleta ci invia per riuscire a dialogare con esso; • individuare cosa voler attivare con l’allenamento, se un aumento di massa muscolare, o se un miglioramento delle capacità fisiologiche legate alla lavoro aerobico, anaerobico alattacido, lattacido, misto.

  10. Come alterare l’equilibrio omeostatico dell’organismo con l’allenamento? • Toccare il limite fisiologico – concetto di limite fisiologico; • Rendere specifico lo stimolo – principio della specificità; • Adeguare gli stimoli a livelli superiori – principio della sommazione; • Reclutare le unità motorie necessarie alla specificità del gesto agonistico – concetto di eccitabilità e di reclutamento; Lavoro di velocità dell’esercizio di gara. Migliorare la maestria tecnico sportiva.

  11. Velocità dell’esercizio di gara. • Fattore principale che determina il risultato ed il progresso nella maestria sportiva. • Caratteristica principale della maestria sportiva. • Componente principale della tecnica sportiva, tecnica e velocità dei movimenti insieme. • Risultato generale processo di allenamento e criterio oggettivo di valutazione. • Un obiettivo principale dell’organizzazione del processo di allenamento.

  12. COME ALLENARE LA VELOCITA’? ALLENARE LA VELOCITA’ CON LA SOLA VELOCITA’. Rapido aumento, non molto elevato e poco duraturo. ALENARE LA VELOCITA’ COSTRUENDO LA VELOCITA’. Graduale aumento intensità, rende più stabilità. AUMENTO CONTINUO DELL’INTENSITA’ AVVIENE SULLA BASE DI UN ADEGUATO SVILUPPO. PREPARAZIONE FISICA SPECIALE

  13. PFS PER ATLETI D’ELITE. • L’obiettivo principale della PFS nel sistema di preparazione degli atleti è l’intensificazione del regime di lavoro dell’apparato motorio dell’atleta nelle condizioni proprie dell’allenamento. • Tale intensificazione deve mobilitare le capacità motorie dei muscoli scheletrici attraverso mezzi speciali d’allenamento e, contemporaneamente, attivare le funzioni dei sistemi fisiologici che assicurano la capacità di prestazione nello sport praticato. • Y.V. Verkhoshansky SUPERMETODO PER LA PFS. OBIETTIVO REALIZZAZIONE DELLA RISERVA SPECIALE ELEVARE AL MASSIMO LA PRESTAZIONE

  14. SUPERMETODI PFS • CLASSIFICAZIONE DELLE RISERVE FISIOLOGICHE DELL’ORGANISMO UMANO: • RISERVE UTILIZZATE NEI MOVIMENTI AUTOMATICI • RISERVA FISIOLOGICA • RISERVE SPECIALI CHE VENGONO MOBILITATE IN SITUAZIONI DIFFICILI DI ATTIVITA’ MUSCOLARE, CARATTERIZZATE DA UN’INTENSITA’ O DURATE ELEVATE. (nel pattinaggio corsa è preferibile l’intensità, o rendendo più difficile il gesto tecnico) • RISERVE PROTETTE AUTOMATICAMENTE. • Hollman e Hettinger, 1976

  15. Supermetodi PFS • OBIETTIVO: REALIZZAZIONE DELLA RISERVA SPECIALE ELEVARE AL MASSIMO LA PRSTAZIONE

  16. SUPERMETODI • Il progresso della maestria sportiva degli atleti di alto livello è LEGATA ALLA REALIZZAZIONE DELLA RISERVA SPECIALE delle capacità motorie dell’organismo. • IL PIENO UTILIZZO DI QUESTA RISERVA ELEVERA’ AL MASSIMO LA PRESTAZIONE.

  17. SUPERMETODI • La principale caratteristica dei supermetodi: • I loro effetti allenanti sono basati sul principio dell’intensificazione FORZATA del regime di lavoro dell’organismo. • Infatti l’effetto allenante di qualsiasi metodo naturale di allenamento E’ LIMITATO DALLA FORZA DI VOLONTA’ IN UN DETERMINATO MOMENTO.

  18. SUPERMETODI • Assicurano un regime di lavoro che nei suoi parametri più importanti supera il regime di lavoro tipico delle gare. • I supermetodi devono risolvere il problema del massimo aumento delle capacità funzionali degli atleti di alto livello, per un ulteriore progresso della loro maestria sportiva.

  19. SUPERMETODI • CREARE CONDIZIONI CHE • COSTRINGONO • IL SNC ED ALTRI SISTEMI FISIOLOGICI A LAVORARE IN UN REGIME SUPERINTENSO.

  20. PERCHE’ I SUPERMETODI NELLA PFS. IN UN ALLENAMENTO D’ELITE PLURIENNALE SI SVILUPPANO ADATTAMENTI LIMITE SOPRATTUTTO NEGLI SPORT DI RESISTENZA. ( AUMENTO DIMENSIONI DEL CUORE E VO2MAX) SECONDO ALCUNI AUTORI IL VO2MAX NON HA RAPPORTO CON LE PRESTAZIONI DI VERTICE NELLE CORSE DI RESISTENZA. DEVE RAGGIUNGERE LIVELLI DI RIFERIMENTO. IL VO2MAX NON E’ UN BUON INDICATORE DELLA CAPACITA’ DI PRESTAZIONE. SONO NOTE DISCREPANZE NEL RAPPORTO TRA VO2MAX E CAPACITA’ DI PRESTAZIONE TALE RAPPORTO VALE SOLO PER POPOLAZIONI DI ATLETI CON GRANDE MARGINE DI VARIAZIONE NELLE BASI DELLA PRESTAZIONE ( NEL PATTINAGGIO CORSA SONO LE NAZIONI EMERGENTI) (NEUMAN, COSTILL, ROCKER, E AL.)

  21. DOVE TROVARE LE RISERVE DI PRESTAZIONE? (SOPRATTUTTO PER LE PRESTAZIONI DI RESISTENZA.) ALLENAMENTO IN ALTITUDINE. CAMBIAMENTO DI SPORT. PAUSE MIRATE NEL CARICO. AUMENTO RESISTENZE AL MOVIMENTO. RAGGIUNGERE UNA SPINTA PROPULSIVA PIU’ ELEVATA NON SOLO AUMENTO DI VOLUME MA PRESTAZIONE SPECIFICA DELLA SPINTA PROPULSIVA, PIU’ VELOCITA’. SOLLECITARE IL METABOLISMO ANAEROBICO. MEDIANTE UNA PIU’ ELEVATA CAPACITA’ DI PRESTAZIONE AEROBICA SPECIFICA. LAVORO INDIVIDUALIZZATO IMPORTANTE DETERMINARE LA SOGLIA METABOLICA AEROBICA – ANAEROBICA. MIGLIORARE LA SENSIBILITA’ NELL’AZIONE PROPULSIVA. MIGLIORARE E RENDERE PIU’ EFFICACE L’AZIONE DEL RISCALDAMENTO, E DEL DEFATICAMENTO. MIGLIORARE LE CAPACITA’ DI ALLUNGAMENTO MUSCOLARE E DI MOBILITA’ ARTICOLARE

  22. AUMENTARE IL CARICO DI LAVORO SPECIFICO DEL SISTEMA LOCOMOTORIO E DI SOSTEGNO MISURE DIRETTE AD INCREMENTARE L’ALLENABILITA’ GENERALE CON CARICHI GENERALI ASPECIFICI SPECIFICI PRORPIOCETTIVI MISURA DIRETTE AD AUMENTARE LA POSSIBILITA’ DI INCREMENTO DELL’ALLENABILITA’ MIGLIOR INTERPRETAZIONE DEL RISCALDAMENTO MIGLIOR INTERPRETAZIONE DEL DEFATICAMENTO MIGLIOR ELASTICITA’ MUSCOLARE – POSTURA E MOBILITA’ ARTICOLARE.

  23. COME DETERMINARE LA VELOCITA’ AEROBICA MASSIMALE? TEST DI MADER TEST CONCONI TEST DI LAGER – PER LA CORSA A PIEDI – UTILE NELLA PFS A SECCO TEST DI ARCELLI – BISCIOTTI (MODIFICATO) TEST DI LAGER CORSA A NAVETTA CON DISTANZA DI 20 MT. (UTILE E FONDAMENTALE PER CONTINUE ACCELLERAZIONI E CAMBI DI DIREZIONE) TEST DI ARCELLI - BISCIOTTI

  24. IL RISULTATO   La velocità critica in metri/secondo corrisponde alla velocità di soglia anaerobica. Per esprimerla in chilometri/ora si deve moltiplicare per 3.6 Esempio: tempo sui 525m. (3giri lanciati su pista di 175m) ; (16,7+16,7+16,9=) 50,2 tempo sui 1050m.(17,0+16,8+17,0+17,2+ 17,4+17,8=)103,2 1050-525= 525/103,2-50,2= 53 525/53=9,9056 m/sec. X 3.6 = 35.660 La velocità di 35,660 indica la velocità critica del soggetto in questione, per quella pista : di conseguenza è la velocità alla quale poter fare riferimento per carichi di lavoro aerobico o anaerobico che siano. Calcolando il tempo sul giro ne consegue che il tempo limite di 17”37. Le tabelle di allenamento che ne conseguono dovrebbero considerare questo parametro per prove allenanti la resistenza veloce: Ripetute di 800/1200m. Singolo evento di 3000m. Per prove allenanti la velocità tempo inferiore e ripetute di 250/450m Numero max consigliato di ripetute 3-4 con recuperi di 3’

  25. QUALI ESERCITAZIONI PER AUMENTARE IL CARICO DI LAVORO DEL SISTEMA LOCOMOTORIO E DI SOSTEGNO? ANALISI CINEMATICA E FUNZIONALE DEL PATTINAGGIO CORSA.

  26. Rappresentazione dei relativi ruoli di adattamento neurale e morfologico all’allenamento di forza massimale. Nella prima fase di allenamento si nota una fase predominante di adattamento neurale. Questa fase è stata studiata nella maggior parte delle ricerche pubblicate nella letteratura internazionale. Lavori sperimentali che sono stati protratti per lungo tempo mostrano un successivo adattamento miogeno e la relativa ipertrofia (modificato da: Sale, 1988)

  27. Legge di Hennerman Il reclutamento delle fibre rispetto all’intensità del carico (Costill 1980) Modello ipotetico di reclutamento delle varie unità motorie lente (ST) intermedie (Fta) e veloci (FTb) (da: Stuart ed Enoka 1983)

  28. Evoluzione delle fibre rapide e lente in seguito a 16 settimane di allenamento e 8 settimane di sospensione dell’allenamento (da: Hakkinen e coll. 1981)

  29. L’importanza del trofismo della cuffia dei rotatori consiste ne fatto che, a seguito del reiterarsi di spinte ( più propriamente slanci ) potenti degli arti superiori, meccanicamente si potrebbero determinare lussazioni o sub-lussazioni della spalla, anche a seguito di improvvise cadute. Per questo e per migliorare l’azione delle spinte degli arti superiori si consiglio potenziare la muscolatura della cosiddetta “cuffia”

  30. METODI DIRETTI AD AUMENTARE LA POSSIBILITA’ DI INCREMENTO DELL’ALLENABILITA’ IL RISCALDAMENTO E’ è costituito da una vastissima gamma di esercitazioni, che hanno lo scopo di preparare l’atleta nelle condizioni muscolari, organiche, nervose, psicologiche ottimali per affrontare impegni fisici di elevata intensità, sia in allenamento che in gara. PRIME RACCOMANDAZIONI: SPECIFICITA’ PER GESTO ED IMPEGNO FISIOLOGICO SOGGETTIVITA’ IN FUNZIONE DEL LIVELLO DI QUALIFICAZIONE, DELL’ETA’ AGONISTICA DELL’ETA’ANAGRAFICA DEL GRADO DI PREPARAZIONE DISTINGUERLO DAL PRE - ALLENAMENTO PRE – GARA RISCALDAMENTO ALLENANTE.

  31. PERCHE’ IL RISCALDAMENTO? ASINCRONIE NELL’ENTRATA IN FUNZIONE DELLE ATTIVITA’ BIOLOGICHE ASINCRONIE TRA ESECUZIONE MENTALE E PRATICA CONCENTRAZIONE OTTIMIZZARE DIVERSE FUNZIONI. INNALZAMENTO DELLA TEMPERATURA CORPOREA PORTARLA A 38,5°-39°.

  32. CONSEGUENZE: • AUMENTO VELOCITA’ PROCESSI METABOLICI: +13% OGNI GRADO DI T. CORPOREA; • AUMENTO IRRORAZIONE SANGUIGNA, APERTURA E DILATAZIONE CAPILLARI; • MIGLIO RIFORNIMENTO O2 E SUBSTRATI ENERGETICI; • AUMENTO ATTIVITA’ ENZIMATICHE; • AUMENTO PROCESSI ECCITAZIONE – CRONOASSIA; • AUMENTO POTENZIALE DI STIMOLO; • + ECCITABILITA’ SNC; • + SENSIBILITA’ DEI RECETTORI SENSORIALI + COORDINAZIONE; • + VELOCITA’ REAZIONE – CONTRAZIONE FINO AD UN MASSIMO DEL 20%; • - RESISTENZE VISCO – ELASTICHE DEI MUSCOLI POSSIBILITA’ DI – INFORTUNI; • + CAPACITA’ DI CARICO DELLE ARTICOLAZIONI; • SE IL FATTORE LIMITANTE LA PRESTAZIONE E’ IL SISTEMA CARDIOPOLMONARE • SENGONO ATTIVATI AUMENTO DEL VOLUME CARDIACO, CIRCOLATORIO, E QUANTITA’ • DI SANGUE IN CIRCOLO, PER VINCERE LE RESISTENZE PERIFERICHE, SI INSTAURA • UN DEBITO DI O2, CHE VERRA’ PAGATO ALLA FINE; • BENEFICI DI CARATTERE PSICHICO, GENERATO UN SISTEMA DI ECCITABILITA’ • CHE MOBILIZA LE ENDORFINE, ATTIVAZIONE STATO DI VIGILANZA;

  33. VOLUME E INTENSITA’ DEL RISCALDAMENTO. ESERCITAZIONI A CARATTERE GENERALE E SPECIFICO. DURATA 25 AI 45’; INIZIO ESERCITAZIONI TIPO GENERALE; PROSEGUIO ESERCITAZIONI CARATTERE SPECIFICO; TERMINARE CON CARICHI PRELIMINARI VERI E PROPRI; ESERCITAZIONI DI ALLUNGAMENTO E DI SCIOLTEZZA; IL MASSAGGIO NON E’ FORMA ATTIVA DI RISCALDAMENTO, UTILIZZATO COME INTEGRAZIONE PER SCIOGLIERE MUSCOLI CONTRATTI; PIU’ E’ ALTA L’ETA’ ANAGRAFICA ED AGONISTICA DELL’ATLETA PIU’ E’ LUNGO; CONSIDERARE LO STATO DI ALLENAMENTO; MOTIVARE LE FORME DI RISCALDAMENTO IN FUNZIONE DELLA MOTIVAZIONE ALLA GARA, A VOLTE SERVE A MOTIVARE CHI NON LO E’ ANCORA; CONSIDERARE I MOMENTI DELLA GIORNATA, NEL SONNO LE FUNZIONI CORPOREE RALLENTANO, LA MATTINA E’ NECESSARIO + TEMPO; CORRELARE IL RISCALDAMENTO ALLA SPECIFICA GARA + INTENSO SARA’ LO SFORZO + FONDAMANTALE IL RISCALDAMENTO ( ANALISI GARE); TENERE CONTO DELLA TEMPERATURA E CONDIZIONI ESTERNE; TENERE CONTO DEI DIVERSI APPUNTAMENTI GIORNALIERI DI ALLENAMENTO O DI GARA, TRASCORSE + DI 6 ORE OCCORRE PROGRAMMARLO EX-NOVO.

  34. PERCHE’ IL DEFATICAMENTO? AL PARI DEL RISCALDAMENTO IL DEFATICAMENTO RISTABILIZZA LE FUNZIONI BIOLOGICHE, E PSICOLOGICHE. QUESTA VOLTA ALTREATE DAL CARICO DI LAVORO ( DI ALLENAMENTO O DI GARA). LA SCORIA METABOLICA PRODOTTA DAL LAVORO MUSCOLARE E’ L’ACIDO LATTICO. MIALGIA MUSCOLARE, DOVUTA A DANNI DI NATURA MECCANICA DELLE CELLULE MUSCOLARI (DISTACCO STRUTTURE CONTRATTILI DALLA LINEA Z E RIGONFIAMENTO MITOCONDRI). INFIAMMAZIONE ASETTICA – AUMENTO CREATINA FOSFOCHINASI CK, SOPRATTUTTO DOPO CARICHI ECCENTRICI, O INUSUALI.

  35. L’ACIDO LATTICO. LA CONCENTRAZIONE EMATICA DI ACIDO LATTICO A RIPOSO DIPENDE DALL’ALIQUODA PRODOTTA, DALLA VELOCITA’ DI DIFFUSIONE, DALLA QUANTITA’ RIMOSSA. IN FUNZIONE DELLA POTENZA AEROBICA; IN FUNZIONE DELLA T. ESTERNA + ALTA A 36° CHE A 20° MAGGIORE SE LAVORANO PICCOLI GRUPPI MUSCOLARI; COME RIMUOVERE L’ACIDO LATTICO? PRODIZIONE DI LA DATA DA SQUILIBRIO TRA GLICOLISI E QUOTA DI ACIDO PIRUVICO UTILIZZATA DAL CICLO DI KREBS. QUESTO CI FORNISCE LA POSSIBILITA’ DI UTILIZZARE IL LA COME FONTE ENERGETICA.

  36. Come smaltire l’acido lattico? • Dimostrazioni pratiche ci indicano che: • Ropo 3 x 60” recupero 4’ la produzione di LA passava da 10mg/100ml di sangue a 150/200mg/100ml di sangue; questo lavoro ad intermittenza fu seguito da riposo assoluto e da carichi di lavoro submassimali. • Risultati: • Riposo assoluto lattato rimosso pari a 2-3 mg/100ml di sangue al minuto; • Lavoro submassimale lattato rimosso 8 – 10 mg/10ml di sangue al minuto, per lavoro submassimale eseguito al 60/80% del VO2max.

  37. ALLA LUCE DI QUESTI STUDI SI PUO’ AFFERMARE CHE: DOPO ESERCIZI DI SFORZO MAX E PROLUNGATO, TALE DA PRODURRE UNA QUANTITA’ NOTEVOLE DI LA, LA RIMOZIONE DI QUESTO VIENE FAVORITA NOTEVOLMENTE SE VENGONO ESEGUITI CARICHI DI LAVORO SUBMAX, DURANTE I QUALI L’ACIDO LATTICO VIENE UTILIZZATO COME CARBURANTE E QUINDI METABOLIZZATO. QUINDI IL DEFATICAMENTO E’ FONDAMENTALE PER SMALTIRE LE SCORIE METABOLICHE PRODOTTE. ED UTILIZZARE IL LA COME FONTE DI ENERGIA PER NUOVE E FUTURE PRESTAZIONI SPORTIVE.

  38. LO STRECHING E LA MOBILITA’ ARTICOLARE. ANNI DI ATTIVITA’ FISICA E CARICHI DI LAVORO INTENSI PORTANO A MODIFICAZIONOI STRUTTURALI DELLE MASSE MUSCOLARI E TENDINEE. A VOLTE QUESTE MODIFICAZIONI STRUTTURALI PORTANO A LIMITARE IL GESTO TECNICO O A SCADIMENTI DI TENSIONI MUSCOLARI CON CONSEGUENTE DIMINUZIONE DELLA PRESTAZIONE. LEGGE DI BORELLI – WEBER. FICK "La lunghezza delle fibre è proporzionale all’accorciamento ottenuto dalla loro contrazione e questo è circa uguale alla metà della lunghezza delle fibre". • Ad ampiezza completa, massimo allungamento massima contrazione • Allungamento completo, contrazione incompleta • Allungamento incompleto, contrazione completa • Allungamento e contrazione incomplete

  39. UNA MUSCOLATURA ACCORCIATA CON MINORE CAPACITA’ DI ALLUNGAMENTO GENERA MINOR FORZA. Un aumento della mobilità porta ad un miglioramento della fluidità del gesto dell’armonia e dell’espressività del movimento, ampliando anche la gamma delle tecniche motorie specifiche, accelerando il processo di apprendimento e di rifinitura del movimento. Un aumento della mobilità porta ad un miglioramento della fluidità del gesto dell’armonia e dell’espressività del movimento, ampliando anche la gamma delle tecniche motorie specifiche, accelerando il processo di apprendimento e di rifinitura del movimento. Una buona elasticità e mobilità permette un ottimale lavoro dei muscoli agonisti, antagonisti e sinergici, contribuendo a mantenere POSTURE corrette e prevenire squilibri muscolari.

  40. PRINCIPI PER LE MODALITA’ DI LAVORO SULLO STRACHING. RAPPORTO DIRETTO ED INVERSO TRA STATO DI ALLENAMENTO E CAPACITA’ DI ALLUNGAMENTO MUSCOLARE RAPPORTO DIRETTO TRA RISCALDAMENTO E MOBILITA’ARTICOLARE RAPPORTO DIRETTO TRA MOBILITA’ ARTICOLARE ED ETA’ RAPPORTO DIRETTO TRA MOBILITA’ ARTICOLARE E SESSO.

  41. Rapporto con l’affaticamento muscolare: quando la muscolatura è eccessivamente acidificata, conseguenza di carichi intensi, e non viene svolto il lavoro submassimale che permette lo smaltimento dell’acido lattico, ritardando così il ristabilirsi della corretta osmolarità, ci sarà un aumento della ritenzione idrica, nelle cellule muscolari, che si gonfiano, e questo porta ad una maggiore rigidità muscolare e relativo calo della mobilità articolare. (cfr. Martin, Borra 1983). In rispetto della legge di Borelli – Weber durante gli allenamenti di forza e rapidità, occorre fare attenzione che l’escursione dei movimenti (angoli articolari), con i quali si lavora sia sempre completa, o che i gruppi muscolari che determinano la prestazione non vengano rafforzati unilateralmente, accorciandosi gradualmente per il prodursi di uno squilibrio muscolare.

More Related