1 / 28

I senza fissa dimora a Bologna - Un’inchiesta etnografica-

I senza fissa dimora a Bologna - Un’inchiesta etnografica-. gruppo di ricerca di etnografia del pensiero. Una ricerca sulle parole e il pensiero di un gruppo di senza fissa dimora nella città di Bologna Condotta secondo la metodologia di ricerca dell’Etnografia del pensiero.

teresa
Download Presentation

I senza fissa dimora a Bologna - Un’inchiesta etnografica-

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. I senza fissa dimora a Bologna - Un’inchiesta etnografica- gruppo di ricerca di etnografia del pensiero

  2. Una ricerca sulle parole e il pensiero di un gruppo di senza fissa dimora nella città di Bologna Condotta secondo la metodologia di ricerca dell’Etnografia del pensiero.

  3. Obiettivi Conoscere la realtà dei senza fissa dimora “dall’interno”, attraverso lo studio delle parole con cui essi stessi descrivono la propria esperienza Questioni chiave Come i senza fissa dimora descrivono le proprie esperienze? Con quali parole? Come pensano la loro condizione? Come rendono possibile tale realtà?

  4. Obiettivi Conoscere il rapporto con il luogo/i luoghi (servizi d’aiuto, associazione, mensa, centro di accoglienza…) in cui si svolge in maniera più o meno organizzata la realtà sociale dei sfd a Bologna. Questioni chiave Cosa pensano i sfd di questi luoghi? Cosa pensano della loro gestione? Cosa pensano delle associazioni/enti che li gestiscono?

  5. Obiettivi Trarre prescrizioni utili al miglioramento e gestione della realtà indagata a partire da come è pensata dai diretti interessati. Individuazione di una serie di indicazioni con cui potranno confrontarsi le istituzioni e tutti i soggetti coinvolti nella gestione del fenomeno a livello locale e nazionale Questioni chiave Quali sono i principali problemi che i sfd dichiarano di dover affrontare? Quali soluzioni sperimentano quotidianamente per provare a risolverli? Quali indicazioni se ne possono trarre per mettere in atto strategie di intervento efficaci?

  6. Cenni metodologici Primato della dimensione soggettiva Pensare la situazione dall’interno, attraverso le parole di chi la rende possibile senza avervi competenze di governo Ciò implica Campione piccolo, ma significativo e studiato in profondità

  7. Cenni metodologici Strumento di lavoro: intervista Questionario-guida a risposta aperta, elaborato a partire dalle caratteristiche del luogo e della popolazione da indagare Colloqui della durata media di 1,5 h Intervistato sempre anonimo e interpellato solo se particolarmente disponibile a collaborare

  8. Cenni metodologici Analisi del contenuto Criteri elaborati dal Grep Ogni intervista considerata sia nella sua singolarità interna, sia in rapporto alle altre Le conoscenze nuove sulla realtà sociale ottenute non sono qualcosa di oggettivo da scovare nei discorsi degli intervistati ma scaturiscono dal rapporto fra un doppio pensiero: quello degli intervistati e quello del ricercatore. La convinzione è che questo pensiero sia indagabile solo avendo la massima fiducia nelle parole e scommettendo che alcune di esse siano più importanti di altre. Ovvero: sono le parole che problematizzano la realtà, non il discorso che le lega.

  9. STUDIOPRELIMINARE Costituzione di un archivio di riferimento tramite raccolta di testi, saggi, opuscoli e altre pubblicazioni sul fenomeno, con particolare riferimento alla città di Bologna. AA. VV., La vita di ogni giorno: i contesti territoriali dei senza fissa dimora, Bologna 2005 AA.VV., Dove andare per...: la guida per le persone senza fissa dimora, Bologna 2007 (IV edizione) Barnao C., Sopravvivere in strada: elementi di sociologia della persona senza dimora, Milano 2004 Bergamaschi M., Servizio e forme emergenti di bisogno, in Landuzzi C., Pieretti G., Servizio sociale e povertà estreme. Accompagnamento sociale e persone senza dimora, Milano 2003 Pavarin R. M. (a cura di), Disagio sociale e marginalità a Bologna, Roma 2006 Pavarin R. M., Albertazzi V. (a cura di), Disagio sociale e marginalità nella città di Bologna, Bologna 2005 Roversi A., Bondi C., Senza fissa dimora a Bologna, in Metronomie: ricerche e studi sul sistema urbano bolognese, Bologna 1997 Scandurra G., Tutti a casa.Il Carracci: etnografia dei senza fissa dimora a Bologna, Rimini 2005 Tosi Cambini S., Gente di sentimento: per un’antropologia delle persone che vivono in strada, Roma 2004

  10. STUDIOPRELIMINARE Circa 500 i senza dimora italiani presenti a Bologna, su una popolazione di 380.000 abitanti 80% uomini20% donne Non sono disponibili dati sui senza dimora stranieri . Si ipotizza un numero elevato soprattutto tra gli irregolari (i residenti stranieri regolari a Bologna sono 17.670)

  11. STUDIOPRELIMINARE Fonte: Dove andare per...: la guida per le persone senza fissa dimora, Bologna 2007 (IV edizione), a cura di: Provincia di Bologna - Assessorato alla Sanità e Servizi Sociali, Avvocato di Strada, associazione Amici di piazza Grande Onlus. Servizi offerti • Principale ente di riferimento per l’accesso ai servizi • per i senza dimora a Bologna: • Servizio Sociale Adulti del Comune • Punti di ascolto: 11 • gestiti dal Comune di Bologna, dalla Caritas e da diverse Associazioni • Assistenza legale gratuita: • 4 sportelli del progetto “Avvocato di strada” (esperienza nata a Bologna nel 2000 • con l’obiettivo fondamentale della tutela dei diritti delle persone senza dimora) • 4 sportelli legali per cittadini immigrati gestiti da Associazioni varie. • Servizi itineranti: • 4 servizi mobili di sostegno forniti dal Comune di Bologna e da alcune Associazioni.

  12. STUDIOPRELIMINARE Servizi offerti • Assistenza medica gratuita: • 7 ambulatori che offrono visite mediche, visite odontoiatriche, farmaci, attrezzatura ortopedica, occhiali a persone non assistite dal Servizio Sanitario Nazionale. • Pasti gratuiti: • 9 mense gestite dal Comune di Bologna e da alcune Parrocchie. • Bagni e docce calde: • 4 strutture gestite dalla Caritas, dal Comune di Bologna e da Associazioni. • Distribuzione vestiario: • 8 centri di distribuzione gestiti da alcune Parrocchie e Associazioni. • Centri di accoglienza: • 7 strutture gestite dal Comune di Bologna, da Cooperative Sociali e da Associazioni varie, per un totale di circa 350 posti letto.

  13. TARGET Al centro delle inchieste del GREP stanno delle soggettività, legate a un determinato reale, che si svolge in un determinato luogo. Al fine di incontrare i soggetti da intervistare nei luoghi più significativi per la loro esperienza di vita, si è scelto come prospettiva d’analisi privilegiata quella dei centri di accoglienza Bologna caratterizzata da forte istituzionalizzazione, (tema che emerge molto anche dalle interviste, sembra di “arrivare in paradiso”)

  14. TARGET Centri accoglienza a Bologna • Casa del riposo notturno "M. Zaccarelli" • Offre 68 posti letto, 64 uomini e 4 donne. Ai posti letto • si accede tramite la lista dello sportello unico. • Opera di Padre Marella • Offre 60 posti letto a chiunque sia senza dimora compresi immigrati. • Aperto dalle 8 alle 17 e si accede tramite colloquio in sede. • Riparo Notturno di Via Lombardia • Offre ospitalità temporanea a persone adulte in condizione di disagio sociale. Posti totale 32, 28 uomini e 4 donne. L'accesso diretto è regolato sulla base di una lista di attesa, alla quale ci si può segnare ogni sera, dalle 19 alle 20 recandosi in struttura e lasciando il proprio nominativo agli operatori. La permanenza è stabilita in una settimana a decorrere dalla prima sera di ingresso. • “Rifugio notturno” di via del Gomito • Rifugio notturno della solidarietà. Offre 30 posti letto a persone senza dimora e a tossicodipendenti. • Struttura "Madre Teresa di Calcutta" • Offre 19 posti letto per sole donne. Si accede ai posti letto solo attraverso la lista dello sportello unico del Servizio Sociale Adulti.

  15. TARGET Il Luogo: Centro di accoglienza Beltrame Servizio comunale nato nel 1968, gestito dalla Cooperativa Sociale Società Dolce di Bologna dal 1994. Tipologia del Servizio: accoglienza residenziale per cittadini italiani e stranieri senza fissa dimora (5 posti sono riservati a stranieri con status di rifugiati politici). Accesso: si accede su segnalazione dei servizi socio-sanitari, o su invio da parte dell’Equipe Sovrastrutturale che si occupa degli accessi nelle strutture del Comune di Bologna, oppure tramite la Lista Unica del Servizio Sociale Adulti. Cosa offre: alloggio diurno e notturno, assistenza di base e cura della persona, sostegno psicologico, segretariato sociale e intermediazione con altri servizi territoriali, sostegno per problemi di tipo psichiatrico, attività ricreative all’interno dell’annesso Centro Diurno Multifunzionale. Viene fornito anche un servizio pasti a cura dei volontari delle parrocchie di zona. Posti letto disponibili: 115, di cui 103 per uomini, 12 per donne, in aree separate suddivise in camere da 2/3 persone. Sono disponibili anche tre spazi multifunzionali per le attività diurne e i pasti. Professionalità impiegate: coordinatori, assistenti di base, educatori, psicologo, addetti alle pulizie, operatori addetti alla portineria, per un totale di circa 20 unità.

  16. TARGET All’interno del Centro di accoglienza Beltrame ha sede Il Servizio Sociale Adulti del Comune di Bologna (principale ente di riferimento per l’accesso ai servizi per i senza dimora). Vi hanno accesso annualmente circa 2000 utenti (dati forniti dal responsabile area disagio adulti della Cooperativa sociale Società Dolce che gestisce il servizio)

  17. LA STRUTTRA Primo Livello ospiti -solo notte- 115 posti letto (103 u. - 12 d.) Richiedenti asilo inclusi 14 p.l. soli uomini Accesso: Lista Unica del Servizio Sociale Adulti Secondo Livello ospiti -24h su 24- 89 uomini, 12 donne (p.l. in aree separate) Accesso: segnalazione dei servizi socio-sanitari Ospiti (I e II liv.) + s.f.d. esterni (previa iscrizione) Centro Diurno annesso (h 12 – 17)

  18. IL CAMPIONE 19 Interiste in profondità 5 14 ospiti fra il personale del centro 1 coordinatore 1 donna (I liv.) + 4 educatori 2 donne (II liv.) 1 uomo (II liv.)

  19. IL CAMPIONE Ospiti Intervistati 2 rifugiati politici (I liv.) uomini 11 del II liv. 1 donna “esterna”, iscritta a frequentare il centro diurno (fidanzata di un ospite intervistato) + 1 donna tentativo “fallito”

  20. IL CAMPIONE

  21. FASI SUCCESSIVE Analisi del contenuto Materiale raccolto: 160 cartelle standard dattiloscritte • Nel report sono stati affrontati i nodi problematici rispetto ai principali temi emersi dall’analisi, ovvero: • Le esperienze degli intervistati • L’importanza del lavoro e delle attività • La concezione del luogo (centro accoglienza) • I rapporti • Il pensiero circa le politiche Elaborazione report

  22. PUNTI CRUCIALI  L’importanza e la rappresentatività del luogo. • Privilegiando nella nostra ricerca ciò che i senza fissa dimora pensano e dicono in rapporto ai luoghi previsti per costoro dalle politiche loro rivolte, abbiamo preferito incontrarli in uno di questi luoghi (il Centro d'accoglienza Beltrame). • Interpellandoli principalmente “qui ed ora”, non rispetto al loro passato (racconti di vita o ricerca di motivazioni/cause scatenanti l’attuale situazione) né rispetto al loro futuro (indagine delle aspettative o progetti personali futuri).

  23. PUNTI CRUCIALI  L’importanza e la rappresentatività del luogo. - In questo senso il luogo prescelto per la ricerca è risultato altamente rappresentativo, dato anche il particolare peso del privato sociale nella gestione del fenomeno dei senza fissa dimora a Bologna, dove i luoghi di frequentazione abituale (al di là della stazione ferroviaria e di una parte circoscritta della zona universitaria) sono luoghi particolarmente strutturati e capillari che forniscono assistenza ed accoglienza. Bologna risulta vissuta come un approdo in cui l’ “eccellenza” dei servizi sociali garantisce un’assistenza sicura. Proprio perché concentrata sul Beltrame, la ricerca mostra anche come tutta la città di Bologna risulti in generale una realtà particolarmente "gestita" e controllata rispetto ad altri territori evidenziando, al contempo, alcune delle criticità che possono emergere all'interno di questo tipo di gestione.

  24. PUNTI CRUCIALI La distanza fisica e morale tra gli ospiti - Mentre spesso chi vive in strada, nella propria condizione di isolamento sociale, è alla ricerca di persone nelle stesse condizioni con cui stabilire vincoli di solidarietà, in un luogo in cui la convivenza è coatta accade che l'isolamento e la distanza fisica e soprattutto morale dagli "altri" siano ricercati e rivendicati. Il disprezzo per "gli altri", visti come falliti e immobili in una situazione di degrado dalla quale non hanno intenzione di riscattarsi, diventa un modo per distinguersi da una popolazione cui invece di fatto si appartiene e per alimentare la speranza di un proprio cambiamento. ("gli altri" sopravvivono, "io" ho una dignità).

  25. PUNTI CRUCIALI La distanza fisica e morale tra gli ospiti • Nel disprezzo per gli altri si insinua anche una vena di razzismo, per cui molti ripetono per esempio (tutti premettendo il classico "non sono razzista") • che i meridionali sono quelli che "sopravvivono", che arrivano a Bologna (che è un' "eccellenza") apposta per farsi mantenere dai servizi sociali • -oppure che gli stranieri (in alcuni casi si tratta di richiedenti asilo politico) sono quelli che creano problemi all'interno del Centro e che non dovrebbero starci perché tolgono posti agli italiani.

  26. PUNTI CRUCIALI Promuovere la dimensione coabitativa e l’investimento in attività • Da parte dell'organizzazione del Centro la dimensione coabitativa non è particolarmente promossa: • il personale è in scarso numero, non sono previsti dei laboratori, si tentano di fare attività di intrattenimento che comunque riscuotono scarsissima adesione proprio in virtù del rifiuto degli ospiti ad avere contatti tra di loro. Sembra essere un circolo vizioso difficile da superare, se non con l'investimento in attività (come laboratori produttivi in cui valorizzare le abilità e rendere evidente e condivisa la "dignità" di ognuno).

  27. PUNTI CRUCIALI Superare la visione del progetto individuale di “reinserimento” • Il luogo sembra essere vissuto prevalentemente • in esteriorità: come luogo di passaggio dal quale uscire seguendo il progetto individuale di reinserimento (spesso reiterato, prolungato e che presenta alcune criticità); • oppure è vissuto in negativo, come costrizione dall'alto in un percorso da cui non si riesce più ad uscire (questa struttura certe persone le ha proprio rovinate, tanto sanno dove mangiare e dormire...). In questo senso vengono auspicate delle “politiche più adeguate” alle reali necessità dei senza fissa dimora, che in alcuni casi si sentono “trattati come animali” nel momento in cui vengono incanalati nei percorsi di recupero istituzionali.

  28. Ci auguriamo che questa ricerca possa contribuire ad ispirare tali “politiche più adeguate”. gruppo di ricerca di etnografia del pensiero

More Related