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DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO E SCUOLA

DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO E SCUOLA. Istituto Comprensivo di Medicina 10 giugno 2010. Due premesse. 1 ª. Distinzione tra difficoltà di apprendimento e disturbo specifico di apprendimento. Le difficoltà di apprendimento.

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DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO E SCUOLA

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  1. DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO E SCUOLA Istituto Comprensivo di Medicina 10 giugno 2010

  2. Due premesse 1ª. Distinzione tra difficoltà di apprendimento e disturbo specifico di apprendimento.

  3. Le difficoltà di apprendimento • Le difficoltà scolastiche sono di tanti tipi diversi e in molti casi sono dovute a fattori che riguardano sia lo studente sia il contesto in cui è inserito.

  4. Le difficoltà di apprendimento • disabilità • ritardo mentale • disturbi emotivi • svantaggi socio-culturali • clima familiare • demotivazione • qualità dell’insegnamento ricevuto, ecc.

  5. I disturbi specifici di apprendimento • I disturbi specifici di apprendimento (DSA) invece sono disturbi nei quali le modalità normali di acquisizione delle abilità strumentali (lettura, scrittura e calcolo) sono alterate già nelle prime fasi di sviluppo e non dipendono da fattori esterni.

  6. Due premesse 2ª. Difficoltà di apprendimento o difficoltà di insegnamento?

  7. Pratiche didattiche non competenti possono incidere pesantemente e a volte irrimediabilmente sulla qualità dell’apprendimento di ciascun allievo.

  8. Che cosa sono i DSA. • l D.S.A. si manifestano in età scolare come una difficoltà di lettura, scrittura e processamento matematico. • Tali abilità non possono essere svolte in modo corretto e fluente per una difficoltà di automatizzazione dei processi di lettoscrittura e calcolo.

  9. Che cosa sono i DSA. • Tali disturbi si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali e nell’ambito di un percorso nella norma. (Cfr. Consensus Conference del 26 gennaio 2007)

  10. Caratteristiche generali (1) • I D.S.A. si manifestano in assenza di disturbi sensoriali, cognitivi, neurologici, relazionali. • Non dipendono quindi da problemi psicologici, da pigrizia, da poca motivazione, da scarse capacità cognitive.

  11. Caratteristiche generali (2) • Carattere evolutivo. • Diversa espressività del disturbo nelle diverse fasi evolutive. • Comorbilità (associazione ad altri disturbi). • Carattere neurobiologico delle anomalie processuali che caratterizzano i DSA.

  12. Caratteristiche generali (3) • Familiarità per il disturbo nel 60-70% dei casi. • Prevalenza accentuata nei maschi. • Impatto significativo e negativo per l’adattamento scolastico e per le attività della vita quotidiana.

  13. Comprendono i disturbi delle abilità scolastiche quali: • Dislessia, • Disortografia, • Disgrafia, • Discalculia.

  14. La Classificazione internazionale ICD10 (International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems 10th Revision, Version for 2007) dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), registra i disturbi specifici di apprendimento nell’asse F81.

  15. Classificazione ICD-10 (OMS,1992) F80 - Disturbi evolutivi specifici dell’eloquio e del linguaggio F81 - Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche F82 - Disturbo evolutivo specifico della funzione motoria

  16. F81 - Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche • F81.0 – Disturbo specifico di lettura • F81.1 – Disturbo specifico della compitazione (isolare uditivamente i singoli fonemi che compongono la parola da scrivere e selezionare i corrispondenti grafemi) • F81.2 – Disturbo specifico delle abilità aritmetiche • F81.3 – Disturbi misti delle abilità scolastiche • F81.8 – Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche • F81.9 – Disturbi evolutivi delle abilità scolastiche non specificati

  17. La dislessia (F81.0) • Disturbo Specifico di lettura o Dislessia Evolutiva; • è il più importante tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento per ragioni storiche, per la numerosità di studi pubblicati, per la rilevanza sociale (dal 3% al 5% dei soggetti in età scolare) ed educativa (insuccesso e abbandoni prematuri).

  18. Come legge un dislessico

  19. La dislessia (2) • E’una disabilità dell’apprendimento della lingua scritta e della capacità di leggere e scrivere. • Non è una malattia, ma piuttosto una disfunzione congenita di origine neurobiologica di alcune aree corticali. • Non è attribuibile a: - deficit sensoriali - scarsa intelligenza - disturbi emotivo-comportamentali - svantaggio socio-culturale

  20. La dislessia (3) …è una disabilità significativa e persistente, ma che si modifica nel tempo: - a volte fino quasi a scomparire; • altre volte attenuandosi notevolmente. In un numero ristretto di casi resta severa. Recuperati (20%) Compensati (50%)

  21. La disortografia (1) • Il disturbo di scrittura è detto disortografia, cioè difficoltà nel realizzare i processi di correzione automatica del testo. • Nei testi scritti di questi bambini si trovano errori tipici (scambi, omissioni-aggiunte, inversioni di lettere, errori di "regole", doppie, attaccatura-staccatura delle parole), a volte si aggiunge la componente disgrafica.

  22. La disortografia (2) • L'incompiuta automatizzazione della scrittura richiede un investimento eccessivo di attenzione sugli aspetti ortografici, con una maggiore incidenza di errori e un peggioramento della grafia. • Di conseguenza si ha una significativa caduta nella produzione di testi coerenti e coesi.

  23. La disgrafia (1) • La disgrafia è una difficoltà esecutiva del tratto grafico tale da rendere il testo incomprensibile anche agli autori stessi. • Nei bambini disgrafici si possono notare sia una produzione poco fluida e rallentata del testo, sia una "brutta" grafia.

  24. La disgrafia (2)

  25. La disgrafia (3)

  26. La discalculia (1) • La discalculia o disturbo specifico del calcolo si manifesta con la difficoltà di automatizzazione di semplici calcoli e delle tabelline e nella manipolazione dei numeri e dei segni aritmetici. • La soluzione dei problemi matematici in genere è buona, ma può essere compromessa da un eccessivo impegno del bambino nel calcolo e nella lettura e scrittura del numero.

  27. La discalculia (2) • Secondo gli esperti le discalculie specifiche evolutive interessano non più dello 0,2% della popolazione, mentre problemi di calcolo o legati alla matematica riguardano 3-5% dei bambini e se si passa dalle difficoltà di calcolo al disagio verso l’apprendimento della matematica la percentuale aumenta considerevolmente.

  28. La discalculia (3) Prima di sospettare una discalculia bisogna escludere tutti gli altri fattori legati soprattutto ad errori nella didattica della matematica.

  29. Come si manifestanoi Disturbi Specificidi Apprendimento

  30. Gli insegnanti sono in una posizione favorevole perché possono osservare i bambini sia nei momenti di svago, sia nei momenti di lavoro. • E’ necessario prestare attenzione a fattori diversi a seconda del grado di scuola (natura evolutiva del disturbo).

  31. Possibili indicatori (1) SCUOLA DELL’INFANZIA (3-5 anni) • L’acquisizione del linguaggio è stata più lenta. • Permangono difficoltà di linguaggio (pronuncia dei suoni non buona o frasi incomplete). • Scarsa abilità nell’utilizzo delle parole nei giochi linguistici, nelle rime, nelle storielle inventate,… • Non adeguata padronanza fonologica. • Nella copia da modello difficoltà o disordine nel foglio. • Lentezza nelle varie attività. • Manualità fine inadeguata. • Disturbo MBT. • Goffaggine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe.

  32. Possibili indicatori (2) SCUOLA PRIMARIA (5-7 anni) • Lentezza nell’apprendere e nello stabilizzare la corrispondenza tra lettere e suoni. • Lettura molto lenta o molto scorretta. • Difficoltà nella comprensione del testo letto (è una conseguenza). • Difficoltà di copia dalla lavagna. • Perdita della riga e salto delle parole in lettura. • Difficoltà ad utilizzare lo spazio nel foglio. • Difficoltà con i diversi caratteri tipografici. • Lettere, numeri e simboli scambiati (12/21; p/b/q/d; sc/cs; a/e; +/x). • Sostituzione di suoni simili (f/v p/b d/t m/n r/l s/z). • Omissione o aggiunta di lettere o sillabe (taolo per tavolo) • Difficoltà nell’uso delle doppie.

  33. Possibili indicatori (3) • Generale inadeguata padronanza fonologica. • Difficoltà ad imparare e ad usare l’ordine alfabetico. • Possibile confusione tra destra e sinistra. • Problemi di memoria a breve termine. • Difficoltà nell’organizzazione del tempo;. • Difficoltà nel sapere che ore sono e nel leggere l’orologio. • Difficoltà nelle abilità di motricità fine, come allacciarsi le scarpe o i bottoni; • Problemi di attenzione e di concentrazione o iperattività.

  34. Possibili indicatori (4) • Difficoltà nel memorizzare i giorni della settimana, i mesi in ordine (spesso non ricordano la loro data di nascita, qual è il giorno di Natale, i nomi delle stagioni,… ). • Difficoltà ad imparare le tabelline, le serie numeriche, soprattutto i numeri dopo il 10. Anche quando hanno imparato le sequenze, hanno difficoltà di recupero funzionale. ESEMPIO Che giorno è oggi? In che mese siamo? Quale viene prima e quale viene dopo?

  35. IMPORTANTE! Non costituiscono un indice diagnostico.

  36. Valutazione e diagnosi (1) QUANDO? Al termine della seconda primaria per dislessia e disortografia. Alla fine della classe terza per la discalculia.

  37. Valutazione e diagnosi (2) DA CHI? Dai medici o dagli psicologi del servizio di Neuropsichiatria infantile dell'Asl o da specialista privato. (Cfr.Nota Ministeriale del 05.01.2005)

  38. Valutazione e diagnosi (3) PERCHE’? • Più tardi la difficoltà del bambino viene riconosciuta, più si complica il problema, perché questi disturbi possono impedire a un bambino di apprendere le basi fondamentali (lettura, scrittura e calcolo) e influire negativamente sull’autostima e sulla motivazione.

  39. Valutazione e diagnosi (4) • Questa certificazione non ha nulla a che vedere con la legge 104 sull'integrazione degli alunni diversamente abili e non prevede in alcun modo l'assegnazione di insegnanti di sostegno. • Consente invece agli alunni con DSA di usufruire degli strumenti didattici e formativi previsti dalle circolari ministeriali.

  40. Prestazione a tests specifici inferiore - 2ds dalla media Difficoltà fin dai primi anni di scuola(diagnosi non prima di fine seconda elementare) Criteri di base per la diagnosi Q.I. superiore o uguale a 85 Assenza di menomazioni sensoriali o neurologiche gravi Necessità di escludere disturbi affettivi primari Necessità di escludere come causa prima situazioni di grave svantaggio socioculturale o etnico-culturale

  41. Il criterio principale per emettere diagnosi di dislessia è basato sulla discrepanza tra l’efficienza cognitiva (intelligenza) e l’abilità di lettura efficienza cognitiva deficit debole media lettura

  42. Cosa fare dopo la diagnosi

  43. Considerare la diversità dei profili funzionali e i diversi stadi di sviluppo. • Impostare interventi mirati: • Preventivi • Riabilitativi • Compensativi • Dispensativi

  44. Interventi preventivi (1) !!!!Conoscere i modelli teorici alla base dell’apprendimento!!! Letto-scrittura • Sistemi di scrittura • Ricerca di Ferreiro-Teberosky • “Modelli a due vie” • Competenze metafonologiche • Metodi (sillabico-ortografico; S.L.B-Emiliani/Partesana;…) • Classificazione degli errori nella scrittura e nella lettura.

  45. Calcolo • Modelli di Mc Kloskey, di Campbell • Contributi di Dehaene e Butterworth ecc. • Principi di Gelman e Gallistel • Zona di sviluppo prossimale • Metodo analogico-intuitivo (Bortolato)…

  46. Modello di apprendimento della letto-scrittura (adattato da Frith, 1985)

  47. Modello di apprendimento della letto-scrittura • FASE LOGOGRAFICA Età prescolare • FASE ALFABETICA Primi due anni di scolarizzazione • FASE ORTOGRAFICA • FASE LESSICALE • Legge e scrive parole in modo globale. • Si iniziano ad applicare regole di • conversione fonema/grafema e • grafema/fonema. • Si sviluppano nuove associazioni con parti più complesse es. sillabe suffissi morfemi di/trigrammi. • Le parole vengono lette e scritte • senza bisogno di trasformazioni • parziali.

  48. Fase logografica Fase alfabetica cane Fase ortografica ghiro/giro Fase lessicale luna / l’una

  49. PAROLA SCRITTA SISTEMA DI ANALISI VISIVA MODELLO DI LETTURA A DUE VIE LESSICO DI ENTRATA VISIVO CONVERSIONE SCRITTO/SUONO SISTEMA SEMANTICO LESSICO DI USCITA FONOLOGICO BUFFER FONEMICO PAROLA LETTA

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