1 / 21

CRISI FINANZIARIA E CREDITO ALLE IMPRESE: EFFETTI OSSERVABILI E RISCHI PER L’ ITALIA

CRISI FINANZIARIA E CREDITO ALLE IMPRESE: EFFETTI OSSERVABILI E RISCHI PER L’ ITALIA Ciro Rapacciuolo Centro Studi Confindustria Confindustria Genova Genova, 11 aprile 2008. Credito alle imprese (e alle famiglie) in Italia.

rufin
Download Presentation

CRISI FINANZIARIA E CREDITO ALLE IMPRESE: EFFETTI OSSERVABILI E RISCHI PER L’ ITALIA

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. CRISI FINANZIARIA E CREDITO ALLE IMPRESE: EFFETTI OSSERVABILI E RISCHI PER L’ ITALIA Ciro Rapacciuolo Centro Studi Confindustria Confindustria Genova Genova, 11 aprile 2008

  2. Credito alle imprese (e alle famiglie) in Italia Il credito alle imprese in Italia continua a crescere a ritmi molto sostenuti (+13% in un anno a gennaio 2008 lo stock in euro correnti) nonostante un certo rallentamento dal picco di ottobre (+14,8%) Rallenta invece il credito alle famiglie, ma si resta su tassi elevati: - credito al consumo (+5,3%) - mutui per l’abitazione (+8,1%) Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia.

  3. Tassi sui prestiti alle imprese (e famiglie) in Italia Forte risalita dei tassi di interesse per le imprese in Italia da fine 2005 (6,1% a gennaio 2008): - inizialmente sulla scia dei rialzi BCE - poi (a tassi BCE fermi da giugno 2007) per gli effetti della crisi finanziaria I tassi per le imprese sono saliti anche in termini reali, stabilizzandosi negli ultimi mesi Anche i tassi per le famiglie continuano a salire (6,5%), a un passo più lento Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia, Eurostat.

  4. Tassi sui prestiti alle (piccole e grandi) imprese in Italia Nel 2006-2007 in Italia sono cresciuti notevolmente i tassi (sui nuovi prestiti): - sia per le grandi, da 3,2% a 5,3% - che per le piccole imprese, da 4% a 6% Il 2008 si è aperto con una piccola flessione per entrambe le categorie, che lascia ben sperare per il prossimo futuro Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia.

  5. Tassi e crisi di fiducia in Eurolandia Tuttavia, la crisi di liquidità e fiducia nel mercato interbancario di Eurolandia non è ancora alle spalle: l’Euribor (4,74%) resta quasi tre quarti di punto sopra il tasso BCE (4%) Si prevede una normalizzazione nel corso del 2008, ma i tempi potrebbero essere lunghi ciò si riflette sugli alti tassi pagati dalle imprese (e dalle famiglie) Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Financial.

  6. “Offerta” di credito bancario Maggiore selettività nell’erogazione dei prestiti alle imprese nel terzo e quarto trimestre 2007 in ugual misura per quelli alle PMI e alle grandi imprese Le banche si attendono ancora una restrizione nel primo trimestre 2008 maggiore per le grandi imprese Per i prestiti alle famiglie, invece, non si sono avute restrizioni né per i mutui, né il credito al consumo Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia, indagine su 6 grandi gruppi bancari rappresentativi).

  7. Domanda di credito bancario La domanda di prestiti da parte delle imprese ha rallentato nel 2007, ma restando in aumento : - la richiesta è più per capitale circolante e fusioni-acquisizioni - sempre meno per gli investimenti fissi La domanda di prestiti da parte delle famiglie invece è stata in flessione: - sia per il credito al consumo, che soprattutto per i mutui Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia, indagine su 6 grandi gruppi bancari rappresentativi.

  8. Indagine CSC sul credit crunch Indagine ad hoc per valutare se le imprese abbiano subito o meno una restrizione del credito (campione dell’indagine sulla produzione) Già a ottobre quasi la metà delle imprese italiane (46%) aveva subito un aumento dei tassi sui prestiti rispetto a fine agosto (in media +0,35%) Alla quasi totalità delle imprese (97%) non erano state richieste ulteriori garanzie sottostanti il credito Le restrizioni rilevate (tassi più alti) erano spiegate per il 48,5% dalla crisi finanziaria

  9. Prestiti e Moneta in Eurolandia Il rischio di credit crunch resta limitato in Eurolandia. A febbraio 2008 M3 è ancora in crescita dell’11,3% (due decimi meno di gennaio). - I prestiti alle imprese hanno accelerato ancora (14,8%) - Rallentano quelli alle famiglie, pur rimanendo su tassi elevati (5,8%) In Italia M3 cresce molto meno della media (solo 1,1% il contributo alla crescita, contro il 3,5% in Francia, 2,9% in Germania, 2,1% in Spagna) L’Italia è penalizzata, sia nei mancati tagli odierni nel tasso BCE, che nella precedente fase di rialzi, da una espansione della moneta che viene soprattutto da altri paesi. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia. Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson financial.

  10. Attività bancarie nei paesi di Eurolandia In Italia si è avuta una espansione delle attività bancarie (+11% annuo tra 2003 e 2007) maggiore che in Germania, ma minore rispetto a Francia e soprattutto Spagna (+17,2%). La dimensione complessiva delle attività bancarie (in rapporto al PIL) è minore da noi (222%) rispetto a Germania, Francia e Spagna (281%)

  11. Prestiti bancari nei paesi di Eurolandia Espansione del credito bancario in Italia: tra 2003 e 2007, 8 punti meno che in Spagna, ma più che in Germania e Francia. In Italia c’è più credito per milione di euro di attività bancarie rispetto a Germania, Francia; meno rispetto alla Spagna. Il complesso dei prestiti bancari è minore da noi (in rapporto al PIL) rispetto a Germania, Francia, Spagna.

  12. Imprese in Eurolandia: credito totale e prestiti bancari Mentre i prestiti bancari alle imprese europee accelerano, il credito totale alle imprese sta crescendo molto più lentamente Il credito totale include le emissioni nette di obbligazioni ed azioni - la crisi finanziaria internazionale ha determinato maggiori difficoltà nel collocamento di questi strumenti finanziari - la corsa del credito bancario potrebbe riflettere lo spostamento verso linee di credito aperte prima della crisi Prestiti bancari e credito totale alle imprese non finanziarie in Eurolandia (variazioni % tendenziali) Credito bancario Credito totale Fonte: elaborazioni CSC su dati BCE.

  13. Composizione delle passività delle imprese italiane Per le imprese italiane (campione di 76.593 bilanci) il 62% del passivo è finanziato ricorrendo al capitale di terzi: - il 20,5% è rappresentato da prestiti bancari - il 5% da finanziamenti non bancari (incluse le obbligazioni) - il 24,8% da debiti commerciali - l’11,9% dal ricorso a forme di finanziamento alternative a quelle commerciali o finanziarie L’industria in senso stretto presenta valori vicini alla media per tutte le fonti di finanziamento: - 20,6% di debiti verso banche - 4,4% di finanziamenti non bancari (incluse le obbligazioni) Composizione delle passività delle imprese italiane

  14. Riassumendo, gli effetti sull’Italia Gli effetti della crisi finanziaria internazionale osservabili in Italia sono: - rialzo dei tassi per le imprese (e le famiglie) - maggiore selettività nell’erogazione dei prestiti alle imprese Non si tratta di un vero credit crunch, ossia di una minor disponibilità delle banche a erogare prestiti - quelli alle imprese accelerano (anche se il credito totale molto meno) - quelli alle famiglie rallentano, ma sono le famiglie ad aver ridotto la domanda (per gli alti costi) Il risultato è che i costi finanziari delle imprese sono aumentati significativamente

  15. Rischi: indebitamento eccessivo delle famiglie? In Italia si è avuto un boom delle passività delle famiglie negli ultimi anni Il credito al consumo facilita la vendita di prodotti per le imprese, ma può essere un boomerang: eccesso di indebitamento anche per il credito al consumo? (come per il settore immobiliare negli USA) No: le famiglie italiane presentano ancora l’indebitamento più basso e la maggiore ricchezza netta

  16. Rischi: una mano al rallentamento del Pil italiano? Il Pil in Italia è in netta decelerazione, allo 0,7% nel 2008 secondo le nostre stime (riviste al ribasso) Cause esterne: congiuntura internazionale deteriorata (Usa e Area euro in rallentamento), forza del cambio (1,57 dollari per euro), rincari delle materie prime (petrolio a 106 dollari per barile) In particolare, la domanda interna (consumi delle famiglie e investimenti) rallenta fortemente nel 2008 Cause interne: rialzo dell’inflazione, peggioramento delle aspettative, maggiore incertezza La relazione con il credito (per i consumi, ma anche per gli investimenti) è debole: ridotto impatto diretto della crisi finanziaria sul Pil, da noi Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia.

  17. Rischi: una spinta all’inflazione italiana? Il balzo dell’inflazione (3,3% a marzo 2008) nasce in gran parte dai rincari delle materie prime energetiche ed alimentari: è comune ad Eurolandia La core inflation resta molto più moderata (al netto di alimentari freschi ed energetici): è salita fino al 2,3% a gennaio 2008, scendendo a febbraio (2,1%) Cause: +3,2% il Clup nell’industria nei primi 9 mesi del 2007 +4,2% il costo degli altri input +3,8% i prezzi alla produzione per i beni di consumo a febbraio 2008 (ma anche +5,3% i prezzi al consumo degli alimentari conservati a febbraio 2008) Il credito al consumo non è al momento uno dei motori principali dell’inflazione (perché, come visto, non dà una spinta significativa alla domanda delle famiglie) Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.

  18. Rischio Basilea 2 L’intrecciarsi degli effetti della crisi finanziaria internazionale con quelli di Basilea 2 costituisce un fattore di rischio importante per le imprese europee Potrebbe cambiare l’atteggiamento delle banche, con la necessità di accrescere la loro dotazione di capitale: dato che il capitale è divenuto più costoso sui mercati finanziari, si potrebbe scaricare un ulteriore aumento dei costi finanziari sulle imprese Basilea 2 presenta rischi più elevati per le PMI: la questione è perciò più rilevante in Italia dove il peso delle PMI è maggiore Elementi favorevoli: - il sistema bancario italiano è poco esposto in maniera diretta ai mutui subprime - ha fatto relativamente poco ricorso alle cartolarizzazioni - presenta un buon grado di patrimonializzazione

  19. Rischio PMI Le PMI italiane hanno una qualità creditizia inferiore alle grandi - sono indebitate in misura maggiore a breve - hanno elevata dipendenza da singole banche Ciò riduce il loro rating, aumentando la probabilità che subiscano per prime un eventuale razionamento Vanno considerati anche: - la maggiore rischiosità dei fidi di minore entità - il minor potere contrattuale delle PMI nei confronti delle banche Perciò, la maggiore diffusione delle PMI in Italia potrebbe generare un impatto della crisi finanziaria complessivamente maggiore

  20. CRISI FINANZIARIA E CREDITO ALLE IMPRESE: EFFETTI OSSERVABILI E RISCHI PER L’ ITALIA Ciro Rapacciuolo Centro Studi Confindustria Confindustria Genova Genova, 11 aprile 2008

  21. Banche e sportelli nel confronto internazionale Le banche da noi sono più concentrate (13,9 banche per milione di abitanti, 19,4 in Eurolandia) In Italia abbiamo il più elevato numero di sportelli bancari (777,2 per milione di abitanti) tra i paesi sviluppati

More Related