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PRESENTAZIONE PIANI DI ZONA 2005-2007 DISTRETTO CENTRO - NORD

PRESENTAZIONE PIANI DI ZONA 2005-2007 DISTRETTO CENTRO - NORD. Assessorato alla Salute e Servizi alla Persona Dirigente Ufficio Interventi Sociali Dr. Roberto Cassoli 19-10-2005. PROVINCIA DI FERRARA: DISTRETTI. DATI DI CONTESTO riferiti al 31-12-2004 – fonte: Bilancio Sociale Comune.

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PRESENTAZIONE PIANI DI ZONA 2005-2007 DISTRETTO CENTRO - NORD

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  1. PRESENTAZIONE PIANI DI ZONA 2005-2007DISTRETTO CENTRO - NORD Assessorato alla Salute e Servizi alla Persona Dirigente Ufficio Interventi Sociali Dr. Roberto Cassoli 19-10-2005

  2. PROVINCIA DI FERRARA: DISTRETTI

  3. DATI DI CONTESTO riferiti al 31-12-2004 – fonte: Bilancio Sociale Comune • N. abitanti Comune: 131.907 • N. anziani over 65: 31.505 • N. minori 0-14: 11.578 • Indice di vecchiaia: 278,2% • Tasso di natalità: 6,8% • N. stranieri immigrati: 4.120 • Tasso di disoccupazione: 5,7%

  4. RIFERIMENTI NORMATIVI Legge n.328/2000: Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali ART. 19 “PIANI DI ZONA” • Comma 1: I comuni associati, negli ambiti territoriali di cui all’articolo 8, comma 3, lettera a), a tutela dei diritti della popolazione, d’intesa con le aziende unità sanitarie locali, provvedono, nell’ambito delle risorse disponibili, ai sensi dell’articolo 4, per gli interventi sociali e socio-sanitari, secondo le indicazioni del piano regionale di cui all’articolo 18, comma 6, a definire il piano di zona, che individua: • a) gli obiettivi strategici e le priorità di intervento nonché gli strumenti e i mezzi per la relativa realizzazione; • b) le modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali, i requisiti di qualità in relazione alle disposizioni regionali adottate ai sensi dell’articolo 8, comma 3, lettera h); • c) le forme di rilevazione dei dati nell’ambito del sistema informativo di cui all’articolo 21; • d) le modalità per garantire l’integrazione tra servizi e prestazioni; • e) le modalità per realizzare il coordinamento con gli organi periferici delle amministrazioni statali, con particolare riferimento all’amministrazione penitenziaria e della giustizia; • f) le modalità per la collaborazione dei servizi territoriali con i soggetti operanti nell’ambito della solidarietà sociale a livello locale e con le altre risorse della comunità; • g) le forme di concertazione con l’azienda unità sanitaria locale e con i soggetti di cui all’articolo 1, comma 4.

  5. RIFERIMENTI NORMATIVILegge n.328/2000: Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali Comma 2: Il piano di zona, di norma adottato attraverso accordo di programma, ai sensi dell’articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142, e successive modificazioni, è volto a: a) favorire la formazione di sistemi locali di intervento fondati su servizi e prestazioni complementari e flessibili, stimolando in particolare le risorse locali di solidarietà e di auto-aiuto, nonché a responsabilizzare i cittadini nella programmazione e nella verifica dei servizi; b) qualificare la spesa, attivando risorse, anche finanziarie, derivate dalle forme di concertazione di cui al comma 1, lettera g); c) definire criteri di ripartizione della spesa a carico di ciascun comune, delle aziende unità sanitarie locali e degli altri soggetti firmatari dell’accordo, prevedendo anche risorse vincolate per il raggiungimento di particolari obiettivi; d) prevedere iniziative di formazione e di aggiornamento degli operatori finalizzate a realizzare progetti di sviluppo dei servizi. Comma 3: All’accordo di programma di cui al comma 2, per assicurare l’adeguato coordinamento delle risorse umane e finanziarie, partecipano i soggetti pubblici di cui al comma 1 nonché i soggetti di cui all’articolo 1, comma 4, e all’articolo 10, che attraverso l’accreditamento o specifiche forme di concertazione concorrono, anche con proprie risorse, alla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali previsto nel piano.

  6. RIFERIMENTI NORMATIVI • Legge regionale n.2/2003: “NORME PER LA PROMOZIONE DELLA CITTADINANZA SOCIALE E PER LA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI” • ART. 29: “PIANI DI ZONA” • Il Piano di zona, di ambito distrettuale, ai sensi dell'articolo 9 della L.R. n. 19 del 1994, ha durata triennale ed è predisposto sulla base delle indicazioni del Piano regionale. Il Piano di zona: • definisce, tenuto conto dell'intesa triennale da sancirsi in sede di Conferenza Regione-Autonomie locali, il sistema locale dei servizi sociali a rete che garantisce i livelli essenziali delle prestazioni sociali. Provvede inoltre alla localizzazione dei servizi e può integrare, nel rispetto della compatibilità delle risorse, i livelli essenziali delle prestazioni sociali indicati dal Piano regionale; b) • definisce le modalità organizzative per l'accesso dei cittadini al sistema locale dei servizi sociali a rete, secondo i criteri di cui all'articolo 7; c) • individua le modalità per il coordinamento delle attività con gli organi periferici delle amministrazioni statali, con particolare riferimento all'amministrazione scolastica, penitenziaria e della giustizia; d) • indica gli obiettivi e le priorità di intervento, inclusi gli interventi socio-sanitari, gli strumenti e le risorse necessarie alla loro realizzazione, tenendo conto delle risorse finanziarie disponibili, comprese quelle provenienti dal Fondo sanitario regionale, nonché la ripartizione della spesa a carico di ciascun soggetto firmatario dell'accordo; e) • indica gli interventi sociali da attuarsi nell'ambito dei programmi di riqualificazione urbana previsti all'articolo 30; f) • indica, sulla base del Piano regionale, le forme e le modalità di partecipazione dei cittadini e degli utenti al controllo della qualità dei servizi; g) • individua i fabbisogni di formazione professionale degli operatori da segnalare alla Provincia, ai fini della programmazione della relativa offerta formativa; h) • indica, in ordine di priorità, gli interventi di costruzione e ristrutturazione finanziabili ai sensi dell'articolo 48, inerente al fondo sociale regionale per le spese d'investimento.

  7. RIFERIMENTI NORMATIVILegge regionale n.2/2003 • Comma 2: Il Piano di zona è volto a: • favorire la formazione di sistemi locali d'intervento fondati su servizi e prestazioni tra loro complementari e flessibili, anche attraverso il coinvolgimento delle risorse locali di solidarietà e di auto-aiuto, nonché a responsabilizzare i cittadini nella verifica dei servizi, al fine di una loro migliore programmazione; b) • qualificare la spesa, anche attivando risorse economiche, attraverso le forme di concertazione di cui all'articolo 3, comma 1, lettera e). 3. • Comma 3: Il Piano di zona, promosso su iniziativa del sindaco del Comune a ciò designato dai Comuni compresi nel territorio del distretto, è approvato con accordo di programma, secondo quanto previsto dall'articolo 19, comma 3 della legge n. 328 del 2000, tra i sindaci dei Comuni o tra gli organi competenti delle forme associative scelte dai Comuni, ai sensi dell'articolo 16 della presente legge, compresi nel territorio del distretto. Per gli interventi socio-sanitari, ivi compresi quelli connotati da elevata integrazione sanitaria, previsti anche dal Programma delle attività territoriali di cui all'articolo 3-quater, comma 2 del D.Lgs. n. 502 del 1992, l'accordo è sottoscritto d'intesa con il direttore generale dell'Azienda unità sanitaria locale, nel rispetto di quanto stabilito all'articolo 11, comma 2. 4. • Comma 4: Le Province coordinano e partecipano alla definizione dei Piani di zona, assicurando il necessario supporto informativo e tecnico, anche avvalendosi di Osservatori provinciali delle politiche sociali. Le Province sottoscrivono gli accordi di cui al comma 3. 5. • Comma 5: Alla definizione del Piano di zona concorrono, con le modalità indicate dal Piano regionale, i soggetti indicati all'articolo 2, comma 4, lettera c). 6. • I soggetti del Terzo settore, gli altri soggetti senza fini di lucro indicati all'articolo 20, nonché le Aziende di cui all'articolo 25 concorrono alla definizione del Piano di zona, con le modalità stabilite tramite accordo tra i Comuni, e partecipano all'accordo di programma attraverso protocolli di adesione.

  8. PIANO DI ZONADISTRETTO CENTRO NORD 2005-2007 • MISSION • ORGANIZZAZIONE • OBIETTIVI TRASVERSALI • CALENDARIO PERCORSO FORMATIVO • SCHEDE DI AREA • COMPOSIZIONE GRUPPI AREE • FONDI / INDISTINTO - FINALIZZATI • ORIENTAMENTI • VALUTAZIONE

  9. MISSION • Realizzare il Piano di Zona dei Servizi alla persona con il concorso degli Enti Locali, Comuni ed in particolare dei soggetti attivi del privato sociale e della rappresentanza sociale, tendendo ad un livello elevato di protezione della salute nel rispetto della dignità umana, mediante l’integrazionesociale e sanitaria. • Promuovere il benessere individuale e collettivo di tutti i cittadini, in particolare delle categorie più deboli, in armonia con il territorio, valorizzando e sostenendo il ruolo della famiglia come nucleo di centralità sociale. • Sostenere la collaborazione tra Enti, promuovere la comunicazione e l’informazione per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.

  10. ORGANIZZAZIONE COMITATO DI DISTRETTO TAVOLO DI PIANO TAVOLO DI PIANO COPPARO FERRARA TAVOLO DI CONCERTAZIONE UFFICIO DI PIANO AREE: • AUTONOMIA • DOMICILIARITA’ • GIOVANI • MINORI e GENITORIALITA’ • INCLUSIONE SOCIALE VALUTAZIONE PIANO SOCIALE DI ZONA

  11. OBIETTIVI TRASVERSALI AREE • Cittadino italiano / straniero • Promozione del benessere • Integrazione: • scolastica • lavorativa • socio-sanitaria • Buone prassi • Ospedale / territorio • Informazione / Formazione • Qualità percepita

  12. 2 REFERENTI: Zona Sociale Ferrara Zona Sociale Copparo COMPOSIZIONE GRUPPI AREE • SERVIZIO SOCIALE • SERVIZI COMUNALI (Pubblica Istruzione, Casa, Decentramento, Giovani, Urbanistica) • AZIENDA USL • SCUOLA • CENTRI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE • COOPERAZIONE • VOLONTARIATO

  13. PIANO SOCIALE DI ZONA 2005/2007Piano Attuativo 2005 (Delibera Regionale n. 615/2004) • Fondo indistinto distrettuale Euro 1.167.720 Assegnato ai singoli Comuni per lo svolgimento dell’attività corrente (già liquidato al 70%, il 30% sarà liquidato a seguito della presentazione del PDZ alla Regione Maggio 2005) Associazione dei Comuni Comuni di Copparo, Berra, Formignana, Ferrara,Masi Torello e Voghiera Jolanda, Ro Ferrarese, Tresigallo Euro 860.459 Euro 307.261

  14. PROGRAMMI FINALIZZATI AREE DI INTERVENTO: • RESPONSABILITA’ FAMILIARI, CAPACITA’ GENITORIALI E DIRITTI DEI MINORI • POLITICHE PER I GIOVANI • IMMIGRAZIONE • CONTRASTO ALLA POVERTA’ • PREVENZIONE E SOSTEGNO AL REINSERIMENTO SOCIALE DELLE DIPENDENZE E DI ALTRE FORME DI DISAGIO SOCIALE • ANZIANI E DISABILI • FONDO DISTRETTUALE - Euro 1.092.405

  15. RENDICONTAZIONE INCONTRI PIANO DI ZONASettembre 2004 – Giugno 2005 • Comitato di distretto: 10 incontri • Ufficio di Piano: 18 • Incontri sulla valutazione: 11 • Incontri con rappresentanti Forum Terzo Settore: 3 • Incontro con sindacati: 14 (Confederali - Funzione Pubblica – SPI – esclusi gli incontri di area) • Tavolo di concertazione Provincia: 6 • Riunioni delle Aree: 23 – Presenze: 494 • Approvazione struttura organizzativa PdZ 2005-2007 in Consiglio Comunale (Ferrara - Copparo) Zona Sociale FerraraZona Sociale Copparo Tavolo di Piano - Assessori: 7 Tavolo di Piano - Assessori: 7 Incontro con Circoscrizioni: 8 Incontri con IV Commissione: 5

  16. ORIENTAMENTI AREE AREA AUTONOMIA: • Rafforzare i diritti di cittadinanza delle persone disabili • Rendere maggiormente visibili alle famiglie i percorsi per l’accesso alla rete dei servizi e potenziare i servizi per le fasce d’età 14/18 anni, definire buone prassi per la presa in carico dall’area minori all’area adulti; • Mettere in rete i Servizi e le esperienze del mondo della Scuola, del lavoro e del tempo libero (Oltre e Dopo la Scuola), attivando sperimentazioni e sottoscrivendo accordi tra diversi soggetti istituzionali: Comuni, Provincia, Az.USL, Servizi Sociali, Istituti scolastici, Terzo Settore, A.c.f.t., … • Promuovere percorsi che mirano all’integrazione sociale ed al miglioramento della qualità della vita, anche “indipendente”, delle persone con disabilità in relazione alle opportunità che i contesti d’appartenenza offrono; • Ampliamento dell’offerta delle opportunità rispetto al “dopo di noi”in collaborazione con le famiglie dei disabili. • Approfondimento e rivalutazione attività esistente dei Centri Diurni. • Interventi di mutuo-aiuto a sostegno delle famiglie

  17. ORIENTAMENTI AREE AREA DOMICILIARITA’ • Sostenere la permanenza al domicilio delle persone anziane e disabili • Attivare interventi di affiancamento ed attivare i soggetti presenti nel territorio – famiglia, centri sociali, volontariato, reti di vicinato e ridisegnare la residenzialità e la semi-residenzialità (strutture protette e/o residenze protette)– ed utilizzare sistemi di telesorveglianza, in particolare rivolti alle persone anziane autonome o parzialmente autonome e a coloro che vivono soli; • Qualificare ulteriormente, rafforzare e sostenere il lavoro di cura al domicilio(pubblico/privato); • Facilitare l’integrazione socio-sanitaria attraverso l'attivazione di protocolli operativi nei seguenti ambiti: dimissioni difficili, assistenza domiciliare infermieristica, servizi temporanei di sollievo e consultori per anziani. • Qualificare l’attività a supporto delle demenze: integrazione famiglia- servizi-associazioni • Offerta attiva di servizi a favore degli anziani fragili

  18. ORIENTAMENTI AREE AREA INCLUSIONE SOCIALE • Potenziare gli interventi a contrasto delle povertà • Sottoscrivere ed attivare protocolli d’intesa con le Associazioni che gestiscono i centri di accoglienza del territorio e promuovere l’accesso all’edilizia pubblica e privata; • Costituzione di una Agenzia per la Casa • Realizzare collaborazioni tra Servizi Sociali, Formazione Professionale, Centri per l’Impiego, mondo del lavoro e Terzo Settore, sia sul versante istituzionale che operativo, al fine di offrire opportunità d’inserimento socio-lavorativo alle fasce deboli della popolazione (immigrati, nomadi, tossicodipendenti, detenuti, donne in difficoltà - lotta alla tratta, richiedenti asilo...); • Realizzare interventi socio – sanitari di prevenzione nell’ambito delle tossicodipendenze, prostituzione, comportamenti a rischio, e programmi tesi ad assicurare alle persone straniere il diritto alla salute.

  19. ORIENTAMENTI AREE AREA MINORI / GENITORIALITA’ • Valorizzare, sostenere e supportare le famiglie italiane e straniere con figli minori - favorire i diritti dell’infanzia • Ampliare l’offerta di posti nido (collaborazione pubblico/privato), potenziare la vigilanza al fine di garantire il rispetto degli standard e la qualità del servizio; • Sottoscrivere un “Patto sulla Scuola” al fine di offrire risposte integrate, intervenire in situazioni di disagio ed handicap e attivare programmi di prevenzione, tramite il coinvolgimento di: autonomie scolastiche, Enti Locali, Centri Servizi Amministrativi (ex Provveditorato agli Studi), Azienda USL - Servizio di Neuropsichiatria, Servizio Sociale, Genitori, Formazione Professionale, Promeco, Centro Servizi Integrati per l’Immigrazione; • Potenziare e mettere in rete l’offerta di servizi educativi pubblici e privati in ambito extrascolastico; • Sensibilizzare il territorio ed attivare processi di inclusione sociale e professionale per minori a rischio e giovani immigrati ( fascia d’età 14/18 anni);

  20. ORIENTAMENTI AREE AREA MINORI / GENITORIALITA’ • Consolidare la rete interistituzionale a tutela dei minori tramite sottoscrizione di accordi, e monitorarne il suo funzionamento, con il coinvolgimento di diversi soggetti: Amministrazione Provinciale Assessorato alle Politiche Sociali, Servizi Sociali Territoriali, Az. Usl, Magistratura, Avvocatura, Forze dell’Ordine, Terzo Settore (Centro Abuso, Centro Adozione, Centro Affido) • Attivare percorsi di rimotivazione per prevenire la dispersione scolastica; • Valorizzare, sostenere e supportare le famiglie italiane e straniere con figli minori attraverso • interventi negli ambiti delle politiche economiche e abitative, ponendo attenzione alla conciliazione tra lavoro e vita familiare; • Valorizzare gruppi e associazioni familiari e le esperienze di affido e sostenere la crescita del volontariato delle famiglie.

  21. ORIENTAMENTI AREE AREA GIOVANI • Potenziare servizi a favore dei giovani e delle famiglie Accrescere la presenza sul territorio di spazi ed opportunità di aggregazione e favorirne la messa in rete; • Potenziare interventi di prevenzione nell’ambito del consumo di sostanze stupefacenti ed alcool; • Accompagnare all’autonomia i giovani tra i 18 ed i 21 anni privi di sostegni parentali adeguati; • Sostenere la funzione formativa dei genitori con figli adolescenti - (supporto alla genitorialità – sportello genitori); • Rendere maggiormente visibili i servizi a favore dei giovani e delle famiglie utilizzando anche linguaggi multimediali; • Sensibilizzare il territorio ed attivare processi d’inclusione sociale e professionale per minori a rischio e giovani immigrati dopo la scuola dell’obbligo;

  22. VALUTAZIONE EFFICACIA • COERENZA ORIENTAMENTI / AZIONI • PARTECIPAZIONE TERZO SETTORE DEFINIZIONE STRATEGIE • ESERCIZIO EFFETTIVO GOVERNANCE • INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA (STRATEGIE / AZIONI) • INTEGRAZIONE SOCIO-EDUCATIVA • INTEGRAZIONE CON ALTRE POLITICHE (LAVORO / AMBIENTE / CASA / TRASPORTO / SCUOLA) • INTEGRAZIONE COMUNI DISTRETTO • CONFLUENZA DI PIU’ FONTI DI FINANZIAMENTO (SUSSIDARIETA’ ECONOMICA) BILANCIO SOCIALE

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