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Adele Bugatti Di Maio, Un esempio di studio di caso: la Scuola Media Statale

Adele Bugatti Di Maio, Un esempio di studio di caso: la Scuola Media Statale di via Catone 24, a Milano. Primo Seminario interno di formazione di Milanosifastoria , 14 novembre 2013, Civico Liceo Linguistico Manzoni di Milano.

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Adele Bugatti Di Maio, Un esempio di studio di caso: la Scuola Media Statale

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  1. Adele Bugatti Di Maio, Un esempio di studio di caso: la Scuola Media Statale di via Catone 24, a Milano Primo Seminario interno di formazionedi Milanosifastoria, 14 novembre 2013,Civico Liceo Linguistico Manzoni di Milano

  2. Al di là delPonte della Ghisolfa– 2 Scuole Medie Sperimentali in BovisaPonte Baculaquasi nessuno lo chiama così – gli resta spesso la vecchia denominazione di Ponte della Ghisolfa e ciò ci dice quanto la memoria dei milanesi sia forte e persistente … infatti la Cascina Ghisolfa e la Ghisolfetta si trovavano nei luoghi [1] dove fu poi realizzato il terrapieno della ferrovia [1] Da. Mappa Ing. Giovanni Brenna 1865 - Milanowww.miol.it/stagniweb/foto6.asp?File=mappe865&Tipo=index&Righe=50&Col=2 Al di là delPonte della Ghisolfa– 2 Scuole Medie Sperimentali in BovisaPonte Baculaquasi nessuno lo chiama così – gli resta spesso la vecchia denominazione di Ponte della Ghisolfa e ciò ci dice quanto la memoria dei milanesi sia forte e persistente … infatti la Cascina Ghisolfa e la Ghisolfetta si trovavano nei luoghi [1] dove fu poi realizzato il terrapieno della ferrovia [1] Da. Mappa Ing. Giovanni Brenna 1865 - Milanowww.miol.it/stagniweb/foto6.asp?File=mappe865&Tipo=index&Righe=50&Col=2

  3. Milano 1904 [1] - La città delimitata dalla ferrovia [1] Milano 1904 – Ditta Sacchi e Figli - http://www.miol.it/stagniweb/foto6.asp?File=mappe883&righe=1&inizio=3&InizioI=1&RigheI=50&Col=4

  4. Il ponte-cavalcavia intitolato a Bacula [Adriano Bacula, Medaglia d’oro eroe ed asso dell’Aviazione italiana (1896- 1933), perse la vita in combattimento [1]] Oggi è il ponte a più corsie che consente il passaggio sopra le Ferrovie Nord e FS da e per Novara, Varese, Como, ecc.[1] In V. Buzzi e C. Buzzi – Le vie di Milano, Dizionario di toponomastica milanese, Hoepli, Milano, 2005.

  5. Il quartiere Dergano-Bovisa (n.d.r. ex Zona 7 ora 9)in M. L. Tornesello, Il sogno di una scuola. Lotte ed esperienze didattiche negli anni Settanta: controscuola, tempo pieno, 150 ore, Petite Plaisance, Pistoia, 2006, p. 236. “Il quartiere Dergano-Bovisa (Zona 7) [com’era: n.d.r.] è una sorta di vecchio insediamento industriale. È caratterizzato dalla presenza di alcune grandi fabbriche: Face Standard, GTE, Carlo Erba, ecc. e di una miriade di piccole e piccolissime fabbriche dove enorme è lo sfruttamento esercitato sia in termini di ricatto brutale (licenziamenti), sia in termini paternalistici (straordinari, fuori busta). Esiste una struttura di lavoro a domicilio ormai di vecchia data; le grandi fabbriche della zona commissionano partite di pezzi e in alcuni casi impiantano macchine per la costruzione di pezzi nelle cantine degli stabili di abitazione; in alcuni mesi dell’anno interi palazzi lavorano per le grandi fabbriche. È molto importante nella struttura economica della Bovisa il settore degli autotrasporti con il conseguente incontrollabile e massiccio sfruttamento delle «carovane» e degli appalti. La tendenza della ristrutturazione per le grandi fabbriche è lo smantellamento delle lavorazioni pesanti e la lenta trasformazione dei reparti di produzione in magazzini, depositi, uffici“ [1]. [1] fonte: M. L. Tornesello, op.cit., cap. 4.3 (La richiesta e la realizzazione del tempo pieno), • in www.inventati.org/apm/scuola/materiali/Il_Sogno_di_una_scuola_cap_4_3.pdf.

  6. La sperimentazione del tempo pieno nella scuola media inferiore nella provincia di Milano. Contributo all’analisi, Provincia di Milano, Milano, 1976, tabella Anno d’inizio della sperimentazione - Denominazione scuola e località - (Milano e provincia) • 1971/72 Sovico, Casalpusterlengo, Lesmo, Livraga, Senago, Baranzate di Bollate – Milano: Casati, Marelli e via Catone • 1972/73 Caselle Lurani, S. Donato Milanese, Cesate - Milano: «Franceschi», via Cagliero • 1973/74 Cinisello, Lacchiarella, Vaprio d’Adda, Somaglia, Limbiate – Milano: «E. Mattei» • 1974/75 Novate, Certosa di S. Donato, Opera, Senago II – Milano: «Moneta», «Rinascita Livi», «Birago» • 1975/76 Robecco sul Naviglio, Cinisello, Vizzolo Predabissi, Locate Triulzi, Novate Milanese – Milano: «Ascoli», Via Giolli, via Vivaio, «Don Milani», v. A. da Baggio, «Rinaldi»

  7. DUE SCUOLE VICINE – 12 agosto 1971 - N. prot. N. 6550 - Lettera del Ministro al Provveditore agli studi di Milano Autorizzazione ad effettuare una sperimentazione scolastica per la Scuola media Ercole Marelli di via Maffucci 60 e la Scuola media di via Catone 24. • La Scuola Media Statale di via Catone 24 in Milano è stata istituita il 12 agosto 1971 come scuola sperimentale È rimasta senza nome sin dopo la morte del preside prof. Gianfranco Zelasco a cui fu intitolata molto dopo; - la sede fu costruita in prefabbricato FEAL per durare, prevedibilmente, una ventina d’anni; - oggi è sede distaccata del Catasto di Milano. • La Scuola Media Statale, denominata dall’inizio ‘Ercole Marelli ’, ha sede in via Maffucci 60; - è stata realizzata in prefabbricato pesante; - è attualmente la sede in cui è collocata oggi l’utenza. NB - L’utenza delle due scuole così vicine era suddivisa secondo un bacino scolastico definito in accordo con i Genitori, il Consiglio scolastico distrettuale ed il Consiglio di Zona 7 (oggi zona 9) di Milano.

  8. STORIE e SINERGIE ATTIVITÀ nella S.M.S. di Via CATONE 24 • Un’esperienza intensa e preziosa, tra le molte dopo l’università [dove ho avuto grandi maestri come: Ernesto Nathan Rogers, Piero Castiglioni, Vittorio Gregotti, Liliana Grassi, Marco Zanuso con Renzo Piano, Silvano Tintori, Aldo Rossi, Guido Canella, Piero Bottoni, Lucio Stellario d’Angiolini, Lodovico Meneghetti ecc.] fu la chiamata nell’agosto 1974. • Mi si proponeva di insegnare Educazione Tecnica (allora denominata Applicazioni tecniche) nella S.M.S. Sperimentale di via Catone alla Bovisa della quale era preside il prof. G. Zelasco. - Accettai con entusiasmo perché sperimentare era ed è il mio mestiere… - Trovai il luogo fertile per attuare percorsi didattici interdisciplinari condivisi con altre materie.

  9. SINERGIA 1 - classi 1° - Casa / Quartieredocenti di Lettere/Comunicazione e di Educazione Tecnica (m. + f.) “L’intervento dell’insegnante di Lettere nelle ore di A.T. […] sull’ambiente […] dei ragazzi per metterne in luce gli aspetti relativi all’orientamento, punti di riferimento, concetto di pianta, scala, simbologia, convenzioni: si tratterebbe di una esemplificazione ed applicazione pratica ed immediata del discorso avviato in geografia. Questo lavoro potrebbe condurre anche ad un recupero delle trasformazionisociali ed urbanistiche subito dal nostro quartiere, cioè in una breve indagine di tipo storico. Il tutto dovrà sfociare in una descrizione esaustiva ed analitica dell’ambiente studiato e dei suoi problemi. Il punto di contatto interdisciplinare non è tuttavia la geografia ma l’uso della lingua italiana come strumento di comunicazione. […+ L’obiettivo di questo lavoro comune sarebbe dunque quello di dare ai ragazzi in prima istanza lo strumento linguistico appropriato per la lettura di un fenomeno e, successivamente, nel momento progettuale, la capacità di scelta dello strumento espressivo più adeguato (descrizione scritta, disegno, fotografia, tridimensione, ecc. …) [1] [1]1974-75 classe 1A – E. Bergomi Danuvola, A. Bugatti Di Maio, P. Piffarotti.

  10. SINERGIA 2 - classi 2°docenti di Matematica/Fisica e di Educazione Tecnica (m. + f.) • Vicino alla scuola di via Catone in Bovisa c’era, e c’è ancora oggi, la Cascina Albana [mentre erano già scomparse negli anni ’70 le altre Cascine Ghisolfa e Ghisolfetta, Boscaiola, Taverna ecc.] In classe furono rintracciate, sulle carte in serie storica elaborate dalla Facoltà di Architettura, le tante e diverse Cascine e per avere testimonianza orale di cosa fosse accaduto nel tempo preparammo domande per intervistare gli abitanti della Cascina Albana, ormai trasformata in condominio, e conoscere le trasformazioni avvenute in Bovisa e a Dergano. Ne uscì la storia che i ragazzi hanno poi sintetizzato e scritto nella relazione pubblicata in Zona 7 - Z7 [1]. [Così allora era denominata quella che oggi è la Zona di decentramento 9] • Con i colleghi di Matematica e Scienze[2] - che nelle classi 2° avevano in programma lo studio della riproduzione da semi, visite ai giardini di Milano e lo studio della fisica – si decise di affrontare: - i sistemi di trasmissione del movimento in agricoltura, mulini, ruote ecc. (visite al Museo della Scienza e della Tecnica); - i modi di produzione dell’energia dall’acqua o da combustibili (AEM) Gasometri produzione e stoccaggio; - visita ai giardini pubblici di Milano per riconoscere il Ginkgo Biloba, specie tra le più antiche della Terra, vederne i semi e riconoscere la pianta maschile da quella femminile dai diversi aspetti. [1]Z/7: Milano Zona Sette Bovisa, Dergano, a c. di G. Fiorese e M. Deimichei, ICI, Milano, 1984. [2] Attività con contatti con l’Università degli Studi di Milano ed il prof. Vegni.

  11. Intervista a due abitanti della Cascina Albana in occasione di una visita degli scolari della Scuola Media Sperimentale “Gianfranco Zelasco” di via Catone 24, a Milano • "Questa cascina ha più di cento anni. Sino al 1927 apparteneva ai marchesi Brivio, da quell’anno è diventata un condominio. Un tempo c’erano alcune mucche che venivano utilizzate per la produzione del latte e del burro. I contadini poiché non avevano la stufa, andavano a scaldarsi nelle stalle. Oltre a qualche mucca c’era qualche maiale e i cavalli, che servivano per il trasporto e gli scavi, essendoci una cava. Il numero degli animali era proporzionato alla grandezza decampo che si coltivava. L’entrata, il lavatoio, i due pozzi ci sono sempre stati. Il gas è stato messo nel 1935 e l’acqua potabile nelle case nel 1950. Le case sono state costruite in modo apparentemente insolito, cioè il piano terreno era più alto del primo e del secondo, questo per permettere l’allevamento dei bachi da seta che avveniva nei corridoi. • Nei pressi della cascina c’era la roggia Marinella che, all’altezza della ferrovia, si divideva in due rami. Uno dei due passava davanti all’ingresso, il secondo, tra il ponte e la ferrovia, era riserva di pesca li si potevano pescare lucci di otto, nove chili e in estate si faceva il bagno. • Almeno una persona per famiglia lavorava nei campi per conto del marchese. Chi lavorava nei campi doveva dare una quantità di prodotti fissa al marchese alla fine del raccolto. Se il raccolto era buono ciò che gli avanzava era suo. Ma quando il contadino faceva i conti veniva ad avere quasi sempre un debito nei riguardi del proprietario dei terreni. Per questa ragione molti andavano a lavorare da un’altra parte. Io ad esempio quando finii la scuola nel 1921 andai a lavorare alla vetreria al 5° Capperucci a Dergano e come stipendio prendevo 5 lire al giorno. Poi ho lavorato come meccanico e come motociclista in diverse fabbriche, lavoro che svolgo ancora oggi [1983: n.d.r.] nel mio tempo libero. Altri invece facevano i carrettieri. Io sono andato a scuola fino alla IV elementare, se avessi avuto la possibilità di continuare gli studi l’avrei fatto volentieri e sarei dovuto andare ad Affori (dove c’erano le classi superiori alla IV)“. • ”… Io sono nato qui ed ho 65 anni [1982: n.d.r.]. La cascina l’ho vista crescere, prima c’erano le stalle con mucche e cavalli dopo si è trasformata in condominio di tipo popolare con magazzini ed officinette. Di coltivazione non ce n’era, qualcuno aveva il suo ettaro di terreno dove piantava ortaggi. Per coltivare la terra non avevano macchine: si coltivava frumento e frumentone e anche un po’ di segale. La cascina non è stata mai abbattuta perché è diventata un condominio. Nel ’22, ’23 dopo la guerra del ’15, ’18, quì erano ancora carrettieri, ma come coltivazione poco o niente, prima qui c’era il lavatoio che poi abbiamo trasformato in deposito rifiuti. Abbiamo solo un po’ di terra dietro la cascina ma non è nostra, è della Distillerie Lombarde (Montedison). • Nella cascina c’era solo gente che andava a lavorare nelle fabbriche e nelle officine, c’erano quelli con carri e cavalli che andavano a lavorare negli stabilimenti vicini. Chi lo sa cosa vorranno fare del terreno qua attorno ! • La costruzione entrando a sinistra è stata fatta nel 1877, mentre l’altra parte nel 1883”. In: MZ7… cit.,pp. 100 e 102.

  12. Lettera al Consiglio di Zona degli scolari del 2° anno Scuola Media sperimentale “Gianfranco Zelasco”, via Catone 24 [1] – Milano • Lunedì scorso, in classe, abbiamo elencato e poi discusso dei numerosi problemi presenti nella nostra zona, e tutti vorremmo che fossero risolti in poco tempo ed in modo che non debbano ripresentarsi. Uno dei problemi del nostro quartiere è quello del verde che nella nostra zona è molto scarso. Abbiamo fatto dei confronti con le altre zone ed abbiamo scoperto che, delle 20 zone di Milano, la nostra è proprio quella dove ce n’è meno. E’ proprio poco anche visto sulla cartina che abbiamo in classe che è quella del Piano Regolatore. Abbiamo letto la legenda della cartina, abbiamo visto a che cosa corrispondeva ogni colore: il viola corrispondeva alle industrie e abbiamo notato che la nostra zona ne è ricca, il verde chiaro era per le zone di verde pubblico, il verde oliva era il verde privato e un altro verde per le zone di arredo urbano. Abbiamo notato che i giardinetti di via Candiani li avevamo disegnati sui nostri disegni del percorso casa-scuola in verde chiaro, esattamente come nella cartina del Piano Regolatore, e così pere il campetto di via Baldinucci. Il campetto di via Bonomi, che pure avevamo colorato in verde chiaro, risultava invece sulla carta del Piano Regolatore come verde privato ed abbiamo scoperto che potrebbe anche sparire se il proprietario dovesse decidere di costruirci per esempio una casa. Siamo poi andati a vedere occhi nuovi i giardinetti di via Livigno e di via Conte Verde. Abbiamo fatto una piantina dei giardinetti e una discussione di quello che avevamo visto. Abbiamo detto che i giardinetti di via Conte Verde/ via Brivio sono più ampi, che hanno una forma irregolare e che sono recintati (che sono più vecchi di quelli di via Livigno ce l’ha detto una signora incontrata lì). Noi avevamo notato che gli alberi sono più alti e più grossi di quelli che ci sono in via Brivio. • In tutti e due i giardini abbiamo visto che ci sono attrezzature per i giochi: scivolo, attrezzi per la ginnastica, tubi, ecc. • In via Conte Verde / via Brivio ci sono in più anche un campo per il minibasket, una pista per il pattinaggio, una vasca di sabbia, la fontanella. • Dalla discussione abbiamo saputo anche che la sorella di una nostra compagna che frequentava l’anno scorso la terza media, aveva scritto, insieme ai suoi compagni di classe, una lettera al Consiglio di zona in cui chiedevano di aprire a loro e alla popolazione del nostro quartiere lo spazio verde dell’Ospedale Bassi, e sempre nello stesso spazio aprire anche una biblioteca (quella che c’è in via Imbriani è troppo ridotta), suggerendo anche di farla tenere aperta dagli anziani della zona che sono tanti e sarebbero certamente contenti di farlo per avere modo di rendersi utili ai ragazzi, anche raccontando loro quanto sanno. • Abbiamo anche parlato di un altro problema: il grande traffico e le moltissime ditte di autotrasporti che si trovano nella nostra zona, e ci siamo subito posti una domanda chiedendoci il perché 300 ditte di autotrasporti siano tutte nella nostra zona. La nostra risposta, dopo avere guardato di nuovo la carta di Milano è stata: “Per la presenza dello Scalo Farini, per la vicinanza con le autostrade”. Noi speriamo che una buona parte di queste ditte sia spostata fuori città e si riduca quindi il traffico. Molte case della zona sono decrepite al punto che sarebbero da abbattere e i loro abitanti avrebbero bisogno di nuovi alloggi. Molto spesso in queste case abitano persone anziane o famiglie molto numerose. Speriamo che presto tutti coloro che hanno questo problema lo possano risolvere e avere una casa in buono stato che risponda ai loro bisogni. • [1] In MZ7… cit., p. 67.

  13. SINERGIA 3 - classi 3°- dall’artigianato all’industriaDocenti di Lettere/Storia e di Educazione Tecnica (m. + f.) • Negli anni ‘70 nella zona erano ancora presenti parecchie fabbriche ed industrie • Si decise allora di affrontare il problema della ‘Rivoluzione industriale con i professori di Lettere, a partire dalla storia del territorio più vicino alla scuola, con i ragazzi e le loro famiglie • “una ricostruzione del territorio, dal punto di vista storico, ci fu fornita […] dalla cartografia elaborata dall’Istituto di Composizione architettonica della Facoltà di Architettura del Politecnico”[1], elaborata dagli studenti, ricercatori e docenti del Corso del prof. Guido Canella • Il periodo preso in considerazione - tra la fine dell’Ottocento e la seconda metà del Novecento […] ci ha consentito di […] ricostruire lo sviluppo della zona nelle sue tappe più significative dalla formazione […] e di […] evidenziare le variazioni connesse alle trasformazione dei modi di produzione. [1] Documento del 8/02/1977 – sottoscritto da tutti i prof.ri di Applicazioni tecniche (m.+ f.) e di Lettere delle classi 3e.

  14. Visite didattiche parallele e materiali elaborati utili per la lettura del passato e le ipotesi per il futuro - classi 3e • Crespi d’Adda città di fondazione attorno all’industria tessile che sfruttava l’energia idraulica e dove il Villaggio costruito dai Crespi era dotato di case alloggio e case quadrifamiliari con orto per gli operai, villette e ville per maestranze e dirigenti. La Villa Crespi dominava l’insediamento nel quale sono presenti anche Scuole, Chiesa con Oratorio, Cinema-Teatro, Lavatoi pubblici, Spaccio-bar, Parco-giardino, Cimitero • MST (Museo della Scienza e della Tecnica ): il telaio Jacquard e le schede perforate • Bovisa piccola Manchester italiana – dipinto custodito nella Chiesa di via Ricotti in Bovisa • Mappe IGM e cartografia della zona in serie storica e rielaborate per una successiva identificazione delle fabbriche ancora presenti in zona e di quelle trasferite o scomparse (archeologia industriale) a partire dalle ricostruzioni definite nelle ricerche della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano • Elaborazioni di ipotesi per il riutilizzo delle aree industriali dismesse in zona e indicazioni per l’insediamento del Politecnico di Milano in Bovisa, in alternativa a Gorgonzola (La Facoltà di Architettura si collocherà poco dopo nell’area dei Gasometri e poi in via Durando, dove era la Ceretti e Tanfani, mentre la Facoltà di Ingegneria in via La Masa con diverse sedi )

  15. Il linguaggio delle immagini (attività proposta in alternativa al latino) • Immagine (sola immagine) Una immagine o foto è leggibile ed interpretabile soggettivamente vedendovi più significati diversi

  16. Il linguaggio delle immagini (attività proposta in alternativa al latino) • Immagine + testo Una immagine o foto con testo scritto allegato risulta indirizzata verso il testo allegato e la sua lettura è direzionata in modo definito a priori Adriano Bacula , Medaglia d’oro eroe ed asso dell’Aviazione italiana (1896- 1933), perse la vita in combattimento [1]. Oggi il ponte Bacula è a più corsie e consente il passaggio dei veicoli sopra le Ferrovie Nord e FFSS dello Stato in direzione di Novara, Varese, Como.[1] In V. Buzzi e C. Buzzi, Le vie di Milano, Dizionario della toponomastica milanese, Hoepli, Milano, 2005

  17. Il ponte-cavalcavia intitolato a Bacula [Adriano Bacula - Medaglia d’oro eroe ed asso dell’Aviazione italiana (1896- 1933) perse la vita in combattimento [1]] Oggi il ponte è a più corsie e consente il passaggio dei veicoli sopra le Ferrovie Nord e FFSS dello Stato per Novara, Varese, Como.[1] In V. Buzzi e C. Buzzi, Le vie di Milano. Dizionario della toponomastica milanese, Hoepli, Milano, 2005.

  18. Articoli su quotidiani di Zonadi Giuseppe Borra (ex presidente del Consiglio di Istituto della S.M.S. di via Catone 24 – Milano)

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