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Obiettivi del corso

Facoltà di Medicina e Chirurgia PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELL’ORGANIZZAZIONE prof. Giovanni Guerra Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche. Obiettivi del corso. fornire strumenti di lettura e analisi del del lavoro e dell’organizzazione con particolare riferimento alla sanità

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Obiettivi del corso

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Presentation Transcript


  1. Facoltà di Medicina e ChirurgiaPSICOLOGIA DEL LAVORO E DELL’ORGANIZZAZIONEprof. Giovanni GuerraDipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche

  2. Obiettivi del corso • fornire strumenti di lettura e analisi del del lavoro e dell’organizzazione con particolare riferimento alla sanità • porsi nella prospettiva di un gestore di uomini Non indicazioni di idealità ma strumenti di comprensione

  3. Problemi tipici delle organizzazioni • Il cambiamento: conflitto sociale evoluzione tecnologica • Il coinvolgimento dei lavoratori: rischi psicosociali

  4. La complessità della vita organizzativa • quali sono le componenti che intervengono nel determinare la vita di un’organizzazione? (2) quali punti di osservazione e di intervento è utile individuare?

  5. Componenti della realtà organizzativa • Individuo • Organizzazione • Gruppo

  6. Tre concetti ricorrenti • la conflittualità • l’inconscio • la chiusura organizzativa

  7. La conflittualità • Nella vita sociale • Nella vita del soggetto • Conflitti «razionali» e conflitti «irrazionali» • Razionalità vs irrazionalità? Un’antinomia fuorviante

  8. L’inconscio • La dimensione inconscia è presente a tutti i livelli • L’inconscio modo di funzionare della mente > contenitore di contenuti rimossi • L’emozione come espressione della logica inconscia

  9. La chiusura organizzativa Individuo, gruppo, organizzazione si caratterizzano per la “chiusura organizzativa” cioè per il modo di combinare e tenere insieme le componenti

  10. 1. L’individuo • L’identità • La motivazione • Le fantasie sul lavoro • Le emozioni

  11. 1. L’individuo 1.1. L’identità • Il riconoscimento La fase dello specchio (J. Lacan) La domanda di riconoscimento Il potere di riconoscere La comunicazione

  12. La comunicazione Per iniziare: • La banalità della comunicazione: “siate chiari …” “abbiate l’aria di …” non è una procedura (ma c’è una tecnica) … • La necessità di articolare il processo comunicativo

  13. I campi della comunicazione • Sintassi: costruzione del messaggio comunicativo • Semantica: il significato • Pragmatica: gli effetti delle comunicazione sull’interlocutore e sul locutore

  14. Gli assiomi della comunicazione • l’impossibilità di non comunicare • comunicazioni di contenuto e di relazione (la metacomunicazione) • la punteggiatura • comunicazione numerica e analogica (verbale e non verbale) • interazione simmetrica e complementare (paritaria o up/down) .

  15. Modelli ideali di comunicazione

  16. Modelli ideali di comunicazione

  17. Le componenti psicologiche della comunicazione Analisi del processo comunicativo • Chi • comunica • che cosa • a chi • in quale contesto

  18. “chi” La questione dell’identità • Dai verbi performativi all’atto illocutorio • La richiesta di riconoscimento dell’identità • L’implicito

  19. “comunica”tipi di comunicazione • informare (nozione ambigua) • convincere • comandare • esprimere un’attesa o un desiderio sull’altro • esprimere se stessi • … • ascoltare?

  20. “che cosa” • Informazioni: che cos’è un’informazione? Per chi? • Decisioni : di chi? • Emozioni:

  21. “a chi” si comunica • L’utente e i suoi bisogni: riconoscimento contenimento dell’ansietà • I colleghi di lavoro • La struttura organizzativa

  22. “in quale contesto” • Il setting: definizione dei confini del campo di osservazione e di intervento • Le finestre di comprensibilità

  23. Il contesto sanitario • Una rete di comunicazioni che comprende: i pazienti il gruppo di lavoro i medici l’amministrazione … Canali separati?

  24. Perché la comunicazione non può essere una procedura? Principi di comprensione e di organizzazione della comunicazione

  25. Per riassumere • gli elementi psicologici che vanno tenuti presenti in un processo comunicativo: l’identità, il setting … • i diversi tipi di comunicazione che si possono individuare all’interno di una struttura sanitaria • gli elementi specifici della comunicazione con gli utenti (le emozioni)

  26. 1. L’individuo1.2.Le motivazioni • Le motivazioni all’agire sociale (McClelland): • Appartenenza • Potere • Realizzazione

  27. 1. L’individuo 1.2. Le motivazioni Le motivazioni nascono lungo lo sviluppo non derivano da una descrizione astratta dell’uomo Le motivazioni all’agire sociale costituiscono anche un asse di lettura del funzionamento organizzativo (strutture carismatiche, burocratiche e tecnocratiche)

  28. 1. L’individuo 1.3. Le fantasie sul lavoro • Fantasia: un insieme di rappresentazioni consce e inconsce che organizzano la vita del soggetto in generale e in relazione a scelte specifiche

  29. 1. L’individuo 1.3. Le fantasie nel lavoro sanitario Pulsione di vita e pulsione di morte (M. Klein)  ansietà a) posizione schizo-paranoidea b) posizione depressiva • distruzione & riparazione

  30. 1. L’individuo 1.3. Le fantasie nel lavoro sanitario Mondo interno «abitato» da oggetti vivi, morti, distrutti, riparati Il lavoro sanitario attiva gli oggetti del mondo interno

  31. 1. L’individuo 1.3. Le fantasie nel lavoro sanitario Le sorgenti specifiche di ansietà in sanità: • sapere onnipotente • curiosità originarie • contatto con la malattia e la morte • contatto con il corpo • incertezza del risultato  difese contro l’ansietà (individuali e collettive: reciprocità)

  32. 1. L’individuo 1.4. Le emozioni • L’emozione è un’espressione diretta della logica inconscia (simmetrica) • L’emozione si compone di: a) sensazione-sentimento b) un'attività proposizionale che stabilisce relazioni • L’emozione è la matrice del pensiero

  33. Gruppo & organizzazione • I gruppi hanno un’organizzazione • Le organizzazioni possono avere la dimensione di un gruppo o sono costituite da gruppi Una distinzione fondata sulla dimensione?

  34. 2. L’organizzazioneModelli di analisi Organizzazione: • obiettivi (tasks) • tecnologia • territorio • tempo • storia • cultura: la chiusura organizzativa

  35. 2. L’organizzazioneModelli di analisi A) Dalle motivazioni individuali alle organizzazioni: • modello carismatico (appartenenza) • modello burocratico (potere) • modello tecnocratico (realizzazione)

  36. 2. L’organizzazioneModelli di analisi B) Le metafore dell’organizzazione • la macchina organica (funzionalismo, armonia) • la macchina progettata

  37. 2. L’organizzazioneModelli di analisi 3. il modello sistemico: sistema e ambiente implicita sconferma della mission il problema del confine

  38. 2. L’organizzazioneModelli di analisi C) L’organizzazione e l’istituzione L’altra scena dell’organizzazione: la cultura, i valori, i conflitti … razionalità vs irrazionalità? Un’altra logica: la logica inconscia o l’“istituzione”

  39. 2. L’organizzazioneModelli di analisi C) L’organizzazione e l’istituzione Elliott Jaques: • I sistemi sociali come difesa contro l’ansietà psicotica • La condivisione dei meccanismi difensivi • Le resistenze al cambiamento

  40. L’ospedale come organizzazione e come istituzione L’organizzazione: • i cicli funzionali: medico/assistenziale/amministrativo (Rhode) Problemi (irrisolvibili?): conflitto di logiche (efficacia vs efficienza) l’autonomia professionale

  41. L’ospedale come organizzazione e come istituzione L’istituzione: • il prestigio • il riconoscimento dell’identità • le difese contro le sorgenti di ansietà Le resistenze al cambiamento

  42. 3. Il gruppo • Molti temi e punti di vista sul gruppo e sull’organizzazione sono sovrapponibili • Tuttavia il gruppo ha una “potenza” particolare che lo ha reso un oggetto di studio privilegiato • In cosa consiste questa “potenza”? Come si manifesta?

  43. 3. La “scoperta” del gruppo Elton Mayo: il “fattore umano” Taylor: homo oeconomicus razionalizzazione procedure aumento produzione spostamento del sapere il movimento delle “relazioni umane” la struttura informale

  44. 3. La “scoperta” del gruppo • Kurt Lewin: il gruppo democratico il gruppo e la formazione degli atteggiamenti I T-groups

  45. 3. La “scoperta” del gruppo Bion: la dimensione inconscia il gruppo di lavoro: aspetti razionali, obiettivi consapevoli gli “assunti di base”: dipendenza /attacco-fuga/ accoppiamento (partecipazione inevitabile, involontaria, inconscia: emozioni condivise)

  46. 3. Il gruppo La potenza del gruppo sembra risiedere: • condivisione/ coesione in ambienti ristretti • costruzione degli atteggiamenti (socializzazione) Gruppo di lavoro e gruppo di riferimento

  47. La cultura del gruppo e dell’organizzazione:la chiusura organizzativa una rete che tiene insieme diversi elementi: obiettivi del lavoro organizzazione strutturale e del lavoro fantasie consce e inconsce sull’oggetto di lavoro (individuali e collettive) sapere

  48. La cultura del gruppo e dell’organizzazione:la chiusura organizzativa tecniche emozioni meccanismi difensivi istituzionali (Jaques) assunti di base (Bion) … CULTURA lo specifico modo che un certo sistema (gruppo, organizzazione) ha di combinare le proprie componenti

  49. Strumenti di lettura e di intervento • La presenza della dimensione inconscia a tutti i livelli • L’ipotesi della continua interazione tra logica conscia e inconscia offre una lettura della conflittualità meno «razionalizzabile»

  50. Strumenti di lettura e di intervento • La presenza della dimensione inconscia sotto forma di emozione • Cosa farne? • L’emozione e il pensiero: pensare l’emozione

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