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Come sono progettati i percorsi ?

Come sono progettati i percorsi ?. • si riferiscono ai risultati di apprendimento , declinati in termini di conoscenze, abilità e competenze, relativi ai corrispondenti insegnamenti ordinamentali ;

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Come sono progettati i percorsi ?

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Presentation Transcript


  1. Come sono progettati i percorsi ? • • si riferiscono ai risultati di apprendimento, declinati in termini di conoscenze, abilità e competenze, relativi ai corrispondenti insegnamenti ordinamentali ; • • sono progettati per unità di apprendimento - da erogare anche a distanza - e che rap-presentano il necessario riferimento per il riconoscimento dei crediti; • • sono organizzati per gruppi di livello, corrispondenti a ciascun periodo didattico di cia-scun livello; • • sono organizzati in modo da consentire la personalizzazione del percorso. D.T. bruno Seravalli 2010

  2. Cos’è il Patto formativo individuale? • Il Patto formativo individuale consente di personalizzare i percorsi attraverso il riconoscimento dei saperi e delle competenze formali, informali e non formali posseduti dall’adulto; per la definizione del “Patto formativo individuale” i Centri costituiscono Commissioni composte dai docenti dei gruppi di livello e, per gli adulti stranieri, eventualmente integrate da esperti e/o mediatori linguistici in relazione alla tipologia di utenti e di percorsi. Esso rappresenta, altresì, il termine di riferimento per la valutazione e l’esame di Stato. • ). D.T. bruno Seravalli 2010

  3. Dallo schema di regolamento Metodologie didattiche: a) il riconoscimento dei crediti comunque acquisiti dallo studente per l’ammissione ai percorsi del tipo e del livello richiesto; b) la personalizzazione del percorso di studio relativo al livello richiesto, che lo studente può completare anche nell’anno scolastico successivo, secondo quanto previsto dal patto formativo individuale di cui all’articolo 5, comma 1, lettera e); c) la fruizione a distanza di una parte del percorso previsto per ciascun livello, per non più del 20 per cento del corrispondente monte ore complessivo; d) la realizzazione di attività di accoglienza e di orientamento, finalizzate alla definizidel piano di studio individualizzato, per non più del 10 per cento del corrispondente monte ore complessivo del percorso. D.T. bruno Seravalli 2010

  4. Dallo schema di regolamento Metodologie didattiche: c) sono progettati per unità di apprendimento (moduli), intese come insieme autonomamente significativo di conoscenze, abilità e competenze, correlate ai livelli e ai periodi didattici di cui all’articolo 4, da erogare anche a distanza, secondo le modalità stabilite nel decreto di cui all’articolo medesimo, comma 7, e che rappresentano il necessario riferimento per il riconoscimento dei crediti . d) sono realizzati per gruppi di livello relativi ai periodi didattici di cui all’articolo 4, che costituiscono il riferimento organizzativo per la costituzione delle classi e possono essere fruiti per ciascun livello anche in due anni scolastici, come previsto dal decreto di all’articolo 4, comma 7, lettera b). e) sono organizzati in modo da consentire la personalizzazione del percorso, sulla base del “Patto formativo individuale” definito previo riconoscimento dei saperi e delle competenze formali, informali e non formali posseduti dall’adulto secondo i criteri generali e le modalità stabilite nel decreto di cui all’articolo 4, comma 7. D.T. bruno Seravalli 2010

  5. Dal 1 settembre 2010 • L’articolazione delle competenze, conoscenze, abilità dei percorsi di primo livello secondo periodo didattico tiene conto: • dei risultati di apprendimento comuni, declinati nel PECUP, rispettivamente degli istituti tecnici (Allegato A) e professionali (Allegato A) • dei risultati di apprendimento degli insegnamenti comuni agli indirizzi del settore economico (Allegato B – area di istruzione generale) e del settore tecnologico (Allegato C – area di istruzione generale) dell’istruzione tecnica, nonché del settore servizi (Allegato B – area di istruzione generale) e del settore industria e artigianato (Allegato C – area di istruzione generale) dell’istruzione professionale; • degli obiettivi a cui tende il secondo periodo didattico del primo livello (assolvimento dell’obbligo e quindi necessità di tenere presenti gli assi culturali); • della continuità del secondo periodo didattico del primo livello con il primo periodo didattico del primo livello e con gli indirizzi previsti dal secondo livello; • del contesto di riferimento, operando le necessarie curvature per l’utenza adulta ; D.T. bruno Seravalli 2010

  6. DARE FLESSIBILITA’ AI DEI PERCORSI APPRENDIMENTO • Certificazione in ingresso (riconoscimento dei crediti formali, non formali, informali finalizzati all’inserimento dell’adulto nel sistema di istruzione o nel sistema dell’educazione permanente) • Certificazione delle competenze acquisite in un segmento dei percorsi formali di istruzione • Certificazione in uscita (da effettuare alla fine di un percorso formale di studio) D.T. bruno Seravalli 2010

  7. IL FORMAT DI CERTIFICAZIONEAdattamento dell’allegato A - DM 86/2004 • AnagraficaLivello del quadro europeo delle qualifiche di riferimento D.T. bruno Seravalli 2010

  8. IL FORMAT DI CERTIFICAZIONEAdattamento dell’allegato A - DM 86/2004 LA COMMISSIONE sulla base della documentazione presentata dall’interessato e delle valutazioni effettuate per mezzo di apposite prove RICONOSCE I SEGUENTI CREDITI RELATIVI ALLE COMPETENZE DI BASE ESSENZIALI PER LA PROSECUZIONE DEGLI STUDI AREA D.T. bruno Seravalli 2010 Voto: …………..

  9. IL FORMAT DI CERTIFICAZIONEAdattamento dell’allegato A - DM 86/2004 • Tali competenze sono state verificate attraverso i seguenti tipi di prove: • Relazioni scritte o orali • Soluzione di problemi concreti attinenti alle diverse conoscenze • Realizzazione di prodotti anche grazie all’utilizzo delle conoscenze apprese • Realizzazione di attività che richiedono la collaborazione di altri • Ricerca, raccolta e sistematizzazione di dati relativi ad un campo specifico • non indagato direttamente in precedenza • ….. • Pertanto la Commissione • ATTESTA • Che il Sig. ………………………………………….ha le competenze per l’ammissione alla frequenza della classe …….. D.T. bruno Seravalli 2010

  10. PROVE E VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE Le analisi e le riflessioni condotte non consentono una immediata modellizzazione del processo di valutazione attraverso un quadro comune di indicatori da utilizzare per la misurazione del possesso delle competenze. Nonostante ciò si concorda sulla sua necessità. La valutazione del possesso della competenza è da effettuare a fronte della somministrazione, in un arco di tempo determinato e non casuale, di più prove. Ciascuna prova deve, quindi, essere corredata dall’esplicitazione della/e competenze di riferimento, dalle abilità che intende misurare, dalle modalità di raccolta dei dati (correzione) e dai criteri di valutazione del grado o livello di acquisizione degli esiti. D.T. bruno Seravalli 2010

  11. PROGETTARE IL PERCORSO DIDATTICO PARTENDO DALLA COSTRUZIONE DELLE PROVE La costruzione delle prove: • genera la progettazione delle sequenze di apprendimento • lancia la ricerca del compito prioritario da sottoporre a test, della sua specifica dimensione, del contesto • individua e definisce il grado di difficoltà in relazione alla competenza di riferimento e alla/e abilità individuate, della scala sulla quale riportare i dati ricavati dalle misurazioni. D.T. bruno Seravalli 2010

  12. CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE E DIDATTICA • Gli esiti di apprendimento degli adulti sono uguali a quelli degli studenti dei corsi diurni • Gli indicatori di valutazione sono uguali a quelli degli studenti dei corsi diurni • La didattica differisce: • per l’organizzazione della didattica • per i compiti di realtà caratterizzanti le singole unità formative D.T. bruno Seravalli 2010

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