1 / 8

Una cura per la celiachia?

Una cura per la celiachia?.

lawson
Download Presentation

Una cura per la celiachia?

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Una cura per la celiachia? Dal convegno che si sta tenendo a Genova sullo stato attuale della ricerca per la malattia celiaca alcune interessanti novità su una cura. La pillola, AT-1001, da assumere prima dei pasti per bloccare l'effetto tossico del glutine e consentire ai celiaci di mangiare in modo normale, sembra ormai in dirittura d'arrivo. Gli specialisti ritengono che nel giro di 5 anni si potrà giungere alla commercializzazione su larga scala e apportare così un significativo miglioramento alla vita di tutti i celiaci che si attengono strettamente ad una dieta priva di glutine.

  2. In che consiste questa pillola? Lo rivelano i massimi esperti mondiali di celiachia, riuniti al Galata Museo del mare di Genova per il Congresso internazionale organizzato dall'Associazione italiana celiachia (Aic). Il farmaco è  stato ideato da un ricercatore italiano al lavoro negli Usa, e i primi test sull'uomo sono promettenti. Gli sforzi vanno avanti, perché  «la dieta priva di glutine - sottolinea Umberto Volta, responsabile del Centro per la diagnosi di celiachia dell'ospedale S.Orsola Malpighi di Bologna e presidente del comitato scientifico dell'Aic - è  assolutamente sicura, ma impone restrizioni alimentari difficili da seguire, soprattutto in particolari età della vita come l'adolescenza. I celiaci inoltre sono sempre esposti al pericolo delle contaminazioni e hanno il desiderio di tornare a mangiare normalmente, senza sottoporsi a rinunce che spesso comportano la comparsa di problemi psicologici. Da qui la grande spinta da parte dei pazienti perché  la ricerca scientifica fornisca una terapia alternativa». http://www.celiachiaitalia.com/articoli/news/celiachia-sperimentazione-sulluomo-di-una-cura.html

  3. In che consiste questa pillola? La sperimentazione di questa pillola è iniziata 3 anni fa (2005), quando su alcuni rati diabetici si è testato un farmaco inibitore di una proteina intestinale, la zonulina. Nella prima fase della sperimentazione si osservò che gli animali trattati mantenevano intatta la barriera intestinale e non producevano gli autoanticorpi che scatenano la reazione immunitaria. Grazie agli ottimi risultati ottenuti nella prima fase della sperimentazione, Alessio Fasano spiega che si è riusciti a raggiungere in soli tre anni i traguardi che solitamente si raggiungono in 10 o più anni. Osservando i dati raccolti fino a questo momento il farmaco si è dimostrato molto efficace. I celiaci trattati con un placebo, una volta esposti al glutine, hanno sviluppato i sintomi classici nel 75 per cento dei casi, mentre, nel gruppo trattato con la pillola anticeliachia, i sintomi sono stati rilevati in appena il 14 per cento dei casi. Fasano conclude comunicando che presso il centro dell'Università del Maryland si sta attualmente sperimentando anche un altro farmaco in grado di rendere il glutine innocuo per i celiaci. Una proteasi (enzima proteolitico) capace di smantellare completamente il glutine, un processo che impedisce al glutine di entrare in contatto con le cellule immunitarie. Sebbene la sperimentazione sembra essere a buon punto, per la commercializzazione del farmaco bisognerà comunque attendere almeno 5 anni. http://www.celiachiaitalia.com/articoli/news/celiachia-sperimentazione-sulluomo-di-una-cura.html

  4. Obiezioni vostro onore!!! Alti livelli di una proteina del sistema immunitario, l'interleuchina-15 (Il-15) e l'acido retinoico potrebbero essere la miccia che scatena la celiachia, secondo i risultati di uno studio dell'università di Chicago, pubblicati su Nature. Nella sperimentazione sui topi alti livelli di Il-15 hanno dato il via ai primi stadi della malattia celiaca, somministrando, poi, acido retinoico i sintomi peggioravano, mentre bloccando la Il-15 i topi ritornavano tolleranti al glutine. L'acido retinoico agirebbe quindi da adiuvante che promuove le risposte infiammatorie cellulari. Farmaci che bloccano la Il-15 sono già allo studio per il trattamento dell'artrite reumatoide e secondo Bana Jabri, del Digestive disease research core center di Chicago e autore della ricerca, si potrebbero usare anche per la celiachia. Molto cauto Alessio Fasano, direttore del Centro ricerche sulla celiachia dell'università del Maryland: lo studio «mette in discussione ricerche precedenti che attribuivano alla vitamina A un ruolo protettivo. È come se l'interleuchina venisse "armata" dall'acido retinoico, un'evidenza sorprendente». Si tratta di un'inversione rispetto alla letteratura esistente e Fasano invita alla prudenza, considerato che la ricerca americana è stata fatta su animali. Inoltre sottolinea «non è possibile fare a meno della vitamina A, elemento integrante della nostra dieta, mentre il blocco dell' Il-15 in trial clinici sull'uomo non ha mostrato la regressione dei sintomi della celiachia, come accaduto nei topi della ricerca di Chicago». La celiachia è un'intolleranza permanente al glutine, proteina presente in avena, frumento, farro, orzo e segale. Secondo i dati dell'Aic (Associazione italiana celiachia), l'incidenza in Italia sarebbe dell'1% con 600mila potenziali celiaci, per ora i casi accertati sono poco più di 100mila, con 20mila nuove diagnosi all'anno. ttp://www.celiachia.org/notizie

  5. Anche un vaccino? Non solo. Per la prima volta al mondo sarà testato su 12 pazienti un vaccino contro la celiachia, «disegnato» per curarla riprogrammando il sistema immunitario. Entro fine anno saranno avviati a Melbourne, in Australia, i test clinici del siero sull'uomo: l'annuncio arriva sempre dal Congresso di Genova. Una speranza concreta per i tanti pazienti che soffrono di questa malattia: soltanto in Italia oltre 75.000 persone, ma si stima che siano oltre mezzo milione gli italiani che non sanno di essere celiaci. Costretti a una dieta rigorosa, i celiaci devono mettere al bando pasta, pane, biscotti ma anche le salse e tutto ciò che può essere contaminato dalla farina, come la frittura. I sintomi (vomito, diarrea, perdita di peso) nascondono difetti di digestione e assorbimento intestinale degli alimenti e provocano di conseguenza gravi complicanze: dall'osteoporosi, all'aborto spontaneo, al temuto linfoma intestinale. Il vaccino curativo è rivoluzionario: è  infatti in grado di riprogrammare il sistema immunitario dei celiaci per indurlo a tollerare il glutine. Nei pazienti i frammenti di glutine non digerito passano nell'organismo attraverso l'intestino, che ha una permeabilità alterata e non riesce a svolgere normalmente la sua funzione di barriera. Il sistema immunitario, spiegano gli specialisti riuniti a Genova, percepisce il glutine in circolo come un elemento estraneo e, anziché  eliminarlo, scatena una risposta alterata, che si rivolta anche contro l'organismo dello stesso paziente. «Il vaccino, attraverso un metodo molto complesso, intende bloccare questa reazione autoimmune tipica della celiachia, che porta alla produzione di citochine dannose per l'intestino», riferisce Alessio Fasano, direttore del Centro di ricerca sulla celiachia e Biologia mucosale dell'Università del Maryland a Baltimora (Stati Uniti). La fase clinica iniziale di sperimentazione «comincerà a Melbourne entro fine anno su 12 pazienti - aggiunge Fasano - e ci aspettiamo buoni risultati». È tuttora in sperimentazione sull'uomo anche un vaccino in grado cioè di prevenire la comparsa della celiachia nelle persone a rischio: è  quello anti-Rotavirus, che dovrebbe eliminare uno dei fattori che accelerano l'arrivo della malattia nei soggetti predisposti. http://www.vita.it/news/view/85305

  6. Ancora obiezioni!!! Una ricerca condotta dall’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr con Telethon, l’Università di Napoli e l’Ospedale di Avellino, ha infatti isolato nell’intestino celiaco cellule in grado di contrastare la patologica reazione al glutine. Proprio l’ingestione del glutine contenuto nel grano, nell’orzo e nella segale, ricordiamo, è infatti responsabile di un’aberrante risposta immunitaria nei soggetti predisposti. Pubblicato sul "Journal of Immunology", il nuovo studio italiano dimostra che l’interleuchina (IL)-10, una semplice molecola che viene prodotta a seguito di forti fenomeni infiammatori, potrebbe svolgere un ruolo alternativo alla dieta senza glutine. Secondo quanto riportato dal Cnr, questa molecola, prodotta da cellule regolatorie, è in grado di tenere sotto controllo l’attività infiammatoria dei linfociti intestinali reattivi al glutine che sono la causa di questa patologia. Carmen Gianfrani, ricercatrice dell’Isa, ha dichiarato: "Il soggetto intollerante, a causa della sua predisposizione genetica, tratta il glutine come un agente pericoloso verso cui attuare un’efficace riposta immunitaria al fine di distruggerlo. Più specificamente, nell’intestino celiaco sono presenti cellule linfocitarie che, in seguito al contatto con la gliadina, maggior costituente del glutine, proliferano e producono sostanze con attività infiammatoria quali l’interferone-gamma".Lo studio ha evidenziato che nell’intestino di soggetti celiaci sono presenti piccole popolazioni di cellule con funzione regolatoria che molto probabilmente si attivano in seguito alla forte infiammazione. "Dopo aver eseguito una biopsia intestinale – afferma la Gianfrani – abbiamo isolato queste cellule una dall’altra e fatto crescere in vitro i singoli linfociti, generando dei veri e propri cloni. Successivamente, sono stati effettuati dei test, mettendo a contatto le cellule infiammatorie con quelle regolatorie, in rapporto di 1 a 1, e abbiamo constatato che queste ultime, attraverso la produzione di sostanze anti-infiammatorie quali l’interleuchina-10, inibiscono la proliferazione dei linfociti patogenetici. La risposta infiammatoria risulta invece molto più accentuata se l’attività delle cellule regolatorie viene bloccata". Attraverso nuovi studi, i ricercatori cercheranno ora di aumentare nell’intestino il numero di cellule regolatorie o di potenziarne l’azione, in modo tale da tenere sotto controllo l’infiammazione. http://www.jugo.it/archivio/interleuchina10-novit-contro-la-celiachia

  7. Ancora obiezioni!!! SYDNEY - Scienziati australiani stanno sviluppando una nuova terapia contro i disturbi autoimmuni come la celiachia, un'intolleranza permanente al glutine presente nei cereali, ma il trattamento può incontrare una certa riluttanza, poiché consiste nell'infettarsi con vermi parassiti. L'equipe del prof. James Daveson, dell'ospedale Princess Alexandra di Brisbane, ha contagiato 20 volontari che soffrono di celiachia con il parassita intestinale detto anchilostoma, le cui larve penetrano per via orale o cutanea nell'uomo e si attaccano alla parete intestinale. Il parassita, che sta scomparendo dalle società occidentali a causa della forte enfasi sull'igiene, ha dimostrato di poter produrre una maggiore tolleranza a cibi come pane e pasta. "I pazienti che hanno ospitato il parassita hanno tollerato meglio il glutine, con migliori risultati nei test rispetto ai soggetti del gruppo di controllo; hanno accusato minori infiammazioni e meno danni alla parete intestinale", ha spiegato Daveson in una relazione ad un convegno della Settimana della gastroenterologia, in corso a Sydney. Una rigorosa dieta senza glutine è finora l'unica terapia che garantisce al celiaco un buono stato di salute. Altrimenti il sistema immunitario lo combatte come un invasore nemicò e gli anticorpi attaccano le pareti intestinali, causando problemi che vanno dalla diarrea cronica al cancro. Lo studioso ha spiegato che la ricerca si è basata sulla teoria secondo cui il sistema immunitario ha bisogno di essere esposto ad organismi estranei, per funzionare bene. Diversi studi hanno mostrato un legame fra gli alti standard di igiene ed il numero crescente di malattie autoimmuni. "L'uomo si è evoluto insieme con essi, eppure abbiamo sterilizzato il nostro mondo così bene che non abbiamo più vermi nel nostro intestino. Alcuni esperti ritengono che questa sia una delle ragioni per cui assistiamo ad una crescita allarmante di disturbi auto immuni come la celiachia, ma anche l'asma e la sclerosi multipla", ha aggiunto. I vermi usati nella sperimentazione convivono solo con l'uomo, e non sono facilmente trasmissibili da persona a persona. Dopo la sperimentazione di 21 giorni, ai volontari è stata offerto un trattamento per liberasi dei parassiti, ma tutti hanno scelto di continuare ad ospitarli. http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2009/10/23/visualizza_new.html_990365336.html

  8. Sitografia • http://www.celiachiaitalia.com/articoli/news/celiachia-sperimentazione-sulluomo-di-una-cura.html • http://www.celiachia.org/notizie • http://www.vita.it/news/view/85305 • http://www.jugo.it/archivio/interleuchina10-novit-contro-la-celiachia • http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2009/10/23/visualizza_new.html_990365336.html

More Related