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Gruppi di auto-aiuto

Gruppi di auto-aiuto. Psicologia di comunità. Storia. Anni 1930 nascita ufficiale dei AA nel mondo anglo-americano (fondazione Alcolisti Anonimi nel 1935) In Italia anni 1970: Alcolisti Anonimi, gruppi di diabetici, nefropatici, obesi, familiari di tossicodipendenti, CAT.

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Gruppi di auto-aiuto

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Presentation Transcript


  1. Gruppi di auto-aiuto Psicologia di comunità

  2. Storia • Anni 1930 nascita ufficiale dei AA nel mondo anglo-americano (fondazione Alcolisti Anonimi nel 1935) • In Italia anni 1970: Alcolisti Anonimi, gruppi di diabetici, nefropatici, obesi, familiari di tossicodipendenti, CAT. • Fenomeno in continua espansione

  3. Definizione di gruppo di self-help (Katz e Bender, 1976) • Sono strutture di piccolo gruppo a base volontaria finalizzate al mutuo aiuto e al raggiungimento di scopi particolari. Sono formati da pari che si uniscono per assicurarsi reciproca assistenza nel soddisfare bisogni comuni, per superare un handicap o un problema comune o per impegnarsi in cambiamenti personali o sociali. • I promotori hanno la convinzione che i loro bisogni non possono essere soddisfatti dalle normali istituzioni. • Enfatizzano le relazioni sociali faccia a faccia e il senso di responsabilità personale dei membri. • Assicurano sostegno emotivo e assistenza materiale, in alcuni casi sono orientati a qualche “causa” proponendo ideologia o valori che conferiscono identità personale.

  4. Classificazione di self-help (Levy, 1979) • Gruppi volti a controllare o riorganizzare comportamento deviante o a rischio (es., Alcolisti Anonimi) • Gruppi orientati al sostegno e alla difesa dallo stress (es., genitori di adulti schizofrenici) • Gruppi orientati all’azione sociale e civile (es., gruppi a rischio di discriminazione) • Gruppi di crescita e autorealizzazione (es., gruppi di single)

  5. Classificazione dei gruppi di self-help (Katz, 1981) • Gruppi focalizzati sull’autorealizzazione e crescita personale • Gruppi centrati sulla difesa sociale (advocacy) • Gruppi impegnati nella difesa di diritti e modelli alternativi di vita • Gruppi creati per offrire rifugio a emerginati • Gruppi misti

  6. Classificazioni secondo Schubert e Borkman (1991) • Autonomi • Federati • Affiliati • Controllati • Ibridi • In base al: • Tipo di dipendenza esterna • Tipo di autorità

  7. Caratteristiche • Origine: spontanea, non dipendente dalle autorità o istituzioni esterne • Obiettivo: aiuto reciproco per fronteggiare problemi comuni • Fonte d’aiuto: membri del gruppo fornitori e fruitori di sostegno • Composizione: parità, simmetria e condivisione problema o condizione • Controllo: da parte dei membri, occasionalmente esperti esterni come consulenti o supervisori • Attività: partecipazione, autogetsione, self-empowerment, terapia attraverso la relazione

  8. Funzioni • Sostegno emotivo • Modelli di ruolo • Sostegno di tipo informativo • Possibilità di nuove relazioni sociali • Suggerimenti sulle strategie di coping più adatte (es., serenity prayer)

  9. Caratteristiche dei gruppi di auto mutuo aiuto • L’azione è azione di gruppo : l’energia e la forza che il gruppo è in grado di esprimere, sono sicuramente maggiori e più significative delle possibilità che ogni singolo partecipante ha a disposizione per la soluzione del problema; • Il potere è la leadership : ogni decisione, cambiamento, regola, viene formulata, discussa e accettata democraticamente; • Il coinvolgimento è personale : ogni persona decide autonomamente se e come prendere parte al gruppo; • La responsabilità è personale : ogni persona è protagonista del cambiamento che vuole ottenere, la persona stessa è la prima risorsa per sé e per il gruppo ; • L’orientamento è all’azione : le persone imparano e cambiano facendo. Uno degli scopi dei gruppi è quello di sperimentare nuovi stili di vita e di comportamento, nuovi modi di sentire e trasmettere i propri vissuti. (learning by doing, changing by doing)

  10. Autoresponsabilizzazione nella salute • La salute è in relazione a ciò che l’individuo fa per mantenerla e per prevenire le condizioni di malattia • Superamento della “delega” ai professionisti per la cura e la prevenzione

  11. Principio dell’helper • "L’intento comune di tutti i gruppi di auto - aiuto è quello di trasformare coloro che domandano aiuto in persone in grado di fornirlo" (Martini, Sequi, 1988 ), aumentando la padronanza e il controllo sui problemi. • La persona che aiuta: • Aumenta il senso di autocontrollo e competenza personale, riceve riconoscimento , se sente meno dipendente, ha l’opportunità di “osservarsi” dall’esterno e di apprendere, avverte equilibrio tra dare e avere.

  12. Dinamiche dell’AMA • Helper therapy di Riessman (1965): chi aiuta riceve lui/lei stesso un aiuto • Gli helper sono colo che sono più avanti nel processo di risoluzione del problema e lo hanno già superato • Nella condivisione benefici per chi aiuta e per chi è aiutato

  13. Organizzazione degli incontri • Gruppo chiuso vs, aperto • Incontri a tema strutturati vs. non strutturati • Svelamento di una storia personale vs condivisione di tutti • Rinforzi formalizzati vs. informali del gruppo rispetto agli obiettivi personali raggiunti

  14. Alcolisiti anonimi • L'anonimato. Il membro può, qualora lo desideri, non rivelare la propria identità e magari avvalersi di un nome fittizio, ma deve soprattutto impegnarsi a non rivelare l'identità degli altri membri e non ripetere all'esterno i loro discorsi e le loro storie personali. Nessun Alcolista Anonimo dovrebbe consentire la pubblicazione e la diffusione del suo nome e della sua immagine attraverso i cosiddetti media. • L'unico requisito per esserne membri è un desiderio di smettere di bere. • Incontri, di solito con frequenza bi-trisettimanale; • sui "Dodici Passi" che rappresentano l'itinerario di una progressiva presa di coscienza della realtà e della propria personalità e che riconducono all'integrazione morale e sociale. • Non si fa dibattito, non si esprimono giudizi o critiche: ognuno, a turno, porta la sua testimonianza basata sulla propria esperienza di cammino in A.A. ed espone, se lo ritiene opportuno e nella misura che crede, i propri problemi personali.

  15. Esempio dei “12 passi” 1 . Noi abbiamo ammesso di essere impotenti di fronte all’alcol o cibo, e di non poter più controllare la nostra vita. 2 . Siamo giunti a credere che un Potere più grande di noi avrebbe potuto riportarci alla ragione. 3 . Abbiamo deciso di affidare la nostra volontà e la nostra vita a Dio cosi come noi potevamo concepirLo. 4 . Abbiamo fatto un inventario morale profondo e coraggioso di noi stessi. 5 . Abbiamo ammesso davanti a Dio, di fronte a noi stessi e di fronte ad un'altra persona, la natura esatta dei nostri torti. 6 . Siamo giunti ad accettare, senza riserve, che Dio eliminasse tutti questi difetti del nostro carattere. 7 . Gli abbiamo umilmente chiesto di porre rimedio alle nostre insufficienze. 8 . Abbiamo fatto una lista di tutte le persone a cui abbiamo fatto del male, e abbiamo deciso di fare ammenda verso tutte queste persone. 9 . Abbiamo fatto direttamente ammenda verso queste persone quando possibile, salvo nei casi in cui questo avrebbe potuto recar danni a loro o ad altri. 10. Abbiamo continuato a fare il nostro inventario personale, e quando ci siamo trovati in torto lo abbiamo ammesso senza esitare. 11. Abbiamo cercato, con la preghiera e la meditazione, di migliorare il nostro contatto cosciente con Dio così come noi potevamo concepirlo, chiedendogli solo di farci conoscere la Sua volontà e darci la forza di eseguirla. 12. Avendo ottenuto, come risultato di questi passi, un risveglio spirituale, abbiamo cercato di trasmettere questo messaggio ai mangiatori compulsivi e di mettere in pratica questi principi in tutti i campi della nostra vita.

  16. Dio mio donamila SERENITÀdi accettare le cose che non posso cambiareil CORAGGIOdi cambiare le cose che posso ela SAGGEZZAdi conoscerne la differenza.

  17. Esempi: “Genitori insieme” • Gruppo facilitato da pedagogista suddiviso per fasce d’età dei figli • Obiettivi: sostegno pratico ed emotivo in persone che vivono la stessa situazione di genitorialita', rafforzando la fiducia nella propria capacita' di prendere decisioni a livello educativo. • Punti di discussione: piccoli e grandi problemi incontrati nella vita quotidiana con i propri figli (la nanna, il pasto, i capricci, il gioco, ...).

  18. Esempio: auto-aiuto per giocatori d’azzardo • A.GIT.A (Associazione degli ex giocatori d’azzardo e delle loro famiglie) di Campoformido(UD) • Partecipanti: giocatori, ex giocatori d'azzardo e familiari • Temi: il problema del gioco dal punto di vista personale e sociale

  19. CAT • Club Alcolisti in Trattamento • Gruppo di trattamento con coinvolgimento della famiglia

  20. Esempi : Persone che vivono con un tumore • Gruppo condotto da psicologo • Gruppo aperto e incontri non strutturati • Obiettivi: • promuovere un esame di realtà; • aiutare ad affrontare i problemi correnti; • incoraggiare la speranza; • diminuire l’isolamento; • favorire la condivisione di modalità efficaci di affrontare i problemi; • fornire informazioni sulla malattia, sul suo decorso, sul ruolo dei farmaci e sui suoi effetti collaterali

  21. Esempio: transessuali FTM • Gruppo aperto • Cadenza quattordicinale • Condotto da facilitatori MTF e FTM • Obiettivi: • trovare comprensione della propria reale condizione di genere, • aiuto nella presa di decisioni sulla riattribuzione di genere • raccolta di informazioni utili • uscire dall’isolamento che sentirsi soli o isolati.

  22. Esempio: Persone che soffrono di fame nervosa • Gruppo condotto da psicologa • Gruppo chiuso e incontri strutturati: 1 Definizione Fame Nervosa. Storie personali di Fame Nervosa. Esercizio psicologico. Rilassamento 3 Il problema del mangiare/Disturbi alimentari. Esercizio psicologico 3 L'attacco di fame Dove, quando, cosa, gesto simbolico. Diario Fame Nervosa. Rilassamento 4 L'attacco di fame Stress, noia. Rilassamento 5 L'attacco di fame Cause emozionali. Feedback Diario. Rilassamento 6 Meccanismi psicologici: trattenere emozioni + storia vera. Esercizio psicologico 7 Meccanismi psicologici: sacrificarsi + storia vera. Rilassamento 8 O tutto o niente. Cibi buoni/cattivi. Esercizio psicologico. Rilassamento 9 Noi grassi noi magri. Esercizio psicologico. Rilassamento 10  La funzione del grasso. Esercizio psicologico 11 L'immagine ideale di noi. Rilassamento 12  Autostima e fame. Esercizi psicologici. Rilassamento 13 Emozioni e cibo. Esercizio psicologico. Rilassamento 14  Noi e le emozioni. Identificare emozioni. Compito a casa. Rilassamento 15  L'inizio. Linee guida per cambiamento individuale. Feedback corso

  23. Rapporto con le istituzioni • Nodi critici: • Sostituzione dell’istituzione vs affiancamento/complementarietà/integrazione • conoscenza personale vs. professionale • gestione esterna vs autonomia • resistenze da parte dei professionisti medici vs. bias antimedico nei gruppi • Collaborazione tra professionisti dei servizi e gruppi di AMA. Ruolo dello psicologo: • Inviare utenti ai gruppi • Lavorare in tavoli o progetti comuni(es., comitati consultivi misti) • Operare come “iniziatore” • Operare come facilitatore o coordinatore

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