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Qualità , sostenibilità , redditività : Una sintesi possibile

Qualità , sostenibilità , redditività : Una sintesi possibile. La Cooperativa Allevatori Cansiglio: attività polifunzionali e valore del territorio. Allevatori Cansiglio: S toria.

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Qualità , sostenibilità , redditività : Una sintesi possibile

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Presentation Transcript


  1. Qualità, sostenibilità, redditività:Unasintesipossibile La Cooperativa Allevatori Cansiglio: attività polifunzionali e valore del territorio

  2. Allevatori Cansiglio: Storia Il Cansiglio è un altopiano carsico di circa 6500 ettari situato a 1000 m s.l.m. ai confini tra le province di Belluno, Treviso e Pordenone. È in gran parte coperto da boschi ad alto fusto, e nelle due depressioni principali (Cansiglio e Valmenera), dove la temperatura è più rigida per l’inversione termica, si estendono 600 ettari di prato stabile, quasi piano, disseminato di numerose doline. il Corpo Forestale dello Stato ha fondato nel 1970 all’interno della foresta la Cooperativa che oggi si chiama “Centro Caseario e Agrituristico dell’Altopiano TambreSpert Cansiglio”. Nel 1992 è stata presa la risoluzione di passare all’agricoltura biologica, una scelta non ideologica ma economica, intrapresa per valorizzare il lavoro degli allevatori ».

  3. Numeri Il comparto foraggiero - zootecnico è composto da 5 aziende agricole dedite all’allevamento di bovini con indirizzo produttivo da latte, 2 malghe e alcune aree a pascolo. Tutte le aziende agricole aderiscono alla Misura 6 del PSR che prevede una limitazione nella fertilizzazione delle superfici erbose. Tre aziende aderiscono sia per la coltivazione che per l’allevamento anche al disciplinare per la produzione biologica (Reg. CE n. 2092/91 e n. 1804/99). ».

  4. Numeri 75 Le aziende utilizzano, anche se in modo diversificato, il pascolo nel periodo primaverile - estivo (da metà maggio a metà ottobre). L’utilizzo di foraggio, in modo particolare fieno di prato polifita e insilato d’erba, è maggiore rispetto alle aziende convenzionali; mentre è minore la quantità di concentrati (mangimi).

  5. Numeri La superficie agricola totale (SAT) è pari a 453,3 ettari, quella utilizzabile (SAU) a 446,2 ettari. L’andamento climatico in questo comprensorio non è favorevole alla fienagione a causa della piovosità, delle basse temperature, di umidità relative dell’aria elevate e dell’intensità con la quale si manifesta il fenomeno della rugiada. La stagione di fienagione è caratterizzata da una piovosità media mensile superiore ai 100 mm e da una temperatura media mensile inferiore ai 17 °C. Queste condizioni climatiche sono invece favorevoli alla produzione foraggiera. ».

  6. Numeri Viste le scarse rese del fieno in termini qualitativi (eccesso di parete cellulare/lignina, scarso contenuto proteico etc.) alcune aziende hanno optato opportunamente per l’insilato d’erba in balle; Questa pratica (insilato in balle) offre tra l’altro il vantaggio di poter bilanciare opportunamente la razione prelevando una miscela da raccolti distinti, ed evitare discontinuità negli apporti (più erba col primo taglio, più leguminose nel secondo); Come vedremo oltre la qualità dell’alimento ha implicazioni anche di carattere economico (abbastanza scontato) ed ambientale. ».

  7. Numericomposizione dell’erba in Cansiglio Il fattore che maggiormente influenza il valore nutritivo è senza dubbio lo stadio vegetativo dell’erba: come per appetibilità e composizione chimica, al suo avanzare il contenuto energetico dell’erba diminuisce.

  8. Bilancio energetico Prateria Poco più dell’1% dell’energia incidente viene effettivamente utilizzata dalle piante. Di questa il 15% circa viene spesa per la respirazione delle piante e il rimanente rappresenta la Produzione netta. Energia solare 4.71x 10EXP 5 evaporazione riflessione Non utilizzata 4.65x10 EXP 5 Quantità espresse in Chilocalorie per metro quadro per anno Produzione lorda 5.83x 10 EXP 3 Produzione netta 4.95 x 10 EXP 3 Respirazione 0.876x 10 exp3 Ripartizione dell’energia solare incidente su una prateria (Pentz,1980)

  9. Bilancio energetico dell’alpeggio Il metodo si basa sul seguente principio: misurando le prestazioni degli animali al pascolo (variazioni di peso, stato di ingrassamento e produzione di latte), è possibile risalire alla quantità di energia che essi hanno effettivamente utilizzato per realizzare tali prestazioni. Stimando il valore energetico dell’erba disponibile è quindi possibile risalire alla quantità in peso di erba che è stata consumata per fornire l’energia utilizzata. Non si tratta pertanto di una valutazione diretta della produttività del pascolo, bensì di quanto gli animali hanno consumato per mantenere i loro fabbisogni (mantenimento, lattazione, ingrasso)

  10. LCA: prime valutazioni

  11. Produttività del sistema Il prato è gestito effettuando sull’intera superficie un taglio fra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, seguito da un secondo taglio, condotto fra fine agosto e inizio settembre. Dopo questo periodo il clima, caratterizzato da una riduzione delle temperature e da un incremento dell’umidità relativa dell’aria, rende difficile l’esecuzione della fase di campo della fienagione.

  12. L’emergia La teoria dell’Emergia è stata introdotta da D.M: Scienceman e H.T. Odum negli anni ’90 del secolo scorso. È stata applicata in moltissimi sistemi ecologici ed economici, allo scopo di valutare l’entità delle grandezze EMERGY e TRANSFORMITY Solar emergy (seJ): The available solar energy used up, directly and indirectly, to make a service or a product (Odum, 1996); also referred to as the “energy memory” (Scienceman, 1997) Solar transformity (seJ/J): the solar emergy required to make one joule of a service or product Dalmomentochel’input “ecologico” complessivo è stimatoammontarealmeno al doppio del PIL GLOBALE (Costanza et al., 1997), ignorarnel’entitànelleanalisi di sostenibiilità induce a sottostimareil COSTO reale di un prodotto)

  13. Opportunità Integrazione LCA & Analisi Emergetica

  14. Opportunità di Integrazione LCA & Analisi Emergetica A differenza dell’approccio LCA, che mostra incertezza circa la diversa sostenibilità di pratiche agronomiche “bio”, le analisi emergetiche concordano nell’affermare che le pratiche agroecologiche sono più sostenibili degli approcci chimici convenzionali [es. Ortegaet al. (2005); Chenet al. (2006); Agostinhoet al. (2008)]

  15. LCA & Analisi Emergetica Life‐cycleinventorydatabase Aggregazione delle risorse in categorie Calcolo dei valori di TRANSFORMITY per ciascuna categoria Emergia(seJ) = τ (seJ/unit) * Resource (unit) ΣEm = « CEmD: Cumulative Emergy Demand (richiesta totale di emergia)» Un indicatore per l’esaurimento delle risorse

  16. Hotspot 1: la fertilizzazione Il secondo taglio viene mediamente eseguito su poco più del 50% della superficie a prato. I motivi perché ciò accade sono sostanzialmente legati a: l’andamento meteorologico, che sovente causa un protrarsi del primo taglio, aspetti agronomici, connessi con la lenta ricrescita del prato, aspetti organizzativi interni alle aziende. non secondario l’effetto di brucatura attuato dal cervo. Sulle superfici sulle quali non viene effettuato il secondo taglio viene eseguito il pascolamento condotto con tutto il bestiame o, spesso, con le vacche da latte. ».

  17. Hotspot1: la fertilizzazione La concimazione dei prati è prevalentemente organica ed è realizzata con le deiezioni prodotte dall’allevamento. In quattro casi su cinque le deiezioni sono costituite da letame, anche se si rileva un’ampia variabilità per quanto riguarda l’impiego di lettini, mentre in un caso viene realizzata la separazione liquido-solido. La distribuzione del letame viene effettuata al termine della stagione produttiva e alla ripresa vegetativa. Ciò consente di reintegrare nel prato il fosforo, il potassio e i microelementi asportati con la fienagione, mantenendo costante la fertilità del suolo.

  18. Hotspot1: la fertilizzazionea. Letame LETAME: dal punto di vista strettamente agronomico, questa modalità di gestione delle deiezioni non è in grado di offrire: quantità di azoto tali da stimolare in modo adeguato la produttività della cotica erbosa. Infatti, la quantità di azoto presente nelle deiezioni solide è molto ridotta a causa dei processi di denitrificazione che avvengono durante la fase di maturazione e stoccaggio. Inoltre l’impiego del letame non consente di fornire l’azoto nelle fasi in cui i fabbisogni nutrizionali per questo elemento sono maggiori.

  19. Hotspot 1: la fertilizzazione b. Separazione Liquido-Solido Una diversa gestione di questo fondamentale elemento nutritivo per il prato viene ottenuto adottando la tecnica della separazione liquido-solido delle deiezioni. In questo caso la matrice solida viene gestita come il letame, mentre quella liquida, essendo caratterizzata da una ridotta presenza di materiale in sospensione, può essere distribuita anche durante la stagione produttiva dopo l’esecuzione del primo taglio. L’azienda che adotta questo percorso gestionale delle deiezioni è anche l’unica azienda che effettua due tagli su tutta le superficie a prato. Un’altra azienda sta cercando di adeguarsi a questo sistema. L’adesione alla Misura 6 del PSR, non consente l’impiego di concimi azotati minerali. Le aziende che aderiscono al biologico non possono utilizzare i concimi azotati di sintesi.

  20. Hotspot 1: la fertilizzazione I risultati hanno evidenziato che la distribuzione delle frazioni chiarificate, digerite e non, riduce la volatilizzazione di oltre un terzo. http://www.crpa.it/media/documents/crpa_www/Settori/Ambiente/Download/Archivio-2011/IA_20_2011_p46.pdf

  21. Hotspot 2: l’alimentazione L’utilizzazione attuale del pascolo è soddisfacente, anche se non ottimale(Veneto Agricoltura, Piano Gestione Foresta Cansiglio) Le superfici a pascolo comprese nelle aziende agricole sono mediamente soggette ad un carico compreso fra 1 e 1,4 UBA con un valore medio pari a 1,2 UBA. Le risorse foraggiere prodotte dal pascolo e realmente utilizzate possono essere stimate in circa 17,0 q/ha di sostanza secca. Dallo studio “CNR-IPRA Aree Marginali”che ha esaminato 4 stazioni in malga Vallorch, è emersa una produttività media pari a 20,14 e a 37,33 q/ha di sostanza secca rispettivamente per le aree non concimate e concimate.

  22. Hotspot 2: l’alimentazioneInfestanti: Deschampsiacespitosa Da questo studio emerge però anche un’ampia variabilità per questo parametro (produttività media) e per la composizione floristica, anche all’interno dello stesso pascolo. La diffusa presenza di Deschampsiacaespitosa, specie tendenzialmente produttiva ma di difficile utilizzazione da parte del bestiame (appetita dai ruminanti solo allo stadio giovanile), riduce in molte aree la quota di foraggio effettivamente disponibile alla bocca dell’animale. La situazione, potenzialmente ricca, è compromessa dalla massiccia presenza di Deschampsia: il mancato sfruttamento alpicolturale dell’area favorisce la diffusione di tale pianta invadente. L’elevata copertura esercitata dalla graminacea ha causato una diminuzione nel numero delle altre specie erbacee e nel numero di individui per ognuna di esse.

  23. Hotspot 2: l’alimentazioneInfestanti: Deschampsiacespitosa È una graminacea perenne, che forma dei cespi che assumono dimensioni notevoli, arrivando ad essere alti e larghi fino a cm. 50, produce molti semi che mantengono la germinabilità per più anni, ha foglie dure e taglienti che i bovini utilizzano solo ad inizio del periodo vegetativo. E’ una pianta legata ai terreni profondi e umidi, le infestazioni partono infatti dalle vallette dove scorrono acqua o in vicinanza delle pozze, ma da lì si può diffondere su tutta la superficie di malga se i pascoli sono sottocaricati o, soprattutto oggi, se nelle aree pabulari si ha la presenza di animali le cui elevate produzioni ed esigenze alimentari portano all’impiego di imponenti dosi di concentrati e, conseguentemente, ad una minore utilizzazione della risorsa pascoliva. Su terreni di origine calcarea le infestazioni si manifestano con maggiore velocità e gravità.

  24. Multifunzionalità Un buon caseificio biologico, se ben gestito, non differisce molto nei costi da uno convenzionale. Certo abbiamo più scarto e più manodopera, ma sono i costi di produzione del latte ad incidere sul prezzo al pubblico; Per sostenere i suoi obiettivi, la Cooperativa ha intrapreso da decenni una politica di valorizzazione turistica e culturale dell’altopiano. Centro di quest’attività è l’agriturismo, con il Bar Bianco e gli altri agriturismi sorti nelle aziende socie.

  25. Produzione orientata alla riproduzione Per vivere nelle Alpi e svolgervi le proprie attività economiche a lungo temine, l’uomo ha bisogno di un contesto ambientale stabile; ma siccome ogni paesaggio antropizzato è ecologicamente instabile – in quanto prodotto del lavoro dell’uomo, esso è sempre un complesso “artificiale” all’interno della natura – una produzione durevole nel tempo è possibile solo mediante la “riproduzione” del paesaggio culturale, cioè il suo costante ripristino e consolidamento. Io definisco tale attività una “produzione orientata alla riproduzione” e intendo esattamente in questo senso il concetto oggi di moda di sostenibilità. Senza questa “riproduzione”, la “produzione” perde il suo fondamento materiale e in tempi più o meno lunghi è destinata ad andare in rovina, poiché la natura torna a essere ostile all’uomo.

  26. Conclusioni Miglioramento del pascolo Definizione del carico ottimale di bestiame (EC,MANAGEMENT of Natura 2000 habitats;) Rinnovo della cotica erbosa (progetto CentralEurope SALVERE); Controllo della flora infestante (es. Deschampsia); Trasemine (infittimenti artificiali che prevedono il parziale rinnovo del pascolo). Miglioramento della qualità del foraggio Valutare la migliore combinazione di separazione solido liquido dei liquami (N2O!!) Vista la scarsa attitudine dei prati del Cansiglio alla fienagione, estendere a tutti i soci la pratica dell’insilamento d’erba (preferibilmente in rotoballe)

  27. Conclusioni Procedere ad un riequilibrio del prato/pascolo Incremento superfici a prato e ottimizzare fertilizzazione Strategia per sistematica eradicazione infestanti dai pascoli Ulteriore riduzione della quota di concentrati nella razione Contestualmente all’incremento nella produzione foraggi ed efficacia pascolamento Aumento del numero di capi per azienda (?) Compatibilmente con le strutture esistenti ed edificabili (sviluppo sostenibile) La domanda di latte bio è in crescita e non vi sono competitori in regione (sviluppo sostenibile)

  28. Conclusioni Rivalutare la vendita diretta (es. Mungi&Bevi, consegna a domicilio a prezzi concorrenziali) Rivalutare la vendita diretta della carne … anche nelle sue forme più innovative vista significativa crescita del canale Maggiore valorizzazione qualità prodotto (razze bovine locali) Massimizzazione margini (accorciamento filiera) Ridurre approvvigionamenti esterni Chiudere i bilanci dei nutrienti e di altre specie chimiche potenzialmente dannose

  29. Conclusioni Latte & Carne Contemplare esplicitamente e a tutti i livelli (modello di business, incentivi, analisi impatti, integrazione orizzontale e verticale, etc.) l’esistenza di allevamenti integrati/multifunzionali Integrazione Agriturismo, equiturismo, ristorazione, alloggio: integrazione dei contributi fino al TETTO MASSIMO ammissibile dal regolamento CE (sviluppo sostenibile) Lotta al cervo Corretta pianificazione gestionale: equilibrio ecosistema territorio (spp. Selvatiche & Allevamento) Uomini o lupi?

  30. Grazie per l’attenzione. Manfredi Vale Aghetera Ambiente & Sviluppo www.aghetera.eu

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