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Il ruolo della famiglia nell’accompagnamento di chi soffre di un disturbo dell’umore

Il ruolo della famiglia nell’accompagnamento di chi soffre di un disturbo dell’umore. Paolo Lucio Morselli GAMIAN-Europe - ARETE Varese. 9 Febbraio 2006. In genere la depressione si associa ad una variazione, ad un’ alterazione più o meno evidente del comportamento.

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Il ruolo della famiglia nell’accompagnamento di chi soffre di un disturbo dell’umore

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Presentation Transcript


  1. Il ruolodella famiglianell’accompagnamento di chi soffre di un disturbo dell’umore Paolo Lucio Morselli GAMIAN-Europe - ARETE Varese 9 Febbraio 2006

  2. In genere la depressione si associa ad una variazione, ad un’ alterazione più o meno evidente del comportamento. La persona depressa si lamenta del fatto che le è più difficile interagire con gli altri. La conversazione è spesso dominata da pensieri negativi e/o di disperazione, condotta con voce monotona e le lacrime agli occhi.

  3. Se il disturbo non è compreso o capito, questa modificazione di comportamento può creare incomprensione e grandi difficoltà di comunicazione all’interno della famiglia, con una situazione di tensione ed aggressività latente.

  4. Inoltre, quando il disturbo è compreso, spesso il paziente e la famiglia provano un senso di vergogna, sono riluttanti a riconoscere la malattia, a chiedere aiuto. Come conseguenza, incontrano spesso difficoltà a restare inseriti o a rienserirsi nella società, a trovare e/o conservare un lavoro.

  5. La Depressione può causare sofferenze intense non solo per colui che ne è malato ma anche per i membri della famiglia ed altri parenti od amici. Quando una persona è depressa può incontrare difficoltà ad uscire di casa, a svolgere le normali attività quotidiane, andare al lavoro, a partecipare alla vita della famiglia. Inoltre molto spesso trova una grande difficoltà a chiedere aiuto.

  6. Se non compresa, non capita e rifiutata, la depressione può sconvolgere la famiglia • La vita con una persona depressa non è facile: richiede molto affetto e pazienza, ma non dobbiamo per questo trascurarci ! Il vivere con una persoan depressa può essere un grande sforzo, uno stress notevole, specie se si lavora. • Se la persona che soffre di depressione vede la nostra preoccupazione come una opposizione alla sua persona e per questo tende a rifiutarci, bisogna ricordarci che non è lui che ci rifiuta ma è la sua malattia che lo fa parlare cosi. • E’ importante imparare o capire quando dobbiamo imporci e quando dobbiamo cedere.

  7. La depressione si accompagna pure ad un aumento di liti, di dispute tra i coniugi con un grado elevato di ostilità e collera. Recriminazioni, ripicche, accuse sono il pane quotidiano. Essa è responsabile di molti divorzi. Tutto questo ha un impatto molto negativo sul decorso della malattia.

  8. Le dispute possono pure insorgere tra genitori e figli con una tendenza al rifiuto reciproco. (“tu non mi capisci e non mi capirai mai! “) Se i figli sono in giovane età, questo può avere conseguenze persistenti sulla psicologia del bambino sino alla sua adolescenza ed oltre.

  9. Spesso coloro che sono vicini ad una persona che soffre di Depressione sono, in un certo senso le vittime ignorate, perchè l’impatto della depressione del loro caro sulla loro vita è sottostimato e non è preso in considerazione, nè a livello medico nè a livello sociale.

  10. I depressi possono suscitare sentimenti di frustrazione, di colpaed anche di collera nelle persone che sono loro più vicine e che hanno una grande difficoltà a comprenderne il comportamento. Questi sentimenti sono una reazione del tutto normale, ma è bene apprendere a vivere con questi sentimenti in modo corretto, in modo tel da poter far fronte alla Depressione del familiare senza che questa situazione diventi una “via crucis”

  11. Il primo passo è quello di documentarsi, di leggere, di conoscere cos’è la Depressione, cosa comporta per chi ne è colpito. Senza una conoscenza adeguata potremo difficilmente essere d’aiuto al nostro caro e sostenerlo nella battaglia che conduce contro il disturbo. Conoscere e comprendere le manifestazioni della malattia ed il suo trattamento, essere consapevoli dei problemi che essa può comportare nelle relazioni con gli altri ed in famiglia, è fondamentaleper poter sviluppare quell’ atteggiamento di sostegno corretto indispensabile per la gestione quotidiana della malattia e della sua guarigione

  12. Il secondo passo che si può fare per un depresso è quello di aiutarlo ad ottenere una diagnosi corretta ed il trattamento adatto. Questo significa: * incoraggiarela persona * a cercare l’aiuto di un medico specialista * a convincerlaa restare sotto trattamento una volta che questo è iniziato, * spiegandone i vantaggi unitamente alleragioni per cui è necessario continuare la cura.

  13. Incoraggiare una persona depressa ad ottenere una diagnosi ed a seguire un trattamento adeguato possono essere momenti risolutivi, ma per poter fare questo occorre sapere con che tipo di disturbo si ha a che fare e quali sono le possiblità di approccio . ________________________________ Lo stesso può essere detto nel caso del Disturbo Bipolare ove possono prevalere decisioni avventate, spese e sregolatezze che possono mettere in pericolo non solo il futuro della persona che ne soffre ma anche il futuro della famiglia .

  14. Un terzo aspetto molto importante è offrire un sostegno a livello affettivo. Questo implica comprensione, pazienza, affetto ed incoraggiamento continuo. E’ utile cercare di conversare con la persona depressa, di implicarla in qualche attività; questo va fatto con una insistenza gentile, senza troppo spingere se si trova resistenza. Va ricordato spesso alla persona cara che soffre di depressione, che col tempo e con l’aiuto di coloro che gli sono vicini sicuramente migliorerà..

  15. “Aiutare, sostenere un familiare, un amico, un parente che è depresso può essere un’opportunità per costruire una relazione più stretta , più soddisfacente e gratificante. Può anche tuttavia essere estremamente frustante e può farvi sentire depressi con sensi di colpa.” (MIND -1999)

  16. Colui che vuole aiutare, chi vuole essere “l’amico”, deve essere preparato ad esperire sentimenti negativi di incapacità, di rigetto, di rifiuto da parte dell’altro. Non bisogna assolutamente sentirsi in colpa per questo, un’ attenzione affettuosa è un elemento vitale nell’aiuto che possiamo dare ad un depresso. Il depresso spesso ha bisogno di aiuto e comprensione nel prendere decisioni o per intraprendere una certa azione. Il fatto di sapere che siamo lì per aiutarlo, per consigliarlo e non per imporre la nostra volontà può facilitare la sua decisone e farlo sentire meglio.

  17. A volte una persona depressa ha il desiderio di restare in silenzio, di restare sola per ore. Questo non è necessariamente un fatto negativo. Una mente stanca, esaurita da un lungo travaglio interiore, può, in certi momenti, non essere in grado di sostenere il peso di una conversazione o di seguire lucidamente quanto gli viene detto. Ha bisogno di riposare, di recuperare, di meglio sintonizzarsi con l’ambiente che la circonda e questo può costare fatica.

  18. Ogni situazione va vissuta con grande spontaneità ed adattabilità, senza mai cercare di imporsi forzando. Se si riesce a stabilire un rapporto di vera empatia, di fiducia e chi soffre sente che lo si capisce, le cose saranno più facili; in questi casi gradualmente il depresso prende decisioni, si responsabilizza verso il mondo che lo circonda e poco a poco si riapre al dialogo che prima rifiutava. Se emergono pensieri o idee di suicidio bisogna immediatamente contattare lo specialista che lo segue o il centro di igiene mentale.

  19. In molti casi chi soffre di depressione si sente frustato, se non arrabbiato con le persone più care che a loro volta si risentono e non comprendono il problema. L’istinto porta infatti i familiari, i parenti, gli amici a scuotere , a stimolare o spingere la persona depressa ad uscire dalla cupa apatia ed isolamento in cui sembra essere scivolato, facendo uno sforzo di volontà. NIENTE DI PIÙ SBAGLIATO!

  20. La depressione è unamalattia della volontà, la volontà è annullata e non ha senso dire ad un depresso : “Fatti forza ! ” “Scuotiti!” L’incomprensione, l’irritazione, la frustrazionereciproca sono sentimenti normali sia nella persona depressa, sia in colui che gli vive accanto. E’ importante imparare ad affrontarli in maniera corretta !

  21. I familiari devono essere consapevoli che può essere necessario un certo tempo prima di trovare il farmaco “giusto” e cioè quello più efficace e meglio tollerato da quella particolare persona. Bisogna essere pazienti, avendo la certezza che il trattamento giusto darà un beneficio reale. E questa certezza, che deve esistere in chi assiste il depresso, deve essere “trasmessa” e “sentita” dalla persona depressa.

  22. La persona depressa non va forzata a vedere amici od estranei. Questo potrebbe aumentare al sua ansia. Non va neppure lasciata sola per lunghi periodi. Bisogna esserle vicini senza che viva la nostra presenza come oppressiva, come un controllo. Nell’ ambito della famiglia è bene darsi il turno in modo da conservare la nostra libertà.

  23. COSE DA NON FARE * Escluderela persona depressa dalle discussioni che si possono avere in seno alla famiglia * Cercare di fare tutto per lui/lei. (E bene che conservi un numero limitato di responsabilità) * Dire “non farlo lo faccio io” specie se ha già iniziato il compito * Criticare il suo comportamento. * Forzarlo(la ) a prendere decisoni * Insistere per farlo(a) “partecipare “ ad un evento

  24. Quando incomincia a recuperare va lasciato recuperare al suo ritmo. Bisogna fare le cose “con lui”, non “per lui ”, in modo che riacquisti fiducia in sè. L’esperienza depressiva ha intaccato la stima di sé e ci vuole un certo tempo perchè la riacquisti. Va trattato normalmente, senza dimenticare che i sintomi residui possono essere ancora presenti e rendergli difficile le attività quotidiane. Se vi è una recidiva od una ricaduta, noi possiamo accorgercene prima di lui ed in questo caso dobbiamo cercare con tatto di convincerlo a rivedere lo specialista.

  25. Il familiare dovrebbe essere ben informato e/o richiedere informazioni su : • Meccanismi d’azione ed effetti collaterali dei farmaci prescritti • (latenze e cosa fare se compaino effetti collaterali) • Tempi e costi del trattamento • (il trattamento a lungo termine è fondamentale per evitare ricadute) • I rischi di una scarsa aderenza al trattamento • (recupero più lento, rischio di ricadute, peggioramento)

  26. Il familiare dovrebbe essere informato su: • * Sintomi e decorso della malattia • (la guarigione è la regola e non l’eccezione) • * Il fatto che la depressione fa parte • delle malattie di natura medica • * Obbiettivi ed indicazioni della terapia (scopo del trattamento non è solo la risoluzione della fase acuta ma il mantenimento del benessere)

  27. Esempio di un pregiudizio diffuso In due recenti inchieste in USA ed UK condotti su parenti di persone che soffrivano di depressione, il 43% degli intervistati ha risposto che la Depressione è debolezza di carattere e non una malattia

  28. Le famiglie debbono aiutare il medico fornendo informazioni sul paziente, sui suoi sintomi, aumentando cosi il loro coinvolgimento nella cura

  29. Il depresso va sostenuto nella sua marcia verso la guarigione, va accompagnato mentre avanza al suo ritmo. Va trattato il più normalmente possibile, tenendo conto tuttavia del fatto che è malato. Chi soffre di depressione apprezza il fatto che voi non negate la sua depressione. Ogni miglioramùento va sottolineato, va messo nella giusta luce. E’ infatti il passo verso un obiettivo più completo : il recupero completo delle sue capacità vitali e di relazione interpersonale

  30. Quando chi soffre o soffriva di depressione esce dall’episodio acuto, dal tunnel, i familiari continuano ad avere un ruolo importante e capitale per il futuro del loro caro per il suostar bene . Bisogna sottolineare i suoi progressi, le sue vittorie , il suo nuovo modo di essere. Questo gli farà bene ed aumenterà la sua fiducia in sè ed anche la fiducia verso chi lo ha sostenuto ed aiutato.

  31. Se il vostro caro sta seguendo una terapia di mantenimento, aiutatelo ad osservare le prescrizioni, incoraggiatelo a continuare. Il suo futuro dipende anche da questo! Bisogna stargli vicino ma bisogna anche evitare una sorveglianza asfissiante. La vita va vissuta normalmente, senza paure, senza sensi di colpa. Se i sintomi dovessero riapparire non è colpa di nessuno, è la malattia.

  32. Cosa dire ai figli ? Come comportarsi ? I bambini sono molto sensibili al modo in cui i genitori interagiscono, sentono subito quando qualcosa non va. Nelle loro fantasie essi possono pensare che sia colpa loro. Bisogna spiegare loro che la persona depressa non li ha abbandonati, che non è arrabbiata con loro, ma che è solo malata, che non è colpa di nessuno e tantomeno la loro. Che è malata ma che presto guarirà e tutto sarà come prima e tornerà ad occuparsi di loro. Va pure spiegato cos’ è la malattia, cos’ è la depressione. Questo potrà rassicurarli e permettere loro di stare più vicini a chi soffre.

  33. Concludendo ……

  34. LA DEPRESSIONE , SE NON CURATA , PUÒ DISTRUGGERE LA FAMIGLIA

  35. Ricordate che : sollecitare il malatoa fare uno sforzo, a cercare di reagire, non serve, non aiuta, anzi................in molti casi aggrava la situazione e può spingere la persona depressa a chiudersi ancora di più nella sua disperazione, convinta che nessuno lapuò capire, che nessuno la capirà mai.

  36. La Depressione va affrontata assieme ! Per meglio sconfiggerla è necessario conoscerla e.... comprenderla !

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