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Corso di Lavoro e organizzazione

Corso di Lavoro e organizzazione. Il modello italiano Da Sociologia del mercato del lavoro, di Emilio Reyneri, Il Mulino, Bologna, 2002 Cap.VI (parte seconda). Occupati e disoccupati in Italia (anno 2012). Popolazione italiana 59.433.744. Fonte: Istat 2013.

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Presentation Transcript


  1. Corso di Lavoro e organizzazione Il modello italiano DaSociologia del mercato del lavoro, di Emilio Reyneri, Il Mulino, Bologna, 2002 Cap.VI (parte seconda)

  2. Occupati e disoccupati in Italia(anno 2012) Popolazione italiana 59.433.744 Fonte: Istat 2013

  3. Tasso di disoccupazione per ripartizione geografica Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro

  4. Tasso di disoccupazione per regione Anno 2012 (valori percentuali) Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro

  5. Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) nei paesi Ue Anno 2012 (valori percentuali) Fonte: Eurostat 2013

  6. * Tra parentesi dato 2011 Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro

  7. TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE PER SESSO E AREA GEOGRAFICA (ITALIA 2012)

  8. Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) per regione Anno 2012 (valori percentuali) Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro

  9. Persone in cerca di lavoro per titolo di studio Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro

  10. Disoccupazione giovanile ed intellettuale Cosa è avvenuto in Italia ? Nel tempo è cresciuto il livello medio di istruzione della popolazione È diminuito il livello di disuguaglianza della distribuzione dell’istruzione all’interno della popolazione italiana grazie alle Riforme scolastiche anni sessanta Istituzione scuola media unica e obbligo scolastico a 14 anni Legge n.1859 del 1962 Liberalizzazione degli accessi all’università Legge n.910 del 1969 Il carattere intellettuale della disoccupazione discende semplicemente dal suo carattere giovanile,

  11. Disoccupazione intellettuale e ricerca del primo impiego Fattori che ostacolano i più istruiti nella ricerca del primo impiego: • Non tutti i lavori sono uguali: • Differenti per l’ampiezza della tutela giuridica e di fatto goduta • Livello di istruzione e accettabilità sociale dell’occupazione • Presenza di una scarsa mobilità di carriera • Limiti dell’apparato educativo e struttura occupazionale

  12. Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat, Indagine “Famiglie e soggetti sociali”1998, 2003 e 2009

  13. «Una figura nuova per l’era moderna compare nel mercato del lavoro e sulla scena sociale: quella dell’operaio dei servizi [….] Dalla custodia alla sicurezza, dalla preparazione e offerta dei cibi alla pulizia, dalla cura della persona all’assistenza, dalla distribuzione commerciale alla manutenzione domestica: questi sono i servizi dove cresce la presenza di lavoratori manuali, che sono quindi commessi, baristi, camerieri, portieri, facchini, bidelli, domestici, guardiani, estetiste, autisti ecc.». Da Reyneri E., Sociologia del Mercato del lavoro, p.272

  14. Dalla scuola al lavoro: i vantaggi dell’istruzione • Accesso alle posizioni professionali più prestigiose • Maggiore protezione da relazioni di impiego scarsamente tutelati • Minore rischio di disoccupazione per gli occupati • Minore durata della ricerca di un nuovo impiego

  15. Conviene studiare “ …un titolo di studio elevato è in grado di promuovere l’ascesa verso le posizioni sociali sopraordinate o di ostacolare la discesa verso quelle subalterne,con efficacia superiore a quella consentita da origini sociali particolarmente vantaggiose. Le chances di giungere nei ranghi della borghesia da parte di un figlio laureato di un operaio sono maggiori di quelle che il discendente poco istruito di un imprenditore ( o di un libero professionista o di un dirigente) ha di permanere nella classe del proprio padre …”(Cobalti A., Schizzerotto A., La mobilità sociale in Italia)

  16. Distribuzioni delle classi occupazionali di arrivo secondo il titolo di studio

  17. Imprenditori, dirigenti, liberi professionisti secondo classe di origine e titolo di studio Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat, Indagine “Famiglie e soggetti sociali” 2009

  18. Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat, Indagine “Famiglie e soggetti sociali” 2009

  19. Tasso di mobilità intergenerazionale all’ occupazione attuale

  20. INDICE DI MOBILITA’ RELATIVA

  21. Indagine Multiscopo “Famiglie e soggetti sociali” (1998-2003-2009) • Schema di classe «Cobalti- Schizzerotto »(1994) Borghesia: liberi professionisti, dirigenti ed imprenditori Classe media impiegatizia: impiegati a livello intermedio Piccola borghesia urbana: artigiani, commercianti e altri lavoratori autonomi Piccola borghesia agricola: piccoli imprenditori agricoli Classe operaia urbana: lavoratori manuali e non manuali dequalificati dell’industria e dei servizi Classe operaia agricola: braccianti agricoli

  22. Impatto sociale della disoccupazione • Rischio povertà Non vi è una correlazione diretta tra disoccupazione e povertà. La probabilità di cadere nell’area della povertà dipende in modo cruciale non solo dalla posizione occupazionale dei membri familiari ma anche dal tipo di famiglia di cui si è membri: dalla sua struttura demografica, dalla fase del ciclo di vita in cui si trova, dalla struttura reddituale che la caratterizza • Disagio psicologico

  23. Come si cerca lavoro Metodi formali : Iscrizione a centri per l’impiego Iscrizione ad agenzie private di collocamento Partecipazione a concorsi pubblici Invio domanda scritta di assunzione Inserzioni , annunci economici, risposte ad offerte giornali Metodi informali : Visita a possibili datori di lavoro Segnalazioni di amici e conoscenti

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