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Gli Argonauti Pet Therapy: l’aspetto psicoeducazionale del rapporto bambino-animale

Gli Argonauti Pet Therapy: l’aspetto psicoeducazionale del rapporto bambino-animale. 29 marzo 2011 Dr. Marco Nicolussi, psicologo - psicoterapeuta Dr.ssa Tiziana De Ruggieri, psicologa - psicoterapeuta.

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Gli Argonauti Pet Therapy: l’aspetto psicoeducazionale del rapporto bambino-animale

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  1. Gli ArgonautiPet Therapy: l’aspetto psicoeducazionale del rapporto bambino-animale 29 marzo 2011 Dr. Marco Nicolussi, psicologo - psicoterapeuta Dr.ssa Tiziana De Ruggieri, psicologa - psicoterapeuta

  2. Chi di noi non ricorda un animale reale o di fantasia a cui è stato affezionato, con cui è cresciuto…? ….nel tempo il rapporto uomo-animale ha assunto un valore terapeutico….

  3. Sia i faraoni egizi che gli antichi greci ritenevano che gli animali avessero il potere di guarire le persone malate e numerose sono le iscrizioni che rappresentano gli animali come divinità.

  4. Perché gli animali? La chiave dell'efficacia terapeutica dell'animale è rappresentata dal conforto e dalla 'simpatia' (ovvero dallo stabilirsi di un rapporto empatico) incondizionati che gli animali forniscono.

  5. Il ciclo ORGI

  6. Osservazione È la registrazione accurata, tramite i nostri sensi, di quello che accade nell’ambiente circostante. Grazie – o a causa – delle nostre esperienze passate, filtriamo gli stimoli sensoriali in arrivo. Non registriamo passivamente le informazioni: scegliamo da quelle disponibili ciò che ci serve e ciò che vogliamo (anche in senso inconscio del termine).

  7. Reazione Sebbene i sentimenti facciano parte della nostra vita impariamo presto che in molte situazioni certi sentimenti devono essere “controllati”, “soffocati”, “superati” o in vari altri modi “cancellati” o negati. Così come impariamo a comportarci come individui sociali all’interno di una particolare cultura, allo stesso modo impariamo a distinguere quali sentimenti sono accettabili e quali no, quando è opportuno esprimerli e quando no, quali sentimenti sono “buoni” e quali sono “cattivi”.

  8. Giudizio Attuiamo, durante tutto il corso della nostra vita, una continua elaborazione di dati, analisi di informazioni e formazione di giudizi. Ed è proprio questa facoltà di poter analizzare, prima di agire, ciò che ci rende capaci di pianificare comportamenti complessi, conseguire obiettivi difficili, sostenere azioni concatenate, ecc. Ma tutte le analisi e i giudizi valgono solo se i dati su cui sono basati sono veri, oggettivi e non soggettivi.

  9. Intervento Non appena formulato un certo giudizio si agisce. Il problema si presenta laddove il giudizio è dato dalla nostra “decisione” di agire sotto l’impulso emotivo, e non ne siamo consapevoli.

  10. Con la pratica si impara a discriminare ciò che è osservazione, ciò che è sensazione, giudizio e intervento comportamentale manifesto. Si giunge così a migliorare la propria capacità di osservazione e evitare così giudizi prematuri e condotte inopportune.

  11. …..un po’ di storia…. Possiamo far risalire la nascita della pet therapy nel 1961, quando lo psicoterapeuta infantile Boris Levinson, pubblicò un articolo sull’osservazione effettuata durante una seduta con un bambino autistico. La presenza del suo cane migliorava l’interazione con gli adulti e il gioco con l’animale. Successivamente, i suoi studi dimostrarono che la presenza e l’interazione con l’animale aumentavano l’autostima e influivano sullo stato generale di benessere dei pazienti.

  12. Nel 1977 a partire dagli studi condotti da Erica Friedmann sulla correlazione tra aumento della sopravvivenza e possesso di un animale domestico, in pazienti infartuati, vengono condotte delle ricerche volte a verificare l’efficacia del rapporto uomo - animale nel ridurre l’ipertensione e i rischi di malattie cardiovascolari.

  13. La normativa in Italia • DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 28 febbraio 2003 - recepisce l'accordo stipulato il 6 febbraio 2003 tra il Ministro della salute, le regioni le province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy • LEGGE REGIONALE n. 3 del 03 Gennaio 2005 - Disposizioni sulle terapie complementari (terapia del sorriso e pet therapy).

  14. www.youtube.com/watch?v=DpicABASoow

  15. L’obiettivo primario degli interventi assistiti con gli animali è quello di migliorare l’efficacia delle terapie a cui è sottoposto il paziente ponendolo nelle condizioni migliori per affrontare il percorso terapeutico. 1- aumentando l’alleanza terapeutica tra terapeuta e paziente. 2- aumentando la motivazione del paziente alla guarigione 3- migliorando la condizione psicologica del paziente 4- favorendo i momenti di relazione e di affettività

  16. OBIETTIVI: • FISICI (migliorare la motricità o la deambulazione, il senso dell’equilibrio) • MENTALI (aumentare e migliorare le interazioni sociali, la capacità attentive, l’autostima, la capacità di gestire l’ansia, ridurre il senso di solitudine) • EDUCATIVI (incrementare il vocabolario, migliorare le capacità mnemoniche a breve e lungo termine e la conoscenza dei concetti quali colori , misure, etc.) • MOTIVAZIONALI (migliorare i rapporti con gli altri, con l’equipe e con il gruppo).

  17. ATTIVITÀ ASSISTITE DAGLI ANIMALI (AAA) Sono interventi di tipo educativo, ricreativo o ludico che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di persone che vivono una situazione di disagio. Le visite prevedono attività interattive e di ricreazione per situazioni particolarmente difficili come: • bambini in ospedale • ammalati • anziani in case di riposo • detenuti in carcere

  18. TERAPIE ASSISTITE DAGLI ANIMALI (TAA) Sono interventi terapeutici, che affiancano quelli medici e psicologici, con obiettivi specifici predefiniti, in cui gli animali sono parte integrante del trattamento. • Pienamente inseriti nel programma terapeutico dei pazienti; • Preciso protocollo operativo, stabilito sulla base della patologia specifica, dell’ambiente in cui vengono realizzati e degli animali coinvolti; • Risultati e progressi sono costantemente monitorati e valutati.

  19. Pet Therapy La relazione che si instaura è “flessibile” ovvero priva dei vincoli e dalle regole dei rapporti umani, come ad esempio la comunicazione verbale. Ciò consente la libera espressione delle proprie emozioni e sentimenti, così come le proprie paure e ansie, favorendo la comprensione di se stessi e delle proprie risorse e limiti.

  20. Pet Therapy Il rapporto con gli animali rappresenta un’opportunità, una strada privilegiata per ottenere risultati sul piano della relazione e della comunicazione. La comunicazione non verbale diventa il canale preferenziale che rende possibile l’espressione, in modo graduale, più intima di sé.

  21. Pet Therapy Inoltre, la relazione paziente/animale consente di uscire dalla dimensione di sofferenza e di patologia, per accedere ad un ambito in cui il piacere, attraverso l’accudimento, il contatto fisico e il gioco diventa prevalente e significativo.

  22. L’attaccamento La teoria dell’attaccamento di Bowlby ipotizza che il bambino sia predisposto a sviluppare legami di attaccamento con chi si prende cura di lui e che sia dotato di risposte comportamentali come: piangere, aggrapparsi, seguire, ecc.

  23. L’attaccamento • Durante lo sviluppo il bambino acquista un ruolo attivo nell'instaurarsi della relazione, i comportamenti che lui emette, attraverso il movimento, la percezione e la segnalazione, hanno lo scopo preciso, di mantenere il contatto con la madre e attivano una serie di comportamenti di risposta da parte della madre; • La relazione si instaura reciprocamente con il contributo di uno e dell'altro membro della coppia madre-bambino.

  24. L’attaccamento I comportamenti di attaccamento sono inizialmente indifferenziati, successivamente si indirizzano verso persone specifiche e con lo sviluppo dell’intenzionalità si attivano in funzione dell’obiettivo di mantenere la vicinanza.

  25. L’oggetto transizionale Secondo Winnicott, nei primi mesi di vita il neonato percepisce il mondo esterno come una realtà costruita soggettivamente dove tutto è sottoposto al suo controllo e al suo potere. Con il passare dei mesi, però, il bambino è costretto ad abbandonare questa visione e accettare il fatto che ciò che lo circonda esiste indipendentemente dalla propria volontà.

  26. L’oggetto transizionale Il bambino crea uno “spazio transizionale” in cui coesistono i due tipi di realtà (soggettiva e oggettiva). Questo spazio, all’interno del quale si colloca l’oggetto transizionale, è indispensabile per accettare la realtà oggettiva del mondo senza esserne traumatizzato.

  27. L’oggetto transizionale Si tratta di un oggetto con caratteristiche tattili-pressorie (un pupazzo, un pezzetto di stoffa, una coperta, una bambola…) che il piccolo percepisce come altro da sé (quindi, non completamente sottoposto al suo diretto controllo), ma non totalmente indipendente come il resto del mondo, come i genitori.

  28. L’oggetto transizionale Qualunque oggetto che circonda il bambino può trasformarsi in oggetto transizionale. Questi oggetti sono importantissimi per lo sviluppo emotivo del bambino e lo aiutano a superare le sue paure (non a caso, infatti, vengono cercati soprattutto per la nanna e nei momenti di separazione dalla mamma) costituendo una difesa contro l’ansia e la paura di essere abbandonati.

  29. Meccanismi d’azione della Pet Therapy • il rapporto uomo-animale, affettivo ed emozionale, è in grado di arrecare non solo benefici emotivi e psicologici, ma anche fisici, quali l’abbassamento della pressione sanguigna, il rallentamento del battito cardiaco; • la comunicazione uomo-animale, che si basa su una forma di linguaggio molto semplice, cadenzata, con ripetizioni frequenti, tono crescente e interrogativo, che produce un effetto rassicurante, sia in chi parla, sia in chi ascolta. 

  30. Meccanismi d’azione della Pet Therapy • la stimolazione mentale: che si verifica grazie alla comunicazione con l’altro, alla rievocazione di ricordi, all’intrattenimento, al gioco, che riducono il senso di alienazione e isolamento; • il tatto: il contatto corporeo, il piacere tattile permettono la formazione di un confine psicologico, della propria identità, del proprio Sé e della propria esistenza; • l’elemento ludico, cioè il gioco e il divertimento, che portano benefici psicosomatici. Le persone, tramite esso, possono liberare le loro energie e ricavare sensazioni di benessere e di calma; 

  31. Meccanismi d’azione della Pet Therapy • la facilitazione sociale: la presenza di un animale, spesso, costituisce un’occasione di interazione con altre persone; • la responsabilità: proporzionale alla propria età e alle proprie possibilità, nella cura di un eventuale animale di proprietà; • l’attaccamento: il legame che si viene a creare tra uomo e animale può, almeno in parte, compensare la mancanza eventuale di quello umano, e, comunque, favorire lo sviluppo di legami di attaccamento basati sulla fiducia, che potranno, in seguito, essere anche trasferiti ad altri individui;

  32. Meccanismi d’azione della Pet Therapy • l’empatia: la capacità di identificarsi con l’animale, nel tempo, viene trasferita anche alle relazioni con gli altri esseri umani; • l’antropomorfismo: l’attribuzione di alcune caratteristiche umane all’animale, può rappresentare un valido meccanismo per superare un eventuale egocentrismo e focalizzare la propria attenzione sul mondo esterno; • il senso di comunione con la natura.

  33. L’equipe multidisciplinare È formata da più figure professionali: • psicologi, • medici, • veterinari, • pedagogisti, educatori professionali, • terapisti della riabilitazione, • istruttori cinofili, • conduttori animali…… Che mettono a disposizione la propria esperienza e competenza specifica per elaborare un progetto efficace. La dimensione significativa dell’incontro terapeutico è la triade utente-animale-operatore che si rivela contenitore affettivo sicuro e accogliente che comunica e ascolta.

  34. Il lavoro in equipe • Obiettivi terapeutici specifici: individuando le caratteristiche individuali del paziente e le risorse residue e le difficoltà vissute si definiscono le aree su cui lavorare utilizzando la relazione con l’animale: • Motivazione, • Autostima, • Controllo ansia, • Aggressività, • Sviluppo relazione affettiva/emotiva, • Contatto fisico, • Acquisizione regole, • Accudimento….

  35. Il lavoro in equipe • Caratteristiche del setting • Operatori coinvolti • Scelta dell’animale co-terapeuta • Attività con l’animale: • Accudimento • Gioco • Condotta • Abilità fisiche… • Strumenti di lavoro: • Sguardo • Attività • Carezze

  36. Il lavoro in equipe • Tempi: • Durata della terapia • Progressione dell’intervento • Cadenza periodica • Riunioni di equipe • Valutazione periodica rispetto degli obiettivi previsti • Restituzione finale del lavoro all’equipe, al paziente e ai familiari.

  37. Quali animali? • deve avere specifiche caratteristiche attitudinali, comportamentali (affidabile, controllabile, prevedibile, socievole) e sanitarie. • QUALI: • Cane • Gatto • Cavallo-Asino • Coniglio/piccoli roditori • Caprette • Animali da fattoria • Uccellini – Pesci

  38. A chi si rivolge? • Disturbi pervasivi dello sviluppo (infanzia, fanciullezza e adolescenza): • Ritardo mentale (lieve, moderato), • Disturbo delle capacità motorie, • Disturbi della comunicazione (ritardo nello sviluppo del linguaggio, espressione, balbuzie), • Disturbi delle capacità motorie (coordinazione), • Ritardo psicomotorio dovuto a cerebropatie infantili, • Sindrome di Down, • Disturbi generalizzati dello sviluppo (autismo, Sindrome di West), • Disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività, • Disturbo d’ansia da separazione, • Mutismo selettivo, • Disturbo reattivo dell’attaccamento

  39. A chi si rivolge? • Demenza, disturbi amnestici e altri disturbi cognitivi: Decadimento cognitivo, Demenza da Halzeimer, invecchiamento • Disturbi dell’umore: Depressione • Disturbi d’ansia: Disturbo di panico, Fobia sociale, Disturbo d’ansia generalizzato; • Disturbo dell’adattamento : con depressione, con ansia, con alterazione della condotta sociale • Problemi relazionali, problemi collegati a maltrattamenti o abbandono, • Morbo di Parkinson, Malformazioni fisiche, • Non vedenti, non udenti

  40. A chi si rivolge? Difficoltà di comunicazione e di relazione, Situazioni di carenza/assenza di affetti, Disagio esistenziale, Isolamento, Solitudine, Malinconia, Disturbi cardiovascolari, Malattie croniche, patologie oncologiche, Convalescenze. Controindicazioni: Fobie per lo sporco, per gli animali, per le malattie, allergie, condotte aggressive e violente

  41. Autismo “L’autismo è la manifestazione comportamentale di disfunzioni sottostanti della maturazione neurobiologica e del funzionamento del SNC, ad etiologia spesso non definita, caratterizzata da una perturbazione generalizzata e grave del processo di sviluppo causata da una patologia organica che intacca primariamente il SNC quando esso è in via di organizzazione (Gillberg & Coleman, 2000).

  42. Autismo Caratteristiche evidenti : disabilità grave nello sviluppo della relazione sociale, nella comunicazione a forma verbale e non verbale, e/o un bagaglio gravemente ristretto di attività e di interessi a volte stereotipati e ripetitivi. Le disabilità sono palesemente non coerenti con il livello di sviluppo e l’età psichica . Questi anomalie solitamente sono constatabili nella fanciullezza (esordio nei primi due anni e mezzo). http://www.youtube.com/watch?v=ow2lkHn58zk&feature=related

  43. ADHD Ovvero Attention Deficit Hyperactivity Disorder - Disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Coinvolge circa il 4% della popolazione pediatrica. Si manifesta con la difficoltà nel mantenere un'attenzione continua nel tempo, nel controllare l'impulsività e nel regolare il proprio livello di attivazione fisiologica. Spesso viene somministrata una terapia farmacologica.

  44. Devianza minorile e bullismo I risultati ottenuti da alcuni progetti mostrerebbero come recuperando un rapporto armonico con la natura e gli esseri viventi si ottenga un miglioramento del rendimento scolastico e nella capacità di socializzare nei ragazzi. Ciò si tradurrebbero in una diminuzione nella percentuale degli abbandoni scolastici e dei fenomeni di devianza come la violenza e il bullismo.

  45. www.youtube.com/watch?gl=IT&v=b-PfVn8E7hw

  46. OSPEDALIZZAZIONE In ambito ospedaliero (oncologia, pediatria) sono stati avviati progetti con animali con funzione di coterapeuta che intendono consentire, attraverso la relazione animale-paziente, un miglioramento nei livelli di autostima, sicurezza, qualità delle relazioni, abilità psicologiche e motorie. Sicuramente questa relazione con l’animale abbassa i livelli d’ansia, e del dolore, riducendone la percezione, consentendo di alleviare le difficoltà della persona ospedalizzata. La vicinanza di un animale incide quindi sul fattore stress e ciò comporta una migliore risposta alla cure.

  47. OSPEDALIZZAZIONE I bambini ricoverati in ospedale soffrono spesso di depressione, con disturbi del comportamento, del sonno, dell'appetito e dell'enuresi dovuti ai sentimenti di ansia, paura, noia e dolore determinati dalle loro condizioni di salute, dal fatto di essere costretti al ricovero, lontani dai loro familiari, dalla loro casa, dalle loro abitudini. Alcune recenti esperienze condotte in Italia su bambini ricoverati in reparti pediatrici nei quali si è svolto un programma di terapie assistite dagli animali, dimostrano che la gioia e la curiosità manifestate dai piccoli pazienti durante gli incontri con l'animale consentono di alleviare i sentimenti di disagio dovuti alla degenza, tanto da rendere più sereno il loro approccio con le terapie e con il personale sanitario.

  48. ABBANDONO E PRIVAZIONI AFFETTIVE In queste situazioni il contatto con un animale può essere di aiuto nel soddisfare certi esigenze di affetto, sicurezza, relazioni interpersonali e nel recupero di abilità o capacità perse o mai sviluppate. La mancanza o perdita di queste capacità porta ad cattivo equilibrio psicofisico, ed a uno scadimento della qualità della vita e dei rapporti umani. La Pet Therapy può anche contribuire, in aggiunta alle terapie mediche tradizionali, al miglioramento dello stato di salute di chi si trova in particolari condizioni di disagio. Questa fatto era già stato osservato in passato ed evidenziato in vari studi ed oggi aumentano continuamente le esperienze in proposito: il contatto con un animale, oltre a fornire una almeno parziale sostituzione di affetti mancanti o carenti, si presta particolarmente a favorire i contatti interpersonali e quindi fornisce l'occasione di interagire con gli altri.

  49. SINDROME DI DOWN La sindrome di Down è la causa cromosomica di ritardo mentale più diffusa. Essa interessa tutte le etnie, sia maschi che femmine e si manifesta (incidenza) in un caso ogni circa 700 nati. Le persone affette dalla sindrome di Down presentano con maggior frequenza una serie di patologie quali: cardiopatie, degenerazione del sistema nervoso, ipotonia e ritardo mentale. In età adulta sono persone a rischio di sviluppo della malattia di Halzeimer.

  50. SINDROME DI WEST La sindrome di West è una forma grave di epilessia che colpisce il bambino sin dal primo anno di vita e che generalmente si presenta tra i 4 e i 7 mesi. Si stima che colpisca circa 1 bambino su 150.000. • È caratterizzata da una sintomatologia con spasmi muscolari in flessione o in estensione, con forte regressione mentale e con tracciato encefalografico particolare e desincronizzato.

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