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La legge delega sul federalismo fiscale

La legge delega sul federalismo fiscale. Marco Causi Università degli Studi Roma Tre Deputato del Partito Democratico. Decentramento delle funzioni pubbliche. Benefici politici del decentramento Sturzo, Salvemini, Nitti e la discussione in Costituente Benefici economici del decentramento

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La legge delega sul federalismo fiscale

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Presentation Transcript


  1. La legge delega sul federalismo fiscale Marco Causi Università degli Studi Roma Tre Deputato del Partito Democratico

  2. Decentramento delle funzioni pubbliche • Benefici politici del decentramento • Sturzo, Salvemini, Nitti e la discussione in Costituente • Benefici economici del decentramento • Le previsioni della teoria economica (eterogeneità dei bisogni, economie e diseconomie di scala nella produzione di servizi, ecc.)

  3. A che punto è il decentramento in Italia? • Ad un punto molto avanzato, al confronto non solo con Stati unitari ma anche con Stati federali • Fin dagli anni ’80, quasi un terzo della spesa pubblica al netto degli interessi è di competenza degli enti decentrati • Negli ultimi venti anni questa quota è un po’ aumentata, ma soprattutto è aumentata la quota delle entrate pubbliche di competenza degli enti decentrati

  4. Qualche dato Quota della spesa delle autonomie locali sul totale della spesa pubblica 1990 30,9% • 32,3% Quota delle entrate delle autonomie locali sul totale delle entrate pubbliche • 8,2% • 21,9%

  5. Autonomia finanziaria degli enti decentrati E’ molto alta ed è molto aumentata fra il 1990 e il 2006. La quota di entrate proprie (tributarie e non) sul totale delle entrate è: • del 66,4% nelle Regioni a Statuto Ordinario, cresciuta soprattutto con l’introduzione dell’Irap (1998) e della compartecipazione Iva (2000) • del 60% nei Comuni, cresciuta soprattutto con l’introduzione dell’Ici (1993) e delle principali tariffe (tarsu-tia, ecc.). Notare che i Comuni “vivono” di trasferimenti solo per il 40% (era il 73% nel 1980, il 66% nel 1990). In controtendenza rispetto a queste dinamiche il 2008, con l’abolizione dell’Ici prima casa.

  6. Altri spunti di inquadramento • Spesa pubblica nel nord e nel sud • Pressione fiscale nel nord e nel sud • Squilibri della finanza regionale • Squilibri della finanza comunale (Veneto e Puglia)

  7. La riforma costituzionale del 2001 • Il nuovo Titolo V della Costituzione: Nuove competenze legislative alle Regioni Equiparazione Stato-Regioni-Province-Comuni Scenario per la riforma amministrativa (principio di adeguatezza, ulteriori trasferimenti anche differenziati) Scenario per la riforma della finanza pubblica multilivello (art. 119) • Considerazioni politiche a otto anni di distanza: riforma approvata a maggioranza; discussione ancora aperta fra chi guarda ai benefici dell’unitarietà delle politiche pubbliche e chi guarda ai benefici del decentramento • La crisi economica cambia qualcosa?

  8. L’attuazione della riforma … o meglio la mancata attuazione … • 2001-2006: devolution • 2007-2008: Ddl Prodi-Lanzillotta e Prodi-Padoa Schioppa • Il programma del PDL (modello Lombardia) e l’accordo di governo per mandare avanti l’attuazione del federalismo fiscale • I rischi denunciati dal PD: • Modello Lombardia è incostituzionale • Solo 119? E la riforma amministrativa (117 e 118), ovvero la “Carta delle autonomie”? • Riforma del Parlamento? • Contesto di “scambio” politico con concessioni ad ogni territorio (tutti vogliono guadagnare dal federalismo: vedi casi Sicilia e Roma) • Contesto di comunicazione politica tutto favorevole alla Lega (scarsissimo il ruolo del PDL del Nord)

  9. Le scelte del Partito Democratico • Non siamo andati sull’Aventino • Abbiamo incalzato nel merito, a partire dalla nostra proposta (Ddl “Finocchiaro”) • Testo “Calderoli” molto lontano da modello Lombardia, varato con accordo di Regioni, Province e Comuni • Battaglia parlamentare, con 26 nostre proposte emendative approvate al Senato e 45 alla Camera • Da qui scelta di astensione: • Si prende atto di miglioramento del testo • Si mantiene un atteggiamento di “sfiducia” nei confronti del Governo delegato all’attuazione • Posizioni Idv e Udc fortemente strumentali

  10. Impianto della legge delega • Regioni: servizi essenziali – non essenziali (lettera m) • Comuni e Province: funzioni fondamentali – non fondamentali (lettera p) • Livelli essenziali delle prestazioni (l.e.p.) • Costi e fabbisogni standard • Obiettivi di servizio, patto di convergenza, procedure di accompagnamento per gli enti divergenti • Perequazione e premialità • Contrasto a elusione/evasione fiscale e compartecipazione degli enti locali al gettito emerso

  11. La nuova grammatica dei rapporti finanziari Stato-Regioni-enti locali 1 • Tributi propri, compartecipazioni, perequazione. Unici trasferimenti ammessi sono quelli perequativi • Servizi essenziali Regioni: finanziati col metodo dei fabbisogni standard tramite tributi propri, addizionale Ire, compartecipazione (in via prioritaria all’Iva) e fondo perequativo approvvigionato da compartecipazione Iva • Servizi non essenziali Regioni: finanziati col metodo della capacità fiscale tramite tributi propri, addizionale Ire e fondo perequativo approvvigionato dall’addizionale Ire

  12. La nuova grammatica dei rapporti finanziari Stato-Regioni-enti locali 2 • Funzioni fondamentali Comuni: finanziate col metodo dei fabbisogni standard tramite tributi propri legati all’imposizione immobiliare, compartecipazioni all’Iva e all’Ire e fondo perequativo approvvigionato da fiscalità generale • Funzioni fondamentali Province: finanziate col metodo dei fabbisogni standard tramite tributi propri legati al trasporto su gomma, compartecipazione all’Iva o all’Ire e fondo perequativo approvvigionato da fiscalità generale • Funzioni non fondamentali Comuni e Province: finanziate col metodo della capacità fiscale tramite tributi propri, compartecipazioni al gettito di tributi erariali o regionali e fondi perequativi

  13. La nuova grammatica dei rapporti finanziari Stato-Regioni-enti locali 3 • Servizi essenziali Regioni: sanità, assistenza, funzioni trasferite istruzione, trasporto pubblico locale (investimenti a standard, gestione no) • Ulteriori funzioni trasferite e attuazione art. 116, terzo comma • Fondo perequativo ad “una” Regione • Salvaguardia contributi erariali su rate di ammortamento mutui • Finanziamento integrale dei trasferimenti soppressi per il complesso degli enti • Funzioni fondamentali Comuni e Province: caratteristiche particolari territorio (zone montane), incentivi all’esercizio delle funzioni in forma associata, principio di priorità per la perequazione degli enti storicamente sottodotati • Decentramento del patrimonio dello Stato

  14. Il bicchiere mezzo pieno 1 • Commissione bicamerale con parere “rafforzato” e potere di proposta • Applicazione del principio di territorialità coerente con il dettato costituzionale • Road map: un decreto entro 12 mesi con i conti e con i principi di armonizzazione dei bilanci pubblici; un altro entro 24 mesi con i costi e fabbisogni standard sulla base dei l.e.p. Questi ultimi sono stabiliti da legge dello Stato • Coordinamento della finanza pubblica multilivello e patto di convergenza • No a riserve di aliquota. Perché?

  15. Il bicchiere mezzo pieno 2 • Garanzia di perequazione verticale per i servizi essenziali e le funzioni fondamentali • Paletti di garanzia per la tenuta della finanza pubblica (decreti corredati da relazioni tecniche che ne attestino la neutralità ai fini dei saldi di finanza pubblica) • Garanzie per le RSO del Sud • Garanzie per i sistemi delle autonomie locali

  16. Il bicchiere mezzo vuoto • Carta delle autonomie: chi fa cosa, semplificazione, riduzione del numero di enti e delle loro sovrapposizioni • Perequazione servizi non essenziali e funzioni non fondamentali non pienamente verticale. Per i Comuni, inoltre, il testo non indica la fonte di approvvigionamento. • Regioni a Statuto Speciale • Scarsa centralità su autonomia tributaria (ipocrisia Ici, Irap) • Poca chiarezza su rapporti “multilivello” fra Regioni ed enti territoriali (Province, Comuni) • Mozione Franceschini per ridurre impatto dei vincoli finanziari a carico di enti locali, ma finora pochi risultati concreti • Gli enti locali rischiano di arrivare all’appuntamento con il federalismo in condizioni molto gravi dal punto di vista non solo finanziario, ma dell’effettiva capacità di realizzare politiche attive sul territorio

  17. Crisi economica e crisi dei Comuni • Gli enti locali territoriali sarebbero il soggetto più adatto a mettere in campo politiche anti-cicliche: • Pagamenti al sistema delle imprese • Manutenzioni e investimenti di dimensione piccola e piccolo-media • Contrasto al disagio sociale • Su questo dobbiamo incalzare il centro-destra e la Lega: federalisti a parole, in realtà fortemente centralisti nelle politiche concretamente realizzate. I “tagli” ai Comuni, quelli già realizzati e quelli previsti fino al 2011, sono davvero insostenibili • Nuova mozione del PD al Senato per una “sospensione selettiva” delle sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità dovuto a spese di investimento

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