1 / 51

La congiuntura economica del Lazio II ° Quadrimestre 2003

C E N S I S. La congiuntura economica del Lazio II ° Quadrimestre 2003. Ottobre 2003.

holt
Download Presentation

La congiuntura economica del Lazio II ° Quadrimestre 2003

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. C E N S I S La congiuntura economicadel LazioII° Quadrimestre 2003 Ottobre 2003

  2. L’Unione Regionale delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura del Lazio e la Fondazione Censis presentano il rapporto sulla congiuntura economica della Regione Lazio relativamente al II° quadrimestre 2003. METODOLOGIA: Indagine telefonica su un campione di 600 imprese del Lazio suddiviso per settori produttivi, classi dimensionali e provincia. OBIETTIVO: Approfondire le dinamiche congiunturali di breve e medio periodo che interessano il sistema produttivo regionale.

  3. Il programma di ricerca per il 2003 si articola in tre Rapporti Congiunturali a cadenza quadrimestrale e un Rapporto Finale annuale. • Ciascun Rapporto Congiunturale è composto di due sezioni: • analisi della congiuntura economica, cheha come oggettolapresentazione dei principali processi congiunturali esaminati; • analisi tematica, in cui in ogni quadrimestre si affronta uno specifico tema relativo al sistema imprenditoriale regionale.

  4. LA STRUTTURA DEL CAMPIONE (*) PROVINCIA (*) Per offrire adeguata rappresentazione all’intero territorio regionale è stato utilizzato il metodo del ricampionamento

  5. LA STRUTTURA DEL CAMPIONE SETTORE PRODUTTIVO

  6. LA STRUTTURA DEL CAMPIONE CLASSE DI ADDETTI

  7. IL II° QUADRIMESTRE 2003 • LA CONGIUNTURA ECONOMICA: in un quadro in cui le medie e grandi imprese appaiono diffusamente più forti e dinamiche … • … si registrano segnali positivi, ma deboli • … l’incertezza genera immobilismo • … cresce la fiducia degli imprenditori • LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE • Il concetto: un’etica sociale autoreferente • Le azioni: i primi sintomi del cambiamento • I soggetti: la nebulosa delle relazioni

  8. LA CONGIUNTURA ECONOMICA

  9. II° quadrimestre 2003: una fase interlocutoria (Tassi di variazione congiunturale) Parlare di inversione di tendenza in una congiuntura in cui le variazioni positive non superano lo 0,6% appare eccessivo, ma dopo tanti mesi è la prima volta che produzione, fatturato, nuovi ordini ed occupazione presentano tutti valori positivi. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  10. Per la produzione una timida ripresa, perdono solo le imprese più piccole (Tasso di variazione congiunturale della produzione per classi di addetti) L’andamento della produzione tra maggio e agosto conferma le difficoltà competitive delle imprese con 1-15 addetti: -0,9%, a fronte dello 0,2% relativo al totale e dell’ottimo 1,1% che accomuna le aziende delle classi 16-49 e 250 addetti e oltre. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  11. I segnali più incoraggianti arrivano dal Lazio settentrionale (Tasso di variazione congiunturale della produzione, aree geografiche) * Frosinone e Latina ** Rieti e Viterbo L’area nord del Lazio registra il più consistente incremento congiunturale della produzione, +0,3%. Il dato del Lazio meridionale (0,0%) segna comunque un miglioramento rispetto al -0,6% che l’area aveva segnalato nei primi quattro mesi del 2003. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  12. Settori produttivi: i servizi registrano il trend migliore, delicata la situazione del commercio (Ripartizione % dell’andamento della produzione) LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  13. Il fatturato premia la grande dimensione (Tasso di variazione congiunturale del fatturato a confronto) L’andamento delle vendite nel II° quadrimestre 2003 rafforza l’indicazione emersa in tema di produzione e ribadisce una tendenza comune ai quadrimestri precedenti: le imprese minori (-0,7% nel periodo) registrano le difficoltà più consistenti. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  14. II°quadrimestre 2003: il Lazio intravede una via d’uscita (Tassi di variazione congiunturale di produzione e fatturato, confronto) In una fase economica tutt’altro che brillante non si può non leggere in modo positivo il +0,2% che accomuna i tassi di variazione di produzione e fatturato. Si tratta dei migliori risultati registrati in Regione da venti mesi ad oggi, frutto di un lento ma costante miglioramento, il cui inizio data ormai II° quadrimestre 2002. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  15. Nuovi ordinativi: +0,6% (Tasso di variazione congiunturali dei nuovi ordini per classi di addetti) Il +0,6% relativo al tasso di variazione congiunturale dei nuovi ordini per il II° quadrimestre 2003 è confortante, così come lo sono le performance delle imprese appartenenti alle classi 16-49 e 50-249 addetti (+1,2% per entrambe). Ancora una volta sono le aziende con 1-15 addetti a mostrarsi più fragili (-0,3%). LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  16. I nuovi ordini crescono in tutto il Lazio (Tasso di variazione congiunturale dei nuovi ordini, aree geografiche) * Frosinone e Latina ** Rieti e Viterbo Tutte le macro-aree considerate partecipano del favorevole andamento dei nuovi ordinativi: Roma (+0,6%), il Lazio Meridionale (+0,8%) e, seppur in misura minore, il Lazio Settentrionale (+0,2%). LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  17. Rimane prossima al 20% la quota di capacità produttiva inutilizzata (% di utilizzo della capacità produttiva o di fornire servizi) La percentuale di utilizzo della capacità produttiva si conferma sostanzialmente sui valori del I° quadrimestre 2003: 80,2% per il Lazio in complesso. Negli ultimi quattro mesi sono il Commercio (84,1%), il Manifatturiero (82,1%) e l’Agricoltura (81,7%) i settori produttivi che segnalano i più elevati gradi di utilizzo della capacità produttiva. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  18. L’occupazione stenta a rimettersi in moto (Tasso di variazione congiunturale dell’occupazione per classi di addetti) È ancora molto contenuto il dinamismo che anima il mercato del lavoro (+0,3% in totale), pesano l’incertezza e le difficoltà che hanno contraddistinto la congiuntura economica degli ultimi due anni, sia a livello regionale, che nazionale ed internazionale. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  19. Crescono nuovi ordini e occupazione (Tassi di variazione congiunturale di nuovi ordini e occupazione a confronto) Il II° quadrimestre 2003 si caratterizza per il contemporaneo miglioramento di nuovi ordinativi (+0,6%) e occupazione (+0,3%), mentre in passato l’andamento congiunturale delle due variabili in esame era sempre stato divergente. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  20. Ancora molto flebili i segnali di vitalità provenienti dal mercato del lavoro (% di incremento nel ricorso alle diverse forme di lavoro) LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  21. È preponderante il ricorso ai contratti “tipici” (Incremento nel ricorso alle diverse forme di lavoro, classi di addetti, val. %) I contratti a tempo determinato e indeterminato sono ancora una volta i più usati; delle altre forme contrattuali un utilizzo consistente viene fatto, per i Co.Co.Co. ed i consulenti esterni, soprattutto dalle imprese con 16-49 (rispettivamente, 15,5% e 17,5%) e per i C.F.L. dalle aziende con 50-249 addetti (14,2%). LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Segnali positivi, ma deboli

  22. Gli investimenti sono in stallo (% di imprese che hanno incrementato gli investimenti) Le imprese del Lazio continuano a non investire, le difficoltà non ancora alle spalle sembrano irretire le decisioni di investimento. Sono ancora una volta le spese per informatica e TLC (38,7%), impianti e macchinari (36,8%) e innovazioni organizzative e gestionali (22,6%) a coinvolgere le più consistenti quote di aziende della Regione. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Incertezza e immobilismo

  23. Investimenti: è notevole il gap tra le imprese minori e quelle con 250 addetti e oltre (% di incremento degli investimenti) La distribuzione delle spese destinate agli investimenti per classi di addetti mette ancora una volta in luce il peso della dimensione aziendale: gli investimenti crescono al crescere del numero di occupati. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Incertezza e immobilismo

  24. Si ferma il mercato del credito (variazione % nel ricorso ai diversi mezzi di finanziamento) Il mercato dei capitali registra livelli di attività molto bassi in tutte le sue componenti, con flessioni rispetto ai quattro mesi precedenti in tutte le voci considerate. Di una certa consistenza i cali, tra I° e II° quadrimestre 2003, nel ricorso ai mezzi propri (-11,2%) e in quello al credito a breve termine (-4,1%). LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Incertezza e immobilismo

  25. Tengono unicamente le imprese con 50-249 addetti (variazione % nel ricorso ai diversi mezzi di finanziamento) Le aziende della classe 50-249 addetti sono le uniche in cui il passaggio tre i primi due quadrimestri del 2003 non ha comportato un crollo nel ricorso al mercato del credito, per tutte le altre la flessione è apparsa invece molto netta. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Incertezza e immobilismo

  26. Rallenta la dinamica delle strategie aziendali (% di imprese che hanno modificato le proprie strategie sui diversi mercati) Il II° quadrimestre 2003 segna la fine di quel crescendo nella rimodulazione delle strategie aziendali che aveva caratterizzato il sistema produttivo laziale nei dodici mesi precedenti. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Incertezza e immobilismo

  27. Le province Viterbo e Roma appaiono più attive (% di imprese che hanno modificato le proprie strategie sui diversi mercati, province) In un II° quadrimestre che vede le imprese laziali scarsamente orientate a rimodellare le proprie strategie di mercato, l’attenzione maggiore è rivolta all’ambito locale, con percentuali di imprese coinvolte che vanno dal 15,3% di Latina al 19,2% di Viterbo. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Incertezza e immobilismo

  28. Settori produttivi: prevale l’immobilismo (% di imprese che hanno modificato le strategie sui diversi mercati per settore) L’Informatica è il settore più attivo in termini strategici, ha le più alte percentuali di aziende impegnate sia in ambito locale (28,0%) che nazionale (22,9%). Per le strategie sull’estero emerge il riassetto attuato dalle imprese commerciali, riassetto che ha coinvolto il 13,5% delle aziende di comparto. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Incertezza e immobilismo

  29. Previsioni per il III° quadrimestre 2003 (Ripartizione % delle risposte) Si ingrossano le fila delle aziende che prevedono la crescita delle quattro variabili strutturali considerate. Ora sono il 48,6% relativamente alla produzione, il 51,4% per il fatturato, il 15,6% per l’occupazione ed il 29,2% per gli investimenti. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Cresce la fiducia degli imprenditori

  30. Migliora il clima imprenditoriale (% di imprese che si aspettano aumenti nelle quattro variabili; II°-III° quad.’02 - I°-II° quad.‘03) In linea con l’andamento che ha segnato il clima economico-produttivo nei dodici mesi precedenti, il II° quadrimestre 2003 vede un’ulteriore incremento della fiducia delle aziende laziali. L’occupazione è la variabile che desta le maggiori perplessità. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Cresce la fiducia degli imprenditori

  31. Previsioni per il III° quadrimestre 2003 (dettaglio delle % di risposte per classi di addetti) LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Cresce la fiducia degli imprenditori

  32. Un pacato ottimismo accomuna le attese relative a Provincia, Regione e Paese (Dettaglio delle % di risposte per provincia) Gli imprenditori del Lazio rivelano una visione univoca ed improntata ad un sostanziale ottimismo della congiuntura economica nei diversi ambiti territoriali. Lievemente sopra la media le aspettative nelle province di Latina e Rieti. LA CONGIUNTURA ECONOMICA – Cresce la fiducia degli imprenditori

  33. LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE

  34. Etica e impresa: aspetti indissolubili (Considerazione sul rispetto dei principi etici nell’attività d’impresa, val.%) Il rispetto dei principi etici si rivela un aspetto imprescindibile dell’attività d’impresa per il 60,7% del campione, un aspetto indispensabile nell’ottica della conquista di clienti e consumatori per il 33,0%, mentre lo ritiene un fattore secondario appena il 6,3% degli intervistati. LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Il concetto: un’etica sociale autoreferente

  35. Per l’area di Roma un legame più profondo (Considerazione sul rispetto dei principi etici nell’attività d’impresa per macro-aree, val.%) La provincia di Roma sembra l’area maggiormente cosciente dei legami tra etica ed economia (solo il 4,6% ritiene l’etica un fattore secondario). Nel Lazio Meridionale e, ancor di più, nella sua porzione Settentrionale il rispetto dei principi etici è spesso motivato anche dalla conquista di clienti-consumatori (rispettivamente, 42,8% e 45,4%). LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Il concetto: un’etica sociale autoreferente

  36. Un’idea di responsabilità sociale legata agli ambiti più direttamente connessi all’impresa (Gli ambiti ricompresi nel concetto di responsabilità sociale d’impresa, val.%) Tra gli ambiti ricompresi nel concetto di responsabilità sociale delle aziende gli imprenditori indicano principalmente la gestione del personale (75,1%), i rapporti con i clienti (68,0%) e i rapporti con i fornitori (53,1%). LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Il concetto: un’etica sociale autoreferente

  37. Per le imprese la responsabilità sociale è in primis verso il personale, i clienti ed i fornitori (I primi 5 ambiti ricompresi nel concetto responsabilità sociale - classi di addetti, val.%) Il dettaglio per classi dimensionali evidenzia la maggior attenzione che le aziende con 1-15 addetti dedicano alle relazioni con i clienti e mette in luce come le imprese da 16 a 250 addetti e oltre indichino i campi attinenti la responsabilità sociale d’impresa sostanzialmente nello stesso ordine. LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Il concetto: un’etica sociale autoreferente

  38. Un’identità d’impresa tra economia e sociale (“Lei ritiene l’impresa, in generale, e la sua azienda, in particolare: …”, val.%) La maggioranza degli imprenditori laziali identifica la propria attività in un connubio di economia e sociale (56,1%), quasi il 20% poi ritiene che l’attività d’impresa sia orientata specificamente allo sviluppo sociale, rimane un 24,6% la cui percezione identitaria è di ambito esclusivamente economico. LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Il concetto: un’etica sociale autoreferente

  39. L’impresa nella percezione dei settori produttivi (“Lei ritiene l’impresa, in generale, e la sua azienda, in particolare:…”, settori produttivi, val.%) LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Il concetto: un’etica sociale autoreferente

  40. Una concezione sostanzialmente condivisa dalle aziende delle diverse classi (“Lei ritiene l’impresa, in generale, e la sua azienda, in particolare: …”, classi di addetti, val.%) Le più rilevanti differenze si rintracciano nelle unità produttive con 16-49 addetti in quanto all’elevato peso della definizione di impresa quale soggetto esclusivamente economico (32,0%, a scapito del binomio economico-sociale, appena 45,4%). Spicca anche il 15,6% registrato nella classe minore in tema di impresa “orientata allo sviluppo”, motivato forse proprio da una dimensione di per se inconciliabile con quel fine e con la reale capacità di incidere, singolarmente, sul contesto sociale. LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Il concetto: un’etica sociale autoreferente

  41. Le politiche per il personale si concentrano su sicurezza e formazione (Iniziative prese negli ultimi 3 anni nell’ambito della gestione del personale, val.%) Negli ultimi tre anni le politiche di gestione del personale attuate dalle imprese del Lazio si sono orientate principalmente sulle tematiche più “classiche”: sicurezza sul lavoro (87,0%) e crescita professionale (51,0%). LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Le azioni: i primi sintomi del cambiamento

  42. Sono le imprese con 250 addetti e oltre le più attive nelle politiche per il personale (Iniziative prese negli ultimi 3 anni nell’ambito della gestione del personale, classi di addetti val.%) Nell’ultimo triennio, le imprese di tutte le classi dimensionali si sono mosse nella stessa direzione in termini di politiche del personale. Le aziende più grandi sono quelle che hanno profuso l’impegno maggiore. LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Le azioni: i primi sintomi del cambiamento

  43. L’impegno delle imprese verso la comunità locale: donazioni per il sociale e patrocinio di eventi culturali (Iniziative a favore della comunità locale negli ultimi 3 anni, val.%*) Appare consistente l’apporto offerto dalle forze produttive regionali alla comunità locale. Negli ultimi tre anni il 39,0% delle imprese ha effettuato donazioni ad associazioni ed enti operanti nel sociale ed il 21,3% ha investito in attività di carattere culturale; ancora scarsi invece gli interventi diretti in infrastrutture (4,2%). LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE – Le azioni: i primi sintomi del cambiamento

  44. Dimensione d’impresa e iniziative sul territorio (Iniziative a favore della comunità locale negli ultimi 3 anni, classi di addetti, val.%*) Le unità produttive con 50-249 e con 250 addetti e oltre sono le più attive nelle donazioni verso enti ed associazioni (rispettivamente il 43,0% e il 46,6%), mentre le imprese delle due classi inferiori appaiono maggiormente propense a investire in eventi culturali. LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Le azioni: i primi sintomi del cambiamento

  45. Le imprese laziali si muovono all’unisono (Iniziative a favore della comunità locale negli ultimi 3 anni, province, val.%*) Il dettaglio provinciale non mostra differenze sostanziali: le donazioni prevalgono a Roma (42,5%), Latina (33,4%), Rieti (27,5%) e Viterbo (36,7%), il finanziamento di eventi culturali a Frosinone (46,5%). LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Le azioni: i primi sintomi del cambiamento

  46. Una tutela dell’ambiente ancora embrionale (Iniziative per la salvaguardia ambientale negli ultimi tre anni, val.%) Le iniziative che le imprese laziali hanno concretamente portato avanti negli ultimi 36 mesi riguardano in via principale la raccolta differenziata dei rifiuti (64,9%), seguono l’utilizzo di materiali riciclabili (25,0%) e un uso più efficiente delle risorse naturali ed energetiche (19,3%). La salvaguardia ambientale appare ancora confinata in ambiti troppo angusti per una regione come il Lazio. LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Le azioni: i primi sintomi del cambiamento

  47. In tutto il Lazio si punta sulla raccolta differenziata (Iniziative a favore della comunità locale negli ultimi 3 anni, province, val.%*) Anche qui le imprese delle province laziali non sembrano adottare comportamenti molto dissimili, ovunque la politica di salvaguardia ambientale più seguita è la raccolta differenziata, a seguire si trova l’utilizzo di materiali riciclabili, tranne che nel frusinate dove spicca l’impegno nelle energie alternative (25,1%). LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Le azioni: i primi sintomi del cambiamento

  48. Nelle scelte di fornitori e business partners c’è poco spazio per fattori extra-economici (Importanza dei seguenti fattori nella scelta di partners e fornitori, val.%) Per le imprese laziali, l’attenzione alle tematiche di etica e responsabilità sociale non arriva al punto da farne delle discriminanti nella scelta di partners e fornitori. Tra gli items proposti le imprese si mostrano comunque più condizionate dalle tematiche ambientali (molto importanti in quelle scelte per il 23,7% del campione). LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE Le azioni: i primi sintomi del cambiamento

  49. La responsabilità sociale d’impresa: i referenti (Soggetti di riferimento più idonei per le tematiche della responsabilità sociale, val.%) Interrogati su quale soggetto fosse il più idoneo per svolgere attività di informazione, orientamento e promozione sulle tematiche inerenti la responsabilità sociale in economia gli imprenditori indicano, ai primi tre posti: Comunità Europea (31,1%), associazioni di categoria (28,4%) e Stato (24,0%). LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE I soggetti: la nebulosa delle relazioni

  50. I referenti: la poliedrica opinione del territorio (Soggetti di riferimento per le tematiche della responsabilità sociale, province, val.%) LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE I soggetti: la nebulosa delle relazioni

More Related