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Le teorie contingenti: la dimensione

Le teorie contingenti: la dimensione. Le ricerche principali sono svolte da un gruppo di ricercatori dell’Università di Aston (UK). Il gruppo estende l’analisi alla dimensione , come variabile, e ne evidenzia la rilevante influenza.

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Le teorie contingenti: la dimensione

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Presentation Transcript


  1. Le teorie contingenti: la dimensione • Le ricerche principali sono svolte da un gruppo di ricercatori dell’Università di Aston (UK). • Il gruppo estende l’analisi alla dimensione, come variabile, e ne evidenzia la rilevante influenza. • Secondo questo gruppo, al crescere della dimensione, diminuisce l’importanza della tecnologia.

  2. L’importanza della dimensione

  3. Gruppo di Aston, UK: ricerche empiriche su varitipi di organizzazioni (banche, industrie, P.A.) • Risultati di entrambe le ricerche: • 1. dimensione piccola (fino a 100 dip.) = burocratizzazione bassa (sistema “organico”) • 2. dimensione media (100-500 dip.) = burocratizzazione • alta (sistema “meccanico”) • 3. dimensione grande = burocratizzazione diversificata a seconda dei livelli (bassa ai livelli piu’ alti, e aumenta man mano che si scende) • La Woodward smentita?

  4. Dimensione e Tecnologia • Secondo il gruppo di Aston (Pugh e altri) la tecnologia è molto influenzante i flussi di lavoro.Al crescere della dimensione, l’effetto della tecnologia si attenua. • Nella piccola organizzazione, dunque, l’influenza delle variabili connesse ai flussi di lavoro è maggiore e, di conseguenza, quella della tecnologia.

  5. Le dimensioni come fattore contingente • Blau e Schoenherr, USA: le loro conclusioni convergono effettuando una ricerca empirica su un campione di distretti scolastici che svolgono tutti lo stesso compito (stessa tecnologia) e si confrontano con ambienti analoghi ma controllano un numero di scuole diverso (dimensioni differenti)

  6. Le dimensioni come fattore contingente • Alle ricerche precedenti, si uniscono gli studi di Child che ipotizza una connessione causale tra la dimensione dell’organizzazione (=numero degli occupanti) e la differenziazione strutturale (in termini di ampiezza verticale del controllo, specializzazione funzionale, specializzazione dei ruoli).

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