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LA GRECIA

LA GRECIA. A partire dal 1200 a.C. circa, la cultura greca comincia a svilupparsi in maniera determinannte e con essa anche le scienze. La medicina, la visione della malattia e la sua concezione all’interno del mondo greco le possiamo dividere in tre fasi:.

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Presentation Transcript


  1. LA GRECIA

  2. A partire dal 1200 a.C. circa, la cultura greca comincia a svilupparsi in maniera determinannte e con essa anche le scienze.

  3. La medicina, la visione della malattia e la sua concezione all’interno del mondo greco le possiamo dividere in tre fasi:

  4. 1. Malattia come punizione divina.2. Malattie che avvengono in maniera automatica.3. Visione scientifica della malattia.

  5. 1. In principio la malattia in Grecia veniva vista come una punizione divina, nosos (peste inviata da Apollo).

  6. Gli dei nel mondo greco, infatti, erano ritenuti i responsabili della malattia. I figli di Zeus, Apollo e la sorella Artemide, scoccavano frecce che potevano causare malattie, diffondere pestilenze, determinare la morte in età avanzata.

  7. Le conoscenze anatomiche erano limitate, dal momento che la dissezione non era praticata, e le poche conoscenze derivavano dal macello degli animali, dai sacrifici e da ferite in battaglia.

  8. Concetti fondamentali conosciuti all’epoca:-l’aria ispirata scende per la trachea-l’importanza del battito cardiaco -la gola permette il passaggio del cibo e bevande tramite la deglutizione.

  9. Secondo gli antichi la forza vitale, thymos, si trovava in ogni parte dell’organismo vivente;

  10. Il thymosera sostenuto sia da agenti provenienti dall’esterno (cibo, bevande, aria) che da eventi interni all’individuo (il movimento dei fluidi del corpo come il sangue).

  11. Con l’esalazione dell’ultimo respiro, il thymoslasciava definitivamente il corpo al momento della morte.

  12. Per comprendere in maniera più esaustiva la situazione del tempo ci viene in aiuto uno dei poemi omerici, l’Iliade. L’opera, comincia infatti, proprio con l’invio della peste da parte di Apollo.

  13. Cantami, o Diva, del Pelìde Achillel'ira funesta che infiniti addusselutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orcogenerose travolse alme d'eroi,e di cani e d'augelli orrido pastolor salme abbandonò (così di Giovel'alto consiglio s'adempìa), da quandoprimamente disgiunse aspra contesail re de' prodi Atride e il divo Achille.E qual de' numi inimicolli? Il figliodi Latona e di Giove. Irato al Siredestò quel Dio nel campo un feral morbo,e la gente perìa: colpa d'Atrideche fece a Crise sacerdote oltraggio.Degli Achivi era Crise alle velociprore venuto a riscattar la figliacon molto prezzo. In man le bende avea,e l'aureo scettro dell'arciero Apollo: … Iliade, Libro primo

  14. Infatti, attraverso l’Iliade è possibile capire anche il livello delle conoscenze mediche del tempo:

  15. Maggiore gravità delle ferite da spada rispetto a quelle da freccia. • zone più vulnerabili: regione epatica e la giugulare • discrete conoscenze anatomiche: da una ferita di giavellotto al gluteo, l’arma può arrivare alla vescica e scaturire nel decesso, o che, mozzando il capo rimane il midollo a nudo.

  16. Nell’Iliade si trova per la prima volta il termine pharmaka.

  17. Pharmaka era riferito sia alle sostanze magiche che ai veleni e ai medicinali.

  18. I rimedi applicati localmente avevano lo scopo di alleviare i dolori, calmare il malato, essiccare le secrezioni e favorire la guarigione.

  19. I trattamenti medici erano limitati, nella maggior parte dei casi alle lesioni esterne e alle ferite. Si estraevano le armi che avevano trafitto il corpo e venivano tamponate le emorragie con delle bende.

  20. I guerrieri, nell’Iliade e nell’Odissea si aiutavano l’un l’altro per sopravvivere alle ferite e alle malattie. Ai capi militari Macaone e Podalirio, figli del condottiero Asclepio, erano attribuite alcune conoscenze speciali.

  21. Macaone venne elevato in seguito a padre della chirurgia mentre Podalirio, della medicina interna, proprio per la necessità sentita dai medici di avere un nume tutelare dal quale poter far derivare la loro immagine semidivina.

  22. A poco a poco gli dei dell’arte medica iniziarono ad essere venerati in templi speciali, i più famosi dei quali erano quelli dedicati ad Asclepio.

  23. 2. La seconda fase è costituita da un periodo intermedio della cultura greca in cui per la prima volta in Grecia si parla di malattie al plurale, le quali, non avvengono più a causa di una punizione divina, ma automaticamente, senza una spiegazione precisa.

  24. 3. Con lo sviluppo della filosofia ionica (VII-VI secolo a.C.) e la rielaborazione razionale della filosofia della natura di Talete, Anassimene e Anassimandro, si passa ad una terza fase della medicina greca che prevede anche una profonda riflessione sul corpo umano grazie anche a eruditi del calibro di…

  25. -Empedocle: scopre il cervello ed alcune delle sue funzioni. -Pitagora e Alcmeone: cominciano la dissezione anatomica.

  26. All’epoca di Talete (VI secolo), l’attività medica veniva probabilmente portata avanti da professionisti itineranti che si trasmettevano le nozioni oralmente di generazione in generazione.

  27. Talete, ritenuto da molti il padre della scienza, era convinto che l’elemento fondamentale della vita fosse l’acqua. La caratteristica più importante della sua opera è quella di non fare ricorso ad agenti soprannaturali per trovare una spiegazione ai fenomeni.

  28. Anche Anassimandro (610-546 a.C.) riteneva che tutte le creature viventi traessero origine dall’acqua, inoltre espose la teoria secondo la quale l’universo è costituito da opposte forze in equilibrio e governate da leggi universali.

  29. Anassimene (575-528 a.C.), suo allievo, ritenne l’aria l’elemento costitutivo dell’universo, essenziale per la vita.

  30. Eraclito era convinto che il fuoco fosse l’elemento fondamentale, ma mise in evidenza la teoria dei contrari di Anassimandro, ritenendo essenziale per la vita, il contrasto tra forze opposte; l’unica costante per Eraclito era il mutamento.

  31. Quindi, già nel VI secolo, i 4 elementi acqua, terra, fuoco ed aria erano già considerati come elementi basilari di tutte le sostanze e ciascuno aveva una caratteristica corrispondente, rispettivamente umido, secco, caldo e freddo.

  32. In Sicilia si incentrò una scuola filosofica Italica. Il gruppo più famoso insegnò a Crotone grazie all’arrivo in città di Pitagora (580-500 a.C).

  33. Pitagora e i Pitagorici focalizzarono la propria attenzione principalmente sull’anima e sul mondo spirituale; gli esseri umani erano infatti considerati divinità decadute e in quest’ottica le procedure chirurgiche erano proibite in quanto potevano interferire con l’anima.

  34. I capisaldi della terapia pitagorica erano costituiti dalla dieta (esclusivamente vegetariana), dagli esercizi, dalla musica.

  35. Il principio fondamentale dell’universo pitagorico era la scienza dei numeri, che determinava tutto ciò che accadeva sia alle creature viventi che nel cosmo (tante quantità minori formano la quantità maggiore, la materia). Ad ogni numero veniva attribuito infatti uno speciale significato:

  36. 1 rappresentava Dio, 2 la materia, 12 era l’universo divisibile per 4 volte. Un comportamento retto richiedeva l’equilibrio di tutte le cose, equilibrio che era realizzato da coppie opposte di sostanze e di qualità; pertanto il numero 4 era importante per la salute, così che l’idea dei 4 elementi ricevette ulteriore slancio.

  37. Anche il numero sette era un numero di forte interesse medico: le mestruazioni avevano luogo ad intervalli di quattro volte sette giorni, la gravidanza durava quaranta volte sette giorni.

  38. Uno dei membri più insigni della scuola di Crotone fu Alcmeone (V secolo a. C.); il suo libro “Sulla Natura” può essere considerato la prima opera della letteratura medica greca.

  39. Egli si atteneva ad un principio filosofico generale: la salute è armonia mentre la malattia è l’elemento disturbatore di tale armonia; inoltre era convinto che per comprendere il corpo non fosse sufficiente soltanto la filosofia, ma che fosse necessaria anche l’indagine diretta compresa la dissezione che però svolse esclusivamente su animali.

  40. Il contributo più rimarchevole da lui offerto alla medicina è stato quello di aver stabilito la connessione tra gli organi di senso e il cervello, giungendo alla conclusione che il cervello è la sede della mente e che non si limita a ricevere le sensazioni, ma è responsabile anche del pensiero e della memoria.

  41. Circa un secolo più tardi, Aristotele si trovò in disaccordo con Alcmeone, in quanto ritenne che fosse il cuore, invece del cervello, il centro delle sensazioni.

  42. In Sicilia fiorì un’altra scuola di medicina della Magna Grecia, il cui rappresentate più famoso fu Empedocle (493-433 a.C.). Egli predicava le dottrine pitagoriche della purezza di mente, di corpo e di comportamento, così come i vantaggi di una dieta regolare e moderata dell’attività fisica.

  43. I 4 elementi, secondo Empedocle, sono uniti insieme nella vita e separati tra loro dopo la morte. Le sostanze si formano per l’attrazione e la repulsione degli elementi, in differenti proporzioni.

  44. Lo scorrere del sangue attraverso il corpo era messo in qualche modo in relazione con la forza propulsiva dell’aria. La respirazione aveva luogo non solo attraverso naso e bocca, ma anche attraverso i “pori respiratori” della pelle.

  45. Tra gli altri gruppi di filosofi-scienziati che fiorirono tra il VI e il V secolo a.C., due dei più importanti furono quelli di Cnido, in Asia Minore, e di Cos, un’isoletta greca dove Ippocrate, in seguito, visse e insegnò.

  46. La medicina ai tempi di Ippocrate:

  47. Educazione: Ogni giovane greco durante l’adolescenza veniva spinto a praticare dello sport, ma intorno ai 18 anni veniva indirizzato a mete intellettuali (filosofia, retorica, scienza e medicina). L’uomo colto doveva avere familiarità con tutti campi del sapere, ed era naturale per un terapeuta fare pratica in tutte le branche della medicina, da quelle mediche a quelle chirurgiche.

  48. Vi sono tre fasi distinte della malattia: un cambiamento nelle proporzioni degli umori, indotto da fattori interni ed esterni; la successiva reazione del corpo, che si estrinsecava con la febbre o con uno stato di eccitazione; la crisi, risultato finale, che si aveva al termine della malattia in seguito all’eliminazione degli umori in eccesso o alla morte.

  49. Questa emanazione degli umori era spesso osservabile nel corso della malattia (sangue, flegma dal naso, vomito, materiale fecale, urine, sudore) e di frequente la malattia scompariva all’improvviso dopo aver raggiunto la crisi-eliminazione di uno degli umori.

  50. Accanto a questa classificazione di natura più scientifica, esisteva sempre una classificazione mitologica, come quella delle pazzie di Ippocrate: profetica (causata da Apollo), ritualistica (come quella delle cerimonie dionisiache), poetica (ispirata dalle muse), erotica (sotto l’influenza di Afrodite ed Eros).

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