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3 º INCONTRO 11 Aprile 2012

3 º INCONTRO 11 Aprile 2012. Total Physical Response I testi facilitati. Total Physical Response (T.P.R). Se ascolto dimentico; se faccio capisco ..........”.

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3 º INCONTRO 11 Aprile 2012

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Presentation Transcript


  1. 3º INCONTRO11 Aprile 2012 Total Physical Response I testi facilitati

  2. Total Physical Response(T.P.R)

  3. Se ascolto dimentico; se faccio capisco ..........”. Basandosi su questo principio nelle diapositive seguenti viene presentato un metodo che si ritiene efficace soprattutto durante la prima fase di inserimento dei bambini non italofoni.

  4. Che cos’è? E’ un metodo denominato “risposta fisica totale” (Total Physical Response,TPR) e la sua peculiarità sta nel collegare la lingua da apprendere con il movimento, le azioni, la fisicità degli studenti. Questo metodo sembra particolarmente adatto nella prima fase di accoglienza linguistica.

  5. Perché? Simula- accelera il modello naturale di acquisizione della L1; attiva l’apprendimento mediante l’esperienza motoria diretta; rispetta le differenze individuali.

  6. si usa continuamente l’imperativo, si regolano i diversi momenti scolastici attraverso una serie di comandi ( fai, prendi, scrivi,vai, alzati, etc…). Sono le prime parole con cui vengono in contatto gli alunni stranieri neoarrivati, i termini necessari per orientarsi nel nuovo contesto. In classe ………..

  7. L’insegnante fornisce agli studenti input verbale costituito da comandi al quale essi rispondono fisicamente, in pratica eseguendo i comandi dati; in questo modo si favorisce la comprensione della lingua e non si forzano gli allievi a produzioni linguistiche. Nello stesso tempo l’insegnante ha un feedback dell’avvenuta comprensione del messaggio dato e dà la possibilità agli studenti di utilizzare la lingua per dare comandi agli altri.

  8. Quindi attraverso l’applicazione di questo metodo è possibile veicolare i comandi necessari all’allievo straniero per orientarsi nella vita quotidiana di classe.

  9. Come applicare il metodo in classe

  10. Indicazioni generali Ascoltare prima di parlare =la comprensione della lingua parlata deve essere sviluppata prima di parlare Collegare il linguaggio al corpo, alle azioni, al movimento dell’apprendente= L’imperativo permette all’insegnante di esprimere comandi per orientare il comportamento dell’apprendente. Non forzare l’espressione,ma fornire input per la produzione.

  11. Esempio di una lezione • Ins. = “Quando dico qualcosa, ascolta con attenzione e fai quello che faccio io. Non parlare, non ripetere, ma ascolta bene, guarda e agisci rapidamente”. • Con l’insegnante come modello, gli alunni cominciano rispondendo con l’azione fisica appropriata a comandi indicati da una parola come “alzati”, “siediti”, “cammina”, “fermati”.

  12. Un nuovo gruppo di comandi (tre o quattro per volta) viene presentato quando il singolo apprendente mostra di aver interiorizzato, eseguendo correttamente, il significato dei comandi precedenti. A questo punto il comando di una parola viene esteso: “apri la porta”, “prendi la penna”, “salta due volte” ecc. • L’obiettivo finale è lo sviluppo in ogni alunno sia della capacità di “prendere la parola” per impartire gli stessi comandi ad altri (role reversal) sia della capacità di rispondere fisicamente ai comandi impartiti da altri.

  13. Una nuova frase • Gli elementi appresi in precedenza sono ricombinati per creare frasi non conosciute: “chiudi la porta”, “prendi la scatola”. Il comando inatteso può essere: “chiudi la scatola”. Quando gli alunni comprendono la novità, dimostrano di aver raggiunto la flessibilità nel riordinare gli elementi, fondamentale per la fluenza dell’espressione.

  14. Arricchire il lessico • “Portami il libro”, appendi il sacchetto”, sposta il banco”. Per quando riguarda lo sviluppo lessicale, invece che liste di parole da imparare a memoria il TPR permette di “ancorare” il termine a un’azione.

  15. Alcune tecniche • Es. L’insegnante dice a Denis: “ Apri laporta”. Questo comando è seguito subito dopo da: “Denis chiudi la porta”. Il significato del nuovo comando è “ovvio” per lo studente. Se non è così, basta un piccolo gesto della mano, da parte dell’insegnante, come suggerimento per comunicare l’azione desiderata.

  16. I gesti • Anche i gesti, le espressioni delviso e altri piccoli aiuti possono essere usati per facilitare la comprensione di un nuovo comando. In seguito bisogna evitare che sia il gesto a suggerire la risposta fisica e non la formulazione verbale del comando.

  17. Prendere la parola • Come si fa a capire quando è arrivato il momento di invertire i ruoli? “Capito”, “finito”, “tienimaestra”, “io maestra”sono segnali inequivocabili che ci indicano che il periodo di silenzio è finito e che il nostro alunno è pronto a prendere la parola e a impartire i comandi ad altri.

  18. Possiamo preparare piccole strisce di comandi illustrati o scritti come memoria per la lezione che terrà l’alunno in questione

  19. Alcuni coman-di della vita di classe.

  20. Altri contesti scolastici • Le liste di comandi sono pressochè infinite. Si può applicare il TPR in: • classe; • palestra; • cortile; • laboratorio di L2.

  21. Quindi il TPR è destinato a tutti i docenti specialisti che lavorano con gli alunni stranieri, ma anche agli insegnanti diclasse che, in alcuni momenti della giornata, possono fare in modo più sistematico quello che fanno già naturalmente: comunicare con il nuovo alunno facendo attenzione alla comprensione. E’ anche un percorso per “spiegare” la nuova scuola, le sue regole, i comportamenti da tenere e quelli da evitare …….

  22. Alcune schede illustrate con comandi, istruzioni per giocare, costruire, fare ……

  23. Il gioco Bandiera

  24. La bella lavanderina

  25. Nascondino

  26. Costrui-re le formine di pasta di sale

  27. Per le attività del costruire bisogna: • Programmare attività da svolgere in poco tempo e che diano subito un prodotto visibile; • Variare le attività di manipolazione, i materiali, gli strumenti per proporre nuove azioni, altrimenti si rischia di far ritagliare, incollare, colorare e basta; • Ricordare di rinforzare le acquisizioni (esecuzione dei comandi da parte di ogni alunno).

  28. 2. I testi facilitati

  29. In ambito scolastico bisogna fare questa distinzione:

  30. Cosa succede in questi anni? Gli studenti stranieri rimangono per lungo tempo incapaci di seguire le lezioni, sia orali che presentate attraverso i libri di testo. In effetti la maggior parte dei testi scritti, per uno straniero che conosce poche centinaia di parole, costituiscono dei veri “muri” linguistici.

  31. La mancata o scarsa comprensione dei testi scritti causa diversi problemi per i ragazzi inseriti a scuola • Divario di competenze 2. Atteggiamenti di rifiuto, chiusura e aggressività 3. La mancata comprensione pregiudica l’acquisizione della seconda lingua

  32. Alcune strategie per rendere accessibili i testi scritti • Redazione di testi ad elevata comprensibilità = attraverso scelte lessicali, struttura sintattica e organizzazione dei contenuti. • Elaborazione di attività esercitative per la comprensione e memorizzazione dei contenuti = costruzione di percorsi esercitativi che permettono di usare i contenuti disciplinari che si desiderano trasmettere. • Sviluppo di attività di lettura= tecniche per migliorare la comprensione del testo.

  33. Gli stadi di apprendimento

  34. 1. Scrivere testi comprensibili

  35. Criteri da seguire nella semplificazione testuale Le informazioni vengono ordinate in senso logico e cronologico; 2. Le frasi sono brevi e i testi in media non superano le 100 parole; Si usano quasi esclusivamente le frasi coordinate; Si fa molta attenzione all’uso del lessico, utilizzando di preferenza il vocabolario di base e fornendo la spiegazione delle parole che non rientrano nel vocabolario di base; 5. Il nome viene ripetuto, evitando i sinonimi e facendo un uso limitato dei pronomi (ridondanza);

  36. 6. Nella costruzione della frase si rispetta l’ordine SVO (soggetto, verbo, oggetto);7. I verbi vengono perlopiù usati nei modi verbali finiti e nella forma attiva;8. Si evitano le personificazioni: per esempio “il senato” diventa “i senatori”;9. Non si usano le forme impersonali;10. Il titolo e le immagini sono usate come rinforzo alla comprensione del testo.

  37. Da un punto di vista grafico può essere utile: Servirsi di caratteri più grandi; Strutturare il testo in brevi paragrafi con sottotitoli; Evidenziare i termini specifici e le parole chiave del testo (che non devono essere mai molte) utilizzando la grafica, i riquadri, il glossario a fine pagina ecc… Inserire immagini per facilitare la comprensione.

  38. Un esempiodi testo ad alta comprensibilita’

  39. 2.Attività esercitative per facilitare la comprensione e l’apprendimento dei contenuti scolastici

  40. Dopo aver letto il testo si possono dare alcune esercitazioni …….

  41. 1. Osserva le immagini e poi disegna un deserto Deserto di roccia Oasi nel deserto Deserto di sabbia

  42. 2. Cerca il deserto del Sahara sulla carta geografica. Ricordati che è colorato di giallo

  43. 4. Completa con le parole scritte in fondo Il deserto è un …………….. dove il clima è ……………….. Ci sono i deserti di ………. e di …………. . Il deserto di sabbia più grande si trova in Africa e si chiama ………………… . Nel deserto si possono trovare delle ……….. . (oasi, luogo, rocce, Sahara, sabbia, caldo)

  44. 3.Sviluppo di attività di lettura(per una lettura facilitata)

  45. Attività di prelettura • Selezionare le parole chiave necessarie per comprendere il testo; • assicurare la comprensione delle parole chiave, mediante immagini, parafrasi, …….. • Chiedere e parlare delle conoscenze che gli allievi hanno già sull’argomento.

  46. Durante la lettura • Ricorrere a mezzi non verbali: immagini, fotografie, disegni, cartine, schemi, grafici ecc.; • usare espressivamente il tono di voce, sottolineando le parole chiave; • evidenziare le informazioni principali del testo; • Provocare, attraverso domande sul testo, ipotesi sulla sua conclusione.

  47. I Sumeri e l’acqua • Unità formativa ad alta comprensibilità per gli alunni della classi quarte • Questo percorso si colloca al livello A2 Tratta dalla rivista l’Educatore

  48. Glossario con termini specifici

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