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I TEMI DELL’INCLUSIONE, I TARGET SVANTAGGIATI, IL RACCORDO CON L’AGENDA SOCIALE

Franco Deriu - ISFOL. I TEMI DELL’INCLUSIONE, I TARGET SVANTAGGIATI, IL RACCORDO CON L’AGENDA SOCIALE. Università di Modena e Reggio Emilia Adapt - Scuola internazionale di dottorato. Strategia europea per l’occupazione: il percorso di dieci anni Giornate seminariali. 10 luglio 2008.

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I TEMI DELL’INCLUSIONE, I TARGET SVANTAGGIATI, IL RACCORDO CON L’AGENDA SOCIALE

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  1. Franco Deriu - ISFOL I TEMI DELL’INCLUSIONE, I TARGET SVANTAGGIATI, IL RACCORDO CON L’AGENDA SOCIALE Università di Modena e Reggio Emilia Adapt - Scuola internazionale di dottorato Strategia europea per l’occupazione: il percorso di dieci anni Giornate seminariali 10 luglio 2008

  2. Argomenti Da povertà ad esclusione sociale

  3. Il contesto di welfare e lavoro Lavoro e policy Welfare e policy • Da struttura taylorista del sistema produttivo a paradigma della flessibilità • Crescono le aspettative del management su prestazioni polivalenti e rispetto elevata qualità • Formazione continua per adattamento delle competenze • Flessibilità e personalizzazione dei salari, adattamento tempi di lavoro e diverse forme di contratto (TD, interinale, Part-time) • Flessibilità del lavoro (orientamento al cliente) e dell’occupazione (esternalizzazione, durata) • Da paradigma della povertà a quello dell’esclusione • Da traiettorie individuali (povertà) a sistema di relazioni (esclusione) • Lo svantaggio assume connotazioni multidimensionali e richiama l’attenzione sul diritto di cittadinanza • Le politiche sociali per l’accesso ai diritti di cittadinanza (diritto di cittadinanza) • Attenzione alle caratteristiche dei destinatari e alle fasi di vita su cui intervenire (multidimensionalità) • Obiettivo futuro: coniugare universalismo con il rispetto di peculiarità e differenze

  4. Esclusione sociale L’esclusione sociale è caratterizzata da una • “disintegrazione e una frammentazione delle relazioni sociali e quindi una perdita di coesione sociale. Per individui appartenenti a particolari gruppi, l’esclusione sociale rappresenta un processo progressivo di marginalizzazione che conduce alla deprivazione economica e a varie forme di svantaggio sociale e culturale.” • Quarto Programma Quadro della Commissione europea. Area III: research into social exclusion and social integration in Europe (1995)

  5. Esclusione sociale (Emarginazione) • L’emarginazione o esclusione sociale è un processo in forza del quale taluni individui sono spinti ai margini della società ed esclusi da una piena partecipazione a causa della povertà, di una mancanza di competenze di base e di opportunità di formazione permanente o in conseguenza di una discriminazione. Il processo di emarginazione li allontana da opportunità di occupazione, di reddito e di istruzione, nonché dalle reti e dalle attività sociali e comunitarie. Avendo scarso accesso alle autorità e agli enti decisionali, essi si sentono spesso impotenti e incapaci di intervenire sulle decisioni che riguardano la loro vita quotidiana. • COM(2003)773 RELAZIONE COMUNE SULL’INTEGRAZIONE SOCIALE

  6. Povertà • Si considera povero un soggetto il cui reddito e le cui risorse sono insufficienti in misura tale da impedirgli un livello di vita considerato accettabile nella società in cui vive. A causa della povertà, egli può essere esposto a svantaggi molteplici quali disoccupazione, basso reddito, pessime condizioni abitative, inadeguata assistenza sanitaria e barriere alla formazione permanente, alla cultura, allo sport e al tempo libero. Tali soggetti sono spesso emarginati ed esclusi dalla partecipazione ad attività (economiche, sociali e culturali) che si considerano ordinarie per il resto della popolazione e inoltre il loro accesso ai diritti fondamentali può subire delle limitazioni. • COM(2003)773 RELAZIONE COMUNE SULL’INTEGRAZIONE SOCIALE

  7. Esclusione sociale e povertà • « i termini povertà ed esclusione sociale si applicano ai casi in cui gli individui non sono in grado di partecipare pienamente alla vita economica, sociale e civile e/o quando il loro accesso al reddito e ad altre risorse (personali, familiari, sociali e culturali) è così inadeguato da escluderli dal godimento di un tenore e di una qualità di vita considerati accettabili nella società in cui vivono. In tali situazioni gli individui sono sovente incapaci di accedere pienamente ai propri diritti fondamentali». • COM(2003)773 RELAZIONE COMUNE SULL’INTEGRAZIONE SOCIALE

  8. Integrazione sociale E’ un processo che garantisce a quanti sono a rischio di povertà e di emarginazione sociale di fruire delle opportunità e delle risorse necessarie per partecipare pienamente alla vita economica, sociale e culturale e di godere di un tenore di vita e di un benessere considerati normali nella società in cui vivono. Tale processo garantisce a detti soggetti una maggiore partecipazione nei processi decisionali che riguardano le loro vite e un maggiore accesso ai diritti fondamentali Secondo la definizione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea

  9. Inclusione sociale (definizione) • Non esistono interpretazioni univoche, pertanto si propone l’adozione del seguente significato: • assumere l’obiettivo di favorire una migliore e piena integrazione della persona nel contesto sociale ed economico nel quale si svolge la sua esistenza. • Riconducibile alla politica del lavoro, oltre alla politica sociale (si veda la Strategia europea e l’Agenda sociale) • Supera il dibattito: integrare le diversità, omologandole a modelli esistenti, piuttosto che includerle, dando loro piena cittadinanza.

  10. Il percorso verso il concetto di inclusione [1]

  11. Il percorso verso il concetto di inclusione [2] • Strategia europea per l’occupazione (SEO)

  12. Il percorso verso il concetto di inclusione [3]

  13. Il percorso verso il concetto di inclusione [4]

  14. Diminuzione della povertà relativa, che è passata dal 17% nel 1995 al 15% nel 2001 Nel 2001 oltre 55 milioni di persone (il 15% della popolazione europea) erano a rischio di povertà I gruppi più esposti sono i disoccupati, i genitori soli, le persone anziane che vivono sole e le famiglie numerose. La disoccupazione di lunga durata, che è strettamente associata all'esclusione sociale, resta ben presente. Nel 2002 ha toccato quasi il 3% della popolazione attiva (39% dei disoccupati) Nel 2002 il tasso d'occupazione medio nell'Unione europea è passato dal 63,4% al 64,3%. L'aumento del tasso di occupazione femminile, superiore all'1% tra il 2001 e il 2003 (dal 54,1% al 55,6%) Il tasso d'occupazione delle persone anziane è sensibilmente aumentato in tutta l'Unione europea, ad eccezione dell'Austria, della Germania e dell'Italia. Relazione congiunta su protezione e inclusione. Quadro generale al 2002

  15. Relazione congiunta su protezione e inclusione 2003-2005. Le 8 sfide • creare un mercato del lavoro capace di integrazione e promozione dell'occupazione come diritto e possibilità di sviluppo per tutti; • garantire un reddito e risorse sufficienti per vivere dignitosamente; • combattere le disuguaglianze di fronte all'istruzione con un'azione di prevenzione e offrendo possibilità di apprendimento permanente; • preservare la solidarietà familiare, promuovere l'uguaglianza dei sessi e tutelare i diritti dei membri della famiglia, in particolare quelli del bambino; • garantire il diritto ad un alloggio decente; • garantire un accesso paritario a servizi sociali di qualità; • migliorare i servizi pubblici, affinché corrispondano alle necessità locali ed individuali; • riqualificare le zone caratterizzate da un cumulo di svantaggi.

  16. Relazione congiunta su protezione e inclusione per il 2008 [Nota] • L'attuale tasso di occupazione dei lavoratori anziani nell'UE è del 44% circa (il 34,8% sono donne, il 52,6% uomini) • L'8 % circa dei cittadini dell'UE vive a rischio di povertà anche se ha un lavoro • Dei 78 milioni di europei a rischio di povertà (16%), 19 milioni sono bambini • Le politiche sociali incidono considerevolmente sulla salute • Le trasformazioni demografiche e sociali fanno aumentare la domanda di assistenza di lungo periodo • Misure: • Sforzi intesi a ridurre la povertà infantile • Promuovere l'allungamento della vita attiva • Garantire l'offerta di fondi pensione privati • Ridurre le disuguaglianze nel campo della salute • Assistenza di lunga durata

  17. Il rapporto tra welfare e lavoro Lavoro e policy Welfare e policy Politica sociale europea Agenda sociale

  18. Strategia europea per l’occupazione (SEO) Viene introdotta nel vertice di Lussemburgo (novembre 1997) • Obiettivo: • ridurre la disoccupazione in maniera significativa a livello europeo in cinque anni • Strumenti: • relazione congiunta annuale sull'occupazione, • linee direttrici per l'occupazione che fungeranno da base per i piani di azione nazionali (PAN) elaborati dagli Stati membri • raccomandazioni del Consiglio dei ministri destinate ai diversi Stati membri

  19. Metodo di coordinamento aperto (MCA) • Strumento della strategia di Lisbona (2000) nel quadro della politica dell'occupazione e del processo di Lussemburgo • Il MCA funziona in ambiti che rientrano nella competenza degli Stati membri quali • l'occupazione, • la protezione sociale, • l'inclusione sociale, • l'istruzione, • la gioventù e la formazione • Il MCA è basato su: • identificazione e definizione congiunta di obiettivi da raggiungere (adottati dal Consiglio); • strumenti di misura definiti congiuntamente (statistiche, indicatori, linee guida); • il « benchmarking » vale a dire l'analisi comparativa dei risultati degli Stati membri e lo scambio di pratiche ottimali (sorveglianza effettuata dalla Commissione).

  20. La politica sociale in Europa • Gli obiettivi della politica sociale definiti nel trattato CE (titolo XI) annoverano: • la promozione dell'occupazione, • il miglioramento delle condizioni di lavoro, • un'adeguata protezione sociale, • il dialogo sociale, • uno sviluppo delle risorse umane che consenta un elevato e durevole livello di occupazione, • la lotta contro l'emarginazione. • [Questi principi si ispirano alla carta sociale europea del 1961 e alla carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori del 1989]

  21. L’Agenda sociale PRIORITÀ E OBIETTIVI: • La politica sociale e per l'occupazione dell'Unione europea mira a promuovere: • l'occupazione • il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro • una protezione sociale adeguata • il dialogo con le parti sociali • lo sviluppo delle risorse umane per garantire un livello di occupazione elevato e duraturo • la lotta contro l'emarginazione

  22. Agenda sociale Il 2006, anno per la sincronizzazione dei 3 calendari

  23. La nuova Agenda sociale 2006 - 2010 • garantire “lo sviluppo sostenibile dell’Europa basato su crescita economica equilibrata e prezzi stabili, un’economia di mercato altamente competitiva, con l’obiettivo della piena occupazione e del progresso sociale nonché di un elevato livello di tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente"

  24. La nuova Agenda sociale 2006 - 2010 • La nuova agenda sociale per il periodo 2006-2010 si colloca nel contesto della riaffermazione della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. • L’agenda risponde agli obiettivi europei di solidarietà e di prosperità attraverso due priorità fondamentali: • l'occupazione • la lotta contro la povertà e la promozione delle pari opportunità

  25. La nuova Agenda sociale 2006 - 2010 • Gli strumenti: • la legislazione • il dialogo sociale • gli strumenti finanziari (FSE e programma PROGRESS) • il “metodo aperto di coordinamento" • il principio di “mainstreaming"

  26. MCA applicato all’integrazione sociale e alle pensioni [1] L’avvio … Obiettivi globali • Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 [creare “maggiore coesione sociale”] • “per imprimere una svolta decisiva alla lotta contro la povertà” (par. 32); • per garantire l’adeguatezza e la sostenibilità future dei sistemi pensionistici (par. 31) • promuovere la coesione sociale e le pari opportunità per tutti grazie a sistemi di protezione sociale e a politiche per l’integrazione sociale adeguati, accessibili, finanziariamente sostenibili, adattabili ed efficienti; • interagire strettamente con gli obiettivi di Lisbona volti a conseguire una maggiore crescita economica e posti di lavoro migliori e più numerosi e con la strategia per lo sviluppo sostenibile dell’UE; • rafforzare la governance, la trasparenza e la partecipazione dei soggetti interessati all’elaborazione, all’attuazione e al monitoraggio delle politiche. COM(2005) Lavorare insieme, lavorare meglio: un nuovo quadro per il coordinamento aperto delle politiche di protezione sociale e di integrazione nell’Unione europea

  27. MCA applicato all’integrazione sociale e alle pensioni. [2] Obiettivi dei settori di intervento • Imprimere una svolta decisiva alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale • Garantire pensioni adeguate e sostenibili • Garantire un’assistenza sanitaria e un’assistenza a lungo termine accessibili, sostenibili e di qualità elevata COM(2005) Lavorare insieme, lavorare meglio: un nuovo quadro per il coordinamento aperto delle politiche di protezione sociale e di integrazione nell’Unione europea

  28. Il Fondo sociale europeo (2007 - 2013) Compiti • Il FSE sostiene le politiche degli Stati membri volte ad applicare la strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Tali politiche sono strettamente collegate ai Grandi Orientamenti delle Politiche Economiche ( GOPE ), alla Strategia europea per l'occupazione ( SEO ), nonché alle linee di orientamento per l'occupazione . Più precisamente, il FSE si prefigge di: • raggiungere la piena occupazione; • migliorare la qualità e la produttività del lavoro; • promuovere l'inserimento sociale (in particolare, l'accesso al lavoro delle persone svantaggiate); • ridurre le disparità nazionali, regionali e locali in materia di occupazione.

  29. Il Fondo sociale europeo (2007 - 2013) • Campo d'applicazione e priorità Nel quadro degli obiettivi "Convergenza" (per le regioni meno sviluppate) e "Competitività regionale e occupazione" (che si prefigge di anticipare e promuovere i cambiamenti economici per far fronte alle sfide), il FSE sostiene varie azioni negli Stati membri sulla base delle seguenti priorità: • aumentare la capacità di adattamento dei lavoratori delle imprese e degli imprenditori, al fine di migliorare tempestivamente la gestione positiva dei cambiamenti economici; • migliorare l'accesso al posto di lavoro e l'inserimento duraturo sul mercato del lavoro, per chi è in cerca di lavoro e per le persone non attive; • prevenire la disoccupazione, segnatamente quella di lunga durata e quella dei giovani; • incoraggiare l'invecchiamento attivo e prolungare la vita attiva; • aumentare la partecipazione al mercato del lavoro; • migliorare l'inserimento sociale delle persone svantaggiate in vista di un loro inserimento duraturo nel mondo del lavoro. 10 miliardi di € (12,5% del totale); • lottare contro tutte le forme di discriminazione sul mercato del lavoro; • migliorare e aumentare il capitale umano; • promuovere le partnership.

  30. I soggetti svantaggiati

  31. I soggetti svantaggiati nella normativa [1] • ART. 2, lett.f, REGOLAMENTO CE n. 2204/2002, l. 381/91, D.Lgs 276/03 • In base al Regolamento CE 2204/2002 art.2 lett.f, è definito lavoratore svantaggiato qualsiasi persona appartenente ad una categoria che abbia difficoltà ad entrare, senza assistenza, nel mercato del lavoro, vale a dire qualsiasi persona che soddisfi almeno uno dei seguenti criteri: ART. 2, lett.f, Regolamento CE n. 2204/2002 su aiuti di Stato a favore dell'occupazione

  32. I soggetti svantaggiati nella normativa [2] • qualsiasi giovane che abbia meno di 25 anni o che abbia completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e che non abbia ancora ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente; • qualsiasi lavoratore migrante che si sposti o si sia spostato all'interno della Comunità o divenga residente nella Comunità per assumervi un lavoro; • qualsiasi persona appartenente ad una minoranza etnica di uno Stato membro che debba migliorare le sue conoscenze linguistiche, la sua formazione professionale o la sua esperienza lavorativa per incrementare le possibilità di ottenere un'occupazione stabile; • qualsiasi persona che desideri intraprendere o riprendere un'attività lavorativa e che non abbia lavorato, né seguito corsi di formazione, per almeno due anni, in particolare qualsiasi persona che abbia lasciato il lavoro per la difficoltà di conciliare vita lavorativa e vita familiare; • qualsiasi persona adulta che viva sola con uno o più figli a carico; • qualsiasi persona priva di un titolo di studio di livello secondario superiore o equivalente, priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo; ART. 2, lett.f, Regolamento CE n. 2204/2002 su aiuti di Stato a favore dell'occupazione

  33. I soggetti svantaggiati nella normativa [3] • qualsiasi persona di più di 50 anni priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo; • qualsiasi disoccupato di lungo periodo, ossia una persona senza lavoro per 12 dei 16 mesi precedenti, o per 6 degli 8 mesi precedenti nel caso di persone di meno di 25 anni; • qualsiasi persona riconosciuta come affetta, al momento o in passato, da una dipendenza ai sensi della legislazione nazionale; • qualsiasi persona che non abbia ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente da quando è stata sottoposta a una pena detentiva o a un'altra sanzione penale; • qualsiasi donna di un'area geografica al livello NUTS II nella quale il tasso medio di disoccupazione superi il 100 % della media comunitaria da almeno due anni civili e nella quale la disoccupazione femminile abbia superato il 150 % del tasso di disoccupazione maschile dell'area considerata per almeno due dei tre anni civili precedenti; da considerare anche: • Lavoratore disabile (lett. g) ART. 2, lett.f, Regolamento CE n. 2204/2002 su aiuti di Stato a favore dell'occupazione

  34. Il principio di non - discriminazione • Il principio di non-discriminazione è volto a garantire la parità di trattamento tra le persone, quali che siano la nazionalità, il sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le credenze, un handicap, l'età o l'orientamento sessuale. • Il divieto di qualsiasi discriminazione a causa della nazionalità è enunciato dall'articolo 12 (ex articolo 6) del trattato che istituisce la Comunità europea. Con il trattato di Amsterdam è stato introdotto un nuovo articolo 13 al duplice fine di rafforzare la garanzia di non discriminazione prevista dai trattati e di estenderla agli altri casi summenzionati.

  35. Eurobarometro 263: Discriminazione nell’Unione europeaAppartenenza a categorie/gruppi Special EUROBAROMETER 263 “Discrimination in the European Union” 2007 Rilev. 2006

  36. Eurobarometro 263: Discriminazione nell’Unione europeaAppartenenza a categorie/gruppi e facilità di accesso a opportunità di lavoro / formazione Special EUROBAROMETER 263 “Discrimination in the European Union” 2007 Rilev. 2006

  37. Eurobarometro 263: Discriminazione nell’Unione europeaCondizioni di svantaggio tra candidati al lavoro in un’azienda Special EUROBAROMETER 263 “Discrimination in the European Union” 2007 Rilev. 2006

  38. Eurobarometro 263: Discriminazione nell’Unione europeaOpinione sulla discriminazione più diffusa nel proprio paese Special EUROBAROMETER 263 “Discrimination in the European Union” 2007 Rilev. 2006

  39. Le persone con disabilità Tra piani d’azione europei e politiche nazionali

  40. AZIONI SOCIALI PER GRUPPI DESTINATARI: DISABILITÀ E INVECCHIAMENTO • L'handicap costituisce una realtà dai molteplici aspetti. A seconda dei casi, esso può colpire gli individui durante tutta la loro esistenza ovvero modificare la parte terminale della loro vita. In generale, gli individui non sono tutti uguali di fronte all'handicap e all'invecchiamento, in termini di condizioni di vita e di lavoro. A livello europeo, le istituzioni contribuiscono alla realizzazione, da parte degli Stati membri, di una società accessibile a tutti, migliorando la cooperazione con questi ultimi e fra di loro, nonché incoraggiando la raccolta, lo scambio e l'elaborazione di dati comparabili, di statistiche e di buone procedure da seguire.

  41. Pari opportunità per le persone con disabilità: un piano d'azione europeo (2004-2010) • Obiettivi • completare l'attuazione della direttiva sulla parità di trattamento in tema di occupazione e di condizioni di lavoro; • rafforzare l'integrazione delle questioni legate alla disabilità nelle pertinenti politiche comunitarie; • migliorare l'accessibilità per tutti.

  42. La situazione dei disabili nell’Unione europea: un piano d'azione europeo (2008 - 2009) • Accessibilità come obiettivo prioritario. In particolare: • “La disponibilità di beni, servizi e infrastrutture accessibili e l'eliminazione di ostacoli all'istruzione e al mercato del lavoro sono indispensabili per consentire ai disabili in una società che invecchia di partecipare, in forma non discriminatoria e inclusiva, ai molteplici aspetti della vita quotidiana. L'accessibilità, che è anche nodo focale della Convenzione delle Nazioni Unite, consente di fornire una risposta integrata alle esigenze eterogenee di uomini e donne con disabilità”

  43. La situazione dei disabili nell’Unione europea: un piano d'azione europeo (2008 - 2009) • Accessibilità al mercato del lavoro: • Adottare strategie che associno programmi di occupazione flessibili, occupazione assistita, inclusione attiva e misure positive, in un quadro che completi la legislazione europea vigente in materia di lotta contro la discriminazione. • Assumere come punto di riferimento l’approccio della flessisicurezza per consentire alle persone disabili di trovare e conservare più facilmente un impiego • Sfruttare il potenziale dell’occupazione assistita (assistenza personale e adattamento del luogo di lavoro) per l’inserimento nel mercato del lavoro aperto. A riguardo di importanza centrale viene considerata la collaborazione fra servizi pubblici per l’impiego e datori di lavoro nella pianificazione di programmi di formazione e di reinserimento professionale

  44. Le persone disabili in Europa (15 – 64 anni) Fonte: European Community HouseholdPanel - 1996

  45. Occupati disabili in Europa (14 paesi) Fonte: European Community HouseholdPanel - 1996

  46. Lo scenario italiano ed europeo 46 • La strategia di Lisbona per la piena occupazione • La nuova classificazione ICF dell’OMS • I diritti di non discriminazione e l’inclusione sociale [2007 - Anno europeo della parità di opportunità per tutti]; • La società dell’informazione • Il titolo V e il decentramento • La L. quadro 104/92 e la L. 68/99 • L’art.14 del d. lgs 276/03; la L. 247/07 • I servizi territoriali a geometrie variabili • I mercati del lavoro locali • Il processo di integrazione dei sistemi

  47. Le persone disabili in Italia • in Italia le persone con disabilità sono  2milioni 600mila, pari al 4,8% circa della popolazione di 6 anni e più che vive in famiglia.  Considerando anche le 190.134 persone residenti nei presidi socio-sanitari si giunge ad una stima complessiva di poco meno di 2 milioni 800mila persone con disabilità. • Fonte: ISTAT Indagine sulla Condizioni di salute e il ricorso ai servizi sanitari 2004-2005

  48. Le persone disabili in Italia (stima)

  49. La Legge 12 marzo 1999, n.68 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” • Il Collocamento mirato (art.2 L.68/99) • “quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione”

  50. Popolazione in età attiva e quota di occupati in Italia, classificati per area geografica. Dettaglio su persone disabili. Anno 2006 (val. %) Fonte: Isfol – Indagine Plus 2008

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