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Due definizioni di economia

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  1. Due definizioni di economia La prima come l’insieme di attività intraprese dai membri di una società per produrre, distribuire e scambiare i beni. E’ un processo istituzionalizzato per il soddisfacimento dei bisogni di una società. Bisogni non solo materiali. In questo caso, soddisfacimento dei bisogni e il comportamento economico sono condizionati dall’organizzazione della società La seconda rinvia all’economizzare, ad attività che hanno a che fare con la scelta individuale di impiego di risorse scarse, che potrebbero avere usi alternativi, al fine di ottenere il massimo dai propri mezzi. In questo caso le attività economiche sono ricondotte allo scopo di interessi individuali, mentre le regole che condizionano i rapporti tra soggetti sono quelle del mercato, attraverso l’offerta e la domanda dei beni si determinano i prezzi e l’allocazione delle risorse

  2. Le istituzioni orientano e regolano le attività economiche.Differenza con le organizzazioni.Mentre l’economia si concentra soprattutto sulla formazione del mercato e dei prezzi nella moderna economia di scambio, la sociologia si occupa di Fenomeni sociali economicamente rilevanti e di quelli economicamente condizionati Esempi. Idealtipo Leggi generali e modelli e olismo metodologico (seguire le scienze naturali Individualismo metodologico, fenomeni sociali a partire dalle motivazioni individuali: concezione atomistica- economicista e concezione sociologica

  3. Polanyi • Reciprocità • Redistribuzione • scambio

  4. I termini economia(A Marshall), economia politica (Smith) , politica economica (Schumpeter) • Mercantilismo: individuo massimizza il guadagno, mercato come formatore di prezzi • Come la politica economica può accrescere la ricchezza nazionale? (Petty) • Fisiocratici: in economia esistono legge naturali

  5. A. Smith l’interesse individuale e il funzionamento del mercato possono favorire il benessere collettivo solo se controllati da precise regole istituzionali • 1759 Teoria dei sentimenti morali • 1976 Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni • L’azione sociale né Hobbes né Locke, è un’azione istituzionalizzata, influenzata da norme e valori prevalenti (Adam Ferguson 1767) • Non c’è nulla di male nell’individualismo, basta che sia condiviso • Benefici pubblici non vengono dai vizi privati, ma da virtu private8 da una disciplina sociale (simpatia): identificazione con i valori condivisi dalla società • Ciò favorisce la solidarietà, l’integrazione sociale • Ma se ne può fare anche a meno, ma il mercato richiede il rispetto delle regole • Guadagno come approvazione sociale, riconoscimento sociale

  6. Azione economica come socialmente determinata • Quattro stadi dello sviluppo economico. • Caccia, pastorizia, agricoltura e commercio • Statica economica (analisi economica in senso stretto (produzione e distribuzione) • Istituzioni capitalistiche come un dato • Dinamica economica (creazione di nuova ricchezza, sviluppo) • Istituzioni capitaliste come variabile

  7. In una società commerciale prevale lo scambio di mercato • Non dalla benevolenza del macellaio… • Determinazione della quantità dei beni da produrre dipende da domanda e offerta come prezzo di mercato e prezzo naturale (di lungo periodo, della produzione). La quantità dei beni prodotti è legata ai meccanismi di distribuzione del reddito

  8. Quantità di risorse da allocare • Salario, se il salario diminuisce troppo e perché gli imprenditori hanno la meglio • Profitto basso nei paesi ricchi, alto in quelli poveri (mercato degli impieghi di capitale, sempre più difficili) • Rendita è l’effetto dei prezzi e non l’origine come per salari e profitti • Teoria del valore (lavoro comandato)

  9. Se passiamo alla visione dinamica: formazione dei prezzi, capacità allocativa efficiente, ma non solo di ricchezza data ma anche di futura, nuove risorse • Istituzioni capitalistiche sono efficienti nel produrre e allocare, ma quando diventano concorrenziali sono efficienti anche sul piano dinamico • La divisione del lavoro aumenta la produttività(tanto più crescono investimenti e concorrenza • Due temi: i vantaggi del capitalismo concorrenziale e il ruolo dello stato nello sviluppo. • Difesa nazionale, giustizia, opere pubbliche (efficienza) • responsabilità

  10. K. Marx (1818-1883) • Due elementi: • A.vincoli alla crescita posti dalle due istituzioni principali del capitalismo (proprietà privata e lavoro salariato • B. polarizzazione di classe • M. si contrappone alla visione storicistica che derivava l’organizzazione economica dalla cultura e all’economia classica che vedeva in tal modo la divisione di classe come naturale, come dato e quindi sottovalutazione del conflitto tra capitalisti e lavoratorui, tra borghesia e proletariato • M. storicizza l’analisi economica, ma mette in evidenza il conflitto di classe • Contraddizione nei rapporti sociali di produzione, tra possesso di mezzi di produzione e chi non li possiede ed è costretto a vendere forza lavoro contro salario

  11. Contraddizione tra rapporti sociali di produzione e forze produttive, dove per forze produttive intendiamo capitale umano e capitale fisso (mezzi e tecnologie) • Se abbiamo un forte sviluppo delle forze produttive difficilmente esso potrà essere contenuto nei precedenti rapporti di produzione e si dà origine a una nuova formazione sociale • Il capitalismo sta mostrando capacità di sviluppare le forze produttive, ma nel lungo periodo queste determinano contraddizione con le istituzioni costitutive del cappitalismo • La storia è perciò storia di lotte di classe che prendono le mosse dalle due contraddizioni principali • 4 tipi di società: antica (schiavitù), feudale (servi della gleba), borghese (lavoro salariato) asiatica (subordinazione della popolazione rurale allo stato)

  12. Lavoro (concetto di Hannah Arendt) • Pluslavoro, plusvalore, profitto • Con il crescere della composizione organica del capitale (prevalenza del capitale fisso) si verifica una caduta tendenziale del saggio di profitto in quanto è il lavoro che crea plusvalore e profitto • Disoccupazione come conseguenza • Esercito industriale di riserva • Concetto di alienazione da prodotto e da macchina • Forza lavoro e lavoro; come funziona il mercato del lavoro

  13. Punti critici dell’analisi di Marx: • Teoria del valore e caduta tendenziale del saggio di profitto • Sopravvalutazione della lotta di classe • Sottovalutazione dello stato

  14. Marx spinge a mettere in discussione la vison dell’economia classica • Il marginalismo pose in riparo l’economia dallo storicismo e dal marxismo e l’economia diventava sempre più una teoria della scelta razionale di allocazione delle risorse scarse.

  15. Simmel Georg (1858-1918), produzione non sistematica e antiaccademica • Genesi e caratteri della società moderna, valutarne il senso e il significato ultimo (forme pure) • Interazioni tra uomini , valori, norme istituzioni • Denaro , istituzione con importanza cruciale nelle relazioni • Indagare sui concetti non economici del denaro

  16. Denaro come prima istituzione pubblica • Economia monetaria è un potente fattore di dissoluzione dell’economia naturale, di autoconsumo • Vecchio ordinamento feudale (controllo della moneta e nuova economia degli scambi • Il denaro favorisce la libertà individuale (trade off rapporti sociali con quelli dello scambio • Più libertà nei riguardi degli oggetti • Spazio di indipendenza che presuppone l’ampliamento delle possibilità di scelta • Conflitto riguarda il potere • Ma il denaro piega l’organizzazione sociale, l’individuo

  17. Egli ricerca consapevolmente la creazione di una disciplina quale la sociologia • economica che contribuisca a spiegare scientificamente fenomeni economici in un • quadro storico. • Interrogativo di ricerca: Quali sono i fenomeni economici che conducono alla • nascita del capitalismo moderno e sono comuni a tutti i popoli? • Necessità di distinguere il funzionamento dell’economia capitalista da altre • economie. Bisogna trovare i mezzi (analitici) adeguati per la comprensione di tali • nessi. • Per Sombart l’economia si può definire come l’attività umana volta alla ricerca dei • mezzi di sussistenza per soddisfare i propri bisogni. Tali bisogni variano in • funzione del tempo e dello spazio. Le forme in cui il soddisfacimento dei bisogni • avviene varia moltissimo tra i diversi contesti sociali e le diverse epoche storiche. • La definizione di Sombart è più sociologica di quella degli economisti neoclassici • che guardano solo al modo di allocazione delle risorse e utilità e non tengono in • considerazione spazio-tempo.

  18. SOMBART (1863-1941) • Per definire l’economia necessario guardare a tre aspetti: • 1) Mentalità economica: insieme dei valori e delle norme che orientano il • comportamento degli individui che partecipano all’attività economica • 2) Organizzazione economica che si riferisce al complesso di norme formali • e informali che regolano l’esercizio delle attività economiche in una data • società. • 3) Tecnica per produrre beni e servizi. • Nel loro insieme questi tre elementi consentono di identificare un sistema • economico o una particolare forma di economia. Il concetto di sistema • economico getta un ponte tra economia e società, permette di valutare in • che modo la società influenza storicamente l’organizzazione economica • attraverso le motivazioni dei soggetti, le istituzioni regolative, quelle che • riguardano la produzione e l’uso delle tecnologie.

  19. Lo spirito economico • Precapitalismo • Spirito tradizionalistico: obbedienza • passiva a regole, tradizioni tramandate • Spirito solidaristico • orientamento volto alla copertura del • bisogno. Produzione orientata al • guadagno al profitto. • Capitalismo • Spirito razionalistico: ricerca • sistematica dei mezzi più adatti allo • scopo ed è quindi più disposto • all’innovazione. • Spirito individualistico • orientamento volto all’acquisività • (mercato). • Produzione orientata al • consumo.

  20. 2. Organizzazione economica • Capitalismo • Orientamento della produzione • allo scambio • Proprietà privata dei mezzi di • produzione • Grandi imprese Economia vincolata a norme e • leggi che ne regolano il • funzionamento, per esempio • l’ordinamento corporativo delle • società medioevali • Altro da capitalismo moderno • Orientamento della produzione al • Consumo • Proprietà pubblica mezzi di • Produzione • Piccole imprese di carattere • familiare • Libertà economica giuridicamente • riconosciuta • 3. Tecnica • Basata su orientamenti empirici e procedure scientifiche

  21. Definizione di sistema capitalistico = caratterizzato da mentalità acquisitiva, razionalistica e individualistica che • si esercita nell’ambito di un’organizzazione economicalibera basata sulla proprietà dei mezzi di produzione e su • aziende che producono beni per il mercato utilizzando il lavoro salariato. • Per ogni sistema si possono individuare tre fasi: albori, maturità tramonto. • Primo capitalismo si conclude alla fine del 700, • Capitalismo maturo tutto XIX secolo fino alla I GuerraMondiale • Come si passa da un sistema economico a un altro, in particolare al primo capitalismo? • Sombart vuole spiegare il processo di mutamento a partire dalle motivazioni specifiche dei • soggetti e dalle conseguenze delle loro azioni (individualismo metodologico). • Egli non si riferisce al mutamento economico in generale, ma alla nascita del primo capitalismo • e alla sua evoluzione verso il capitalismo maturo. • Le forze motrici dello sviluppo vanno cercate in quei soggetti che si fanno portatori di una nuova • mentalità economica e introducono cambiamenti nel modo in cui vengono combinati i fattori • produttivi. • Forze motrici del cambiamento: imprenditori portatori di una nuova mentalità economica, il loro • agire è influenzato dalle istituzioni, per esempio dalla religione, dagli ordinamenti giuridici… • Ma come si forma questa nuova mentalità imprenditoriale? • Per Sombart la mentalità capitalistica risulta da due fattori: 1) spirito imprenditoriale e 2) spirito • borghese. • Spirito imprenditoriale = aspirazione al potere, volontà di affermazione e riconoscimento sociale. • Le sue origini sono legate alla storia religiosa dell’Occidente e alla progressiva laicizzazione, al • carattere terreno e mondano in cui si esprime sempre di più l’agire individuale. • Questo deve combinarsi con il razionalismo, cioè con un orientamento volto all’ordinata • amministrazione del capitale. • Questi tratti di razionalizzazione-laicizzazione sono prima visibile in campo politico con la • costruzione dello stato moderno, poi nella scienza e solo dopo in economia e si identificano con • la ricerca del guadagno che si esercita in modo sistematico nell’organizzazione dell’attività • produttiva.

  22. Imprenditorialità borghese. • Individuare quali gruppi hanno contribuito maggiormente all’imprenditorialità. • Tre gruppi sociali: eretici; stranieri, ebrei. Ad essi è concesso lo status di semicittadini, non • è concesso cioè l’accesso a cariche pubbliche o altri riconoscimenti professionali. Gli eretici • spesso emigrano e diventano stranieri (categoria sociale autonoma) • Perché le condizioni di vita di questi gruppi favoriscono il loro comportamento • imprenditoriale? • Isolamento, rottura con la tradizione. Esclusione dalla cittadinanza e per essere esclusi • occorre che lo stato esista. Gli imprenditori sono quelli che fanno scattare la scintilla. Ma non • solo elementi culturali. Elementi istituzionali: • •Stato moderno= efficienza militare, orientamento mercantilista (acquisizione di metalli • preziosi, politiche economiche), politiche coloniali e di conquista che aumentano le • disponibilità di materie prime. • •Nuova tecnica razionale sostenuta dallo stato nazione. • Una volta che l’imprenditorialità borghese ha fatto scoccare la scintilla si determina un vasto • processo di dissolvimento degli antichi ordinamenti politici, dissoluzione delle forma • tradizionali di economia agricola, del lavoro a domicilio nella campagne. Si determina un • processo di proletarizzazione che libera la forza lavoro necessaria per l’economia di mercato.

  23. Il capitalismo maturo • La fase del capitalismo maturo è caratterizzata soprattutto da estensione della razionalità. • Per quel che riguarda lo spirito del capitalismo: • Crescita di intensità e la sua estensione a gruppi sociali più ampi. Mentalità imprenditoriale • caratterizzata da secolarizzazione dello spirito capitalistico, le motivazioni religiose lasciano il • posto al credo laico. • Specializzazione della funzione imprenditoriale che consente di delegare ad altri dipendenti • altre funzioni e tenere quelle di direzione strategica. Queste ultime variano in relazione al • settore di attività. Nell’industria meccanica prevale l’imprenditore tecnico, in quella della • produzione di merci al consumo l’imprenditore commerciale, culmine del processo di • deconcretizzazione il finanziere. • Si deconcretizza l’attività imprenditoriale. • Mentre per la nascita dello spirito imprenditoriale e borghese sono state importanti soprattutto • le componenti normative (religione, marginalità sociale), nella nuova situazione sono le • componenti cognitive (la conoscenza) ad avere maggior peso. • Democratizzazione dell’imprenditorialità, è più facile accedere al ruolo di imprenditori per tutti i • gruppi sociali, ciò che importa è disporre delle conoscenze tecniche adeguate. Le istituzioni • creditizie hanno un ruolo importante nel diffondere imprenditorialità perché finanziano chi ha • buone idee. • Altri fattori che aumentano e trasformano l’attività imprenditoriale = maggiore concorrenza (che • spinge sempre al miglioramento); rafforzamento operaio e aumento del salario operaio (spinge • a innovare tecniche di produzione e quindi a migliorare); evoluzione della tecnica.

  24. Organizzazione del lavoro nella fase matura del capitalismo • 1) Libertà di movimento dell’impresa, separazione tra diritto pubblico e • privato, sistema monetario razionale. • 2) Lavoro: organizzazione del lavoro parcellizzato in modo che tutti • sappiano fare le mansioni indicate (si attenua cosi la discrezionalità e • autonomia degli operai specializzati). • 3) Razionalizzazione estesa all’azienda: spersonalizzazione dell’impresa • sempre meno legata alla figura dell’imprenditore. Tendenza ad • organizzarsi sempre più come una burocrazia. • 4) Condensazione aziendale, integrazione verticale. • 5) Uniformazione dei bisogni e quindi produzione di beni standardizzati (moda)

  25. Il rafforzamento dell’imprenditorialità capitalistica spinge verso una maggiore • razionalizzazione dei meccanismi regolativi. Gli ambiti in cui è • maggiormente visibile e rilevante il processo di razionalizzazione sono: • 1) Ordinamento giuridico e intervento dello Stato: libertà di movimento • dell’impresa viene riconosciuta con la distinzione tra diritto pubblico e • privato, giurisdizione sui contratti (diritto commerciale), sistema monetario • razionale. • 2) lavoro: andare in città è anche sentire il richiamo dell’attrazione per la • libertà individuale e per lo stile di vita urbano. Urbanizzazione assicura • forza lavoro disponibile per nuove attività imprenditoriali. Introduzione del • cottimo. Decomposizione del lavoro. razionalizzazione • dell’organizzazione del lavoro. • 3) azienda: spersonalizzazione dell’azienda, tende ad organizzarsi come una • burocrazia (viene meno lo spirito imprenditoriali). Aumentare la • prevedibilità e pianificazione dei comportamenti. Aumentare la • condensazione aziendale : la grande azienda integrata verticalmente • 4) consumo: i consumi devono essere influenzati dalle imprese : tendenza • all’uniformazione dei bisogni. Azione consapevole delle imprese che si • esercita anche attraverso la moda

  26. Il Futuro del capitalismo • Parte dal lavoro di Marx, ma lo corregge in alcuni punti importanti: • Non vi è una caduta tendenziale del saggio di profitto: infatti la produttività • aumenta (tecnologia). La disoccupazione quindi non è destinata a crescere • strutturalmente fino al collasso. • Economie di piano- maggiore intervento dello stato, maggior peso del settore • cooperativo e forme più estesa di regolazione politica dell’economia; • capitalismo stabilizzato e regolato. Processo prevalente è quello della • razionalizzazione e della burocratizzazione (come per Weber). • Nell’impresa moderna dove tutto è regolato e basato sul calcolo razionale vi è • sempre meno spazio per il rischio, la volontà di potere dell’imprenditore. • Tendenza graduale alla decadenza della mentalità imprenditoriale.

  27. Max Weber (I)

  28. Contestualizzare Weber • Il dibattito tedesco di metà 800: storicismo e filosofia idealistica • La Germania dell’epoca: sviluppo economico limitato, ruolo forte dello Stato • Lo storicismo come risposta all’economia neoclassica: spiegare le differenze territoriali, metodo storico vs. analitico-deduttivo • Il peso dei fattori non economici per lo sviluppo: culturali sociali politici, giustificazione interventismo Stato nell’economia • Gli stadi di sviluppo per List: sviluppo forze produttive di una nazione e non semplice accumulazione ricchezza. 5 stadi basati su caratteristiche della produzione (primitivo, pastorale, agricolo, industriale, commerciale). Necessità ruolo istituzioni nell’economia (es. protezionismo) • Scuola storica di economia: stadi di sviluppo per descrivere evoluzione economica.- Hildebrand (modalità transazione economica): economia del baratto/monetaria/del credito- Bucher: economia domestica/cittadine/nazionale (da autoconsumo a mercato, assegna importanza al contesto politico-istituzionale es. Comuni-nascita Stati)

  29. I limiti dello storicismo:- tra interpretazione th e descriz empirica- stadi: costruzioni comparative o fasi successive?- come si passa da uno stadio all’altro • La critica weberiana: indeterminatezza teorica, concetti non controllabili scientificamente (lo spirito del popolo), visione olistica non generalizzabile né verificabile • Lo storicismo quindi influenza la nascita della sociologia economica per l’importanza contesto istituzionale in cui attore inserito ma va superata la critica weberiana

  30. Weber lavora (insieme a Sombart) nel Verein fur Sozialpolitik (Schmoller) un gruppo che sosteneva lo storicismo e intervento Stato per fronteggiare questione sociale • Saggi metodologici di Weber come base della sociologia economica: posizione critica verso storicismo, necessità distinguere conoscenza scientifica dei fenomeni economico-sociali e scelte politiche, giudizi di fatto e giudizi di valore

  31. Giudizi di fatto: basato su dati oggettivi • Giudizi di valore: desiderabilità di determinati fini, non giustificabili su base scientifica • Relazione ai valori: nello scegliere un tema di ricerca e formulare le ipotesi il ricercatore non può non essere guidato dai propri valori • Le scienze sociali sono necessariamente relazionate ai valori, ma la scienza non può fondarsi su giudizi di valore • La spiegazione delle scienze sociali è condizionale: non mira a comprendere l’insieme delle cause che hanno determinato il fenomeno, ma mettere in evidenza alcune condizioni. Relazioni ai valori diverse possono fare emergere condizioni diverse, la verifica empirica serve a riorientare le relazioni ai valori dello scienziato

  32. Dallo storicismo alla sociologia economica weberiana • Critica allo storicismo: descrizione differenze tra economie nazionali non può ricorrere a concetti metafisici (spirito del popolo) • La filosofia idealistica difendeva queste posizioni contro la sociologia positivista sostenendo che l’uomo plasma la storia e le istituzioni e quindi non possibile generalizzare né prevedere azione umana; no spiegazioni causali ma comprensione di un fenomeno storico particolare • Risposta Weber: studio fenomeni sociali =fenomeni naturali, metodo scientifico che opera con concetti e generalizzazioni e utilizza schemi teorici (anche se discutibili) • Specificità scienze sociali: non formulare leggi generali (scienze di tipo nomotetico), bensì “spiegare fenomeni storici visti nella loro individualità” (scienze di tipo idiografico)

  33. Come studiare fenomeni sociali nella loro individualità storica • Fare riferimento alle motivazioni dei soggetti agenti: le motivazioni che spingono all’azione sono mutevoli, ma vanno ricostruite e vanno individuate le regolarità • Studiare uniformità di comportamento derivanti da motivazioni simili: necessità della conoscenza nomologica (studiare le regolarità delle connessioni causali) es. rapporto tra capitalismo e etica protestante- occorre teoria generale su rapporti tra religione e sviluppo economico • La sociologia per Weber studia tali uniformità di comportamento, origini e conseguenze, i tipi di agire sociale • Sociologia comprendente ha obiettivo di ricostruire scopo dell’azione su base aspettative degli agenti anche rispetto a interazione sociale • Tali aspettative (sulle relazioni sociali) derivano da: usi (uniformità comportamenti di fatto), costumi (consuetudini), usi condizionati da situazione di interessi

  34. Azione orientata al valore: motivazione è data da credenza a principi • Azione orientata allo scopo: motivazione è raggiungimento di un fine • Convenzioni (rapporti familiari), sanzioni sociali • Ordinamenti giuridici , sanzioni formali • Relazioni sociali di tipo consensuale (comune appartenenza) • Relazioni sociali di tipo associativo (identità di interessi) • Relazione sociale può portare a lotta, prevalere di interessi su altri (dalla concorrenza economica alla guerra)

  35. I tipi ideali • Per Weber le uniformità di comportamento hanno una natura, quella di “tipi ideali” vale a dire costruzioni analitiche derivanti dalla realtà empirica che mettono in evidenza alcune uniformità di comportamento • Un puro concetto, un limite ideale a cui la realtà va comparata (il feudalesimo, la setta)

  36. La sociologia per Weber si occupa dello studio delle uniformità di comportamento e analizza le connessioni causali, la storia spiega i singoli fenomeni • Ma la sociologia non è astratta formulazione di leggi, le regolarità sono mezzo e non fine di conoscenza, serve a rendere intellegibile la storia evitando indeterminazione teorica • Ma la sociologia si deve occupare di problemi specifici non deve essere scienza “generale”, Weber guarda (come Sombart) a problemi economici per studiare interazione tra fenomeni economici e socioculturali • Rifiuto anche di una sociologia generale organicistica come quella dei positivisti: per W. la società come tessuto di relazioni sociali e molteplici motivazioni individuali

  37. Max Weber (II) Gianluca Busilacchi

  38. Sintesi prima lezione (I) • L’influenza dello storicismo su Weber • La critica weberiana come base metodologica della sociologia economica come scienza (giudizi di fatto, di valore e relazione ai valori) • come studiare i fenomeni sociali nella loro individualità storica: individuare le “regolarità” che spingono gli individui all’azione e studiare le connessioni causali • Azione orientata allo scopo e al valore e sanzioni sociali e formali

  39. Sintesi prima lezione (II) • I “tipi ideali” sono quelle costruzioni analitiche che permettono di mettere in luce le uniformità di comportamento che vogliamo studiare (es. la setta, l’imprenditore capitalistico) • La sociologia di occupa dello studio di tali uniformità di comportamento e analizza connessioni causali per “spiegare” fenomeni sociali

  40. L’essenza della sociologia economica weberiana • Weber vs. Sombart: religione, Stato, Comuni. Origini del capitalismo per analizzare società occidentale • 3 esempi:- i contadini fissi/salariati - operatori di borsa UK/Germania- sviluppo agricolo Germania sud/nord • Importanza delle condizioni non economiche che influenzano comportamento economico • Attività imprenditoriale è variabile vs contesto

  41. Elementi non economici che influenzano formazione imprenditorialità • Etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904) e Le sette protestanti e lo spirito del capitalismo (1906) • Due caratteristiche dello spirito del capitalismo:- ricerca del profitto giustificata sul piano etico-acquisività collegata a organizz. razionale del processo produttivo • I “nuovi imprenditori” combinano fattori produttivi; hanno qualità etiche • Etica della responsabilità

  42. Spirito del capitalismo e religione protestante (calvinista) • La “predestinazione”: scelta divina non modificabile • Il successo professionale come “segno” di elezione • No ricchezza come fine in sé, ma impiego produttivo del capitale (effetto: riproduzione K) • Conseguenze non intenzionali (esternalità) della religione sulle origini del capitalismo moderno

  43. Le sette protestanti • Nella Chiesa si nasce, nelle sette si è ammessi • Il riconoscimento sociale dei Battisti veicola informazioni che hanno effetti economici • Conseguenza: interesse economico dell’individuo a seguire l’etica della setta • I reticoli sociali permettono riconoscimento qualità morali utili a imprenditorialità, ma anche chiusura identitaria ed esclusione • Forma organizzativa di controllo sociale: è una “molla” al comportamento rigoroso vs. sanzioni (differenza con Chiesa cattolica, pentimento, confessione)

  44. Prime conclusioni • Razionalizzazione dell’etica del comportamento (predestinazione e impegno professionale) • Forma organizzativa della setta • Questi due aspetti portano nascita di una etica “borghese” che spiega origini dello spirito del capitalismo

  45. Il capitalismo moderno • Soddisfacimento bisogni tramite mercato (vs. economia domestica e altre forme) • Razionalizzazione del calcolo del capitale (bilanci e patrimonio dell’impresa; diverso da capitalismo tradizionale) • Organizzazione lavoro salariato: nel capitalismo moderno la ricerca del profitto avviene nella sfera produzione per il mercato con forza lavoro salariata

  46. Capitalismo politico e economico

  47. conclusioni • È capitale industriale il tratto del capitalismo moderno orientato a sfera produzione e non solo circolazione e con lavoro libero (classe operaia fondamentale) • Questo è il capitalismo moderno dell’occidente secondo Weber

  48. VEBLEN • Le trasformazioni di fine 800 e inizio 900 negli states: formazione di grandi trusts industriali, triplica la popolazione con grandi ondate di immigrazione; crisi agricoltura • V. Di formazione economica, critica però l’economia classica e neoclassica incapace di spiegare questi grandi cambiamenti • Cerca perciò di rifondare l’economia su basi istituzionali • Teoria non individualistica dell’azione economica; analizza gli effetti sociali del capitalismo liberale basato sul mercato

  49. Il posto della scienza nella civiltà moderna (1919): la concezione individualistica della natura umana (teoria dell’azione economica); il carattere statico dell’economia tradizionale (interesse all’equilibrio più che al cambiamento); il rapporto tra perseguimento dell’interesse individuale e benessere collettivo

  50. 1 concez. individualistica • Economia tradizionale vede la natura umana immutabile come un fascio di desideri; ma l’uomo non non può essere compreso fuori da un contesto istituzionale, fuori dalle tradizioni, costumi e abitudini sociali • L’uomo non si capisce attraverso il suo calcolo ma attraverso il suo fare, il suo istinto di operosità, è homo faber e non calcolatore massimizzante • L’uomo perciò si capisce attraverso modelli di comportamento condivisi e approvati, attraverso le abitudini mentali che sono le istituzioni • L’azione dell’uomo è perciò socialmente condizionta da norme e valori sociali • Con il cambiamento si modificano perciò le istituzioni, il comportamento individuale e anche quello economico • Ma l’economia tradizionale da per dati preferenze e tecnologie, mentre tutto è in evoluzione come dimostra la biologia

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