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LA COMUNICAZIONE PER LA TRASPARENZA

LA COMUNICAZIONE PER LA TRASPARENZA. La Gabbianella 10.04.2010. CHE COSA È. La trasparenza è la proprietà di un corpo di lasciar passare la luce. CHE COSA È. La trasparenza è uno stile di comunicazione che costruisce partecipazione (per questo è anche scomoda). CHE COSA È.

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LA COMUNICAZIONE PER LA TRASPARENZA

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Presentation Transcript


  1. LA COMUNICAZIONE PER LA TRASPARENZA La Gabbianella 10.04.2010

  2. CHE COSA È La trasparenza è la proprietà di un corpo di lasciar passare la luce

  3. CHE COSA È La trasparenza è uno stile di comunicazione che costruisce partecipazione (per questo è anche scomoda)

  4. CHE COSA È Barack Obama ha fatto della trasparenza uno dei punti forti della sua campagna elettorale. Testimonianza visibile di questo impegno è stato il nuovo sito istituzionale (Change.gov), messo online quando non aveva ancora terminato il suo giuramento da presidente.  

  5. CHE COSA È “Trasparenza” è una metafora della distribuzione del potere, poiché si basa sul principio della conoscenza messa a disposizione di tutti. Poter disporre delle informazioni sul funzionamento, la gestione, le risorse umane e materiali di un'organizzazione è condizione per esercitare una piena partecipazione democratica.

  6. CHE COSA È La trasparenza è un diritto: • in un regime democratico, dei cittadini • in una onp dei membri/stakeholder

  7. CHE COSA È Ne consegue che è responsabilità di tutti coloro che detengono informazioni (in particolare modo dei rappresentanti pro tempore) assicurarne una completa raccolta, diffusione e promozione all'interno e all'esterno dell'associazione.

  8. VERSO CHI? Il tema della trasparenza è centrale per: • utenti • donatori e sostenitori • partner del terzo settore • imprese • istituzioni

  9. I DONATORI Donatori: criteri di scelta delle onp da sostenere: • Ne condivido l’ideologia/il pensiero (42%) • Sono interessato al tipo di iniziative che promuove (39,6%) • Il modo in cui utilizza i fondi è trasparente e chiaro (35,8%) • È indipendente/autonoma nelle sue attività (20,0%) • Il materiale informativo è completo e chiaro (17,4%) • Mi è stata presentata da persone affidabili (16,2) Swg/Vita Consulting, Monitor delle donazioni 2007

  10. I DONATORI Quando i donatori privilegiano le grandi organizzazioni è perché • Si pensa siano sottoposte a maggiori controlli in quanto più “in vista” • Si pensa abbiano maggiore capacità di gestire progetti importanti GfK Group, Gli italiani e le donazioni, 2006

  11. I DONATORI Quando i donatori privilegiano le piccole organizzazioni è perché • Sono convinti che hanno meno costi di gestione (→ più soldi ai destinatari) • Conoscono chi ci lavora (→ garanti) • Pensano che abbiano più cura e dedizione GfK Group, Gli italiani e le donazioni, 2006

  12. I DONATORI «È più facile vedere quello che fanno, come spendono i soldi» GfK Group, Gli italiani e le donazioni, 2006

  13. I DONATORI LA FIDELIZZAZIONE Per il donatore è importante prendere visione dei risultati raggiunti • Verificando personalmente • Ricevendo materiale informativo che documenti i risultati raggiunti • Attraverso reportage televisivi GfK Group, Gli italiani e le donazioni, 2006

  14. I DONATORI LE DOMANDE DEI DONATORI VERSO LE ONP • Visibilità e accessibilità (media e contatto diretto) • Informazione/documentazione sui risultati raggiunti • Trasparenza sui conti (bilanci accessibili) • Concretezza (non richieste generiche, ma mirate) • Competenza e professionali (compreso rigore etico slancio morale) GfK Group, Gli italiani e le donazioni, 2006

  15. I donatori regolari conoscono i risultati dei progetti: 15% per niente 24% poco 41% abbastanza bene 20% molto bene I donatori occasionali conoscono i risultati dei progetti: 45% per niente 19% poco 29% abbastanza bene 7% molto bene GFk Eurisco Indagine sulle donazioni 2008 IDONATORI

  16. VERSO CHI Dopo le indicazioni dell’Agenzia per le Onlus «Ecco che gli enti istituzionali, pubblici e privati, saranno a nostro avviso attratti per necessità, rispetto ai propri obiettivi e ai propri fini, ad esigere dagli enti del non profit l’applicazione degli strumenti delineati». Csv.net, Schemi di rendicontazione contabile delle Organizzazioni di Volontariato, Marzo 2009

  17. GLI STRUMENTI I BILANCI «I valori quantitativo-monetari tipici del bilancio di esercizio non sono sufficienti a soddisfare pienamente tali obiettivi informativi» Agenzia per le Onlus Linee guida e schemi per la redazione dei bilanci di esercizio degli enti non profit →Relazione di missione (bilancio sociale)

  18. GLI STRUMENTI I BILANCI «Le proposte di schemi articolate hanno una forte attenzione ai processi che li determinano: • la capacità dell’ente di gestire una tipologia di contabilità, • la capacità di gestire gli aspetti amministrativi e fiscali, • la capacità di gestire gli aspetti organizzativi connessi all’attività istituzionale dell’ente» Csv.net, Schemi di rendicontazione contabile delle Organizzazioni di Volontariato, Marzo 2009

  19. GLI STRUMENTI I BILANCI Gli schemi di bilancio non sono altro che la rappresentazione economica realizzata dal singolo ente e il risultato del processo gestionale e contabile messo in atto; La relazione di missione non è altro che il risultato di processi gestionali e organizzativi. Csv.net, Schemi di rendicontazione contabile delle Organizzazioni di Volontariato, Marzo 2009

  20. GLI STRUMENTI IL PIANO DI COMUNICAZIONE Come fare in modo che un piano di comunicazione faciliti la trasparenza e i processi partecipativi?

  21. GLI STRUMENTI UNA STRATEGIA ARTICOLATA • Contatti diretti • Messaggi autoprodotti • Messaggi eteroprodotti (media)

  22. GLI STRUMENTI UNA STRATEGIA ARTICOLATA CONTATTI DIRETTI • Incontri con i volontari • Banchetti • Sedi aperte • Telefoni disponibili • Mailing list (e risposta alle mail) • …

  23. GLI STRUMENTI UNA STRATEGIA ARTICOLATA MESSAGGI AUTOPRODOTTI • Sito, non vetrina • Diffusione di messaggi chiari e concreti attraverso depliant, fogli, mailing list • Presenza sui social network per creare reti • Campagne

  24. GLI STRUMENTI UNA STRATEGIA ARTICOLATA MESSAGGI AUTOPRODOTTI Bisogna lavorare a una crescita qualitativa della comunicazione sociale autoprodotta (gestita direttamente dagli attori che operano sul campo) e non eteroprodotta (gestita prevalentemente dai media che spesso non sono in grado di approfondire e  fornire una visione corretta dei problemi).

  25. GLI STRUMENTI UNA STRATEGIA ARTICOLATA MESSAGGI ETEROPRODOTTI I grandi media sono (quasi) irraggiungibili, conviene puntare su • Media locali • Siti web N.B. Fa più notizia un bilancio che un convegno

  26. GLI STRUMENTI La comunicazione è dialogo. Non si tratta solo di lanciare messaggi ai cittadini, ma di aprire spazi di discussione, argomentazione, confronto.

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