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Il bilancio con dati a scelta

PROF STEFANO MONTICELLI. Il bilancio con dati a scelta. Classe V IGEA. In questo modulo:. Un suggerimento sul metodo da seguire per redigere Lo Stato patrimoniale e il Conto economico con dati a scelta. Il metodo da seguire.

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Presentation Transcript


  1. PROF STEFANO MONTICELLI Il bilancio con dati a scelta Classe V IGEA

  2. In questo modulo: Un suggerimento sul metodo da seguire per redigere Lo Stato patrimoniale e il Conto economico con dati a scelta. PROF STEFANO MONTICELLI

  3. Il metodo da seguire Premesso che per la costruzione di un bilancio con dati a scelta si possono seguire diversi metodi, tutti ugualmente validi, negli esempi che seguono utilizzeremo il metodo top down (dalla sintesi all’analisi). Con tale metodologia la costruzione dei prospetti contabili che formano il bilancio d’esercizio avviene gradualmente, attraverso fasi successive e consequenziali. PROF STEFANO MONTICELLI

  4. Lo Stato patrimoniale: i passaggi da seguire • Redigere uno Stato patrimoniale sintetico a valori percentuali, riclassificato secondo criteri finanziari, in modo da avere un quadro di riferimento circa la struttura patrimoniale dell’impresa e la sua solidità. • Si attribuiscono dei valori alle macrograndezze sia degli impieghi, sia delle fonti. • Si compila lo Stato patrimoniale in forma sintetica, in cui appaiono le classi contrassegnate da lettere dell’alfabeto maiuscole e le sottoclassi contrassegnate da numeri romani. • Si suddividono le sottoclassi in voci, pervenendo alla redazione del documento completo anche delle poste contrassegnate da numeri arabi. PROF STEFANO MONTICELLI

  5. Esempio: lo Stato patrimoniale con dati a scelta Redigere lo Stato patrimoniale al 31/12/n di un’impresa industriale avente la forma giuridica di spa, nell’ipotesi che il suo capitale proprio sia di € 700.000. Lo schema di partenza è uno Stato patrimoniale sintetico, a valori percentuali, riclassificato secondo criteri finanziari e ipotizzando,se non ci sono riferimenti espliciti, una struttura finanziaria e patrimoniale equilibrata. Stato patrimoniale sintetico rielaborato con valori in % PROF STEFANO MONTICELLI

  6. Notiamo che il capitale permanente (patrimonio netto e debiti a media e lunga scadenza) copre completamente l’attivo immobilizzato; vi è pertanto anche che i debiti a breve sono coperti dai crediti a breve e quindi c'è una solidità finanziaria. L’impresa ha un indebitamento complessivo che rappresenta il 50% delle fonti e che si riflette sul risultato della gestione finanziaria. Cioè nell’impresa vi è una uguaglianza tra capitale proprio e capitale di terzi PROF STEFANO MONTICELLI

  7. Supponendo che l’impresa presenti un soddisfacente livello di redditività, espresso da un ROE pari al 12%, possiamo rappresentare analiticamente il patrimonio netto come segue: Capitale sociale € 500.000 Riserva legale € 100.000 Riserva statutaria € 60.000 Riserva straordinaria € 40.000 Capitale proprio € 700.000 + utile d’esercizio € 84.000 Patrimonio netto € 784.000 Nel definire l’importo delle riserve abbiamo ipotizzato che l’impresa operi già da diversi anni, per cui è realistico supporre che la riserva legale abbia raggiunto il limite previsto dalla legge (20% del capitale sociale); gli importi della riserva statutaria e della riserva straordinaria sono stati attribuiti considerando che, normalmente, le imprese che non si trovano in particolari situazioni negative attuano una politica di autofinanziamento. Qui è bene premettere che se il testo fa riferimento ad una impresa nuova o da poco costituita la riserva legale sarà inferiore a 1/5. PROF STEFANO MONTICELLI

  8. L’utile d’esercizio deriva dall’applicazione del ROE del 12%: • utile d’esercizio x 100 • ROE = = 12% • capitale proprio • Da cui l’utile netto d’esercizio = € (700.000 x 12%) = € 84.000. • Una volta stabilita l’entità del patrimonio netto possiamo determinare il totale delle fonti (che è uguale al totale degli impieghi) risolvendo la seguente proporzione: • 100 : 50 = x : 784.000 • da cui x = 784.000x 100/50 = € 1.568.000 totale fonti. • L’attribuzione dei valori alle macro grandezze in cui abbiamo articolato gli impieghi e le fonti avviene applicando le percentuali in precedenza stabilite. PROF STEFANO MONTICELLI

  9. Stato patrimoniale sintetico rielaborato I valori spesso possano essere ottenuti con una semplice percentuale ma se vi sono vincoli è meglio non affidarsi a calcoli matematici ma agire secondo logica Cioè le immobilizzazioni devo essere maggiori del circolante .Il capitale proprio circa uguale o superiore al capitale di terzi, I debiti a breve sono maggiori dei debiti a lungo. Il totale dell’ attivo deve essere uguale al totale passivo Giuseppe Albezzano ITC Boselli Varazze

  10. I raggruppamenti evidenziati nel prospetto sopra riproposto non sono conformi alle classi di valori presenti nello Stato patrimoniale redatto secondo l’impostazione civilistica. Stato patrimoniale sintetico I VALORI DA NOI IPOTIZZATI VANNO RIPARTITI TRA PIU’ RAGGRUPAMENTI DEL BILANCIO CIVILISTICO PROF STEFANO MONTICELLI

  11. La tappa successiva comporta quindi il passaggio dai raggruppamenti presenti nello stato patrimoniale sintetico, riclassificato secondo criteri finanziari, alle classi presenti nello schema di Stato patrimoniale redatto in conformità dell’art. 2424 del codice civile. • Gli importi da attribuire a dette classi devono essere riscostruiti tenendo presente che: • Il valore dei fondi per rischi e oneri è compreso nell’importo assegnato ai debiti a breve termine; • Il valore del debito per TFRL è compreso nell’importo assegnato ai debiti a medio/lungo termine; • Il valore dei ratei e dei risconti passivi è compreso nell’importo assegnato ai debiti a breve termine; • L’importo attribuito all’attivo immobilizzato comprende, oltre alle immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie, anche i disaggi su prestiti (per la parte non ammortizzata), che nello schema di Stato patrimoniale civilistico devono essere iscritti, con separata indicazione, nella voce D – Ratei e risconti attivi; • L’attivo corrente comprende, oltre alle sottoclassi dell’attivo circolante, anche eventuali ratei e risconti riferiti al breve periodo. • Abbiamo già determinato la composizione del patrimonio netto; continuiamo ora con la definizione degli importi delle classi e sottoclassi da iscrivere nelle sezioni del passivo e dell’attivo dello stato patrimoniale. PROF STEFANO MONTICELLI

  12. Passivo patrimoniale • Trattandosi di una spa possiamo ipotizzare che tra i debiti sia presente un prestito obbligazionario formato da 100.000 obbligazioni del valore nominale di € 1, emesse l’1/09 del presente esercizio alla pari; tasso 4%, godimento cedola annuale 1/09. • Il prestito ha durata quinquennale e l’estinzione avviene in quote costanti di € 20.000 a partire dall’anno successivo a quello di emissione. • L’importo dei debiti a medio/lungo termine è stato stabilito in prima approssimazione in € 313.600; sottraendo € 80.000 (importo del prestito obbligazionario scadente oltre l’esercizio), residuano € 233.600 da ripartire tra le altre voci che compongono i debiti di lungo periodo. • Tra queste è compreso il Debito per TFRL che dipende dal valore dei salari e degli stipendi e dell’anzianità di servizio del dipendente; lo supponiamo pari a € 133.600. Altri € 100.00 possono essere attribuiti a debiti contratti con banche a altri finanziatori. • L’importo dei debiti a breve scadenza di € 470.400 comprende il rateo passivo per interessi su obbligazioni per il periodo 1/09 – 31/12. • 1x4x121 • Rateo passivo = = 0,13260 x 100.000 obbligazioni = € 1.326. • 36.500 • Ipotizziamo la presenza di altri ratei e risconti passivi per € 1.824. Il valore complessivo da inserire nel punto E) Ratei e risconti passivi risulta € 3.150 = 1.326+1.824. PROF STEFANO MONTICELLI

  13. Passivo patrimoniale Importo dei debiti a breve scadenza già stabilito € 470.400 - Importo ratei e risconti passivi € 3.150 Importo residuo da suddividere € 467.250 Da 467.250 scorporiamo ancora l’importo da assegnare alla voce B) Fondi per rischi e oneri, supponendolo pari a € 17.250. Riepilogando la classe D) Debiti ha un importo così determinato: Debiti a media e lunga scadenza € 180.000 (obbligazioni e debiti verso banche scadenti oltre l’esercizio) Debiti a breve scadenza € 450.000 (incluse le obbligazioni scadenti entro l’esercizio) Totale D – debiti € 630.000 PROF STEFANO MONTICELLI

  14. Il DEBITO PER TFR sarà imputato alla voce C i ratei e i risconti alla voce E per cui la voce D debiti avrà un importo pari a 180.000,00 a MEDIO LUNGO e 450.000,00 a BREVE PROF STEFANO MONTICELLI

  15. Attivo patrimoniale L’attivo immobilizzato è di € 862.400; detto importo coincide con le immobilizzazioni al netto dei fondi ammortamento e deve essere suddiviso tra le sottoclassi della voce B) Immobilizzazioni presenti nello Stato patrimoniale (immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie). All’attivo corrente ( L’importo da attribuire alla classe C) Attivo circolante e alle sue sottoclassi deriva dalla differenza tra l’importo attribuito in precedenza all’attivo corrente (705.600) e l’importo che si vuole assegnare ai ratei e ai risconti attivi. Attivo corrente € 705.600 Ratei e risconti attivi € 1.360 Totale attivo circolante € 704.240 da suddividere tra le sottoclassi presenti nello stato patrimoniale. E cioè I RIMANENZE II CREDITI IV DISPONIBILITA’ LIQUIDE PROF STEFANO MONTICELLI

  16. Il criterio di ripartizione degli importi può essere il seguente: la voce di maggior importo si attribuisce ai crediti, poi le rimanenze e per ultimo le disponibilità Questo perché l’azienda di solito non ha molti soldi in cassa e banca in quanto i mezzi monetari devono essere investiti per poter fruttare. La ripartizione tra crediti e rimanenze deriva dal fatto che le giacenze non devono essere eccessive, in quanto, rappresentano un costo se rimangano immobilizzate in magazzino. In sintesi suggerisco di partire dalle cifre maggiori e di operare come segue : ai crediti più della metà della cifra disponibile , le rimanenze CIRCA IL 40% il residuo alle disponibilità PROF STEFANO MONTICELLI

  17. Stato patrimoniale al 31/12/n PROF STEFANO MONTICELLI

  18. Per la ripartizione della voce D debiti si tenga conto che i debiti verso Fornitori + debiti rappresentati da titoli di credito dovrebbero essere inferiori ai crediti e che le voci con importi maggiori possono essere nell’ordine : la 6 e la 7 ( fornitori + cambiali) la 3 debiti verso banche la 1 Prestito obbligazionario o la 2 Prestito convertibile la 12 Debiti tributari ( debito IVA e Ires) la 13 Debiti verso istituti di Previdenza Anche qui il consiglio è di partire dalle cifre maggiori Prof Stefano Monticelli

  19. PROF STEFANO MONTICELLI

  20. Per quanto concerne le immobilizzazioni abbiamo supposto che l’impresa non possieda immobilizzazionifinanziarie. Per quanto attiene alle rimanenze dobbiamo stabilire l’importo delle materie, dei prodotti in magazzino equello dei prodotti in lavorazione (per semplicità tralasciamo acconti e lavori in corso su ordinazione). Suggerisco di suddividere per due la cifra delle rimanenze di spalmare un po’ più della metà nei prodotti , un po’ meno della metà nelle materie prime e la differenza nei prodotti in corso di lavorazione Per quanto concerne i crediti, poiché l’impresa non possiede partecipazioni, non vi sono rapporti con società controllate e collegate. Per le disponibilità la cifra maggiore nei depositi bancari , gli assegni possano essere anche zero Nel passivo abbiamo inserito tra i fondi rischi, il fondo responsabilità civile, nella voce “altri”. Abbiamo articolato i debiti iscrivendo anche le obbligazioni e i debiti verso le banche, specificandone l’importo che scade oltre l’esercizio successivo. Abbiamo indicato separatamente i debiti verso fornitori, i debiti tributari e i debiti verso gli istituti previdenziali. Si tenga presente che lo Stato patrimoniale, previsto dal codice civile, è a stati comparati. Mancano quindi I dati relativi all’anno precedente. PROF STEFANO MONTICELLI

  21. La redazione del Conto economico Schema sintetico di Conto economico Nello schema deve essere immediatamente annotato l’importo corrispondente alla voce Utile (perdita) dell’esercizio, in quanto esso deve coincidere con quello indicato nello Stato patrimoniale alla corrispondente voce del patrimonio netto. PROF STEFANO MONTICELLI

  22. Nel determinare l’ammontare delle imposte va tenuto presente che: • l’utile di bilancio (al lordo dell’IRES) può non coincidere con l’imponibile IRES così come le voci di bilancio per il calcolo IRAP possono necessitare di rettifiche per determinare la base imponibile; • l’aliquota IRES è del 33%; • l’aliquota IRAP è fissata dallo Stato (4,25%), ma a livello regionale può subire una variazione fino a un massimo di un punto percentuale. • Ne consegue che l’importo da assegnare alla voce “imposte sul reddito dell’esercizio” può variare a seconda delle situazioni e sarebbe quindi opportuno indicare in base a quali criteri è stato determinato. • Tuttavia si può ragionevolmente supporre che il peso delle imposte sia pari all’incirca al 40-45% dell’utile lordo. • I costi del personale devono essere determinati in funzione dell’attività svolta e delle caratteristiche produttive del complesso aziendale. • Nello stabilire l’importo dei risultati della gestione straordinaria e della gestione finanziaria è opportuno rileggere attentamente il tema per assicurarsi che non ponga particolari condizioni. PROF STEFANO MONTICELLI

  23. Infine è importante sottolineare come il contenuto dello Stato patrimoniale abbia riflessi • significativi sul Conto economico: • la presenza di debiti di finanziamento (mutui passivi e prestiti obbligazionari) comporta l’introduzione di interessi passivi nell’area finanziaria (C – Proventi e oneri finanziari); • la presenza di rilevanti immobilizzazioni comporta elevati costi di ammortamento e costi di manutenzione e riparazione (B – Costi della produzione); • conti correnti attivi bancari e postali comportano la maturazione di interessi attivi bancari e postali, con un conseguente riflesso positivo nell’area finanziaria (C – Proventi e oneri finanziari); • un importo rilevante nei crediti verso clienti può riflettersi in interessi attivi verso clienti (nel caso in cui la consistenza dei crediti sia rimasta costante nell’anno e sia previsto un interesse esplicito), con incidenza positiva sull’area finanziaria (C – Proventi e oneri finanziari); PROF STEFANO MONTICELLI

  24. la presenza di immobilizzazioni finanziarie può comportare interessi attivi verso imprese controllate, collegate e controllanti oltre a proventi su titoli immobilizzati, che incidono sull’area finanziaria (C – Proventi e oneri finanziari); • la presenza di attività finanziarie comporta interessi su titoli o proventi finanziari diversi, che vengono inseriti nell’area finanziaria (C – Proventi e oneri finanziari); • la presenza di debiti di fornitura può provocare la manifestazione di interessi passivi, che incidono negativamente sull’area finanziaria (C – proventi e oneri finanziari). PROF STEFANO MONTICELLI

  25. Esempio: Conto economico con dati a scelta Facciamo riferimento al precedente esempio in cui abbiamo presentato lo Stato patrimoniale di una società per azioni svolgente attività industriale. Per completare i prospetti contabili del bilancio dobbiamo ora costruire il Conto economico. La traccia da svolgere non pone particolari vincoli; abbiamo però stabilito un ROE del 12% e quindi un utile netto d’esercizio di € 84.000. Prof Stefano Monticelli

  26. Consigliamo di stabilire subito l’importo da assegnare alla Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) che, per semplicità, può essere fatta coincidere con il risultato della gestione caratteristica, ossia con il risultato operativo. Poiché tale risultato dipende dal ROI (rapporto tra reddito operativo e totale impieghi), possiamo stabilire a priori l’entità di tale indicatore in modo da ottenere un valore coerente con gli importi già attribuiti. Supponendo una redditività del capitale investito del 13% (ROI = 13%) e avendo già determinato in € 1.568.000 il totale degli impieghi, determiniamo il reddito operativo come segue: 100 : 13 = 1.568.000 : x da cui x = € 203.840 differenza tra valore e costi della produzione. PROF STEFANO MONTICELLI

  27. Con la stessa logica, allo scopo di avere un punto di riferimento per determinare la classe A – Valore della produzione, possiamo fissare il ROS (rapporto tra reddito operativo e ricavi di vendita) al 10%, per cui: 10 : 100 = 203.840 : x da cui x = € 2.038.400 ricavi di vendita. I ricavi di vendita rappresentano la parte più consistente del valore della produzione; per determinare la classe A) Valore della produzione va aggiunto all’importo dei ricavi netti di vendita quello relativo alla variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti, e quello reltivo alle altre voci (variazione di lavori in corso su ordinazione, costi patrimonializzati per lavori interni, altri ricavi e proventi) che per semplicità, se non espressamente richiesti dal tema, possono essere tralasciati. Ipotizzando un incremento delle rimanenze di prodotti in lavorazione, semilavorati e prodotti finiti di € 15.210, abbiamo € (2.038.400 + 15.210) = € 2.053.610 valore della produzione. PROF STEFANO MONTICELLI

  28. Poiché la differenza tra valore e costi della produzione è di € 203.840, avendo già determinato il valore della produzione, i costi della produzione sono così determinati: € (2.053.610 – 203.840) = € 1.849.770 costi della produzione. Supponendo inoltre un carico fiscale complessivo (IRAP+IRES) del 40% sull’utile al lordo delle imposte, abbiamo che: 100 : (100 - 40) = x : 84.000 da cui x = € 140.000 risultato prima delle imposte. Per trovare le imposte: (140.000 – 84.000) = € 56.000

  29. Per completare il Conto economico dobbiamo determinare: • Il risultato della gestione finanziaria, deve tenere conto dei debiti di finanziamento (prestiti obbligazionari, debiti verso banche, debiti verso altri finanziatori) e dei crediti indicati nello Stato patrimoniale. Per quanto riguarda i debiti abbiamo: • - un prestito obbligazionario di € 100.000 tasso 4%; • - debiti verso banche a lunga scadenza di € 100.000 • - debiti a breve scadenza di € 430.000. • L’importo non può essere determinato matematicamente, ma possiamo ipotizzare che il risultato della gestione finanziaria C) Proventi e oneri finanziari sia negativo e pari a € 30.000. • b) Il risultato della gestione straordinaria E) Proventi e oneri straordinari, per far quadrare il Conto economico, deve essere negativo e pari a € 33.840.

  30. Arrivati a questo punto risulta più agevole la ricostruzione del Conto economico secondo quanto previsto dall’articolo 2425 e 2425bis del codice Civile. Perciò lascio a voi il compito di redigere lo schema. A Evvai che ci divertiamoooo!!

  31. Fare il bilancio con dati a scelta è un po’ come fare il minestrone. Ci sono tante verdure diverse che devono dare un unico buon sapore. Meditate, gente meditate……!

  32. Bibliografia Astolfi, Barale & Ricci “Entriamo in azienda 3 bilancio…..a portata d’esame” Monografia a cura di Lucia Barale Tramontana editore Milano 2005 PROF STEFANO MONTICELLI

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