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Arte e Controriforma. La produzione figurativa in Italia alla fine del Cinquecento.

Arte e Controriforma. La produzione figurativa in Italia alla fine del Cinquecento. 17. 18. 19. 20. 23. Citata da R. BORGHINI, Il Riposo , Firenze, 1584, p.578, all’altare maggiore della chiesa di Santa Maria della Concezione a Roma.

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Arte e Controriforma. La produzione figurativa in Italia alla fine del Cinquecento.

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Presentation Transcript


  1. Arte e Controriforma. La produzione figurativa in Italia alla fine del Cinquecento.

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  3. 18

  4. 19

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  7. Citata da R. BORGHINI, Il Riposo, Firenze, 1584, p.578, all’altare maggiore della chiesa di Santa Maria della Concezione a Roma

  8. Ripropone la qualità emozionale, morbidamente affettivo, del linguaggio di Correggio Frequentatissima sperimentazione grafica di acuta sensibilità naturalistica

  9. Michelangelo, Giudizio Universale • Critiche all’opera. Intervento di Daniele da Volterra alla morte di Michelangelo (1564) • Concilio di Trento (1545-1563) • Giovanni Andrea Gilio, Dialoghi (1564) – critiche alle ‘licenze’ formali e teologiche in nome della ‘convenienza’ – “regolata mescolanza” • Il tribunale dell’Inquisizione sottopose a processo nel 1573 il pittore Veronese a riguardo dell’Ultima Cena dipinta per il convento domenicano dei Santi Giovanni e Paolo (contestate “licenze”) (ferma ma ‘formale’ difesa della libera espressione pittorica) • Gabriele Paleotti, Discorso intorno alle immagini sacre (1582) – tradizione devota e finalizzata chiarezza iconografica per ‘persuadere’ il fedele • Alessandro Farnese, nipote di Paolo III, protettore dei Gesuiti, commissiona al Vignola il progetto della chiesa del Gesù a Roma (dal 1568) – novità architettoniche per preminenti finalità di predicazione e partecipazione – navata unica con cappelle laterali, cupola e transetto largo ma poco profondo • Palazzo di Caprarola (architetto Vignola, Taddeo e Federico Zuccari) • Carlo Borromeo, arcivescovo dal 1560, a Milano dal 1565, Instructiones Fabricae et Suppelectilis Ecclesiasticae (1572) • Dal 1569 affida a Pellegrino Tibaldi la costruzione della chiesa di San Fedele, per i Gesuiti

  10. Alla preziosità aristocratica del Bronzino ed alla vitalità della cultura manierista dello Studiolo di Francesco I si contrappone la ‘riforma’ di Santi di Tito • Federico Barocci • Manierismo rudolfino: Bartholomaeus Spranger (da Vienna a Praga, alla corte di Rodolfo II, nel 1581) • Diffusi schemi decorativi manieristici, con innesti di brillante iridescenza cromatica baroccesca, nelle imprese romane di Sisto V (1585-1590) • La corte di Filippo II e l’Escorial

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