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Alcune considerazioni iniziali

Alcune considerazioni iniziali. Giovani stranieri e di origine straniera: Attenzione al fatto che ogni “sottogruppo” (seconde generazioni, gen. 1,75, gen. 1,5, gen. 1,25) ha proprie specificità → influenza dell’età di arrivo in Italia e della lunghezza di residenza qui

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Alcune considerazioni iniziali

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Presentation Transcript


  1. Alcune considerazioni iniziali Giovani stranieri e di origine straniera: • Attenzione al fatto che ogni “sottogruppo” (seconde generazioni, gen. 1,75, gen. 1,5, gen. 1,25) ha proprie specificità → influenza dell’età di arrivo in Italia e della lunghezza di residenza qui • Particolarmente interessanti coloro che arrivano in Italia nella loro preadolescenza o adolescenza perché si tratta di 1 - Adolescenti 2 - Migranti/stranieri

  2. 1 - Adolescenti L’adolescenza è un periodo di grandi trasformazioni a livello • fisico - corporeo • cognitivo • comportamentale Alcuni campi sottoposti a ridefinizione e/o tensione • L’identità • Il rapporto con i pari • Il rapporto con i genitori

  3. 2 - Migranti Alcune difficoltà dovute al fatto di essere emigrati dopo aver già vissuto gran parte della loro socializzazione nel paese d’origine: • Ingresso in un nuovo sistema educativo • Problema della lingua • Ricostruzione delle relazioni famigliari dopo anni di separazione

  4. La ricerca empirica Domanda: come si definiscono i giovani migranti in Italia? Quali riferimenti identitari utilizzano nelle loro relazioni quotidiane? Come costruiscono i confini con la differenza? → attenzione al piano individuale (identità personale) e a quello sociale (identità del gruppo dei pari)

  5. Alcune scelte metodologiche • Attenzione ad alcune nazionalità, in ragione di • Grado di maturazione del progetto migratorio • Numerosità sul territorio • Visibilità negli spazi pubblici • Metodo dell’intervista in profondità, utile per cogliere i vissuti e le percezioni dei soggetti in relazione all’identità e ai rapporti sociali

  6. Reperimento dei soggetti • Centri di aggregazione giovanile (C.A.G.) • Contatti personali, negli spazi pubblici • Scuole secondarie di secondo grado (istituti tecnici e professionali, centri di formazione professionale, licei)

  7. Gli intervistati • 48 ragazzi (30) e ragazze (18) tra i 13 e i 19 anni d’età • Arrivati in Italia a seguito di ricongiungimento famigliare tra i 10 e i 17 anni d’età • Provenienti da Filippine (21), Perù (16), Ecuador (11)

  8. Le strategie identitarie La maggior parte dei ragazzi/e intervistati si definisce facendo riferimento a • Il paese di provenienza • La lingua • La religione (per i giovani filippini) • Una dimensione emozionale (percezione dell’essere diversi, legame sentimentale) → elementi che possiamo raggruppare sotto la definizione di “attributi etnici” (Barth 1969, Modood 1997, Warikoo 2005).

  9. Le strategie identitarie → questi elementi servono a tracciare il confine e delimitare la propria identità, a distinguersi e a sottolineare la propria specificità “Sono filippina, perché sono più attaccata alla vita di là, anche se sono qua da più anni. Non so, penso al modo di vivere dei giovani, delle persone, agli ambienti, è un po’ diverso, anche la vita come è, l’atmosfera, la gente, non dico che qua…sì anche qua si fanno gli amici ma c’è un carattere diverso” (Loretta, Filippine, 19 anni, in Italia da 8 anni).

  10. Le strategie identitarie Quattro tipi di identificazione etnica: • Identità di rivendicazione “Qualcosa del tuo paese la devi sapere, non puoi trascurare completamente quello che sei, l’origine del tuo paese. Per esempio ci sono quelli che sono nati qua, però devono pur sapere la nostra lingua, almeno alcune parole. Perché ci sono quelli che anche se sono nati qua, loro si sentono troppo italiani però non sono italiani!! Magari io gli parlo nella nostra lingua e loro mi rispondono in italiano…un po’ dà fastidio!!! Non vogliono parlare in filippino, magari non sono abituati a parlarlo però non è giusto, almeno la lingua la devi sapere!!! “ (Loretta, Filippine, 19 anni, in Italia da 8 anni).

  11. Identità di reinvenzione “Sono tornato con un’altra mentalità, ho cominciato ad andare a ballare, magari anche a bere, conoscere tanti amici…per dire voglio vivere la vita, cioè mi sono proprio rinnovato, quello che ero io prima non uscivo mai di casa, magari giocavo sempre alla playstation, studiavo sempre…Quando sono tornato qua non ho provato malinconia, per esempio della mia città, perché dicevo se non andavo là e non tornavo qua non mi sarei rinnovato…e poi comunque so che per le vacanze posso tornare là, e con la chat mi metto a parlare con gli amici, e mia sorella e i miei nonni li sento anche” (Esteban, Ecuador, 18 anni, in Italia da 4 anni).

  12. Identità per contrapposizione “Non mi piace andare con gli italiani, non esco con loro, sono noiosi, non sono allegri, sono seri, nervosi. I miei amici sono tutti sudamericani, non ho amici italiani, gli amici sudamericani li ho conosciuti in discoteca al sabato sera o alla domenica pomeriggio, a ballare la musica latina. Con loro parlo spagnolo e se qualcuno parla in italiano lo pestiamo! (ride). “Sei sudamericano, perché parli italiano?!”. Gli italiani non mi piacciono, sono nervosi, uno ha tirato un pugno al vetro e si è rotto…non abbiamo niente in comune, siamo completamente diversi, noi siamo allegri” (Gabriel, Perù, 17 anni, in Italia da 2 anni).

  13. Identità reattiva “Mi trovo meglio con i ragazzi filippini perché sono della mia nazionalità…E’ più facile con i ragazzi filippini per lalingua, anche il modo in cui ci vestiamo, come ci comportiamo noi filippini, perché ci comportiamo in una maniera, perché i peruviani si comportano in un’altra maniera, vanno in giro, non so, ci sono stata una volta con i peruviani…e c’era un gruppetto di peruviani, io ti dico la verità che non mi sono trovata molto bene, non so perché. Poi parlavano in spagnolo e io non capivo, e poi non so non mi è piaciuto il loro carattere, facevano troppo casino. Anche a scuola i ragazzi peruviani stanno per conto loro, hanno un modo loro, non mi piace…(Angelina, Filippine, 16 anni, in Italia da 6 anni).

  14. Le strategie identitarie Due tipi di identificazione mista: • Identità metà e metà “Mi sento metà italiana e metà filippina, metà e metà, perché sono nata nelle Filippine, sono stata un po’ di anni lì, però sono venuta qua, sono cresciuta qua e quindi metà e metà. Non posso dire che mi sento più a mio agio nelle Filippine perché non sono cresciuta là, non mi sento più a mio agio qua perché sono nata là e sono cresciuta qua. Comunque mi sento ancora un po’ straniera qua, però se le persone mi dicono “da quanti anni sei qua?Ah, ormai sei quasi metà italiana!” Eh, ormai io mi sento già più... più abituata…ci sono alcuni miei amici, filippini, siccome qualche volta mi vesto come gli italiani, sai con i pantaloni quelli lì, le scarpine come le ballerine quelle lì “Eh, ma adesso ti vesti come gli italiani!”, poi sai gli stivali “Eh, ormai ti vesti come gli italiani!”, “Ma no, soltanto adesso!”(Angelina, Filippine, 16 anni, in Italia da 6 anni). Nota: l’importanza dei consumi come stili di comportamento e di espressione del sè

  15. Identità di sospensione “ Io sono appunto del mio paese quindi non mi definisco italiano, però vivendo qua 6 anni, 7 anni, alla fine non sono pochi, e comunque continuerò a stare qua ancora, quindi diciamo che sono metà e metà, sono nato là però sto vivendo qua…poi perché definirsi di una nazionalità piuttosto che di un’altra, alla fine siamo nati tutti nello stesso modo no?!E’ un modo per distinguere uno dall’altro e basta, perché alla fine siamo tutti uguali”(Antonio, Ecuador, 19 anni, in Italia da 6 anni). Nota: l’importanza dei luoghi educativi extrascolastici (cfr. Ambrosini e Cominelli 2004)

  16. Le reti amicali Gli elementi che vengono utilizzati per definire l’identità del singolo servono anche a definire quella del gruppo (paese di provenienza, lingua, religione). A questi si aggiunge un ulteriore segno di differenziazione: il modo di divertirsi, di fare le cose, di stare insieme: “Al parco a giocare a basket sono tutti filippini, sto con loro perché mi trovo meglio, li sento più vicini…parliamo la stessa lingua, alle volte pensiamo le stesse cose, così” (Mark, Filippine, 16 anni, in Italia da 3 anni).

  17. Ma anche le cose che si fanno sono diverse (la musica, lo sport, l’abbigliamento): “Mi sento diverso dagli italiani, non so perché, per esempio nella musica perché i filippini ascoltano alternative, mentre gli italiani house. Anche lo sport, agli italiani piace il calcio, ai filippini piace il basket. Gli italiani poi vestono hip pop, mentre i filippini normale, poi fanno più casino” (Manuel, Filippine, 17 anni, in Italia da 4 anni)

  18. Le reti amicali Quattro tipi di socialità • Una socialità monoetnica • Una socialità mista • Una socialità mista di stranieri • L’isolamento e la solitudine (una socialità nulla) Nota: l’importanza della lingua

  19. Osservazioni conclusive • Riferimenti etnici come strumenti principali di definizione dell’identità • Assumono un significato sociopsicologico: sono legati al bisogno del singolo di una continuità con il passato e con un gruppo (Romanucci – Vos e Vos 1995) • Questo è particolarmente evidente negli adolescenti stranieri, che necessitano doppiamente di mantenere una certa continuità nonostante i cambiamenti (personali e sociali) • I riferimenti etnici diventano quindi forze vitali soggettive, ricette (Schütz 1979) per andare avanti nelle relazioni

  20. Osservazioni conclusive Alcuni spunti di ricerca e questioni aperte • Il ruolo della religione → sostegno identitario per l’inserimento o forma di reazione alla società? • I consumi → mezzi per la mediazione e l’avvicinamento o strumenti di opposizione e contestazione? • Le seconde generazioni → confronto con i giovani ricongiunti (attenzione all’età di arrivo e alla lunghezza di residenza qui)

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