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4 milioni di esposti a cancerogeni in Italia 240.000 nuove diagnosi di neoplasia nel 2007

In Europa, molti medici non sono sensibili ai problemi posti dalle neoplasie professionali e, più in generale,m non lo sono al tema del legame tra la salute e le condizioni di lavoro. Si rende necessaria una formazione complementare.

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4 milioni di esposti a cancerogeni in Italia 240.000 nuove diagnosi di neoplasia nel 2007

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Presentation Transcript


  1. In Europa, molti medici non sono sensibili ai problemi posti dalle neoplasie professionali e, più in generale,m non lo sono al tema del legame tra la salute e le condizioni di lavoro. Si rende necessaria una formazione complementare. I punti chiave sono la ricostruzione sistematica della carriera professionale, la ricerca dei periodi di esposizione a cancerogeni sul luogo di lavoro, la conoscenza delle modalità di denuncia dei tumori professionali, come pure l’interesse individuale, famigliare e collettivo al riconoscimento. Newletters BTS giugno 2003

  2. Sono stati individuati circa 350 cancerogeni di tipo chimico, fisico e biologico presenti nei luoghi di lavoro, responsabili di tumori a carico del polmone, vescica, pelle, sistema linfatico etc; tra i più noti l’amianto, il benzene, il cromo….. Stando ad alcune ricerche il 21% dei lavoratori dipendenti dell’UE è esposto a sostanze con effetti cancerogeni riconosciuti o sospettati.

  3. 4 milioni di esposti a cancerogeni in Italia • 240.000 nuove diagnosi di neoplasia nel 2007 • Dal 4 al 10% attribuibili ad esposizione professionale • Da 6.000 a 15.000 decessi annui attribuibili ad esposizione lavorativa

  4. L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha recentemente ricordato che: 1)     un quinto dei lavoratori dipendenti dell’UE, vale a dire 32 milioni di persone, si trova esposto ad agenti cancerogeni; 2)     il 22% dei lavoratori inala fumi e vapori per almeno un quarto dell’orario di lavoro compresi solventi organici, polveri di legno e fumi delle saldature mentre il 16% maneggia o è contatto per periodi di tempo analoghi direttamente o tramite superfici e processi di produzione contaminati; 3)     due terzi dei 30.000 prodotti chimici più comunemente impiegati nell’UE non sono stati sottoposti ad esami tossicologici completi e sistematici.

  5. Indagine Eurostat malattie professionali riconosciute nell’anno 2001 in 12 paesi membri Dati pubblicati ottobre 2004 bollettino Eurostat 15/2004

  6. Per i quattro tipi di tumore professionale più frequenti, gli agenti causali sono stati individuati in: • Mesotelioma: amianto 98%, non noto o dubbio 2%; • Tumore maligno del polmone: amianto 51%, non noto o dubbio 37%, cromo 3%, idrocarburi 2%, vari 7%; • Tumore maligno della vescica: non noto 54%, ammine aromatiche 23%, i restanti casi sono stati riconosciuti in base al prodotto industriale in quanto tale (vernici, coloranti, materiali plastici etc); • Tumore maligno delle fosse nasali e dei seni paranasali: polveri di legno 80%, prodotti animali 14%, non noto 7%.

  7. I casi riconosciuti in Europa si attestano, nei diversi Paesi dell’Unione, fra il 5 ed il 12% dell’effettivo stimato e che è pari al 4% del totale dei casi. In Francia l’83% dei casi riconosciuti è da esposizione all’amianto con percentuali analoghe nei diversi paesi, il Belgio con il 70% è quello che registra la percentuale inferiore.

  8. Malattie professionali denunciate nel periodo 2003 - 2007

  9. Art. 139T.U.1124/65 E' obbligatorio per ogni medico, che ne riconosca l'esistenza, la denuncia delle malattie professionali, che saranno indicate in un elenco da approvarsi con decreto del Ministro per il lavoro e la previdenza sociale di concerto con quello per la sanità, sentito il Consiglio superiore di sanità.La denuncia deve essere fatta all'ispettorato del lavoro competente per territorio, il quale ne trasmette copia all'Ufficio del medico provinciale.

  10. L’art. 139 pone a carico di ogni medico che ne riconosca o ne sospetti l’esistenza l’obbligo della denuncia delle malattie professionali all’Azienda Sanitaria Locale competente per territorio, da non confondere con la denuncia cui è obbligato il datore di lavoro. Si tratta di denunciare non soltanto le malattie professionali per le quali esiste l’assicurazione obbligatoria ma anche altre, di cui all’elenco aggiornato nell’aprile u.s.

  11. Questa denuncia non ha fini assicurativi ed il suo inoltro ai Servizi di medicina preventiva e di igiene del lavoro dell’Azienda ASL ha lo scopo di programmare ed effettuare le attività di prevenzione nel territorio onde individuare tempestivamente i fattori di nocività ed adottare le misure necessarie alla tutela della salute dei lavoratori. Il presupposto di tale elenco è di essere una sorta di “anticamera” della lista delle malattie professionali per cui vige la presunzione legale di origine.

  12. DENUNCIA - REFERTO DI SOSPETTA MALATTIA PROFESSIONALE CHI Chiunque nell’esercizio della propria attività “sanitaria” QUANDO Abbia il sospetto di una malattia di origine professionale COSA Compila la denuncia - art. 10 D.Lgs. 38/2000 Compila il referto - art. 365 c.p Compila primo certificato di malattia professionale art. 51 T.U. assicurazione obbligatoria INF. LAV. E M.PROF.

  13. DENUNCIA - REFERTO DI SOSPETTA MALATTIA PROFESSIONALE DENUNCIA viene inviata INAIL Unità Operativa di Prevenzione e Sicurezza Amb. Lav. Direzione Provinciale del Lavoro Copia al lavoratore REFERTO viene inviato, ad esclusione dei casi diesenzione* Autorità Giudiziaria con dicitura REFERTO ai sensi art 365 c.p. DENUNCIA - REFERTO La denuncia con la dicitura ed i requisiti formali previsti per il referto * es. esporre il soggetto a procedimento penale (es. datore di lavoro, artigiano in proprio, …)

  14. PRIMO CERTIFICATO DI SOSPETTA MALATTIA PROFESSIONALE PRIMO CERTIFICATO viene consegnato al lavoratore con le informazioni su: - Il TERMINE (15 giorni) di consegna al datore di lavoro - Notizie e significato sul termine PRESCRIZIONE - Ruolo dei PATRONATI DENUNCIA - REFERTO - PRIMO CERTIFICATO E’ possibile in un atto unico solo se il lavoratore, opportunamente informato, autorizza il medico a redigere un unico documento ed inviarlo a tutti i soggetti previsti

  15. TABELLA DELLE MALATTIE PROFESSIONALI NELL’INDUSTRIA(Allegato n. 4 del D.P.R. 30-6-1965, n. 1124 come modificato dal D.P.R. 13-4-1994, n. 336)

  16. La direttiva europea indica: • Elenco delle malattie sicuramente professionali; • Elenco delle malattie di sospetta origine professionale (che dovrebbero formare oggetto di dichiarazione e che potrebbero essere in futuro inserite nell’elenco 1°). • Il D.M: 27 aprile 2004 e successiva modificazione suddivide le malattie in tre gruppi: • Malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità; • Malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità, • Malattie la cui origine lavorativa è possibile

  17. MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALIDECRETO 14 gennaio 2008 Elenco delle malattie per le quali e' obbligatoria la denuncia, ai sensi e per gli effetti dell'art. 139 del testo unico, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e successive modificazioni e integrazioni.

  18. Si definiscono professionali i tumori nella cui genesi ha agito, come causa o concausa, l’attività lavorativa con esposizione a cancerogeni. Il rapporto causale è sostenuto dall’evidenza epidemiologica di un eccesso di casi di cancro in un determinato gruppo di lavoratori rispetto ai casi attesi.

  19. Per le malattie multifattoriali: • La causa non è mai “certa” • Ci accontentiamo di una associazione statistica sufficiente • Ci si affida al concetto di ragionevole certezza • Fondamentale è il ruolo dell’epidemiologia

  20. Altre normative di tutela delle neoplasie professionali: • Causa di servizio per i dipendenti pubblici con collegate prestazioni dell’equo indennizzo e della pensione previlegiata; • Normativa sui lavori usuranti; • Benefici pensionistici per gli esposti ad amianto legge 257/92 e successive modificazioni

  21. L’impegno nell’evidenziazione delle malattie da lavoro è costante, anche perché si basa sulla convinzione che è certamente importante il diritto all’indennizzo del lavoratore che ha perso il bene salute perché ha lavorato, ma che ancora di più è importante che si parta dall’evidenziazione della malattia da lavoro per risolvere il problema e, quindi, far si che vi siano sempre meno lavoratori che possano ammalarsi

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