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Perché fare diagnosi di laboratorio ?

Perché fare diagnosi di laboratorio ?. formulazione di una diagnosi eziologica non diagnosi di polmonite ma polmonite da adenovirus… adozione di una terapia mirata individuazione dei casi sentinella in occasione di epidemie scopi epidemiologici.

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Perché fare diagnosi di laboratorio ?

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Presentation Transcript


  1. Perché fare diagnosi di laboratorio ? • formulazione di una diagnosi eziologica non diagnosi di polmonite ma polmonite daadenovirus… • adozione di una terapia mirata • individuazione dei casi sentinella in occasione di epidemie • scopi epidemiologici

  2. Diagnosi eziologica delle malattie virali (approcci) dimostrazione nel materiale patologico dell’agente infettivo o suoi componenti Diagnosi diretta dimostrazione nell’organismo infettato di una risposta anticorpale specifica Diagnosi indiretta

  3. diagnosi indiretta • Dimostrazione che è in atto una risposta immune all’agente infettivo • in genere valutando la dinamica anticorpale mediante reazioni sierologiche • presenza IgM indice di infezione recente • rivelabili dopo 7-10 giorni dall’infezione • breve permanenza (2-3 mesi) • Presenza solo IgG indice di infezione contratta in passato • rivelabili dopo 2-4 settimane dall’infezione • permangono per anni

  4. Diagnosi indiretta 1. dimostrazione di anticorpi specifici della classe M (IgM) in un singolo campione disiero 2. dimostrazione di sieroconversione (negativo  positivo) o di incremento del titolo anticorpale di almeno 4 volte in 2 campioni prelevati • 1° - in fase acuta della malattia • 2°- in fase convalescente (2-3 settimane più tardi)

  5. Diagnosi indiretta - saggi sierologici • agglutinazione • precipitazione • fissazione del complemento • neutralizzazione • inibizione dell’emagglutinazione (virus emagglutinanti) • IF immunofluorescenza • RIA radioimmunoassy • test immunoenzimatici ELISA, immunoblot

  6. Inibizione della emagglutinazione diluizioni scalari del siero in esame + quantità standard di unità emagglutinanti del virus (incubazione) + sospensione di globuli rossi titolo degli Ab inibenti emoagglutinantinazione  la più alta diluizione del siero capace di prevenire emoagglutinazione

  7. Immunofluorescenza indiretta cellule infettate da virus siero in esame legame Anticorpi anti IgG o anti IgM umane-fluoreseceinati

  8. Test indiretto per le IgG Ag virale siero in esame (oppure diluizioni scalari del siero) anti IgG umane-Enzima substrato viraggio colore ELISA

  9. Diagnosi indiretta: punti critici • riattivazione di virus latenti • pazienti immunodepressi • difficoltà di disporre di un siero “acuto” o “convalescente”

  10. Tipo dimetodo Ricerca dei virioni al M.E. Ricerca dell’infettività virale Ricerca degli Ag virali Ricerca del genoma virale Diagnostica virologica metodi diretti definizione Dimostrazione del virus o suoi componenti

  11. Tipo dimetodo Ricerca dei virioni al M.E. Ricerca dell’infettività virale Ricerca degli Ag virali Ricerca del genoma virale Diagnostica virologica metodi diretti definizione Dimostrazione del virus o suoi componenti

  12. Tipo dimetodo Ricerca dei virioni al M.E. Ricerca dell’infettività virale Ricerca degli Ag virali Ricerca del genoma virale Diagnostica virologica metodi diretti definizione Dimostrazione del virus o suoi componenti

  13. Isolamento in colture cellulari allestimento delle colture in vitro inoculazione del campione incubazione identificazione e tipizzazione del virus

  14. Identificazione e tipizzazione dei virus effetto citopatico (CPE) caratteristiche antigeniche sequenze genomiche • degenerazione cellulare • cellule multinucleate o sincizi • formazione di inclusioni • tipo di cellule sensibili • tempo di comparsa • velocità di progressione dell’infezione

  15. Inclusioni Localizzazione • nucleo (adenovirus, herpesvirus) • citoplasma (virus della rabbia, poxvirus) • entrambi (CMV, paramixovirus) Tipo • ammassi virioni (papovavirus) • viroplasma (poxvirus) • materiale cellulare proteico (adenovirus)

  16. identificazione e tipizzazione dei virus effetto citopatico (CPE) caratteristiche antigeniche sequenze genomiche reazioni sierologiche

  17. identificazione e tipizzazione dei virus effetto citopatico (CPE) caratteristiche antigeniche sequenze genomiche • ibridazione con sonde molecolari • reazioni di amplificazione

  18. Tipo dimetodo Ricerca dei virioni al M.E. Ricerca dell’infettività virale Ricerca degli Ag virali Ricerca del genoma virale Diagnostica virologica metodi diretti definizione Dimostrazione del virus o suoi componenti

  19. Diagnosi diretta - ricerca degli antigeni • agglutinazione • precipitazione • fissazione del complemento • neutralizzazione • emagglutinazione (virus emagglutinanti) • IF immunofluorescenza • RIA radioimmunoassy • test immunoenzimatici: ELISA, immunoblot

  20. Immunofluorescenza diretta materiale patologico Anticorpi virus specifici -fluoreseceina

  21. IDENTIFICAZIONE DI ANTIGENE DI CITOMEGALOVIRUS SU LEUCOCITI POLIMORFONUCLEATI DEL LIQUOR MEDIANTE IMMUNOFLUORESCENZA CON ANTICORPO MONOCLONALE ANTI-pp65.

  22. Tipo dimetodo Ricerca dei virioni al M.E. Ricerca dell’infettività virale Ricerca degli Ag virali Ricerca del genoma virale Diagnostica virologica metodi diretti definizione Dimostrazione del virus o suoi componenti

  23. Ricerca del genoma virale Quali virus ? difficilmente o non coltivabili (HBV, HCV, papillomavirus, parvovirus B19, HAV) a lento sviluppo (CMV, BKV, JCV) pericolosi da coltivare (HIV) emergenti (TTV)

  24. Ricerca del genoma virale Ibridazione 100 000 - 10 000 genomi amplificazione  ibridazione 10 - 1 genomi

  25. Ibridazione con sonde

  26. Tecniche quantitative • Per distinguere infezione latente da infezione attiva • Per il monitoraggio dell’infezione • Per il monitoraggio della terapia • Per valutare il rischio di trasmissione

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