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IL SANGUE ED I SUOI COMPONENTI

IL SANGUE ED I SUOI COMPONENTI. Dott. E. Li Bianchi U.O. CUBE Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini Roma. SANGUE : SISTEMA BIFASICO. FASE LIQUIDA PLASMA SOLUZIONE SALI MINERALI E ORGANICI FASE SOLIDA CELLULE NUCLEATE (globuli bianchi) CELLULE ANUCLEATE (globuli rossi)

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IL SANGUE ED I SUOI COMPONENTI

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  1. IL SANGUE ED I SUOI COMPONENTI Dott. E. Li Bianchi U.O. CUBE Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini Roma

  2. SANGUE : SISTEMA BIFASICO FASE LIQUIDA PLASMA SOLUZIONE SALI MINERALI E ORGANICI FASE SOLIDA CELLULE NUCLEATE (globuli bianchi) CELLULE ANUCLEATE (globuli rossi) FRAMMENTI CITOPLASMATICI (piastrine)

  3. Il sangue è uno dei tre compartimenti liquidi del corpo: • Compartimento plasmatico: 5 litri. 45% cellule. 65% plasma: 93% acqua; 7% proteine. • Compartimento intracellulare: 25 litri. • Compartimento interstiziale: tra i 12 e i 15 litri (è l’unico che può oscillare). Il sangue deve essere considerato un sistema dinamico in cui le variazioni dipendono dall’equilibrio fra produzione e distribuzione dei suoi componenti. La volemia normale è di circa 70 ml/kg (pari a circa 1/14 del peso corporeo).

  4. Emocromo • Contempla il conteggio del numero dei globuli rossi (eritrociti), dei globuli bianchi (leucociti) e delle piastrine (trombociti), nonchè la determinazione quantitativa dell’emoglobina. • Con la formula leucocitaria si intende la percentuale di ciascun tipo di globulo bianco (granulociti neutrofili, eosinofili e basofili monociti, linfociti). • È detto anche esame emocromocitometrico che letteralmente significa "misurazione del colore del sangue e del numero delle sue cellule, cioè dei globuli".

  5. Costituenti normali del sangue L’esame emocromocitometrico analizza le cellule che si trovano nel sangue, queste sono: • Neutrofili: 60%; 1800-7700/l. Citoplasma eosinofilo, granuli fini. Nucleo polilobato, 5-7 lobi in quelli invecchiati, a ferro di cavallo in quelli giovani. • Eosinofili: 3%; 0-450/l. Citoplasma eosinofilo, granuli rosso scuro. Nucleo poco evidente in genere bilobato. • Basofili: 1%; 0-200/l. Granuli azzurro scuro. Nucleo polilobato • Linfociti: 30%; 1000-4800/l. • Monociti: 4%; 0-800/l. • Piastrine: 150000-300000/l. Hanno la forma di un disco di circa 2-3m di diametro. • Globuli rossi: 4.500.000-5.800.000/l nell’uomo; 4.200.000-5.200.000/l nella donna. Hanno la forma di disco biconcavo, anucleato, con un diametro di circa 7-8m ed uno spessore di 2.5m alla periferia e 0.8m al centro.

  6. Globuli Rossi Gli eritrociti (RBC) sono le cellule più numerose del sangue

  7. Caratteristiche dei globuli rossi: • Colore: dipende dalla emoglobina. normo/ipo/ipercromico, policromico. • Dimensione: normo/micro/macrocitico. • Forma: normalmente è a disco biconcavo. Ogni variazione si definisce anisopoichilocitosi. La forma, l’integrità e la flessibilità della membrana sono controllate dal citoscheletro.

  8. Misure di laboratorio: • Emoglobina: e’ la proteina che trasporta l’ossigeno ed e’ presente nei globuli rossi. Il test implica la lisi degli eritrociti. Uomo: 14-18g/dL; donna: 12-16g/dL. • Conta eritrocita ria (RBC): numero totale degli eritrociti presenti nel sangue. • Ematocrito: misura del volume totale degli eritrociti in rapporto al volume totale del sangue. Uomo: 0,42-0,52L/L; donna: 0,37-0,47L/L. • VES: determinazione della velocità di sedimentazione dei GR in un campione di sangue reso incoagulabile (citrato di sodio). Aumenti della VES si rilevano in caso di disprotidemia (alterazione albumina/globuline), ossia in caso di aumento, per esempio di origine infiammatoria, delle proteine di fase acuta e in caso di alterazioni qualitative e quantitative dei GR; valori più bassi si rilevano per esempio in caso di affezioni epatiche e poliglobulie.

  9. Indici eritrocitari: • MCV: volume corpuscolare medio; ematocrito/RBC. 11.5-14.5%.Indica la grandezza dei G.R. ed e’ importante per la diagnosi di anemie. • MCH: emoglobina corpuscolare media (contenuto di Hb per cellula); emoglobina/RBC. 27-31 pg. • MCHC: concentrazione dell’emoglobina corpuscolare media (quantità di Hb per volume di GR); emoglobina/ematocrito. 32-36g/dL.Indica se i G.R. contengono poca o molta emoglobina.

  10. Emopoiesi L’emopoiesi è un fenomeno extravascolare che si verifica nel midollo rosso, quindi nelle ossa della cassa toracica, del cranio, del cingolo scapolare, della colonna vertebrale, del bacino e nell’epifisi delle ossa lunghe Nel midollo sono presenti due tipi di isolotti emopoietici: • Un tipo è circondato dai macrofagi  eritropoiesi. • Un tipo è circondato da cellule reticolari mielopoiesi. Il rapporto tra i due isolotti è di 2:1 a favore di quelli mielopoietici.

  11. Esiste un progenitore comune per tutte le linee cellulari: steam-cell o cellula totipotente. Da questa cellula derivano due cellule pluripotenti (committed-cell): CFU-S, cellula staminale mieloide: • Eritrociti • Leucociti • Megacariociti CSL, cellula staminale linfoide: • Linfociti T • Linfociti B

  12. Le cellule staminali possono: • Duplicarsi steam cell. Una stimolazione di queste cellule provoca una vera policitemia ( n cellulare). La capacità proliferativa dipende da domanda e fattori genetici. • Indirizzarsicommited cell (CFU). La stimolazione di una di queste cellule provoca la policitemia di una sola linea. La capacità proliferativa dipende da domanda e fattori genetici.

  13. Fattoriemopoietici (CSF: colony stimulating factors): • G-CSF: per i granulociti. • GM-CSF: principalmente per i granulociti ed i monociti. • M-CSF: per i monociti. • Eritropoietina: per gli eritrociti. Prodotta dal rene in base allo stato di ossigenazione tissutale. Essa determina:  velocità di sintesi della emoglobina negli eritroblasti.  sintesi proteica non emoglobinica.  velocità di transito dei precursori dei GR attraverso il loro ciclo maturativo e rilasciamento in circolo.

  14. Reticolocita rilascio della cellula nel sangue. • Eritrocita maturo perdita di mitocondri, ribosomi e quindi della capacità di sintesi emoglobinica. • Periodo di sviluppo normale da proeritroblasto fino al reticolocita: 5 giorni; mediante stimolazione con eritropoietina la trasformazione può avvenire in 2 giorni. • Trasformazione del reticolocita in eritrocita: 1-2 giorni. • Emivita degli eritrociti: 120 giorni. • Una piccola parte degli eritrociti è distrutta di solito già nel midollo osseo (= eritropoiesi inefficace).

  15. Tra tutte le sostanze necessarie ad una normale eritropoiesi, due sono particolarmente importanti e indispensabili a tal punto che la loro carenza provoca malattia: • ferro, necessario per il trasporto e l’accumulo di ossigeno (la cui carenza è responsabile dell’80% delle anemie) • vitamina B12 e acido folico, necessari per la sintesi del DNA (anemie megaloblastiche) L’eritropoiesi è regolata da un meccanismo O2-dipendente, tramite un fattore di crescita emopoietico, l’eritropoietina (EPO), secreta dai reni. Lo stimolo fisiologico per la formazione di eritropoietina è rappresentato dall’ipossia tissutale. L’eritropoietina, legandosi al recettore specifico presente alla superficie cellulare, promuove la differenziazione delle cellule staminali di 1° ordine ad eritroblasti nonché l’ulteriore differenziazione dell’eritropoiesi sino a reticolociti ed eritrociti.

  16. Nomenclatura morfologica degli eritrociti • Anisocitosi = dimensione irregolare degli eritrociti senza modifica di forma (qualsiasi tipo di anemia) • Schistociti = eritrociti rotti (ad es. Porpora trombotica trombocitopenia) • Macrociti = eritrociti di forma normale ma con diametro maggiore (> 8,5 µ) e MCV aumentato, spesso ipercromici (carenza di vitamina B12 o acido folico) • Microciti = eritrociti di forma normale ma con diametro minore (< 6,8 µ), spesso ipocromici (anemia sideropenica) • Normociti = eritrociti normali, della dimensione di 6,8-7,3 µ, più chiari al centro • Poichilocitosi = pronunciate modifiche di forma degli eritrociti (tutte le anemie gravi) • Cellule falciformi = gli eritrociti assumono forma di falce a causa dell’emoglobina abnorme (HbS) (anemia falciforme) • Sferociti = piccoli, discoidi, a forma rotonda, senza zona chiara centrale (sferocitosi) • Cellule a bersaglio = eritrociti ipocromici con ispessimento centrale (talassemia)

  17. Anemie Definizione Diminuita concentrazione dell’emoglobina, oppure ridotto ematocrito, oppure numero degli eritrociti al di sotto della norma: • emoglobina (Hb): < 13,5 g/dl (M) < 12,0 g/dl (F) • eritrociti: < 4,3 milioni/µl (M) < 3,9 milioni/µl (F) • ematocrito (Ht): < 40% (M) < 37% (F) I valori di Hb e di Ht sono reciprocamente correlati e sono i parametri decisivi per la diagnosi di anemia. Il numero degli eritrociti non sempre si correla al valore di Hb e non è quindi un parametro sensibile per una definizione di anemia (ad es. anemia da carenza di ferro con Hb diminuita ma numero di eritrociti ancora normale).

  18. Gli eritrociti più giovani contengono ancora residui di RNA sotto forma di sostanza reticolare o filiforme. Tali cellule, dette reticolociti, hanno una vita media massima di 2 giorni e rappresentano il 3-18‰ delle emazie. La quota di reticolociti presenti nel sangue periferico e di eritroblasti nel midollo può dare indicazioni sul tipo di anemia: • iperrigenerativa: reticolociti ed eritroblasti aumentati • Ipo o arigenerativa: reticolociti ed eritroblasti diminuiti

  19. L’espressione clinica dell’anemia deriva dalla ipossia tissutale ed i suoi segni peculiari rappresentano le risposte compensatorie degli apparati cardiovascolare e polmonare a tale ipossia. I sintomi clinici dipendono dalla gravità e dalla durata dell’anemia. • L’anemia grave può essere accompagnata da debolezza, vertigini, cefalea, ronzii, scotomi (assenza o deficit circoscritto del campo visivo), facile stancabilità, sonnolenza, irritabilità e, nei bambini, da diminuzione delle difese immunitarie. Possono anche manifestarsi amenorrea, perdita della libido, disturbi gastrointestinali e, a volte, ittero e splenomegalia. Infine si possono avere insufficienza cardiaca o shock.

  20. Meccanismi di adattamento (per continuare a fornire O2 ai tessuti): •  della gittata cardiaca attraverso laa tachicardia. A causa dell’anemia la viscosità del sangue diminuisce ed aumenta la velocità di circolo. La pressione sistolica si mantiene su buoni valori, ma la pressione diastolica diminuisce, per cui il carico di lavoro sui ventricoli è solo leggermente aumentato. • Ridistribuzione del sangue •  della produzione di 2-3 DPG spostamento a dx della curva di dissociazione

  21. Anemie da eccessiva perdita ematica Anemia postemorragica acuta: Poiché la riserva midollare è limitata, un’anemia può conseguire a una qualsiasi emorragia massiva associata alla rottura spontanea, traumatica o anche dall’incisione di un vaso sanguigno di grosso calibro, dall’erosione di un’arteria a causa di lesioni (p. es., ulcera peptica, processo neoplastico) oppure dalla compromissione dei normali processi emostatici. Gli effetti immediati dipendono dalla durata e dall’entità dell’emorragia. La perdita improvvisa di 1/3 del volume ematico può essere fatale. Se ne può perdere fino a 2/3 senza correre tale rischio, se ciò avviene lentamente, in un periodo di 24 h. I sintomi sono causati dalla improvvisa riduzione del volume ematico e dalla successiva emodiluizione, con riduzione della capacità del sangue di trasportare l’O2.

  22. L’andamento dell’emorragia determina l’entità dei sintomi. Lipotimia, capogiri, sete, sudorazione, polso debole e frequente, tachipnea fanno parte del quadro. Un evento comune è l’ipotensione ortostatica. Se l’emorragia continua la PA scende a livelli critici e può sopraggiungere la morte. Durante e subito dopo l’emorragia, la conta dei GR, l’Hb e l’HCT sono falsamente alti a causa della vasocostrizione. Entro poche ore i liquidi tissutali entrano in circolo, determinando una emodiluizione e una caduta dei GR e dell’Hb proporzionali alla gravità dell’emorragia. L’anemia che ne deriva è normocitica.

  23. Anemia postemorragica cronica: Anemia microcitica provocata da una modica ma prolungata perdita di sangue, quale si verifica a livello di una lesione emorragica cronica del tratto gastrointestinale (p. es., ulcera peptica o emorroidi), oppure di una sede emorragica dell’apparato genitourinario. Le caratteristiche cliniche e il trattamento dell’anemia da emorragia cronica sono quelli propri dell’ anemia sideropenica.

  24. Anemie da deficit nella produzione eritrocitaria Tra le anemie da deficit di produzione eritrocitaria tratteremo le più importanti in termini di frequenza nella popolazione generale: • Anemia da carenza di ferro (sideropenica) • Anemie da carenza di vitamina B12 e acido folico (anemia megaloblastica).

  25. Anemia sideropenica In Europa interessa circa il 10% delle donne in età fertile, più del 50% nei Paesi in via di sviluppo. È l’anemia più frequente: 80% di tutte le anemie. L’80% delle anemie sideropeniche si riscontra nelle donne (perché perdono Fe con la mestruazione; il fabbisogno di Fe aumenta durante la gravidanza e l’allattamento).

  26. La carenza di ferro è la principale forma di malnutrizione nel mondo colpisce circa 1,5 miliardi di persone. Ogni euro speso per arricchire gli alimenti di ferro ha un ritorno di 84 euro in termini di aumento della produttività e decremento degli handicap. La carenza di ferro è pericolosa soprattutto per le donne in età fertile e per i bambini, per le sue gravi conseguenze sulla salute e sulla capacità di apprendimento.

  27. Caratteristiche di uno striscio periferico in pz con carenza di ferro

  28. Acantociti: le forme crenate dei GR dipendono dalla osmolarità elevata del plasma che estrae acqua dalle cellule

  29. GR ipocromici microcitici

  30. Schematicamente, le cause di carenza di ferro sono:  • Carenze dietetiche (in neonati e bambini, vegetariani). • Assorbimento insufficiente: acloridria, sindrome da gastroresezione, sindrome da malassorbimento. • Aumento del fabbisogno (sviluppo, gravidanza, allattamento, attività sportiva). • Perdita di ferro: i casi di sideropenia più frequenti (80%) sono dovuti ad emorragie croniche, tra le quali: • Emorragie a livello del tratto digerente (ulcera, gastrite erosiva, emorragia da varici esofagee, ernia iatale, carcinoma, diverticolosi del colon, emorroidi, ecc.) • Metromenorragie nella donna • Emorragie da interventi chirurgici o traumi

  31. La perdita di Fe con le mestruazioni (media 0,5 mg/die), la gravidanza (0,5-0,8 mg/die), l’allattamento (0,4 mg/die) e la perdita di sangue (da malattia, incidenti o prelievo venoso) conduce subito a una carenza di Fe, che si verifica progressivamente e culmina nelle deplezione. • Stadio 1: la perdita di Fe eccede l’assorbimento, causando una progressiva deplezione dei depositi marziali (rappresentati dal contenuto del Fe midollare); • Stadio 2: i depositi di Fe, ormai esauriti, non riescono più a soddisfare le richieste degli eritroblasti. La concentrazione sierica del Fe decresce, portando a una progressiva riduzione del Fe disponibile per l’eritropoiesi. • Stadio 3: si instaura anemia con GR e indici in apparenza normali. • Stadio 4: sono presenti microcitosi e ipocromia. • Stadio 5: la carenza di Fe intacca i tessuti, determinando sintomi e segni.

  32. In sostanza la presenza di questa patologia è indicata dai seguenti parametri di laboratorio: • Hb, MCHC, MCV, quindi Microcitosi ed Ipocromia. • Anisopoichilocitosi: GR a matita. • Sideremia (Valori normali: 37-147 mcg /100 ml). • Ferritina: Indica la riserva organica di ferro a livello epatico. Valori inferiori alla norma indicano, con sicurezza, carenza di ferro e permettono la diagnosi differenziale tra anemia sideropenica ed anemia dovuta ad altre cause (valori normali: 20-200 mcg/100ml) • Poiché la deficienza di Fe limita l’eritropoiesi, si manifesta reticolocitopenia

  33. Sintomi a carico di cute e mucose: • Unghie fragili, incavate e concave (coilonichia), perdita diffusa di capelli, afte orali ricorrenti, disidrosi cutanea e prurito; • Sindrome di Plummer-Vinson: atrofia sideropenica della mucosa della lingua, dell’orofaringe e dell’esofago, con dolori urenti e disfagia dolorosa; • Ragadi della commissura labiale. Disturbi aspecifici psichici o neurologici: • Cefalea, deficit di concentrazione, irritabilità, «restlesslegs», picacismo (abnorme desiderio alimentare di sostanze non commestibili). Sintomi generali dell’anemia: • Pallore della cute (poco significativo) e delle mucose (più significativo); • Astenia, eventuale dispnea da sforzo (diminuito apporto di O2); • Eventuale soffio sistolico (dovuto a turbolenza del flusso, da diminuita viscosità ematica).

  34. Anemie megaloblastiche Le anemie megaloblastiche sono causate da carenza di vitamina B12 e/o acido folico, con disturbi nella sintesi del DNA e nella maturazione del nucleo, nonché comparsa di megaloblasti. Le anemie megaloblastiche sono più frequenti per carenza di vitamina B12. Incidenza: 9/100.000/anno.

  35. Anemia da carenza di vitamina B12: macrociti spesso ovalizzati

  36. Acido folico e vitamina B12 rivestono particolare importanza nella sintesi dei precursori del DNA. In mancanza di B12 non si produce DNA ma si continuare a fabbricare RNA sintesi proteica le cellule divengono sempre più grandi e si riscontrano nuclei giovani  rimangono tali fino agli ultimi stadidel n. di GR 2.000.000 L. Solitamente colpisce gli adulti con età compresa tra i 50 de i 60 anni. Vitamina B12: la presenza del cosiddetto fattore intrinseco è premessa necessaria per l’assorbimento di vitamina B12. Si tratta di un glicopeptide prodotto dalle cellule parietali della mucosa dello stomaco. La carenza di fattore intrinseco è causa di anemia megaloblastica. Acido folico: l’acido folico è contenuto negli alimenti (verdure, fegato) sotto forma di poliglutammato e viene scisso, a livello dell’intestino tenue, in monoglutammato. Tale scissione può essere disturbata dai contraccettivi orali e da alcuni farmaci.

  37. Cause di anemia megaloblastica: Carenza di vitamina B12 • Carenze dietetiche (alimentazione vegetariana) (rare) • Carenza di fattore intrinseco • Esiti di gastroresezione • Anemia perniciosa: caratterizzata da gastrite atrofica di tipo A con acloridria, verosimilmente dovuta alla formazione di autoanticorpi contro le cellule parietali gastriche e contro il fattore intrinseco stesso. È più frequente negli anziani, F > M. • Sindrome da malassorbimento Carenza di acido folico • Carenze dietetiche (alcoolismo, diete non variate in pazienti anziani) • Aumentato fabbisogno (emolisi, gravidanza) • Sindrome da malassorbimento • Alterazioni del metabolismo dell’acido folico dovuti a particolari farmaci (difenilidantoina)

  38. L’anemia è macrocitica, con MCV > 100 fl. • È presente reticolocitopenia, a meno che il paziente non sia stato trattato. • Il midollo osseo mostra iperplasia eritroide con modificazioni di tipo megaloblastico. • La bilirubinemia sierica indiretta può essere elevata a causa dell’eritropoiesi inefficace e della sopravvivenza accorciata dei GR. • L’analisi della vitamina B12 sierica è il metodo più comunemente utilizzato per stabilire la carenza di B12 come causa di megaloblastosi. Livelli < 150 pg/ml indicano con certezza una carenza di B12.

  39. Triade sintomatologica della carenza di vitamina B12 Sindrome ematologica: • Sintomi generali da anemia: astenia, affaticabilità, pallore. Sindrome gastrointestinale: • Gastrite atrofica autoimmune di tipo A con acloridria in caso di anemia perniciosa. • Alterazioni trofiche della mucosa, glossite atrofica, lingua liscia e arrossata e parestesie linguali urenti. Sindrome neurologica: • Degenerazione spinale, funicolare e demielinizzazione dei cordoni posteriori (atassia spinale) e della via piramidale (paresi spastica, segni piramidali). • Si manifestano sintomi e segni da polineuropatia con parestesie dolorose a carico di mani e piedi (formicolio, andatura atassica). Eventuale areflessia delle estremità inferiori, occasionalmente anche sintomi psicotici.

  40. Anemie da eccessiva distruzione eritrocitaria (Anemie emolitiche) Emolisi: riduzione del tempo di sopravvivenza degli eritrociti dai normali 120 giorni sino a poche settimane o giorni. Si distinguono: emolisi intra- ed extravascolare. Se un concomitante incremento dell’emopoiesi mantiene costanti i livelli di emoglobina, si parla di emolisi compensata; altrimenti si parla di anemia emolitica.

  41. Gli eritrociti più vecchi vengono rimossi dal torrente circolatorio dopo un’emivita di 120 giorni. L’85% di questa emolisi fisiologica avviene in sede extravascolare nel sistema reticolo-endoteliale (SRE). • La sede emocateretica principale è la milza. In caso di emolisi patologica rilevante, gli eritrociti vengono distrutti anche nel fegato e nel midollo osseo. Tutte le emolisi croniche portano ad una stimolazione dell’eritropoiesi con degli aspetti tipici: • nel midollo osseo: proliferazione eritroblastica con maturazione normale. Il rapporto leuco/eritroblastico si sposta a favore della serie rossa. • nel sangue periferico: reticolocitosi (a condizione che il midollo sia normale).

  42. Anemie emolitiche da difetti eritrocitari estrinseci: Nessuna anomalia dei GR può essere identificata o implicata nell’emolisi da deficit extraglobulari. La distruzione dei GR è in rapporto a circostanze estranee ai GR. Le cellule del donatore vengono distrutte a una velocità uguale a quella delle cellule autologhe.

  43. Anemia da iperattività del SRE (ipersplenismo): l’ipersplenismo è caratterizzato da un aumento di volume della milza, accompagnato da una maggiore attività filtrante e fagocitaria a carico dei GR, leucociti e piastrine. Malattie associate a iperplasia reticoloendoteliale sono quelle maggiormente implicate nella genesi dell’ipersplenismo, che può anche derivare da qualsiasi patologia che determina splenomegalia. La splenomegalia è il segno caratteristico dell’ipersplenismo; la grandezza della milza è direttamente proporzionale al grado dell’anemia. Per ogni 2 cm di milza che supera il margine costale ci si può attendere un calo del’Hb di circa 1 g. L’anemia e le altre citopenie sono di solito modeste e asintomatiche, a meno che non coesistano altri meccanismi responsabili della loro gravità.

  44. Anemie da alterazioni immunologiche: • Anemia emolitica autoimmune (AEA): L’anemia emolitica autoimmune (AEA) è identificata dalla presenza di autoanticorpi (Ac) che reagiscono contro i GR. L’anemia emolitica da anticorpi caldi è la forma più comune di AEA. L ’anemia è di solito grave e può essere fatale. Questi anticorpi possono comparire spontaneamente, in associazione a talune malattie (LES, linfomi) o dopo stimolo da parte di un farmaco (p. es., a-metildopa, levodopa). La malattia da anticorpo freddo (malattia da agglutinina fredda) è un’anemia emolitica causata da un autoanticorpo che reagisce a una temperature < 37°C (di solito < 30°C). La malattia è associata a infezioni (soprattutto polmoniti da micoplasma o mononucleosi) e a stati linfoproliferativi. • Anemia associata a sensibilità al complemento: L’emoglobinuria parossistica notturna è un raro disordine caratterizzato da episodi di emolisi ed emoglobinuria, quest’ultima più accentuata durante il sonno. Le crisi possono essere scatenate dalle infezioni, dalla somministrazione di Fe, di vaccini o dalle mestruazioni.

  45. Anemie da danno meccanico: • Anemia emolitica da trauma (Anemia emolitica microangiopatica) I GR si rompono quando sono esposti a deformazione o turbolenza di circolo eccessive; la diagnosi è data dalla presenza di frammenti di GR di forma strana nel sangue periferico (p. es., triangoli o forme a elmetto). • Anemia emolitica causata da agenti infettivi Gli agenti infettivi possono provocare emolisi attraverso un’azione diretta delle tossine (p. es., da Clostridiumperfrigens, da streptococchi alfa o beta emolitici o da meningococchi) oppure per invasione e distruzione dei GR da parte del microrganismo (p. es., Plasmodium e Bartonellasp).

  46. Anemie emolitiche da difetti eritrocitari intrinseci: • Anemie emolitiche da alterazioni della membrana eritrocitaria (sferocitosi). La sferocitosi ereditaria è una malattia cronica trasmessa come carattere dominante e caratterizzata da emolisi di GR sferoidali, anemia, ittero e splenomegalia. Diverse anomalie a carico delle proteine di membrana sono responsabili delle modificazioni in senso sferocitico. La riduzione dell’area di superficie della cellula si ripercuote negativamente sulla flessibilità necessaria alla cellula per passare attraverso il microcircolo splenico. Come risultato, si verifica emolisi nella milza. L’ellissocitosi ereditaria (ovalocitosi) è una rara malattia autosomica dominante nella quale i GR sono ovali o di forma ellittica o ovalare; l’emolisi è di solito assente o minima, con anemia modesta o assente. L’anomalia dei GR consegue ad alterazione delle proteine di membrana.

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