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Laboratorio di Filosofia

La Torre di Babele. Laboratorio di Filosofia. Alla ricerca del metodo. a cura di: Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre. La Torre di Babele. Laboratorio di Filosofia. Bacone. Cartesio. Galilei. Newton. Introduzione. La Torre di Babele. Laboratorio di Filosofia.

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Presentation Transcript


  1. La Torre di Babele Laboratorio di Filosofia Alla ricerca del metodo a cura di: Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre La Torre di Babele – Laboratorio di Filosofia

  2. La Torre di Babele Laboratorio di Filosofia Bacone Cartesio Galilei Newton Introduzione La Torre di Babele – Laboratorio di Filosofia

  3. La Torre di Babele Laboratorio di Filosofia Introduzione L'affermazione di autonomia della ricerca scientifica dalla tradizione filosofica e dalla teologia costituì nel Seicento la premessa indispensabile per lo sviluppo e la fecondità delle scienze fisiche, che si affermarono anche grazie alla consapevolezza delle loro potenzialità applicative. A partire dalla rivoluzione copernicana il rapido progresso delle scienze fisiche fu alimentato dal carattere quantitativo della sperimentazione e dall'utilizzo della matematica per l'elaborazione di modelli interpretativi. La scienza escluse dalle sue finalità la ricerca di essenze, abbandonò la pretesa di rivelare la natura dei corpi o delle forze e iniziò a servirsi di strumenti di indagine raffinati stabilendo una stretta connessione con la tecnica. Questo periodo fu caratterizzato da una costante riflessione sul metodo scientifico che si avvalse della geometria esposta negli Elementi di Euclide come modello di sapere certo e dell'analisi degli approcci sperimentali della fisica e della meccanica del tempo. In questo ambito si distinguono diversi contributi fra cui vengono di seguito illustrati quelli di Bacone, Cartesio, Galilei e Newton. La Torre di Babele – Laboratorio di Filosofia

  4. La Torre di Babele Laboratorio di filosofia René Descartes a cura di: Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre

  5. La vita Sommario Mappe concettuali Il metodo Bibliografia esci

  6. La vita Cartesio nacque a La Haye, nella Turenna, il 31 marzo 1596. Di nobile famiglia, studiò presso il Collegio gesuitico di La Flèche, una delle scuole più prestigiose di allora. La formazione che ne conseguì, ispirata alla filosofia Scolastica, lo lasciò insoddisfatto, avvertendo l’eccessiva distanza tra quell’insegnamento tradizionale e i recenti orientamenti scientifici e filosofici che, pur faticosamente, cercavano di affermarsi. Ancor di più, lamentava la mancanza di un “metodo” vero e proprio da applicare alla ricerca della verità. Decise, ispirato anche da sogni profetici, come lui stesso raccontava, di dedicarsi alla definizione di una metodologia che fosse un criterio sicuro di orientamento. Tra il 1619 e il 1630 compose le Regole per dirigere l’ingegno;era il tempo in cui partecipò alla guerra dei 30 anni che gli permise, data la libertà che godevano i nobili nella vita militare, di viaggiare per l’Europa, decidendo, nel 1628, di stabilirsi in Olanda, paese tradizionalmente tollerante. esci Sommario

  7. La vita Nel 1633 aveva quasi pronto un Trattato sul mondo e sull’uomo, in cui condivideva la tesi copernicana, quando venne a conoscenza della condanna di Galilei. Decise di non pubblicare quell’opera e attese il 1637 per dare alle stampe il Discorso sul metodo, prefazione a tre saggi scientifici. Nel 1641 pubblicò Meditazioni sulla filosofia prima intorno all’esistenza di Dio e all’immortalità dell’anima enel 1644 Principi di filosofia, opera presentata come manuale scolastico, ma in realtà, rielaborazione del trattato del Mondo con cui esponeva, in quattro libri, la sua filosofia e la sua fisica. Alla principessa Elisabetta del Palatinato dedicò nel 1649 Le passioni dell’anima, poco prima di recarsi a Stoccolma, invitato dalla regina Cristina di Svezia, dove morì per una polmonite l’11 febbraio 1650. esci Sommario

  8. Il metodo La filosofia tradizionale era fortemente criticata da Cartesio, in quanto chiusa nei propri principi aristotelici, incapace di offrire un orientamento metodologico per distinguere il vero dal falso ed ancorata al principio di autorità. La cultura si apriva a nuovi orizzonti scientifici e filosofici e Cartesio avvertiva sempre di più l’esigenza di un metodo inteso come criterio unico che l’uomo avrebbe potuto applicare in campo teoretico e pratico e da cui avrebbe tratto certamente vantaggio. Cartesio comprendeva bene che il problema principale non era tanto mettere in dubbio un sapere quanto il fondamento stesso del sapere. Il fondamento era, per Cartesio, l’uomo, inteso come soggetto pensante e la ragione costituiva l’ unico criterio di cui doveva avvalersi la ricerca della verità. Inizialmente Cartesio aveva individuato ventuno regole perché l’uomo potesse arrivare “alla conoscenza vera di tutto ciò che sarà capace di conoscere”, adottando il metodo deduttivo della matematica. esci Sommario

  9. Il metodo Nel Discorso sul metodo le riduce a quattro, ritenendo che siano sufficienti poche leggi per regolare la conoscenza, purché siano osservate “fermamente e costantemente”. La prima regola è quella dell’evidenza, la seconda della analisi, la terza della sintesi, la quarta della enumerazione e revisione. Così sono esposte da Cartesio nella parte seconda del Discorso sul metodo: 1) “Non accogliere nulla come vero che non conoscessi con evidenza essere tale: di evitare cioè accuratamente la precipitazione e la prevenzione, e di non comprendere nei miei giudizi nulla che non si presentasse alla mia mente con tale chiarezza e distinzione da non avere alcun motivo per metterlo in dubbio” 2) “Suddividere ciascuna difficoltà da esaminare in tutte le parti in cui era possibile e necessario dividerla per meglio risolverla” esci Sommario

  10. Il metodo 3) “Condurre con ordine i miei pensieri iniziando dagli oggetti più semplici e più facili a conoscersi per risalire progressivamente come per gradi, fino alla conoscenza di quelli più complessi; e supponendo un ordine anche tra quelli di cui gli uni non precedono naturalmente gli altri e viceversa” 4) “Fare ovunque enumerazioni così complete e rassegne così generali, da essere certo di non avere tralasciato nulla” Poche e semplici regole, ma fondate sulla ragione umana, che contribuiscono in modo determinante allo sgretolamento dell’impianto filosofico aristotelico-scolastico, rivoluzionando la riflessione filosofica e scientifica. esci Sommario

  11. Critica alle discipline tradizionali (storia, lingue, lettere classiche, logica scolastica) Mappe concettuali Critica il formalismo delle discipline matematiche (algebra, geometria), ma ammette un loro maggiore grado di Evidenza (certezza) rispetto alla filosofia. Logica Rigore sillogistico; idonea a trasmettere il sapere già costituito, inutile per la scoperta della Verità. Progetto di una nuova scienza universale dell’ordine e della misura. • Metodo Cartesiano • EVIDENZA idee chiare e distinte • ANALISI scomposizione in parti semplici • SINTESI ricomposizione deduttiva • ENUMERAZIONE controllo completo su tutto il processo esci Sommario

  12. Tentativo di costruire una fisica basata su principi a-priori perfettamente evidenti • Leggi Geometrico-Meccaniche della Natura: • Leggi di inerzia • Conservazione della quantità di moto Mappe concettuali Teorie e modelli di tipo geometrico- meccanico. Le teorie fisiche più certe sono quelle che spiegano il maggior numero di fenomeni osservativi Il mondo è una macchina Tutti i fenomeni fisici devono svolgersi nei termini definiti dalle leggi fondamentali (a-priori) • Altre conoscenze non possono essere a-priori: • I fenomeni di fatto del mondo: è necessaria l’esperienza • Le teorie esplicative: è necessario il ragionamento ipotetico. • Teoria dei vortici • Il cielo è materia fluida e i corpi celesti si muovono trascinati dal flusso di materia fluida in cui sono immersi (vascello). • Si forma un vortice attorno al sole (modello del vortice di acqua). • Rotazione intorno al proprio asse • Maggiore velocità in prossimità del centro. • Forma non perfettamente circolare del vortice • Gravità dovuta alla sostituzione di materia celeste(più leggera) con corpi terrestri (più pesanti). Materia è estensione (res extensa), spazio pieno; non esiste il vuoto Il movimento ha una struttura circolare; Vortici di materia esci Sommario

  13. Bibliografia Giovanni Crapulli, Introduzione a Descartes, Laterza, Bari, 1999 Eugenio Garin, Vita e opere di Cartesio, Laterza, Bari, 1999 John Cottingham, Cartesio, Sansoni, 1998 Sergio Landucci, La mente in Cartesio, Franco Angeli, Milano, 2002 Reinhard Lauth, Descartes. La concezione del sistema della filosofia, Guerini e Associati, 2000 esci Sommario

  14. Webliografia www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Cartesio.html www.filosofia.8m.net/cartesio.htm education.ti.com/italy www.culturanuova.net/filosofia/cartesio.php www.forma-mentis.net/Filosofia/Cartesio.html esci Sommario

  15. a cura di: Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre Francis Bacon La Torre di Babele Laboratorio di filosofia La torre di Babele

  16. Sommario La vita Mappe concettuali Il metodo Bibliografia esci La torre di Babele

  17. La vita • 1561: nasce a Londra il 22 gennaio dal matrimonio di Sir Nicolas Bacon, Lord guardasigilli della regina Elisabetta, con Anna Cook, donna di alta cultura e fede profonda. • Anni ’70: studia a Cambrige per poi trascorrere alcuni anni a Parigi al seguito dell’ambasciatore di Francia. • 1579: entra alla Camera dei comuni. • 1593: prima pubblicazione (un volume di saggi, gli “Essays”). • 1602: seconda pubblicazione. “Temporis partus masculus”. • 1605: Compone “Sull’utilità e il progresso del sapere umano e divino”. • 1607: diviene avvocato generale e compone l’opera “Cogitata et visa”. • 1608: pubblica “Redarguito philosophiarum”. • 1609: pubblica “De sapientia veterum”. • 1613: diventa procuratore generale. • 1617: diventa lord guardasigilli. • 1618: diviene lord cancelliere. • 1620: pubblica la sua opera più nota, il “Nuovo Organum”, che si oppone al vecchio “Organum” di Aristotele. • 1621: la fortuna gli volta le spalle: accusato di avere ricevuto denaro da una delle parti che doveva giudicare, deve riconoscersi colpevole di corruzione, viene sospeso dalle funzioni e condannato al carcere. • 1622: riesce ad aver condonata la pena ma deva ritirarsi a vita privata. • 1626: Muore ad aprile. esci Sommario La torre di Babele

  18. Il metodo Per Bacone è importante interpretare la natura e non anticiparla come aveva fatto la filosofia tradizionale, quindi Aristotelismo e Platonismo. Egli interpreta la scienza come esplorazione di terreni inesplorati. Nel piano operativo scopre le “forme” (essenze, cause), la conoscenza scientifica come ricerca della forma qualitativa dei fenomeni. Per Bacone sono le forme, per Galileo sono le leggi. Interpretare la natura significa rispettarla, senza alterarla o anticiparla. Bacone mette in evidenza i limiti dell’empirismo e del razionalismo facendo delle metafore: gli empiristi che si affidano solo all’esperienza sono come le formiche, le quali si limitano ad accumulare ed a consumare, senza elaborare; i razionalisti che si affidano alla ragione astratta, ricavano da se stessi la propria tela senza produrre, come i ragni. Il filosofo viene paragonato all’ape, in quanto raccoglie i dati, ma li rielabora intellettualmente grazie al concorso dei sensi + intelletto. segue esci Sommario La torre di Babele

  19. Il metodo LA DOTTRINA DEGLI IDOLI. Per Bacone la mente umana ci trasmette dalla natura un’immagine deformata, cioè non riflette fedelmente la realtà. Di questo sono responsabili i condizionamenti radicati nella cultura, nelle abitudini individuali e nella natura stessa dell’uomo. La “pars destruens” del metodo serve a liberare l’uomo dai pregiudizi (idola). Essi sono di quattro tipi: A)Idola tribus; sono errori connaturati all’uomo nei sensi, nell’intelletto, nella volontà e nelle passioni. Questi comportano gravi errori, come anche la scarsa conoscenza che porta ad arbitrarie generalizzazioni. B)Idola specus; sono errori determinati dall’educazione, dal sapere, dalle abitudini etc… come nel mito platonico della caverna. Spesso si dà valore ad idee che vengono alla fine assimilate come verità. C)Idola fori; sono errori che derivano da relazioni sociali e dal linguaggio. D)Idola theatri; Bacone considera i pregiudizi che si trovano nelle commedie e nei testi di teatro. In realtà si riferisce al linguaggio e alla filosofia che molto spesso è pura fantasia e influenza negativamente gli uomini allontanandoli dal vero. esci Sommario La torre di Babele

  20. Il metodo Metodo empirico induttivo La “Pars contrues” consiste nel metodo induttivo a cui si arriva eliminando gli errori causati dagli idola. Esso esige il concorso dei sensi + intelletto. La ricerca empirica va fatta attraverso continue osservazioni ed esperimenti utilizzando il metodo induttivo. Le osservazioni sistematiche saranno registrate su delle tavole: • Tabula praesentiae presenza del fenomeno • Tabula declinationis (absentiae) assenza del fenomeno • Tabula graduum gradi diversi del fenomeno I dati empirici schedati vengono utilizzati per una “Prima vendemiatio”, ossia una prima interpretazione e organizzazione degli stessi. Successivamente con le “Instantiae praerogativae” si fa uso di strumenti e di esperimenti adeguati per condurre l’indagine e grazie alle “Instantiae pratiche” e a quelle “informative” si struttura l’esperimento in modo che esso sveli la verità del fenomeno. Ma è con le “Instanzae crucis” che lo scienziato fa le scelte cruciali che lo indirizzano verso una via escludendo le altre fino a raggiungere la verità scientifica che permetterà all’uomo tramite la tecnologia di dominare la natura. “Sapere è potere”. esci Sommario La torre di Babele

  21. Mappe concettuali Scienza e sapere Il Novum Organum Le tavole e le instanze esci Sommario La torre di Babele

  22. Scienza e sapere Mappe concettuali Aristotele La Scienza è conoscenza delle cause: materiali, efficienti, finali e formali. Bacone La Scienza è conoscenza solo della causaformale Carattere Teorico e Pratico della Scienza e suo rapporto con la Magia (Bacone combatte gli aspetti iniziatici e misteriosi della magia del ‘500). E’ il successo pratico che certifica della verità teorica delle conoscenze Finalità pratica, sviluppo tecnologico della scienza Conoscenza e Operazione Se non si conosce la “forma” della cosa (legge secondo cui è prodotta in natura) non sarà possibile riprodurla artificialmente. “L’uomo tanto più sa, tanto più può” esci Sommario La torre di Babele

  23. Il Novum Organum Mappe concettuali Critica della cultura tradizionale (aristotelismo). La Verità “filia temporis”, non figlia dell’autorità degli antichi. Ruolo fondamentale dell’esperienza Mancato approfondimento del ruolo della matematica. • Novum Organum (1620) • Classificazione degli errori o pregiudizi “idola” che confondono la mente. • Idola Tribus errori che si radicano nella natura umana • Idola Specus errori derivanti dall’educazione, cultura, costumi • Idola Fori sorgono dai commerci e dal linguaggio • Idola Theatri pregiudizi che vengono dagli scritti dei filosofi e dalla teorie non fondate. Procedimento Induttivo Secondo Bacone deve procedere con Gradualità e operare anche una attiva interpretazione Critica l’induzione aristotelica perché opera delle generalizzazioni sbrigative (semplice enumerazione di pochi casi) Illazione • Osservazione • I dati osservativi devono essere sottoposti al vaglio dell’Intelletto esci Sommario La torre di Babele

  24. Le tavole e le instanze Mappe concettuali • Tavole • Tabula praesentiae • presenza del fenomeno • Tabula declinationis • assenza del fenomeno • Tabula graduum • gradi diversi del fenomeno Prima Vindemiatio Primo livello ipotetico di interpretazione dei dati osservativi Instantiae Praerogativae Strumenti, osservazioni, esperimenti efficaci nel conseguimento di informazioni • Instantiae Informative • Supporto ai sensi • Telescopi, microscopi, congegni di misura. • Supporto all’intelletto • Instantiae crucis • Esperimenti cruciali, decisivi. • Danno una svolta alla ricerca • (il crocicchio). • Instantiae Pratiche • Strumenti che permettono di tradurre in pratica le conoscenze: • Del Potere: cosa può essere intrapreso (artifizi prodotti dall’uomo: carta, vetro etc…) • Matematiche o (misura): valutazione quantitativa dell’opera intrapresa • Che Facilitano: • Tecniche (intervento nella realtà fisica) • Magiche (ottengono risultati imponenti, miracolosi con mezzi ridotti, es. polvere da sparo) esci Sommario La torre di Babele

  25. Bibliografia • B. Gemelli, Aspetti dell’atomismo classico nella filosofia di Francis Bacon e nel Seicento, Olschki, Firenze, 1996 • V. Altomare, La concezione baconiana della storia, Firenze Atheneum, Firenze, 1997 • M. Fattori, Introduzione a Francis Bacon, Laterza Roma-Bari, 1997 esci Sommario La torre di Babele

  26. Webliografia • http://www.filosofico.net/bacon.htm • http://www.emsf.rai.it/scripts/documento.asp?id=45&tabella=anagrafico • http://www.swif.uniba.it/lei/scuola/scuole/scienza/Bacone.htm • http://www.iep.utm.edu/b/bacon.htm • http://en.wikipedia.org/wiki/Image:Francis_Bacon.jpg • http://lgxserver.uniba.it/lei/filosofi/autori/baconef-s.htm esci Sommario La torre di Babele

  27. La Torre di Babele Laboratorio di filosofia GalileoGalilei a cura di: Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre

  28. Galileo Galilei VITA E OPERE L’AUTONOMIA DELLA SCIENZA E IL RIFIUTO DEL PRINCIPIO DI AUTORITA’ GLI STUDI FISICI DI GALILEO LA DISTRUZIONE DELLA COSMOLOGIA ARISTOTELICO – TOLEMAICA LA SCOPERTA DEL CANNOCCHIALE IL METODO DELLA SCIENZA METODO E FILOSOFIA IL PROCESSO A GALILEO L’IMPORTANZA DI GALILEO NELLA STORIA Esci

  29. La vita Galileo Galilei nacque a Pisa il 15 febbraio 1564 da genitori della media borghesia. Trasferiti a Firenze egli compì i primi studi di letteratura e logica. Nel 1581, per volere del padre, si iscrisse alla facoltà di medicina all’università di Pisa. Ma, poiché non aveva un vero interesse per questo tipo di studi, tornò a Firenze senza aver conseguito il titolo accademico. Qui approfondì la matematica, sotto la guida di Ostilio Ricci, e cominciò a compiere osservazioni fisiche. Nel 1583 scoprì “l’Isocronismo” (costanza della durata) “Delle oscillazioni pendolari”. Negli anni seguenti giunse a formulare alcuni teoremi di geometria e di meccanica. Dallo studio di Archimede fu portato a scoprire la “Bilancetta” per determinare il peso specifico dei corpi (1586). La sua cultura matematica gli procurò, nel 1589, la cattedra di matematica dell’ università di Pisa. Fu durante questa permanenza che scoprì la “Legge di caduta dei gravi”. Dopo 3 anni passò ad insegnare all’ università di Padova. Nel 1609, con la costruzione del “Cannocchiale” si aprì la serie delle grandi scoperte astronomiche, che gli procurarono il posto di matematico dello studio di Pisa. Piano piano però cominciò a mettersi contro gli aristotelici e la chiesa, infatti nel 1616 fu ammonito dal cardinale Bellarmino di professare la nuova astronomia. Nonostante ciò Galilei continuò i suoi studi e nel 1623 pubblicò il “Saggiatore”, sui problemi relativi alle comete. Intanto continuava a lavorare su “Dialogo tra i due massimi sistemi del mondo”, quello tolemaico e quello copernicano (incoraggiato dall’ ascesa al pontificato del cardinale Beverini, che gli aveva dimostrato sempre benevolenza). Ma dopo la pubblicazione Galileo dovette affrontare un processo, e infine abiurare. Fu condannato al carcere a vita, ma passò i suoi ultimi giorni, prima presso il palazzo del cardinale di Siena, e poi nella sua villa di Arretri, accudito dalla figlia suor Maria Celeste, dove scrisse il suo capolavoro scientifico “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze. Esci Sommario

  30. L’AUTONOMIA DELLA SCIENZA RIFIUTO DEL PRINCIPIO DI AUTORITA’ Il primo risultato dell’opera di Galilei è la difesa dell’ autonomia della scienza. Galileo intuisce che la battaglia per la libertà della scienza era necessaria per il futuro stesso dell’umanità. Da qui la sua lotta contro Autorità religiosa: CHIESA Autorità culturale. ARISTOTELICI La controriforma aveva stabilito che ogni forma di sapere doveva essere in armonia con le Sacre Scritture Grande stima per Aristotele Amante della verità e della ricerca Invece di osservare la natura la studiano su libri Disprezzo verso i discepoli “infedeli” Scritte sotto ispirazione dello spirito Santo, e quindi vere in ogni affermazione Offrono un dogmatismo antiscientifico che ostacola l’avanzamento del sapere Galileo Galilei Esci Sommario

  31. L’AUTONOMIA DELLA SCIENZA RIFIUTO DEL PRINCIPIO DI AUTORITA’ Negare certi dati della Bibbia significherebbe invalidare la sua verità. (Lettere copernicane) Galilei pensava che , poiché Natura e Bibbia derivano entrambe da Dio, non possono contraddirsi tra loro. La soluzione sta nel rivedere l’interpretazione e la Bibbia Ha dovuto accomodarsi a popoli rozzi usando un linguaggio antropomorfico Non contiene principi che riguardano le leggi di natura Rifiuto della doppia verità. Si riferisce al destino ultimo dell’uomo La natura segue un corso inesorabile, senza piegarsi alle esigenze umane COME SI VADIA AL CIELO E NON COME VADIA IL CIELO Galileo Galilei Esci Sommario

  32. Per capire il metodo di Galilei bisogna conoscere prima le sue scoperte scientifiche, fisiche ed astronomiche Leggi sulla caduta dei corpi Principio di inerzia Per la fisica aristotelica la quiete era lo stato naturale dei corpi. La velocità di caduta dei corpi è direttamente proporzionale al loro peso Tutti i corpi, qualunque sia il loro peso, cadono con la stessa velocità I moti erano Naturali Violenti Il corpo si dirige verso il suo luogo naturale Galileo Galilei Gli studi fisici di Galileo Esci Sommario

  33. Il moto che conduce il corpo fuori dal suo luogo naturale Per spiegare come facessero i corpi a muoversi così si ricorreva all’azione motrice dell’aria Intuizione teorica del principio di inerzia Un corpo tende a conservare il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme finché non intervengano forze esterne che ne modificano lo stato La quiete è qualcosa di “naturale” e il moto si manifesta solo se permane la forza che lo ha provocato. Vale anche per l’ astronomia per il movimento dei pianeti. Galileo Galilei Gli studi fisici di Galileo Esci Sommario

  34. LA DISTRUZIONE DELLA COSMOLIGIA ARISTOTELICO – TOLEMAICA Galileo Galilei Prefazione La messa in crisi della fisica Aristotelica e l’elaborazione di una nuova meccanica si accompagnano strettamente in Galileo alla demolizione del sistema tolemaico: 1.    Negazione della diversità fra moti rettilinei e moti circolari; 2.    Rifiuto della diversità di struttura tra cielo e terra; Galileo aveva intuito che, negli studi di Copernico si nascondeva la verità e, grazie al suo telescopio riuscì a scoprire nuove cose che gli permisero di confermare la veridicità delle scoperte di Copernico e di assestare il colpo decisivo alla vecchia cosmologia che era ancora ferma al rigido dualismo fra cielo e terra. Le scoperte astronomiche ed “il funerale della scienza aristotelica” Varie furono le scoperte in campo astronomico da parte di Galileo: 1.   Da sempre si riteneva che al luna come gli altri corpi celesti, esclusa la Terra, fossero formati da una superficie liscia: 2.   Galileo, grazie al suo telescopio, scopre che le macchie scure che ricoprono la luna sono montagne e valli simili a quelle terrestri. 1.   Aristotele credeva che la Terra, immobile, fosse il centro dei moti astrali; 2.  Galileo, grazie al suo telescopio, scoprì 4 satelliti di Giove, giungendo a dire che se tali satelliti giravano attorno a un corpo che a sua volta ruotava intorno al Sole, anche la Terra, con il suo satellite, la Luna, avrebbe potuto girare attorno al Sole; Esci Sommario

  35. LA DISTRUZIONE DELLA COSMOLIGIA ARISTOTELICO – TOLEMAICA Galileo Galilei  1. La cosmologia tolemaica sosteneva che i corpi celesti, essendo perfetti, erano anche incorruttibili e quindi non soggetti al divenire; 2.Sempre con il suo telescopio, Galileo scoprì delle macchie sul Sole che apparivano e scomparivano dando l’impressione di un continuo divenire al quale era soggetto anche il Sole; 1. Sin dal medioevo, si era sempre pensato che la Terra fosse l’unico corpo opaco; 2.Galileo, studiando le fasi di Venere, giunse a dire che tale astro, come gli altri riceveva la luce dal Sole. In funzione di questa scoperta, Galileo continuò a scrutare il cosmo giungendo alle conclusioni che nell’universo esistevano milioni di altre stelle e galassie. Il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” e la difesa del copernicanesimo Sotto il pontificato di Urbano VIII, Galileo scrive il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, credendo in una lenta rivoluzione cosmologica della chiesa. I protagonisti sono: Simplicio, un pedante ancora fermo al pensiero di Aristotele, Salviati, che incarna l’intelligenza anticonformista dello scienziato e Sagredo, nella parte del moderatore, che rappresenta una persona non oppressa dai pregiudizi e che tende a simpatizzare verso le nuove dottrine. Il Dialogo si svolge in quattro giornate: 1° giorno Si pone sotto accusa la distinzione aristotelica fra il mondo celeste e quello terrestre. Esci Sommario

  36. LA DISTRUZIONE DELLA COSMOLOGIA ARISTOTELICO – TOLEMAICA Galileo Galilei 2° giorno È dedicata alla confutazione degli argomenti contro il movimento della terra: Ø  Contro chi sostiene che un ipotetico movimento terrestre solleverebbe un vento tale da trasportare via tutti gli oggetti ai quali si risponde che il vento partecipa del movimento terrestre; Ø Contro chi obietta che se la Terra ruotasse da Est ad Ovest anche il moto delle nuvole e degli uccelli risulterebbe tale, a questi si risponde con il moto della barca secondo il quale, ogni oggetto che partecipa del suo moto non percepisce la minima variazione; Tutte queste argomentazioni galileiane sono formulate sulla cosiddetta relatività galileiana secondo cui risulta impossibile decidere sulla base di un sistema chiuso o che si muove di moto rettilineo – uniforme. 3° giorno Viene dimostrato il moto di rotazione della Terra con particolare risalto alla concezione copernicana. 4° giorno Galileo espone la sua dottrina delle maree. Esci Sommario

  37. LA DISTRUZIONE DELLA COSMOLIGIA Crisi della fisica aristotelica Elaborazione di una nuova meccanica Demolizione del sistema tolemaico ARISTOTELICO – TOLEMAICA Negazione della diversità fra moti rettilinei e moti circolari Rifiuto della diversità di struttura tra cielo e terra; Galileo Galilei Esci Sommario

  38. UTILIZZO DEL TELESCOPIO LA DISTRUZIONE DELLA COSMOLIGIA Tradizionalmente si pensava che la Terra fosse l’unico pianeta opaco Aristotele credeva che la Terra, immobile fosse il centro dei moti astrali La cosmologia Tolemaica sosteneva che i corpi celesti, essendo perfetti non erano soggetti al divenire ARISTOTELICO – TOLEMAICA Da sempre si riteneva che la Luna fosse formata da una superficie liscia come del resto tutti gli altri pianeti ad esclusione della Terra Galileo studia le fasi di Venere e giunge alla conclusione che tutti i pianeti sono opachi ma illuminati dal Sole. Galileo scopre che le macchie sulla superficie lunare sono monti e valli simili a quelle terrestri. Aristotele scopre 4 satelliti di Giove e giunge alla teoria che, se i quattro satelliti girano attorno a Gioce come la Luna fa attorno alla Terra anche la Terra girerà attorno al Sole come Giove. Galileo osserva delle macchie che appaiono e scompaiono sul Sole vedendo in ciò un movimento Galileo Galilei Esci Sommario

  39. Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo Svolgimento: 4 giornate LA DISTRUZIONE DELLA COSMOLIGIA 4° giorno: Galileo espone la sua dottrina delle maree ARISTOTELICO – TOLEMAICA 1° giorno: sotto accusa distinzione aristotelica tra mondo celeste e mondo terrestre. 2° giorno: dedicato alla confutazione degli argomenti contro il movimento della Terra. 3° giorno: viene dimostrato il moto di rotazione della Terra Galileo Galilei Esci Sommario

  40. LA DISTRUZIONE DELLA COSMOLIGIA ARISTOTELICO – TOLEMAICA Galileo Galilei Dottrina delle maree Il nucleo centrale del Dialogo prendeva in considerazione le maree come una prova a favore delle ipotesi copernicane: la migliore spiegazione possibile dell'innalzamento e dell'abbassamento delle acque del mare dipendeva, secondo Galileo, dal moto della terra. Esci Sommario

  41. Galileo Galilei La scoperta del cannocchiale Nel passato molti strumenti, che noi oggi reputiamo banali, si rivelarono grandiose scoperte, a cominciare dal cannocchiale che, lo stesso Galileo nel Saggiatore, lo vede come una scoperta importantissima compiuta da un olandese. Molti storici ancor oggi si dibattono su chi sia stato il vero inventore di questo strumento ma tutti sono sicuri che Galileo fu il primo a sfruttarlo come strumento di osservazione scientifica invece di utilizzarlo come inutile oggetto di svago e divertimento come fecero molti nobili del tempo. Esci Sommario

  42. Galileo Galilei Il metodo della scienza Galileo tende ad articolare il lavoro della scienza in due parti fondamentali: il momento “risolutivo” o analitico e quello “compositivo” o sintetico. Il primo consiste nel risolvere un fenomeno complesso nei suoi elementi semplici, quantitativi e misurabili, formulando un’ipotesi matematica sulla legge da cui dipende. Il secondo momento risiede nella verifica e nell’esperimento, attraverso cui si tenta di riprodurre artificialmente il fenomeno, in modo tale che se l’ipotesi supera la prova essa venga accettata e formulata in termini di legge, mentre, se non supera la prova venga sostituita da un’altra ipotesi. Le “sensate esperienze” e le “necessarie dimostrazioni”. Con l’espressione “sensate esperienze” Galileo ha voluto evidenziare il momento osservativo – induttivo della scienza. Infatti, in certe cose, la scienza galileiana, attraverso l’attenta ricognizione dei fatti e dei casi particolari induce, sulla base dell’osservazione, una legge generale. È questo il momento più comunemente noto del metodo scientifico, denominato appunto “sperimentale”. Con l’espressione “necessarie dimostrazioni” Galileo ha voluto evidenziare il momento ipotetico – deduttivo della scienza. Le “necessarie dimostrazioni” sono i ragionamenti logici attraverso cui il ricercatore, partendo da una intuizione di base e procedendo per una “supposizione”, formula in teoria le sue ipotesi, riservandosi di verificarle nella pratica. Induzione e deduzione. Galileo non è solo, o prevalentemente, induttivista, ne solo, o prevalentemente, deduttivista, poiché è tutt’e due le cose insieme. Esci Sommario

  43. Galileo Galilei Il metodo della scienza Infatti le “sensate esperienze” presuppongono sempre un riferimento alle “necessarie dimostrazioni”, in quanto vengono assunte e rielaborate in un contesto matematico – razionale e quindi spogliate dei loro caratteri qualitativi e ridotte alla loro struttura puramente quantitativa. In secondo luogo esse sono “cariche di teoria”, in quanto illuminate da un’ipotesi che le sceglie e le seleziona. Anche le “certe dimostrazioni” presuppongono sempre un loro implicito o esplicito richiamo alle “sensate esperienze”. Innanzitutto l’esperienza fornisce la base e lo spunto per le ipotesi poiché le stesse intuizioni “geniali” non nascono nel vuoto, ma a contatto con l’osservazione e lo studio dei fenomeni. In secondo luogo, intuizioni ed ipotesi, che costituiscono il momento teorico delle scienze, acquistano validità solo per mezzo della conferma sperimentale. Per quanto riguarda la verifica, non è necessario che tutte le proposizioni della teoria risultino aderenti ai fatti(verifica diretta); è necessario invece che tutti i fatti del campo di fenomeni studiati risultino inquadrabili nella teoria (verifica indiretta). Tutto questo discorso sulle relazioni intercorrenti fra ragionamento ed attestazione dei sensi, teoria ed esperimento, matematica pura e fisica, trova la sua più chiara e compiuta espressione nella lettera scritta a Pietro Carcavy il 5 Giugno 1637. Esperienza e verifica L’esperienza di cui parla Galileo non è l’esperienza immediata, ma il frutto di una elaborazione teorico matematica dei dati, che si conclude con la verifica. Di conseguenza, l’esperienza ordinaria è qualcosa di ancora ben lontano dalla scienza di Galileo. In primo luogo perché l’esperienza quotidiana può essere ingannevole, tant’è vero che Galileo ha dovuto battagliare tutta la vita contro le “apparenze” immediate dei fenomeni, che sembravano attestare tesi opposte a quelle della scienza ad esempio che la terra stia ferma e che i corpi cadano a velocità differente. Esci Sommario

  44. Galileo Galilei Il metodo della scienza In secondo luogo l’esperienza, di per se, non ha valore scientifico se non viene legittimata dall’esperimento, al punto che si può dire che l’esperienza, scientificamente incisa, è l’esperimento. Analogamente, la verifica di cui parla Galileo non è quella immediata dei sensi, che può confermare teorie erronee, bensì la verifica come procedura complessa, intenzionalmente volta a produrre delle condizioni adeguate affinché un certo evento possa prodursi. Da ciò il ricorso ai celebri esperimenti mentali, consistenti nel fatto che Galileo, non avendo talora la possibilità di effettuare la verifica delle proprie teorie, soprattutto per mancanza di strumenti tecnici adeguati, è costretto a ricorrere ad una sorta di fisica “ideale”, non solo per formulare le ipotesi, anche per verificarle. Metodo galileiano e scienza antica Se da un lato gli antichi erravano per eccesso di teoria e di deduttivismo in quanto pretendevano di spiegare i fenomeni concreti partendo da principi generali astratti, dall’altro lato sbagliavano per troppa “aderenza” alla realtà, cioè per una passiva accettazione dei fenomeni come appaiono a prima vista. Inoltre, la scienza antica di tipo aristotelico non faceva uso della matematica e lo stesso platonismo si fondava più su di una matematica magico – metafisica che su di una matematica – scientifica. Ma il limite più grave della scienza antica risiedeva nella mancanza del controllo sperimentale. Infatti essa non poteva mai verificare le proprie affermazioni al contrario del metodo galileiano, la cui originalità più grande consiste Fasi lunari Esci Sommario

  45. Galileo Galilei Metodo e filosofia Proprionell’aver saputo riunire in se il momento osservativo ed induttivo della ricerca, rappresentato dalle “sensate esperienze”, con quello teorico e deduttivo, rappresentato dalle “necessarie dimostrazioni”. Galileo, con il suo metodo, perviene alla concezione della natura come ordine oggettivo governato da leggi, e della scienza come sapere sperimentale-matematico interso oggettivamente valido. Egli rifiuta ogni considerazione finalistica del mondo, infatti le opere della natura non possono essere giudicate sulla base di ciò che l’uomo ritiene utile.Inoltre Galileo contro l’essenzialismo ribatte che lo scienziato deve esclusivamente occuparsi delle leggi che regolano i fatti. Presupposti e giustificazioni filosofiche del metodo Galileo si ispira ad alcune idee generali, di tipo filosofico, attinte dalla tradizione. a) La fiducia galileiana nella matematica viene convalidata dalla dottrina platonica-pitagorica della struttura matematica del cosmo, cioè dalla convinzione che la “fattura” reale del mondo sia di tipo geometrico. b) L’attenzione allo studio delle quantità viene giustificata con la distinzione fra proprità oggettive e soggettive, le prime caratterizzano i corpi in quanto tali, le seconde esistono in relazione ai nostri sensi. c) La credenza nella validità del rapporto causale viene suggerita dalla persuasione dell’uniformità della Natura. d)La consapevolezza della verità assoluta della scienza viene giustificata tramite la teoria secondo cui la conoscenza umana appare simile a quella divina. Il realismo di Galileo Questo insieme di giustificazioni filosofiche poggia su un’unica credenza di base: la corrispondenza tra pensiero ed essere, cioè tra ciò che la scienza sostiene e ciò che il mondo è veramente. Esci Sommario

  46. Galileo Galilei Metodo e filosofia Infatti in Galileo vi è una tenace fiducia realistica che lo porta ad interpretare il rapporto scienza-realtà in termini di riproduzione o rispecchiamento. Ed è proprio questo uno dei motivi di scontro con la Chiesa cattolica.Questa persuasione realista nell’uomo e nello scienziato Galileo, è così forte da non lasciarsi condizionare dalle insidie logiche della “argomentazione di Urbano VIII”, secondo cui lo scienziato non può mai essere sicuro che le sue teorie corrispondano veramente al modo seguito da Dio nell’ordinare le cose e bisogna quindi parlare per sole ipotesi. Esci Sommario

  47. Galileo Galilei Il processo a Galileo Per un ampio lasso di tempo, la condanna di Galileo è stata protagonista di un aspro dibattito tra filo-clericali, che minimizzavano la vicenda, e anti - clericali, che sfruttavano questo fatto per attaccare la Chiesa.Ma nel secolo scorso queste polemiche si sono sopite. L’ammonizione del 1616 Le prime opposizioni al copernicanesimo galileiano provennero dal clero.All’atteggiamento prudente dei gesuiti, si contrapponeva l’attacco duro dei domenicani. Dopo che, nel 1612, il domenicano Lorini accusò di eresia i copernicani nel 1616, lo stesso citò Galileo presso il Santo Uffizio, che a sua volta decise di passare ai teologi la “faccenda copernicana”.Questi dichiararono “assurda e falsa in filosofia” la tesi eliocentrica e “erronea nella Fede” la mobilità della Terra. Il 26 febbraio 1616 Galileo venne convocato dal cardinale Bellarmino e venne ammonito. L’ammonizione consisteva nell’abbandono da parte di Galileo dell’opinione copernicana ed in qualsiasi modo egli non avrebbe dovuto “tenerla, insegnarla o difenderla”. Il processo del 1633 Dopo anni di silenzio Galileo pubblicò,nel 1632, il Dialogo, che presentava “obbiettivamente” i due più grandi sistemi astronomici della storia.Ma la rabbia di papa Urbano VIII, convinto di essere stato preso in giro, fece in modo che fosse bloccata la diffusione dell’opera. Inoltre nel 1632, fu ordinato a Galileo di trasferirsi a Roma.Galileo, ormai vecchio e malato, dopo aver preso tempo, si trasferì nel 1633 a Roma e venne rinchiuso come prigioniero presso il Sant’Uffizio.L’accusa più forte contro Galileo era quella di aver trasgredito il precetto del1616. Esci Sommario

  48. Galileo Galilei Il processo a Galileo Durante il processo Galileo affermò di non ricordare alcun precetto e si appellò alla notifica di Bellarmino nel quale, secondo le sue dichiarazioni, non compariva il divieto di “insegnare” tale dottrina. Inoltre, pensando di ingannare gli inquisitori, affermò che egli aveva voluto mostrare la falsità della teoria copernicana, ma gli inquisitori, opera alla mano, dimostrarono immediatamente la menzogna. Tuttavia la sentenza emessa dagli inquisitori il 22 giugno 1633 assolveva Galileo, a patto che abiurasse le sue affermazioni, e infatti lo stesso giorno Galileo in ginocchio davanti ai cardinali della Congregazione pronunciò la sua abiura del copernicanesimo. Esci Sommario

  49. Galileo Galilei L'importanza di Galileo nella storia della filosofia Nonostante Galileo sia considerato il fondatore della scienza moderna, non bisogna trascurare l’importanza che riveste nella storia del pensiero filosofico. Con Galileo entrano in crisi alcuni concetti millenari della metafisica, come quelli di essenzialismo e finalismo e alla visione della natura come forza vivente e finalisticamente ordinata, Galileo contrappone la concezione dell’universo come sistema di leggi e relazioni. Inoltre Galileo lasciava in eredità ai filosofi successivi una serie di interrogativi: che cosa giustifica la validità della scienza? Che rapporto esiste tra scienza e realtà? Quali sono i titoli in base a cui un sistema di conoscenze può ritenersi fondato? ecc. Queste domande testimoniano l’incidenza della Rivoluzione scientifica sul pensiero filosofico e mostrano come parallelamente alla scienza sia nata una filosofia condizionata dalla scienza. Esci Sommario

  50. Isaac Newton La Torre di Babele Laboratorio di filosofia Il metodo newtoniano “Hypòtheses non fingo” Telescopio di Newton con prisma a riflessione totale a cura di: Alfio Bonfiglio, Cecilia Lanza, Filadelfo Marino, Laura Torre

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