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GERMI MULTIRESISTENTI E ALERT ORGANISM. PERCORSI DI INSEGNAMENTO/ APPRENDIMENTO: UNITA’ DIDATTICA C.7. DEFINIZIONE DI MIDRO (Multi Drug Resistant Organism). BATTERI CHE SONO RESISTENTI A UNA O PIU’ CLASSI DI ANTIBIOTICI I PIU’ COMUNI SONO: Staphylococcus aureus meticillino resistente (MRSA)
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GERMI MULTIRESISTENTI E ALERT ORGANISM PERCORSI DI INSEGNAMENTO/ APPRENDIMENTO: UNITA’ DIDATTICA C.7 I. Coord. Barbara Rosadoni - Prevenzione e controllo ICPA
DEFINIZIONE DI MIDRO(Multi Drug Resistant Organism) • BATTERI CHE SONO RESISTENTI A UNA O PIU’ CLASSI DI ANTIBIOTICI • I PIU’ COMUNI SONO: • Staphylococcus aureus meticillino resistente (MRSA) • Enterococcus vancomicina-resistente (VRE) • Pseudomonas aeruginosa resistente a tutti gli antibiotici testati • Acinetobacter baumanii resistente a tutti gli antibiotici testati compresi i carbapenemici • Sthenotrophomonas maltophilia • Enterobacteriacee produttori di betalattamasi a spettro allargato (ESBL): klebsiella pneumoniae, Proteus mirabilis, enterobacter clocae, Escherichia Coli I. Coord. Barbara Rosadoni - Prevenzione e controllo ICPA
C’è un altro nemico da combattere………… CLOSTRIDIUM DIFFICILE I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie
Clostridium difficile I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie
Batterio anaerobio, gram positivo, sporigeno, saprofita intestinale • Costituisce la prima causa di diarrea associata ad antibiotici che alterano la normale flora batterica intestinale • La trasmissione si verifica per via feco-orale per contatto diretto con le feci o indirettamente attraverso l’ingestione delle spore resistenti al calore che permangono a lungo sulle superfici ambientali contaminate (anche 5 mesi!) I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie
Clostridium Difficile Le spore di C. difficile possono sopravvivere per periodi di tempo anche molto lunghi, perciò l’attenzione alla decontaminazione ambientale ha un ruolo cardine ai fini della prevenzione Per gli interventi di pulizia e disinfezione di ambienti che ospitano pazienti con sospetta/accertata patologia da CD si devono utilizzare attrezzature e materiali dedicati. Preferibilmente usare panni monouso. DISSEMINAZIONE DI SPORE DI CLOSTRIDIUM DIFFICILE I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie 01/08/2014 6
Fattori di rischio • Individuali Età (>65 anni). Grave patologia associata. Chirurgia digestiva. Procedure gastrointestinali non chirurgiche (presenza di sondino-nasogastrico). Stato immunitario del paziente. Farmaci: inibitori di pompa, antineoplastici, lassativi. Trattamento antibiotico: prolungato e/o combinato inopportuno prolungamento della profilassi perioperatoria. Precedente episodio • Batterici Sierotipo di C.difficile (suscettibilità agli antibiotici). • Ospedalieri Degenza ospedaliera prolungata. Scarse condizioni igieniche: ambiente di degenza, mani operatore, presidi assistenziali (contatto con paziente malato/colonizzato) Reparto di degenza (terapia intensiva, reparti chirurgici, reparti medici). I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie
Clostridium difficile I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie
Clostridium difficile I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie
Clostridium difficile I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie
Detersione e disinfezione dell’ambiente in presenza di sospetta /diagnosticata patologia da Clostridium D. 1.-Tutte le superfici orizzontali della stanza e gli oggetti posti in vicinanza del paziente devono essere detersi e disinfettati 3 volte al giorno (letto e sbarre, interruttori luce, pulsantiera di chiamata, maniglie, rubinetti, piano del comodino, telefono, ecc. 2.- La detersione deve essere approfondita e accompagnata dall’azione meccanica dello sfregamento e del risciacquo, deve seguire poi una disinfezione con sodio ipoclorito 1000 ppm che deve essere asciato in situ per 10’ 3.- Se si utilizza un detergente/disinfettante il cloroderivato deve avere la concentrazione di 1000ppm di cloro. In questo caso si fa un primo trattamento seguito da risciacquo e poi un secondo trattamento, lasciando in contatto per 10’. I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie 01/08/2014 11
Detersione e disinfezione dell’ambiente in presenza di sospetta /diagnosticata patologia da Clostridium D. 4.- Le superfici verticali (pareti) della camera devono essere trattate in modo analogo con lavaggio, risciacquo e disinfezione solo se visibilmente sporche (presenza di macchie, impronte) 5.- I servizi igienici utilizzati dal paziente devono essere trattati tre volte al giorno e tutte le volte che la situazione lo richieda. Tutte le superfici devono essere deterse e disinfettate : tavoletta del wc, bidet, piano della comoda, dispenser del sapone, porta salviette, lavandino, rubinetto, interruttore della luce, maniglie, ecc. I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie 01/08/2014 12
Detersione e disinfezione dell’ambiente alla dimissione/trasferimento di paz. con patologia da Clostridium D La sanificazione della stanza deve essere effettuata al termine della pulizia delle altre stanze di degenza 1.- Prima di iniziare le operazioni di pulizia/disinfezione: · rimuovere ed eliminare i contenitori dei rifiuti; · rimuovere tutti i materiali d’uso presenti (sapone liquido, salviette di carta, cuscini, materasso antidecubito); · rimuovere materassi ed effetti letterecci (coprimaterasso, coperta, cuscini) collocarli negli appositi sacchi biodegradabili e inviarli al servizio lavanderia per il trattamento di lavaggio e disinfezione; I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie 01/08/2014 13
Detersione e disinfezione dell’ambiente alla dimissione/trasferimento 2.-Detergere tutte le superfici iniziando dalle zone pulite (es. finestre). La detersione deve essere eseguita su tutte le superfici in modo capillare: pareti, pavimenti, letto, testaletto, campanello di chiamata, comodino, cassetti, armadio, sedia, tavolino, asta per flebo, monitor, tv, interruttori, maniglie, carrozzina, ecc. 3.- Dopo la detersione disinfettare con cloroderivato alla concentrazione di almeno 1000 ppm e lasciare in contatto per 10’. Risciacquare le superfici metalliche. 4.- Ripristinare la funzionalità dell’ambiente di tutti i materiali eliminati: reintroducendo sapone liquido, salviette, ecc. I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie 01/08/2014 14
Al termine delle operazione di pulizia 1.- I materiali riutilizzabili (carrelli, secchi, ec.) devono essere detersi e disinfettati con ipoclorito disodio 1000 ppm lasciando in contatto almeno 10’; poi sciacquare, se metallici, e lasciar asciugare. 2.- Se sono stati utilizzati panni riutilizzabili, questi devono essere sottoposti a detersione e disinfezione con sodio ipoclorito 1000 ppm lasciando in contatto per 20’; sciacquare e far asciugare 3.- Tutti i materiali monouso devono essere immessi in contenitori per rifiuti sanitari a rischio infettivo I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie 01/08/2014 15
Sanificazione in presenza di patologia da Acinetobacter B. - Dovrà essere assicurata la sanificazione ambientale e dell’unità paziente TRE VOLTE AL GIORNO. - Il personale addetto alle pulizie dovrà essere informato e dovrà adottare le precauzioni di protezione individuale - La stanza o l’unità paziente dovrà essere sanificata per ultima e utilizzando panni monouso I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie 01/08/2014 16
Sanificazione in presenza di patologia da Acinetobacter B. Il disinfettante utilizzato per la sanificazione della stanza o dell’unità del paziente infetto da A. baumanniidovrà essere fra quelli classificati nei livelli di attività intermedio o alto . -Una volta eseguita la sanificazione il personale addetto dovrà smaltire in apposito sacco il materiale monouso utilizzato, e dopo essersi tolto i guanti dovrà eseguire un corretto lavaggio delle mani con acqua e antisettico a base di clorexidina. I. Coord. ICI Barbara Rosadoni – Controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere e comunitarie 01/08/2014 17