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doppia elica DNA. 180-200 nm. struttura icosaedrica pericapside. HERPESVIRUS. Herpes simplex 1-2 Epidemiologia. 20 milioni di nuovi casi/anno infezione tipo 1 si contrae sovente in prima infanzia infezione di tipo 2 spesso a trasmissione sessuale e quindi dell’età adulta

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Presentation Transcript


  1. doppia elica DNA 180-200 nm struttura icosaedrica pericapside

  2. HERPESVIRUS

  3. Herpes simplex 1-2Epidemiologia • 20 milioni di nuovi casi/anno • infezione tipo 1 si contrae sovente in prima infanzia • infezione di tipo 2 spesso a trasmissione sessuale e quindi dell’età adulta • 1° agente di MST nei Paesi industrializzati • patogeno emergente

  4. Herpes simplex 1-2 • Trasmissione per contatto diretto cutaneo – mucoso con lesione erpetica o per contatto con liquidi biologici (saliva, secrezioni uretrali o cervicali) contenenti il virus. • Migrazione per via assonale ai gangli nervosi sensitivi loco-regionali e penetrazione nelle cellule nervose. • Fase di latenza • Herpes labiale, oculare (encefalite), genitale

  5. H S V 1

  6. L’herpesgenitale è causato più frequentemente da HSV2 e nel 30% dei casi da HSV1, agente dell’herpes labiale Infezione genitale primaria: assenza di Ab anti- HSV e poi sieroconversione Nell’uomo: lesioni balano-prepuziali (placche eritematose, pruriginose, evolvono in vescicole ed erosioni), adenopatia satellite, prurito, dolore, guarigione dopo 10-20 g. Nella donna: eritema localizzato o generalizzato della vulva, con rapido interessamento vaginale; vescicole che evolvono in lesioni erosive e dolenti, disuria, febbre, cefalea, mialgia, adenopatie satelliti dolorose. In assenza di complicanze risoluzione in 15-20 gg.

  7. Infezione erpetica neonatale: durante la gravidanza deficit immunitari transitori sono responsabili della > frequenza lesioni erpetiche genitali e quindi possibili infezioni fetali (encefalite); infezioni neonato acquisite durante parto danno infezione generalizzata, oculare, encefaliti e meningiti. Nell’ospite immunocompromesso: polmonite, esofagite, epatite, colite e malattia cutanea disseminata.

  8. Diagnosi Herpes simplex • Diagnosi clinica • In caso di meningiti, encefaliti: - su liquor: ricerca DNA virale - TAC (lesioni necrotico-emorragiche) • Diagnosi rapide: - citologico con coloraz. Papanicolau o Wright-Giemsa - IF diretta - ELISA - PCR Sierologia: no ruolo diagnostico nell’adulto. Nel caso di infezione neonatale: presenza di IgM nelle prime 4 settimane di vita.

  9. Terapia Herpes simplex • Analoghi nucleosidici: • Aciclovir • Valaciclovir • Penciclovir • Cidofovir • Mutanti resistenti

  10. Herpes varicella-zoster • Trasmissione per via aerea • Malattia esantematica • Percorso assonale, trasferimento ai gangli dorsali • Latenza • Riattivazione con comparsa vescicole (zoster)

  11. Herpes zoster

  12. Citomegalovirus (CMV)

  13. CMV: manifestazioni cliniche • Sindrome simil-mononucleosica, non raro è il coinvolgimento epatico • Infezione primaria • Ricorrenze • Negli immunocompromessi: • Varie localizzazioni. Nei trapiantati frequente la polmonite interstiziale; nei soggetti con AIDS frequente la localizzazione oculare • Infezione congenita: • 90% asintomatici, eliminazione del virus con le urine • 10% sindrome da CMV congenita: epatosplenomegalia, retinite, esantema (petecchie), calcificazioni intracraniche, ipertrofia ventricoli cerebrali, sordità.

  14. Terapia CMV • Inibitori sintesi DNA virale: • Ganciclovir • Foscarnet

  15. LE EPATITI VIRALI

  16. Si definisce epatite virale un processo infiammatorio a carico del fegato dovuto ad infezione virale e caratterizzato da morte del tessuto ed infiltrato infiammatorio a decorso acuto o cronico. Diversi virus possono scatenare un’epatite (citomegalovirus, herpes simplex, cocxsakie virus), ma di solito ci si riferisce ai veri e propri virus dell’epatite: virus dell’epatite A, virus dell’epatite B, virus dell’epatite C

  17. Virus epatite A • virus con genoma ad RNA • appartenente alla famiglia dei Picornaviridae • scoperto nel 1973 • azione citopatica diretta nei confronti delle cellule epatiche • resistenza al calore (100°C per 1’)

  18. VIE DI TRASMISSIONE Oro-fecale L’ HAV può inoltre essere trasmesso anche per via sessuale, sempre secondariamente alla sua eliminazione fecale; sono state osservate infatti delle piccole epidemie di epatite A in popolazioni di omosessuali. SOGGETTI A RISCHIO addetti al settore alimentare residenti e viaggiatori in zone con alta endemia, quali i Paesi tropicali familiari di persone con l’infezione personale di asili ed istituti per anziani ed handicappati Virus epatite A

  19. Epatite A: decorso clinico • il periodo di incubazione è di circa 15-50 giorni • l’esordio dei sintomi è solitamente improvviso; la loro durata varia da 1 a 8 settimane • la maggior parte delle infezioni (90%) decorre in modo asintomatico • l’ittero si manifesta nel 70-80% degli adulti ed in meno del 10% dei bambini • l’escrezione fecale dell’HAV ha inizio 1-2 settimane prima della manifestazione dei sintomi e continua in media per 2-3 settimane dopo la scomparsa dei sintomi (contemporaneamente con la ripresa della funzionalità epatica); il virus è presente nel sangue solo per pochi giorni (fase acuta) • il grado di infettività è massimo durante l’ultimo periodo di incubazione, prima della manifestazione dei sintomi • decorso autolimitante e benigno, non esiste lo stato di portatore cronico (né nel sangue né nelle feci) • in circa l’1% dei casi si può osservare una forma fulminante

  20. Guarigione Fase acuta Prodromi TRANSAMINASI E ITTERO VIRUS NELLE FECI Anti HAV IgG Anti- HAV- IgM ESPOSIZIONE AL VIRUS 4 12 0 8 settimane Anti- HAV- IgM: Epatite in atto Anti HAV IgG: immunità pregressa

  21. Epatite A: diagnosi • mediante ricerca nel siero del paziente degli anticorpi specifici contro il virus: • HAV-Ab IgM: indicano infezione acuta; persistono per circa 3 mesi e scompaiono dopo la guarigione • HAV-Ab IgG: indicano infezione pregressa; restano positivi per tutta la vita e proteggono da future reinfezioni • ricerca di RNA virale

  22. Prevenzione: miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie evitare di consumare frutti di mare crudi controllo della coltivazione e della commercializzazione dei frutti di mare Profilassi: somministrazione di immunoglobuline, che forniscono protezione a breve termine (contatto in comunità chiuse) vaccinazione (virus ucciso), fornisce protezione a lungo termine, per persone a rischio di esposizione al contagio (viaggi in zone con alta endemia) Epatite A

  23. Epatite E • virus ad RNA a singolo filamento • appartenente alla famiglia dei Caliciviridae • identificato nel 1990

  24. - Via di trasmissione oro-fecale - soggetti a rischio : residenti e viaggiatori in zone endemiche (Paesi Asiatici, America Centrale, Africa del Nord) Epatite E

  25. Epatite E • causa principale dell’epatite virale acuta in giovani e adulti nelle nazioni in via di sviluppo • l’insorgenza nei paesi industrializzati è associata nella maggior parte dei casi a viaggi in zone a diffusione endemica • i pochi casi riscontrati in Italia sono tutti d’importazione

  26. Epatite B virus a DNA circolare, parzialmente bicatenario appartenente alla famiglia degli Hepadnaviridae attualmente se ne conoscono 6 genotipi (A-F) aventi una diversa distribuzione geografica identificato verso la fine degli anni ‘60 il danno sugli epatociti non è provocato direttamente dall’HBV, ma si verifica in seguito alla reazione del sistema immunitario notevole resistenza al calore Aggregati filamentosi di HbsAg

  27. VIE DI TRASMISSIONE Epatite B • contatto con sangue infetto • per via parenterale inapparente • per via sessuale • per trasmissione verticale (da madre a feto durante la gravidanza)

  28. Epatite B: SOGGETTI A RISCHIO • partner sessuali di soggetti infetti in fase acuta o cronica • tossicodipendenti • soggetti con rapporti promiscui • neonati da madri infette da HBV(infezione transplacentare o perinatale) • operatori professionali: operatori del settore sanitario ed odontoiatrico, personale di laboratorio ed assistenti, impiegati dei servizi pubblici (paramedici, personale addetto alle emergenze ecc.) • emotrasfusi • emodializzati (a causa di una sterilizzazione poco accurata degli strumenti) • contatto con oggetti d’uso quotidiano adoperati da persone affette da HBV • persone in stato di detenzione o custodia • nati in zone in cui l’HBV è endemico (Africa, Asia, Europa dell’Est e Sud America)

  29. Epatite B: INCIDENZA/PREVALENZA • si stima che, a livello mondiale, i portatori di HBV ammontino a 300 milioni, in Italia circa 2 milioni • prevalenza in Cina e nell’Asia del Sud dell’ 8-20%; nell’America del Nord e nell’Europa Centrale dello 0,2-2%; nell’Europa Occidentale del 2-7%; in Italia del 3%, ma nel corso del 2000 si è ridotta al 2% • il numero di persone con infezione cronica da HBV negli USA è di 1-1,25 milioni; il numero delle infezioni acute è di circa 300 mila all’anno • la maggior parte dei nuovi casi si manifestano nella fascia di età tra i 20 ed i 39 anni • circa il 20% dei pazienti con infezione acuta da HBV sviluppa sintomi di durata variabile, nella maggioranza dei casi, tra 1 e 4 settimane (prima del ritorno allo stato di salute normale possono passare anche 6 mesi) • quasi 5 mila persone muoiono ogni anno negli USA a causa di patologie croniche del fegato associate con l’HBV

  30. Epatite B: decorso clinico • il periodo di incubazione è di 60-90 giorni. La durata dell’incubazione dipende dalla carica infettante e dalla via di trasmissione • l’HBV si manifesta clinicamente nel 10% dei casi • l’ittero si manifesta nel 25-35% dei pazienti sintomatici • il 90-95% degli adulti affetti da HBV guarisce entro 6 mesi • epatite cronica: 5-10% degli adulti 30-50% dei bambini (età: 1-5 anni) 80-90% dei neonati infetti • il 25-35% dei soggetti con infezione cronica da HBV (di tutte le fasce di età) muore a causa di malattie croniche del fegato

  31. Epatite B: diagnosiRicerca sierologica dei marcatori virali, costituiti da antigeni (Ag) ed anticorpi (Ab) • HBsAg: è l'antigene di superficie del virus. La sua presenza indica lo stato di infezione; tutte le persone che risultano HBsAg positive sono da considerarsi potenzialmente infettanti. • HBsAb: è l'anticorpo contro l'antigene di superficie. La sua presenza indica protezione dall'infezione (immunizzazione). Si riscontra dopo guarigione da una infezione, oppure dopo la vaccinazione. • HBcAg:  è un antigene della parte centrale del virus (core) ed è l'unico marcatore che non si riscontra mai nel sangue, ma solo nelle cellule del fegato. • HBcAb-IgM: questo anticorpo si riscontra solo nelle fasi di attiva replicazione del virus, per cui risulta positivo nelle forme acute e nelle forme croniche riacutizzate. • HBcAb-IgG: dopo un contatto con il virus, indipendentemente dall'esito dell'infezione, questo anticorpo rimane positivo per tutta la vita, per cui la sua presenza indica l'avvenuto contatto con il virus.

  32. HBeAg: è l'antigene del nucleocapside del virus (core) e la sua presenza indica attiva replicazione virale. Lo si riscontra nella fase iniziale delle epatiti acute e in alcune forme di epatite cronica. HBeAb: è l'anticorpo diretto contro l'HBeAg; la sua presenza non impedisce tuttavia l'evoluzione verso la forma cronica. HBV-DNA: è il genoma del virus, ed è l'indicatore più sensibile della replicazione virale. La sua presenza indica sempre attività dell'infezione. Per definizione il portatore sano sarà sempre HBV-DNA negativo. In base all'assetto di tali marcatori, unitamente allo studio degli indici di infiammazione epatica (transaminasi), è quindi possibile stabilire con esattezza lo stato dell'infezione

  33. Anticorpi in corso di epatite B che evolve verso la guarigione • HBcAb-IgM:anticorpo precoce non protettivo, diagnostico di epatite B acuta; • HBeAb: anticorpo non protettivo,indica la fine della replicazione nelle forme wild. • HBcAb-IgG:anticorpo non protettivo, indica pregresso contatto con HBV. • HBsAb:anticorpo protettivo, indica guarigione con sviluppo di immunità o immunità nei vaccinati.

  34. Epatite acuta da HBV: evoluzione verso la guarigione. Epatite acuta da HBV: evoluzione verso la forma cronica (NB: le forme croniche possono essere sia HBeAg positive che HBeAb positive).

  35. Epatite B: PREVENZIONE/PROFILASSI • vaccino ottenuto con DNA ricombinante e costituito da particelle di HbsAg clonato e espresso in vettori • screening del sangue e degli emoderivati a livello mondiale • educazione sanitaria • somministrazione di Ig umane specifiche entro 2-4 ore da un’eventuale esposizione (la protezione dura 2-3 settimane); tali Ig possono inoltre venire somministrate a neonati da madri HBsAg+

  36. Epatite B: TERAPIA • IFN • Lamivudina: analogo nucleosidico usato anche nella terapia dell’infezione da HIV, utilizzato sia in monoterapia che associato all’INF

  37. Epatite D • virus a RNA a singolo filamento (virus delta) • scoperto nel 1977, Torino (Rizzetto) • virus difettivo: dipende dalla sintesi dell’antigene di superficie dell’epatite B (HBsAg) per poter penetrare e fuoriuscire dalla cellula epatica; una volta all’interno della cellula, l’HDV è in grado di replicarsi in modo autonomo • infetta solo persone già portatrici dell’infezione da virus dell’epatite B • il danno epatocellulare è dovuto sia ad un’azione diretta da parte del virus sugli epatociti, sia ad un’azione mediata dal sistema immunitario (effetto citotossico)

  38. VIE DI TRASMISSIONE via iatrogena trasfusione di emoderivati trasmissione sessuale SOGGETTI A RISCHIO soggetti contagiati da HBV tutti gli individui a rischio per l’HBV tossicodipendenti pazienti emofiliaci/emodializzati omosessuali soggetti con rapporti promiscui INCIDENZA/PREVALENZA in media, infetta il 4% dei pazienti affetti da epatite B acuta a livello mondiale corrisponde generalmente (in modo proporzionale) alla prevalenza dell’infezione cronica da HBV la vaccinazione contro l’epatite B ne ha ridotto drasticamente l’incidenza Epatite D

  39. Epatite D: DECORSO CLINICO • Può essere acquisita, sia come co-infezione che come sovrainfezione, dalle persone già infettate da HBV • il periodo di incubazione varia dalle 3 alle 13 settimane • l’infezione da HDV solitamente si manifesta con una forma acuta, che può evolvere verso la forma fulminante in una percentuale di casi più elevata rispetto all’epatite B (circa 5% dei casi) • il 70-80% dei portatori cronici di HBV con sovrainfezione da HDV sviluppa manifestazioni da patologia cronica del fegato con evoluzione in cirrosi, contro il 15-30% dei pazienti con sola infezione cronica da HBV

  40. PREVENZIONE misure di carattere generale descritte per l’epatite B e C riduzione dei comportamenti a rischio PROFILASSI non è disponibile un vaccino specifico contro l’HDV, tuttavia la vaccinazione anti-HBV, proteggendo dall’epatite B, indirettamente protegge anche dal virus delta TERAPIA i soggetti con infezione cronica da HDV ed HBV dovrebbero seguire la terapia contro l’HBV Epatite D

  41. Epatite C - appartenente alla famiglia dei Flaviviridae - virus a RNA a singolo filamento - diametro 40-50 nm - provvisto di pericapside - scoperto nel 1989 - si lega al recettore CD 81 - grande variabilità nella sequenza genomica (isolati diversi genotipi)

  42. Epatite CVIE DI TRASMISSIONE • via parenterale apparente (soprattutto prima del 1992): trasfusione di sangue e di emoderivati emodialisi tossicodipendenza esposizione professionale • via parenterale inapparente • via sessuale (meno frequente rispetto all’HBV) • trasmissione verticale (soprattutto da madri con infezione HCV/HIV)

  43. Epatite C: soggetti a rischio • partner sessuali di soggetti infetti • emotrasfusi • emodializzati • tossicodipendenti • familiari di soggetti infetti • neonati da madri infette (soprattutto se co-infettate da HIV) • operatori professionali: operatori del settore sanitario ed odontoiatrico, personale di laboratorio ed assistenti, impiegati dei servizi pubblici (paramedici, personale addetto alle emergenze ecc.)

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