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L. 499/99 - PROGRAMMI INTERREGIONALI PROGRAMMA "SVILUPPO RURALE"

L. 499/99 - PROGRAMMI INTERREGIONALI PROGRAMMA "SVILUPPO RURALE" SOTTOPROGRAMMA "INNOVAZIONE E RICERCA" D.M. n. 25279 del 23/12/03. “Miglioramento sanitario dell’olivo” Prof. Vito Savino Responsabile tematica 2- Attività 2.2 “Risanamento ” DPPMA - Università degli Studi di Bari.

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L. 499/99 - PROGRAMMI INTERREGIONALI PROGRAMMA "SVILUPPO RURALE"

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Presentation Transcript


  1. L. 499/99 - PROGRAMMI INTERREGIONALI PROGRAMMA "SVILUPPO RURALE" SOTTOPROGRAMMA "INNOVAZIONE E RICERCA" D.M. n. 25279 del 23/12/03 “Miglioramento sanitario dell’olivo” Prof. Vito Savino Responsabile tematica 2- Attività 2.2 “Risanamento” DPPMA - Università degli Studi di Bari Qualificazione del Vivaismo Olivicolo: Caratterizzazione Varietale, Sanitaria e Innovazioni Nella Tecnica Vivaistica (OLVIVA)

  2. Tematica 2 Produzione e utilizzo di materiale di propagazione certificato Il materiale vegetale d’olivo deve soddisfare i requisiti sanitari e genetici imposti dalle direttive CEE sulle condizioni minime per la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione. Conformitas Agraria Communitatis -CAC Dir. n. 92/34 del 28 aprile 1992, e Dir. n. 93/48 del 23 giugno 1993 recepite con decreto ministeriale 14/04/1997 certificazione volontaria del materiale di propagazione vegetale assicura garanzie di tipo fitosanitario e di corrispondenza varietale e la tracciabilità di tutta la produzione nazionale. Virus esente- VF Virus controllato-VT DM 4/05/2006 DM 16/06/1993

  3. AZIONE 2: DIAGNOSI FITOPATOLOGICA E RISANAMENTO A seguito dell’applicazione di tecniche innovative di diagnosi, l’olivo si è rivelato negli ultimi anni ospite di molti agenti virali, che conseguentemente hanno reso indispensabile, anche per questa specie, l’avvio di programmi di risanamento PROTOCOLLI EFFICACI di RISANAMENTO da impiegare nei programmi di MIGLIORAMENTO SANITARIO per la produzione di piante capostipiti

  4. AZIONE 2: DIAGNOSI FITOPATOLOGICA E RISANAMENTO 1. Scelta dei genotipi da sottoporre ad accertamenti fitosanitari 20 genotipi per ciascuna varietà oggetto delle attività di caratterizzazione molecolare Rami, talee in autunno e/o primavera; 25 campioni distribuiti a tutti i laboratori per ring-tests 2. Raccolta dei campioni e distribuzione nei laboratori 3. Saggi di laboratorio Estrazione dsRNA (virus-esenza) Estrazione acidi nucleici totali con microcromatografia su silica Amplificazione genica con primer virus specifici per OLYaV Ibridazione molecolare per ArMV, SLRV, CLRV e OLV-1 con ribosonde virus-specifiche Amplificazione genica in singolo tubo con primer virus specifici per la diagnosi di ArMV, SLRV, CLRV, OLV-1. OLYaV 4. Definizione di un protocollo comune (diagnosi multipla)

  5. 5. Ecotipi “sani” moltiplicati in condizione controllate, per innesto o autoradicazione 6. Costituzione FONTI PRIMARIE sanitariamente migliorate 7. RISANAMENTO (almeno 70 varietà o cloni) delle piante infette (almeno un genotipo per varietà) Attualmente disponibili soltanto dati preliminari che evidenziano la necessità di INTENSIFICARE IL LAVORO DI MESSA A PUNTO E VALIDAZIONE DEI PROTOCOLLI E DELLE METODICHE PER IL RISANAMENTO, al fine di incrementarne l’efficacia e ridurne i tempi richiesti.

  6. Protocollo di selezione clonale e sanitaria La selezione clonale e sanitaria, ossia l’identificazione di piante capostipiti di cui sia noto lo stato sanitario e l’identità varietale, è una delle vie perseguibili per la qualificazione delle produzioni vivaistiche ed ortofrutticole.

  7. Protocollo di selezione clonale e sanitaria E’ un’attività interdisciplinare per la quale sono richieste contestualmente sia competenze fitopatologiche che pomologiche e talvolta tecnologiche, e si realizza con la costituzione di “Fonti Primarie” (ossia dei materiali iniziali) e la loro successiva moltiplicazione all’interno di un sistema di certificazione.

  8. Programma di miglioramento sanitario Costituzione della “squadra”: coinvolgimento di personale con specifiche e consolidate esperienze Individuazione delle aree tipiche di coltivazione identificazione degli impianti più rappresentativi della zona supporto di operatori del luogo DEFINIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE • FENOTIPICI produzione, caratteristichje dei frutti, delle foglie, ecc.) • GENETICI marker molecolari, microsatelliti • SANITARI elenco dei virus da cui il materiale deve essere esente

  9. DELIMITAZIONE DELLE AREE DA SOTTOPORRE A SELEZIONE La selezione clonale e sanitaria deve essere effettuata per AREE OMOGENEE. Preliminarmente devono essere individuate tutte le aree di coltivazione della cultivar oggetto di selezione e verificare la presenza di differenze che nel tempo possono aver influito in modo diverso sui caratteri oggetto di selezione: - condizioni pedoclimatiche e sanitarie - tecnica colturale, ecc.

  10. SCELTA DELLE VARIETA’ • Richiesta del mercato • Diffusione della varietà • Stato sanitario • Difficoltà di recuperare per una determinata varietà materiale di propagazione “sano”

  11. Protocollo di selezione clonale e sanitaria Individuazione di oliveti di almeno 25 anni Selezione di 5-10 piante/oliveto Rilievi sanitari e pomologici Elaborazione dei dati Pianta sana Nuova accessione PIANTA INFETTA Costituzione della FONTE PRIMARIA RISANAMENTO Pianta sana

  12. 1a FASE: SELEZIONE DI CAMPO: Scelta degli impianti e rilievi visivi In ciascun impianto si procede ad una prima selezione delle piante, su base visiva, tenendo conto dell’aspetto generale, dell’assenza di sintomatologie ascrivibili a patogeni sistemici e delle caratteristiche produttive.

  13. 1a FASE: SELEZIONE DI CAMPO: Scelta degli impianti e rilievi visivi 1 • Età • Tecnica di coltivazione • Grado di specializzazione • Regolarità di impianto • Tecnica di coltivazione • Produzione media per ha • Standard qualitativo

  14. 2 2a FASE: SELEZIONE DI 5-10 PIANTE/IMPIANTO

  15. 1 CONSERVAZIONE DELLE ACCESSIONI SELEZIONATE Le piante selezionate (accessioni o candidati cloni) attraverso ripetuti rilievi di campo, vengono moltiplicate ed allevate in appositi campi di conservazione ove il materiale viene sottoposto agli accertamenti sanitari di laboratorio, impiegando metodiche diverse a seconda dei patogeni, della specie e di quanto previsto dai protocolli tecnici di certificazione.

  16. NORME TECNICHE PER LA REALIZZAZIONE DI UN CAMPO DI CONSERVAZIONE • L’impianto deve avvenire su terreni cherispondano ai normali requisiti di idoneità agronomica • L’impianto deve essere realizzato su terreni ESENTI da nematodi vettori • L’impianto deve essere localizzato in zone isolate o posto a distanze opportune da altri frutteti e da qualsiasi potenziale ospite di virus a cui la specie considerata è suscettibile

  17. 4.I campi devono essere isolati dall’afflusso di acque superficiali 5.Le piante devono essere allevate franche di piede o innestate su portainnesti VIRUS-ESENTI 6.Ogni pianta deve essere conservata in numero minimo di tre esemplari 7.Le piante devono essere costantemente protette da attacchi parassitari

  18. 3a FASE: ACCERTAMENTI SANITARI 3

  19. ACCERTAMENTI SANITARI 4 ACCESSIONI ESENTI ACCESSIONI INFETTE SCARTATE RISANANENTO sane ACCERTAMENTI SANITARI Infette FONTI PRIMARIE

  20. Risanamento Obiettivo Risanamento (almeno 70 varietà o cloni) delle piante infette (almeno un genotipo per varietà) Protocolli Termoterapia in vivo ed in vitro Coltura in vitro di apici meristematici

  21. TERMOTERAPIA IN VIVO Termoterapia in vivo: esposizione diretta delle piante a temperature di 36-38°C per un periodo di tempo variabile dai 3 ai 12 mesi. Saggi molecolari

  22. TERMOTERAPIA in vivo + COLTURA in vitro Termoterapia in vivo Prelievo dei germogli Saggi molecolari Insediamento in vitro

  23. TERMOTERAPIA IN VITRO • Termoterapia in vitro: esposizione di germogli di olivo rigenerati in vitro a trattamento termoterapico termoterapia-prelievo degli apicivegetativi dopo 13-14 gg di trattamento;

  24. COLTURA IN VITRO DI APICI MERISTEMATICI

  25. ACCERTAMENTI SANITARI ACCESSIONI ESENTI ACCESSIONI INFETTE SCARTATE RISANANENTO ACCERTAMENTI SANITARI sane Infette FONTI PRIMARIE

  26. FONTI PRIMARIE Le accessioni ed i candidati cloni risultati esenti dagli organismi per cui sono stati effettuati gli accertamenti sanitari vengono utilizzati per la costituzione delle Fonti Primarie, queste piante devono essere conservate in serre a prova d’insetto (screen house) ed allevate in condizioni che riducano al minimo i rischi di nuove infezioni (utilizzare substrati sterili, impiegare utensili da taglio disinfettati, ecc.).

  27. 4a FASE: CONSERVAZIONE DELLE FONTI PRIMARIE La Fonte Primaria, in numero di due esemplari, deve essere conservata, a cura del costitutore in serre a rete a prova di insetto, allevata in contenitori di apposito volume, contenenti substrato con specifici requisiti sanitari.

  28. REGISTRAZIONE ED INSERIMENTO NEL SISTEMA DI CERTIFICAZIONE 5 La registrazione, ossia il riconoscimento delle Fonti Primarie, da parte dell’Organo Certificante deve avvenire sulla base della documentazione predisposta dal costitutore (in cui sono riportati tutti i dati anagrafici, l’iter degli accertamenti sanitari e di corrispondenza varietale cui la Fonte Primaria è stata sottoposta). L’accesso al sistema di certificazione delle Fonti Primarie avviene mediante la messa a disposizione da parte del costitutore di piante derivanti dalla prima moltiplicazione della Fonte Primaria. La registrazione, ossia il riconoscimento delle Fonti Primarie, da parte dell’Organo Certificante deve avvenire sulla base della documentazione predisposta dal costitutore (in cui sono riportati tutti i dati anagrafici, l’iter degli accertamenti sanitari e di corrispondenza varietale cui la Fonte Primaria è stata sottoposta). L’accesso al sistema di certificazione delle Fonti Primarie avviene mediante la messa a disposizione da parte del costitutore di piante derivanti dalla prima moltiplicazione della Fonte Primaria.

  29. RISULTATI ATTESI • Protocolli di risanamento sperimentati e validati su un ampio numero di cultivar (almeno 70) • Protocolli di produzione delle piante capostipiti (Fonti Primarie) sanitariamente migliorate • Selezione/Produzione di ecotipi esenti dagli organismi patogeni contemplati dalle normative • Produzione e conservazione delle FONTI PRIMARIE costituite in idonee strutture atte a garantirne l’isolamento

  30. Conclusioni Disponibilità per i vivaisti e agricoltori, attraverso il circuito della certificazione, di materiali sanitariamente migliorati di ecotipi di cultivar locali.

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