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Cooperative Learning

Roberta Fantini. “Non uno di meno..”. introduzione al. Cooperative Learning. Baiso a.s. 2007/2008. Roberta Fantini. “Non uno di meno..”. introduzione al. Cooperative Learning. Baiso a.s. 2007/2008. In didattica. non esistono. RICETTE. Comportamentismo. 1900 -1950. Cognitivismo.

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Presentation Transcript


  1. Roberta Fantini “Non uno di meno..” introduzione al Cooperative Learning Baiso a.s. 2007/2008

  2. Roberta Fantini “Non uno di meno..” introduzione al Cooperative Learning Baiso a.s. 2007/2008

  3. In didattica non esistono RICETTE

  4. Comportamentismo 1900 -1950 Cognitivismo 1950-1960 Costruttivismo 1970-1990

  5. Costruttivismo Alunno è costruttore attivo di conoscenza. Insegnante predispone situazioni di apprendimento significativo e di scoperta. Natura relazionale della conoscenza

  6. Costruttivismo Interazioni tra pari Riflessione Automonitoraggio e autocorrezione Metacognizione

  7. Credenze e convinzione personali 1 2 3 4 9 6 7 Stile insegnamento Metacognizione Stile attributivo Stile cognitivo Autoefficacia Motivazione 5 Autostima Abilità sociali 8 Apprendimento

  8. Cooperative Learning 1. Che cos’è il Cooperative Learning? 2. In che cosa differisce dal lavoro di gruppo tradizionale 3. Quali sono le sue caratteristiche significative? 4. Qual è il ruolo dell’insegnante?

  9. Che cos’è il Cooperative Learning? Un vasto movimento educativo promosso e condotto in molti centri sparsi in varie nazioni. I teorici del Cl: D.W. Johnson & R.T. Johnson, Kagan, Sharan, Slavin…. Il CL è un metodo di insegnamento/apprendimento in cui la variabile significativa è la cooperazione tra gli studenti.

  10. Che cos’è il Cooperative Learning? Mediazione Sociale Mediazione Insegnante Insegnante principale fonte della conoscenza e del sapere, stabilisce e valuta che cosa deve essere conosciuto, fissa il ritmo dell’apprendimento, suscita la motivazione, facilita e individualizza l’apprendimento. Gli studenti si aiutano reciprocamente, sono corresponsabili del loro apprendimento, stabiliscono il ritmo del loro lavoro, si correggono e si valutano,

  11. Che cos’è il Cooperative Learning? Interazione studente-studente: essenziale per lo sviluppo COGNITIVO- RELAZIONALE-SOCIALE Promuovere la FORMAZIONE GLOBALE degli studenti.

  12. Quali sono le caratteristiche specifiche? • Interdipendenza positiva • Interazione faccia a faccia • Insegnamento e uso di abilità sociali • Revisione e controllo costante del lavoro . • Valutazione individuale e di gruppo.

  13. Consiste nello stabilire tra gli studenti dei rapporti tali per cui nessuno possa riuscire individualmente se non con il successo dell’intero gruppo Interdipendenza positiva Si stabilisce un’interdipendenza positiva tra i membri quando ognuno si preoccupa e si sente responsabile non solo del proprio lavoro, ma anche di quello di tutti gli altri. Interdipendenza d’Obiettivo Interdipendenza di Risorse Interdipendenza di Ruoli Interdipendenza di Identità Interdipendenza di Valutazione

  14. Interazione faccia a faccia Può essere considerato come il clima di generale incoraggiamento, di stima e fiducia reciproca e di collaborazione che si respira dentro il gruppo.

  15. Insegnamento e uso abilità sociali I ragazzi hanno bisogno di sapere fin dove il loro comportamento è considerato accettabile: necessitano quindi di norme e regole, a scuola come in ogni altro ambiente di vita poiché l’ambiguità li fa sentire insicuri L’azione di concordare e gestire le regole, gli incentivi e le sanzioni diventa necessaria nel processo di coinvolgimento degli studenti Non esiste un progressione suggerita per l’insegnamento delle abilità sociali, ma le prime problematiche sono quelle relative alla comunicazione

  16. Insegnamento e uso abilità sociali Non è sufficiente la conoscenza astratta di una competenza perchè essa sia appresa. CONOSCENZA-ESPERIENZA-RIFLESSIONE

  17. Insegnamento e uso abilità sociali COMUNICAZIONE ASSERTIVA Cercare sempre il contatto visivo e l’attenzione completa dell’alunno. Parlare in modo pacato,chiaro, fermo e risoluto. Formulare in modo positivo una sola richiesta e richiedere la partecipazione dello studente: “Ogni volta che chiedi una cosa concludi con il per favore. Siamo d’accordo?” • Utilizzare il modo indicativo: il messaggio non deve lasciare margini di contrattazione. • Evitare di formulare il messaggio in modo negativo: non attiva la visualizzazione del comportamento corretto ma solamente di quello scorretto. • Assicurarsi di ottenere una risposta da parte del ragazzo. • Ripetere l‘invito in caso di diniego. • Rinforzare sempre il comportamento corretto.

  18. Insegnamento e uso abilità sociali • Bisogna sempre rispettare: • la discussione, Le abilità sociali si apprendono dall’osservazione, per prove ed errori, attraverso l’esperienza, cioè in modo dinamico, circolare e in continua evoluzione. • il riconoscimento • l’oggettività, • la pratica, • il rinforzo tempestivo.

  19. I quattro bisogni formativi primari dell’alunno: Insegnamento e uso abilità sociali • il bisogno di socializzazione. • il bisogno di personalizzazione. ICF • il bisogno di relazioni simmetriche. • il bisogno di relazioni complementari.

  20. Un qualche tipo di conclusione nella quale gli studenti riportino quello che hanno imparato; l’insegnante, che ha ascoltato e osservato con molta attenzione, chiarisce qualche imprecisione e aiuta i gruppi a sviluppare le loro strategie per la comparazione e l’esercizio dei ruoli. Revisione

  21. Qual è il ruolo dell’insegnante? • Definire gli obiettivi cognitivi e sociali • Formare i gruppi • Assegnare i ruoli • Organizzare gli spazi • Predisporre i materiali • Osservare e valutare • Procedere alla revisione

  22. Formare i gruppi • Non vi è una regola per la determinazione dell’ampiezza dei gruppi. • Bisognerà però tener in considerazione che: • Il gruppo dovrà essere tanto più piccolo nella misura in cui gli studenti non possiedono buone qualità comunicative. • L’aumento dell’ampiezza del gruppo fa crescere le risorse disponibili ma non incrementa in modo proporzionale il risultato. • maggiori sono le dimensioni dei gruppi e maggiori sono anche le capacità, le conoscenza, le abilità e i punti di vista disponibili. • Minore è il tempo disponibile e più piccoli dovrebbe essere il gruppo. • Più il gruppo è piccolo e più è difficile che gli studenti si “imboschino”. • Con l’aumento delle dimensioni del gruppo diminuisce l’interazione diretta e l’affiatamento. Che cosa deve saper fare un insegnante per condurre un gruppo? Quali sono le sue responsabilità? Come si formano i gruppi? Da quanti membri devono essere composti? Eterogenei: gruppi formati da membri con una diversità di risorse Piccoli: facilita l’interazione, l’assunzione di responsabilità, la collaborazione, la soluzione di problemi.

  23. Assegna i ruoli Ruoli di Compito Da“ Ladidatticainclusiva” S.A. Andrich, L. Miato, 2003 Erickson

  24. Assegna i ruoli Ruoli di Mantenimento Da“ Ladidatticainclusiva” S.A. Andrich, L. Miato, 2003 Erickson

  25. Predispone i materiali • Ogni studente ha il set completo di materiali. • Ogni gruppo ha una sola copia dei materiali. • Parte del materiale a ogni studente e parte al • gruppo nel suo insieme. • Si distribuiscono informazioni e/o materiali diversi • a ogni studente.. • si strutturano materiali così da creare una • competizione tra gruppi e poter confrontare il • livello di competenza raggiunto da ciascuno.

  26. Organizza gli spazi

  27. Cooperative learning

  28. Roberta Fantini “Non uno di meno..” introduzione al Cooperative Learning Baiso a.s. 2007/2008

  29. RUOLO DELL’INSEGNANTE: Insegnamento diretto delle competenze sociali Monitoring & Processing 1. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE: Learning Together Student Team Learning Group Investigation Structural Approach 2. “menu’ della giornata..”

  30. Cooperative Learning 1. Che cos’è il Cooperative Learning? 2. In che cosa differisce dal lavoro di gruppo tradizionale 3. Quali sono le sue caratteristiche significative? 4. Qual è il ruolo dell’insegnante?

  31. Quali le caratteristiche specifiche? Interdipendenza positiva Apprendimento Cooperativo Revisione e valutazione autentica Interazione faccia a faccia Insegnamento diretto abilità sociali Responsabilità individuale

  32. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. • FORMARE I GRUPPI • INSEGNARE LE COMPETENZE SOCIALI • OSSERVARE E VALUTARE • PROCEDERE ALLA REVISIONE

  33. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. • INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI • Suscitare la motivazione • Descrivere in modo OGGETTIVO, • SPECIFICO e OSSERVABILE i • comportamenti che esprimono la competenza • Descrivere gli aspetti verbali e non verbali • della competenza

  34. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. • INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI • Usare il modellamento, il role playing o simulazione di ruolo. • Presentare situazioni problema che richiedono l’uso e l’applicazione della competenza. • Fornire un feedback. • Operare una revisione metacognitiva rinforzando i comportamenti desiderati e ignorando/correggendo quelli inopportuni. • Generalizzare gli apprendimenti.

  35. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. • INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI Strutturazione di una carta T

  36. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. • INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI Strutturazione di una carta T

  37. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. • INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI Strutturazione di una carta T I comportamenti elencati devono essere espressi SPECIFICO, OGGETTIVO e OSSERVABILE, cioè non facciano riferimento a stati d’animo o pensieri personali.

  38. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. • INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI Strutturazione di una carta T

  39. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. • OSSERVAZIONE Competenze sociali da osservare Tecnica di Osservazione Strutturata Non Strutturata Scheda: mira a rilevare soggetti e comportamenti bene definiti Libera: mira a rilevare elementi più significativi di un gruppo.

  40. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. OSSERVAZIONE • CHE COSA OSSERVARE? • Punti di partenza. • Punti di arrivo. • Processi educativi e didattici attivati. • Difficoltà incontrate. • Interventi compensativi attuati. • Disponibilità ad apprendere. • Maturazione del senso di sé. • REGOLE PER OSSERVARE • REGOLARITA’ • DOCUMENTAZIONE • CONCRETEZZA

  41. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. OSSERVAZIONE

  42. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. OSSERVAZIONE

  43. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. OSSERVAZIONE

  44. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. • OSSERVAZIONE GIORNALE DI BORDO Circostante di osservazione ____________________ Luogo di osservazione _________________________ Modalità di attuazione dell’attività _______________ Durata ______________________________________ Materiali usati ________________________________ Composizione del gruppo _______________________ Criteri di costruzione del gruppo _________________

  45. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. Processing: Revisione 2 modalità: • Utilizzando i dati dell’osservatore • Discussione collettiva Obiettivi: Migliorare il lavoro dei membri del gruppo Rinforzare l’impegno

  46. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. Processing: Riflessione Quanto e’ stato difficile lavorare nel gruppo? Hai capito esattamente quello che doveva fare il gruppo? Che abilità pensi fossero importanti per poter affrontare un buon lavoro ? Quanti studenti hanno ascoltato le idee gli uni degli altri? Chi ha parlato più di tutti nel tuo gruppo oggi? Cosa hai apprezzato di più nel lavoro di gruppo? Quali difficoltà hai incontrato? Come sono stati svolti i ruoli assegnati? Favorire la riflessione individuale sul lavoro di gruppo

  47. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE 2. Le domande fondamentali per scegliere la tecnica più appropriata: 1. Che tipo di sviluppo cognitivo intendo promuovere? 2. Che tipo di sviluppo sociale intendo promuovere? 3. In che momento della lezione è più opportuno inserire il lavoro di gruppo? 4. Che prerequisiti devono possedere gli alunni per raggiungere gli obiettivi fissati?

  48. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE 2. • Tutti gli studiosi sono d’accordo nel sostenere che gli studenti: • Devono sviluppare la motivazione ed essere forniti dell’opportunità di aiutarsi reciprocamente • 2. Devono sviluppare la convinzione e la sensazione che sono loro i responsabili del gruppo. • 3. Devono acquisire le competenze sociali necessarie per un lavoro cooperativo efficace

  49. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE 2. • Esistono differenti approcci al • metodo e in particolare si distinguono: • Lo Structural Approach, Kagan (1992,1994); • Il Learning Together, Johnson.(1975,1984); • Lo Student Team Learning, Slavin (1978, 1986); • Il Group Investigation ,Y. Sharan e S. Sharan (1976, 1994); • La Complex Instruction, E. Cohen (1986, 1994).

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