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COMMISSIONE POLITICHE SOCIALI

COMMISSIONE POLITICHE SOCIALI. Crema, 27 Giugno 2013. PREMESSA. Distinzione tra attività di «programmazione» delle politiche sociali territoriali e attività di «gestione» dei servizi sociali;

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COMMISSIONE POLITICHE SOCIALI

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Presentation Transcript


  1. COMMISSIONE POLITICHE SOCIALI Crema, 27 Giugno 2013

  2. PREMESSA • Distinzione tra attività di «programmazione» delle politiche sociali territoriali e attività di «gestione» dei servizi sociali; • Assemblea dei Sindaci (organismo politico) e Ufficio di Piano (organismo tecnico), soggetti deputati alla programmazione; • Comunità Sociale Cremasca soggetto preposto alla gestione (ente strumentale – contratto di servizio); • Solo parte dei servizi sono delegati alla gestione di CSC (es.TM e SIL) mentre altri sono gestiti direttamente dai Comuni o da questi delegati a soggetti del Terzo Settore; • Processo di riordino territoriale legato ai nuovi obblighi associativi definiti dalle normative del periodo 2010-2012

  3. PREMESSA Nella tabella seguente si riporta il trend dei fondi istituzionali che descrive il contesto finanziario

  4. E’ stato conseguito l’obiettivo di favorire le politiche di integrazione territoriale e di solidarietà finanziaria degli enti consorziati, oltre all’ottimizzazione degli interventi secondo i criteri di efficienza, efficacia e qualità? • La gestione associata ha consentito il raggiungimento degli obiettivi sopra descritti. In particolare si considerino Tutela Minori e Inserimento Lavorativo per i quali l’accesso alle prestazioni è stato ampliato a livello distrettuale utilizzando competenze e professionalità di equipe appositamente dedicate in grado di fornire un buon livello qualitativo di prestazioni complesse. • Nonostante la progressiva riduzione dei fondi istituzionali, la solidarietà tra Comuni garantisce l’effettuazione di interventi capillari nel territorio (circa il 75% dei Comuni sotto i 5.000ab.). • Gestione unitaria dei fondi a livello distrettuale (budget unico) consente una efficace programmazione di interventi in linea con i bisogni del territorio ed un abbattimento uniforme dei costi di alcuni servizi (Rette TM e Borse Lavoro -50%) rendendoli maggiormente sostenibili • In fase di elaborazione un percorso di progressivo rafforzamento della collaborazione istituzionale e gestionale rispetto ad una serie di servizi (SAD – SAP – Accordo disabilità) che possa garantire un accesso omogeneo alle prestazioni da parte degli utenti dell’intero territorio.

  5. E’ stato conseguito l’obiettivo di favorire le politiche di integrazione territoriale e di solidarietà finanziaria degli enti consorziati, oltre all’ottimizzazione degli interventi secondo i criteri di efficienza, efficacia e qualità? • Il puro costo gestionale delle attività di Comunità Sociale Cremasca si aggira intorno al 5% complessivo dell’intero bilancio (il grafico successivo è ripreso dalla relazione di consuntivo 2012 e rappresenta la ripartizione del 5,37% del puro costo gestionale) • Gestione CDD Via Desti

  6. E’ stato conseguito l’obiettivo di favorire le politiche di integrazione territoriale e di solidarietà finanziaria degli enti consorziati, oltre all’ottimizzazione degli interventi secondo i criteri di efficienza, efficacia e qualità? • Necessità di maggiore integrazione tra servizi distrettuali e servizi territoriali necessaria per evitare la «presa in carico» di molte situazioni potenzialmente gestibili in sede preventiva (Tutela Minori); • Comunità Sociale Cremasca seleziona soggetti erogatori di servizi attraverso procedure di accreditamento al fine di selezionare gestori in grado di fornire prestazioni di qualità (ultime due domande)

  7. Quali programmi per migliorare la gestione associata ed integrata dei servizi alla persona tenendo conto delle esigenze e domanda a livello territoriale • E’ stato avviato un percorso di riorganizzazione distrettuale dei servizi volto a ridisegnare il modello di welfare territoriale per governare e non subire il «cambiamento» imposto dai vincoli esterni (contrazione risorse – obbligatorietà dell’associazionismo delle funzioni fondamentali dei Comuni polvere) e da nuovi bisogni e nuove povertà (lavoro, casa, giovani) • Riqualificazione del lavoro sociale (segretariato sociale, presa in carico, lavoro di comunità, lavoro amministrativo) • Elaborazione di una proposta strutturata da parte di un Gruppo di lavoro congiunto tecnici – amministratori specificatamente individuato; • Ridefinizione dei rapporti Comuni – Comunità Sociale Cremasca e valorizzazione opportunità legate alla gestione attraverso a.s.c. (esclusione patto di stabilità, non riparto delle spese di personale sui Comuni). • Incontro del 9 luglio p.v.

  8. Comunità è riuscita a favorire la partecipazione attiva degli utenti e delle associazioni, come previsto dallo statuto, sulla distribuzione e gradimento dei servizi del territorio • Utenti e Associazioni sono stati coinvolti in questi anni sia in sede programmatoria (Ufficio di Piano) sia in sede gestionale (CSC – Tavoli di lavoro su specifiche progettualità). • Esempi sono progetto ORMA, Affidi CARIPLO, Progetti specifici elaborati con associazioni del territorio (Orti Sociali, ASD No Limits). Ruolo importante dell’ufficio di progettazione CSC che opera a favore di iniziative e progettualità con ricaduta distrettuale. • In sede di accreditamento è richiesta la presentazione di «Customer Satisfaction» per le attività svolte. • Prospettiva di sviluppo Customer utenti attraverso Cartella Sociale. Processo più complesso per via del target di riferimento

  9. E’ possibile tracciare un bilancio sugli interventi di promozione e orientamento aventi la finalità di favorire l’integrazione e il diritto di cittadinanza dei migranti • Nell’ambito degli obiettivi e degli indirizzi fissati dall’Assemblea dei Sindaci, Comunità Sociale Cremasca opera interventi di mediazione culturale a supporto dei Comuni del territorio anche attraverso integrazione di risorse rese disponibili dalla Provincia. • Dallo scorso anno si è rafforzata la collaborazione con il Terzo Settore per estendere la sfera di attività di mediazione a Scuole e altre Istituzioni locali al fine di creare un sistema integrato più consono alle esigenze di integrazione ed ai bisogni degli utenti. • Le nuove politiche di integrazione evitano interventi settoriali; a livello tecnico si ragiona su progetti complessivi (es. politiche giovanili con «leva civica» volontariato e giovani 23-30 anni esperienze in realtà imprenditoriali)

  10. Quali iniziative per migliorare l’assistenza alle persone anziane, in particolare a quelle non autosufficienti e alle persone con disabilità In questi anni sono stati garantiti interventi significativi in un contesto di contrazione delle risorse (FNA in particolare). ANZIANI: • Buoni sollievo caregivers; • Buoni Assistenti Familiari – Sportello ACLI; • Voucher SAD; • Accreditamenti SAD; • Gestione liste RSA; • Telesoccorso;

  11. Quali iniziative per migliorare l’assistenza alle persone anziane, in particolare a quelle non autosufficienti e alle persone con disabilità DISABILI • Buoni sociali disabili gravi; • Attività integrative disabili; • Accreditamento servizi per disabili • Gestione rete disabilità (CSE – CDD – SFA) con presidio di CSC • Gestione CDD di Crema

  12. Quali iniziative per migliorare l’assistenza alle persone anziane, in particolare a quelle non autosufficienti e alle persone con disabilità Negli ultimi anni è stata potenziata anche l’azione di integrazione socio-sanitaria: • Progetti di integrazione ADI-SAD; • Progetti di integrazione nell’area disabilità (minori disabili); • Strutturazione del CEAD territoriale (valutazioni integrate per soggetti con bisogni complessi); • Protocollo continuità assistenziale (ASL – AO – Comuni – TS); • Cartella sociale come strumento di integrazione;

  13. Per l’affido dei minori, vi sono iniziative per il contenimento delle tariffe, erogate ad alcune associazioni Nel corso del 2011 Comunità Sociale Cremasca ha avviato una politica generale di contenimento delle tariffe per tutte le strutture adibite all’accoglienza di minori collocati con provvedimento dell’A.G.

  14. Per l’affido dei minori, vi sono iniziative per il contenimento delle tariffe, erogate ad alcune associazioni

  15. Per l’affido dei minori, vi sono iniziative per il contenimento delle tariffe, erogate ad alcune associazioni Nel corso del 2012 Comunità Sociale Cremasca ha predisposto una specifica convezione sottoposta agli enti gestori avente alcuni obiettivi prioritari: • Maggiore condivisione delle scelte progettuali legate ai minori collocati (es. dimissioni dalle strutture) • Possibilità di effettuare maggiori controlli sul buon funzionamento delle strutture (anche di quelle non accreditate); • Blocco tariffe per il biennio 2013-2014

  16. Per l’affido dei minori, vi sono iniziative per il contenimento delle tariffe, erogate ad alcune associazioni

  17. Quali iniziative per aumentare sia il numero delle associazioni che delle famiglie affidatarie verificando anche opportunità fuori dal territorio Con riferimento all’affido: • Il progetto CARIPLO 2010-2013 (terminato lo scorso 1 maggio) ha consentito una diffusione capillare delle informazioni ed una promozione di tale istituto. • Il progetto ha portato alla costituzione di un gruppo di circa 20 famiglie affidatarie + iniziative con le scuole di Crema. • Progetto «Borse affidabili»; • Strutturazione Equipe affidi interna a CSC; • Sono in campo iniziative per la promozione dell’affido con associazioni e famiglie (es. giornata per l’affido). • Continuazione finanziamento CARIPLO?

  18. Investimenti sul personale «affidi» – Tempi – Dotazione organica attuale – Tavolo di programmazione • Contesto di tensione tra bisogni e risorse (mancanza di bilancio preventivo) • AS: 18h/sett. – Psicologa: 10h/sett – Educatore – 12h/sett(contratti indeterminati per AS e Educatore, rapporto di collaborazione per Psicologa) • Quadro di incertezza rende difficili previsioni in termini di potenziamento organico. Maggiore stabilità dalla fine 2012 con assunzione Educatore • Tavolo di programmazione: concordato con la sede programmatoria.

  19. Quali iniziative per aumentare sia il numero delle associazioni che delle famiglie affidatarie verificando anche opportunità fuori dal territorio Con riferimento alle strutture di accoglienza comunitarie: • Vengono già utilizzate strutture non ubicate sul territorio; • Costante ricerca di strutture adeguate all’accoglienza (non tutte le comunità sono attrezzate per gestire i medesimi bisogni); • La domanda di collocamento supera l’offerta di posti adeguati disponibili; • Gli interventi debbono conciliare i bisogni degli utenti ed il contenimento della spesa - non sempre vi sono posti disponibili a costi contenuti – (es. SES e priorità strutture convenzionate); • Non tutte le strutture sono accreditate (la procedura è attiva da meno di un anno);

  20. Quali interventi di supporto economico e sociale sono previsti per le famiglie che attraversano una fase di difficoltà che non richieda l’allontanamento dei minori. • Comunità Sociale Cremasca, sulla base degli indirizzi stabiliti dai Sindaci, gestisce alcuni titoli sociali il cui accesso avviene attraverso la presentazione di specifiche progettualità sottoposte al vaglio di una Commissione distrettuale che agisce in base a requisiti fissati dal distretto (Buoni sociali famiglie con minori – Ex ONMI) • Gli interventi di carattere preventivo (es. ADM) sono gestiti direttamente dai Comuni e non delegati a CSC; l’Equipe TM, se richiesto dai servizi territoriali e laddove ve ne siano le condizioni fornisce un supporto finalizzato ad evitare eventuali «prese in carico» • L’allontanamento dei minori avviene sulla base di una decretazione dell’Autorità Giudiziaria.

  21. Si pensa alla possibilità dell’affido contemporaneo di mamma e bambino, per sperimentare un nuovo rapporto affettivo in un contesto familiare stabile • Sono presenti esperienze di Comunità Famigliari che per standard regionali possono contare al massimo 10 posti (Ass. Fraternità – Colbert – Ass. Papa Giovanni) che strutturano interventi di supporto con apposito personale per l’accompagnamento di mamma + bambino verso progetti di autonomia. • L’affidamento di mamma + bambino ad un’altra famiglia non è contemplata nel novero delle esperienze territoriali ma anche di quelli limitrofi. Tale azione non sarebbe consona allo spirito della L.184 (che riferisce di affidamento del minore) e in aggiunta alle famiglie sarebbero richieste competenze ulteriori rispetto alla capacità genitoriale che in sede di selezione per l’affido non sono richieste.

  22. Accanto a forme di affido a tempo pieno sono stati sperimentati percorsi innovativi che rispondano alle differenti disponibilità di chi vuole dedicarsi all’accoglienza e volontariato famigliare (part-time, fine settimana) • L’affido part-time è uno strumento potenzialmente utile a fini preventivi per evitare la «presa in carico» al servizio TM. Stiamo valutando la possibilità di promuovere questo tipo di iniziativa. Rimane il problema delle risorse a disposizione dei singoli Comuni titolati ad intervenire in materia. • Sono estremamente contenute tali esperienze nella fase post-decreto in quanto di difficile attuazione sia per la problematicità degli stessi casi che giungono al servizio TM sia per la difficoltà nel trovare risorse disponibili a questo tipo di progettualità.

  23. E’ possibile avere indicazioni circa il costo a carico della collettività per ogni minore seguito da CSC in rapporto al servizio che lo prende in carico (comunità, casa famiglia, famiglia affidataria)

  24. E’ possibile avere indicazioni circa il costo a carico della collettività per ogni minore seguito da CSC in rapporto al servizio che lo prende in carico (comunità, casa famiglia, famiglia affidataria)

  25. E’ possibile avere indicazioni circa il costo a carico della collettività per ogni minore seguito da CSC in rapporto al servizio che lo prende in carico (comunità, casa famiglia, famiglia affidataria)

  26. Dato che sia per ragioni di costo che per ragioni di qualità dell’ambiente fornito al minore, la famiglia affidataria risulta essere spesso una scelta vantaggiosa, quali strategie vengono attuate per favorire tale forma di collocamento del minore • CSC opera in piena linea con quanto previsto dalla legislazione vigente in materia di affidi rispetto al diritto da garantire a ciascun minore di crescere in una famiglia. Abbiamo investito sull’Equipe «affidi» per valutare e accompagnare la famiglia nel progetto sul minore. • Esistono casi in cui come primo intervento questo non è possibile (situazione problematica del minore, in genere adolescenti)

  27. E’ possibile sapere l’entità del contributo erogato, a parità di disagio, alle famiglie affidatarie dell’Associazione «Fraternità», della Comunità «Papa Giovanni» o delle famiglie affidatarie del Comune? Se esistono differenze a cosa sono dovute? • Per i contributi agli «affidi potenziati» vedere tabella riferita ai costi dei collocamenti. Variano a seconda dei casi in questione; • Per le famiglie affidatarie la quota indicativamente stabilita a livello distrettuale è pari a circa €. 400 mensili; • Gli «affidi potenziati» mettono a disposizione personale professionale (psicologi, educatori) di supporto alla gestione; • A volte gli affidi potenziati non sono scelti ma sono obbligati dalla indisponibilità di risorse famigliari.

  28. Oltre alla verifica iniziale del possesso dei criteri di accreditamento da parte dei Servizi, sono pianificate anche delle verifiche di controllo successive del mantenimento degli stessi? Oltre alla verifica della documentazione presentata, vengono effettuati anche dei controlli in loco? Se tali controlli sono effettuati, essi sono pianificati o «a sorpresa»? • Viene effettuata attività di vigilanza direttamente sul posto sia dei requisiti soggettivi che strutturali. In genere le verifiche sono concordate con la struttura accreditata ma è capitato che si facessero controlli non pianificati. • Esercizio al funzionamento: vigilanza ASL a sorpresa con invio prescrizioni a CSC • Per quanto concerne la convenzione stipulata con le Comunità per Minori (anche non accreditate), essa prevede la possibilità di controlli a sorpresa rispetto al buon funzionamento della struttura e del progetto educativo

  29. I criteri di accreditamento dei servizi prevedono la formulazione di un Piano di Intervento Individualizzato. In che modo CSC controlla il regolare adempimento da parte dei Servizi di questa prescrizione? • Per i servizi accreditati gli enti fanno progetti che l’AS territoriale inserisce in cartella sociale. • CSC effettua controlli a campione sui PAI ma la titolarità della competenza è sempre dell’AS comunale che è tenuta a segnalare a CSC eventuali anomalie.

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