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Progetto Prevenzione Dipendenze 2012 ITIS Magistri Cumacini

Progetto Prevenzione Dipendenze 2012 ITIS Magistri Cumacini. Associazione Centro Studi Sinergie - Ass. Soc. Valeria Auteri. Per riflettere sulla prevenzione.

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Progetto Prevenzione Dipendenze 2012 ITIS Magistri Cumacini

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Presentation Transcript


  1. Progetto Prevenzione Dipendenze 2012 ITIS Magistri Cumacini Associazione Centro Studi Sinergie - Ass. Soc. Valeria Auteri

  2. Per riflettere sulla prevenzione Probabilmente, quando si affronta in termini di prevenzione l’argomento delle dipendenze problematiche, si è facilmente tentati di considerare l’argomento estraneo o alieno alla realtà familiare e quotidiana. Vi è una sorta di rimozione di fronte a temi complessi e preoccupanti, che ci impediscono la riflessione e lo sguardo consapevole. Il genitore impaurito può essere disarmato, il genitore prevenuto può essere colui che allena pensieri, emotività e strategie per contenere o frenare l’insorgenza di un comportamento problematico nel proprio figlio.

  3. LA PREVENZIONE NON E’ SOLO INFORMAZIONE…ANCHE SE FOSSE FATTA NEL MIGLIORE DEI MODI… Attivare l’attenzione verso segnali predittivi segni di disequilibrio LA RELAZIONE CON IL FIGLIO Costruirsi una STRATEGIA EDUCATIVA • La conoscenza dei comportamenti e degli effetti di tali dipendenze non è sufficiente a garantire protezione. Si tratta di essere attivi, e attenti, nel riconoscimento di segnali (segnali predittivi) che possono manifestare anzitempo (pre-dire) un malessere , la rottura di un equilibrio, pur precario, che gli adolescenti si costruiscono lentamente . • Tali segni (segnali) sono percepibili all’interno di una RELAZIONE con i ragazzi, che pur modificandosi nel tempo, continua a mantenere in collegamento il mondo dei genitori e quello dei figli. • Costruirsi una strategia educativa significa riflettere e progettare modalità di ascolto e di interazione con quel figlio (in particolare, non in generale…) in modo da poterlo rendere (per le sue specifiche caratteristiche) un futuro adulto sufficientemente capace e competente a prendersi cura di sé.

  4. Compiti evolutivi • Fronte del cambiamento organico-biologico • Fronte del cambiamento psichico • Fronte dell’apprendimento cognitivo-formativo • Fronte dell’appartenenza al gruppo Limiti-regole trasgressione

  5. I ragazzi, mentre attraversano l’adolescenza, sono caricati di una serie di compiti evolutivi psico-fisici, una sorta di ‘doveri’ da affrontare necessariamente per abbandonare il ‘mondo-bambino’ e avvicinarsi al ‘mondo-adulto’. • Il primo e più evidente ambito di cambiamento è il corpo, anche se variano i tempi e le modalità per ciascuno. Ciò rende molto diversa la percezione che ciascun ragazzo ha di se stesso, delle proprie dimensioni fisiche, della maturazione sessuale. • Questa modificazione da bambini a ‘futuri uomini/donne’ rende differente da prima il mondo emotivo e interno (come mi sento, cosa non sopporto, cosa vorrei…) • Negli anni dell’adolescenza tutti i ragazzi sono inoltre chiamati ad affrontare la formazione scolastica o professionale e quindi a confrontarsi continuamente con i risultati della propria preparazione, della propria abilità, della propria intelligenza. • Inoltre l’ambito di paragone e di identificazione (a chi vorrò assomigliare) precedente (i genitori) viene accantonato e il ragazzo guarda e si confronta con coloro che gli somigliano per interessi e vicinanza psicoaffettiva (gruppo dei pari) • Questo lavorio interno comporta che il ragazzo si senta spinto a tentare il più possibile di varcare i limiti precedentemente presenti nella sua vita e proposti dagli adulti. Inizia a farsi continuamente urgente il desiderio di trasgredire, per muovere i confini e regole degli adulti, che si trovano più di prima a fronteggiare le pressioni e a utilizzare una continua negoziazione con i ragazzi su quel che si può o non si può fare.

  6. La vita degli adolescenti dovrebbe essere connotata non dalla rassegnazione, dalla monotonia ma dal rischio, inteso come affrontare scelte cruciali, incroci nuovi, ipotesi di fallimento o successo. • Questo movimento è assolutamente evolutivo per chi si domanda: Cosa sarò da grande? Dove non ce la faccio? Come posso cambiare i miei limiti? Come mi vedono gli altri?

  7. Perché si perde la misura, il limite, il confine ? • Data la tipicità e la peculiarità delle nuove dipendenze patologiche che derivano dall’uso –abuso smodato di comportamenti che fanno parte del quotidiano, anche nel mondo adulto, è bene domandarsi perché e quando si perde il senso del confine e del limite. • Ci sono una serie di caratteristiche personali di ciascun ragazzo che possono in parte favorire tale caduta nella dipendenza. • Ci sono anche dei fattori ambientali dove i ragazzi vivono e che possono contribuire a fare da protezione.

  8. FATTORI NON PROTETTIVI Ambientali Problematiche familiari gravi o negate Scuole repressive/ ghetti Adulti parificati Affiliazione a gruppi marginali Contesti “Non luoghi” Marginalità di classe Piazze / strade FATTORI PROTETTIVI Ambientali • Famiglia sufficientemente armonica • Scuola autorevole • Adulti significativi • Rete amicale ‘sana’ Contesti • Luoghi aggregativi finalizzati • Gruppi sportivi • Gruppo classe • Luoghi formativi hobby

  9. Adulti significativi: coloro che sono referenti del senso delle cose, che ascoltano, che sono presenti, che presidiano il tempo che passa • Scuola autorevole: scuola che propone contenuti didattici sensati,che verifica il contenitore educativo, che sa dare gratificazioni e offrire obiettivi • Scuola repressiva: scuola ghetto, che deve solo combattere la devianza, che punisce, che svilisce, che raccatta ‘i resti’ • Adulti parificati: coloro che funzionano come coetanei, che non reggono le diversità generazionali, che fanno ‘gli amici’ • Gruppi marginali: il cui destino è già segnato, connotati come diversi e a-sociali, che stanno ai confini delle iniziative, che emergono solo nella distruttività verso sé e verso gli altri • Non luoghi: posti nati per altri servizi, senza storia, non veicolano appartenenza, non sono finalizzati

  10. IL CONTESTO La sociologia, che tenta di osservare con sguardo critico e spiegare il modo di vivere delle nostre aggregazioni sociali, oggi racconta la nostra società come lo spazio delle relazioni in cui: • Si sostiene il desiderio dei singoli di soddisfare solo se stessi • È faticoso tenere il desiderio (attendere e posticipare un’azione) • Il futuro è difficile da prevedere, perché non è certo su cosa e su chi si possa contare (società impalpabile, ‘liquida’) • E’ meglio spingere l’autoaffermazione dei singoli senza regole • È più difficile costruirsi una identità per tappe evolutive: si fanno brevi percorsi che poi si smontano e si ricomincia da capo

  11. Queste connotazioni della società attuale hanno un effetto sul tipo di relazioni che tutti instauriamo con gli altri e sul tipo di percezione che ognuno ha di sé. La richiesta di una rapida prestazione induce a semplificare i contatti e i contenuti, a utilizzare medium (stare in mezzo tra…) , a improvvisare, a stare sulla superficie • L’utilizzo di Sms – Messangers - chat – riesce a soddisfare con poca spesa (anche emotiva…) il desiderio di benessere e di appagamento, di avere amici, di fare incontri, e nel caso di Playstation- Xbox… di vincere, di saper fare, di sperimentare rischi e lotte. • Ci sono oggi molti NON LUOGHI esistenti solo nel virtuale comunicativo dove nessuno si vede e si incontra realmente, ma tutti hanno l’idea di cercarsi e di stare insieme. “Facebook ti aiuta a mantenere e condividere i contatti con le persone della tua vita”

  12. I genitori che durante l’infanzia dei loro figli erano occupati nella cura e nella protezione >Possono temere di perdere l’affetto e diventano dei pari >Oppure temere di perdere il controllo , e diventano dei detective Oppure… al timone • Per guidare • Per indicare • Per contenere • Per accompagnare • Per ascoltare

  13. Essere genitori non è solo la conseguenza naturale dell’avere dei figli. Non è nemmeno accudirli, cambiarli lavarli, portarli a scuola RESPONSABILITA =rispondere con abilità una abilità è creare uno spazio dentro di sé… si potrebbe sostenere a ragion veduta, che essere genitori E’ UNO STATO DELLA MENTE Avere un figlio significa che, dalla sua nascita in avanti, uno spazio della mente del genitore è continuamente riempito della sua presenza

  14. Tenere il filo……………. • Rimanere nella dipendenza sana genitore/figlio, avere un riferimento certo da cui tornare, che rassicura , che orienta • Rimanere nel filo della relazione dove il genitore chiede:come stai? Cosa mi dici di te? Cosa capisco che non puoi dirmi? In cosa possa aiutarti? • Rimanere nel filo del controllo: cosa so di te? Mi fido-verifico-mi fido? So dove vai nel mondo reale e in quello virtuale? • Rimanere nel filo delle proposte: quali luoghi offriamo per socializzare, fare sport, incontrarsi, divertirsi, come spendiamo i nostri soldi per offrire loro ‘interessi che fanno evolvere’? Quali esperienze reali , vive e vitali proponiamo? • Rimanere nel filo del tempo: quanto tempo dedica mio figlio a…? Quali orari? Quali ripetitività? C’è un tempo per fare insieme alcune cose?

  15. «A mio avviso il compito più importante del genitore è imparare a intuire con il sentimento il senso che possono avere le cose per suo figlio e comportarsi di conseguenza; in questo modo farà ciò che è più utile per entrambi e inoltre renderà più profondo e positivo il loro rapporto. Il modo migliore per riuscirci…è richiamare alla memoria che cosa aveva significato per noi da bambini una situazione analoga e per quali motivi, e pensare a come avremmo voluto, allora, che i nostri genitori gestissero la situazione. In tal modo useremo creativamente le nostre esperienze di vita che acquisteranno un nuovo e più profondo significato via via che le richiamiamo alla mente, alla luce del nostro essere oggi genitori. Perché educare i figli è un’impresa creativa, Un’arte più che una scienza.» B. Bettelheim

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