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Appunti di morfologia botanica

Appunti di morfologia botanica. Gli organismi viventi.

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  1. Appunti di morfologia botanica Gli organismi viventi • Aristotele, nel IV secolo A.C. aveva suddiviso gli " Organismi viventi" in due regni: Animali e Piante. Solamente nel 1735 Carlo Linneo pubblicava "Systema naturae" proponendo una suddivisione in categorie (Regno, Classe, Ordine, Famiglia, Genere e Specie).Il naturalista svedese prevedeva sempre due suddivisioni, vegetali e animali. I primi erano rappresentati da organismi fissi sul terreno, in grado di compiere la fotosintesi e altri organismi unicellulari come batteri, alghe e funghi (organismi autotrofi). Degli animali facevano parte organismi capaci di movimento (organismi eterotrofi) compresi anche i Protozoi.L’avvento della microscopia, in particolare la microscopia elettronica ha rivoluzionato questa suddivisione tanto che nel 1959 veniva proposta da Whittaker una suddivisione in 5 Regni: • Animalia, comprendente organismi eucarioti pluricellulari eterotrofi che si nutrono introducendo sostanze alimentari in un tubo digerente in cui avviene la loro demolizione e digestione (ingestione) • Plantae, comprendente organismi eucarioti pluricellulari autotrofi che si nutrono per mezzo della fotosintesi; • Fungi, comprendente organismi eucarioti pluricellulari eterotrofi che si nutrono per assorbimento (ossia mediante il passaggio diretto delle sostanze attraverso la membrana cellulare); • Protista, comprendente organismi eucarioti unicellulari; • Monera, comprendente i procarioti, ossia archeobatteri, batteri e cianobatteri (alghe azzurre).

  2. Gli organismi vegetali • Il mondo vegetale come ogni organismo vivente è costituito da cellule e sulla base della loro organizzazione è possibile suddividerlo in due grandi gruppi: • Le "Tallofite" o Piante non vascolari", vegetali con organizzazione del corpo "a tallo", cioè dotate di una struttura vegetativa semplice (Alghe, Briofite, Epatiche e Muschi. • Le "Cormofite" o Piante vascolari, piante con organizzazione del corpo "a cormo", caratterizzate dalla presenza di organi specializzati (radice, fusto e foglie).Sono cormofite le pteridofite (Felci), le gimnosperme e le angiosperme.

  3. SCHEMA DI SUDDIVISIONE DELLE SPERMATOFITE

  4. Appunti di Sistematica vegetale SistematicaQuesta scheda esplicativa riguarda la sistematica fino alla Classe e comprende la quasi totalità della Divisione Magnoliophyta (Angiosperme), le cosidette "piante a fiori".Valida per tutte le piante, tranne Felci, Muschi, Licheni

  5. Lo schema è tratto dalla nuova nomenclatura botanica codificata e approvata a Tokio nel 1994 art.1(Code of Botanical Nomenclature).Il Super-regno o Dominio EUKARYOTA o Eukaria (eucariota) comprende organismi formati da cellule con un vero nucleo racchiuso da una membrana e contenente il DNA; il nucleo è circondato dal citoplasma che contiene diversi organuli deputati a varie funzioni, il tutto racchiuso da una membrana citoplasmatica.Sulla base della suddivisione in 5 Regni, proposta da Whittaker nel 1959, gli "Organismi viventi" costituisco i regni: Monera, Protista, Plantae, Fungi, Animalia.Regno Plantae (Piante):nella nuova sistematica è la voce che comprende gli organismi viventi pluricellulari autotrofi, cioè capaci, mediante la fotosintesi clorofilliana, di procurarsi l'alimentazione tramite l'aria atmosferica, sali minerali disciolti in acqua e la luce solare. • Sottoregno Tracheophyta (Tracheofita) o anche Tracheobionta, Cormophyta • Superdivisione Spermatophyta (Spermatofita) o anche Phanerogamae (Fanerogame) o Antophyta (Antofita):comprende gli organismi vegetali vascolari(trachee o tracheidi), cioè che hanno tessuti adatti a trasportare la linfa grezza da un apparato radicale(radici) attraverso un fusto e un apparato fogliare (foglie) da cui discende la linfa elaborata dalla fotosintesi a tutti i tessuti.La superdivisione indica che si tratta di piante che producono semi per la riproduzione.

  6. Divisione o Phylum (Tipo) Pinophyta (Pinofita) o Gymnospermae (Gimnosperme):indica una categoria di vegetali quasi sempre arboree o arbustive (alcune Gnetales sono di tipo lianoso), che hanno ovoli nudi cioè non protetti da un ovario come nelle Angiosperme e di conseguenza esposti al polline che li feconda direttamente. Gli sporofilli sono raggruppati in formazioni chiamate strobili o coni. La fecondazione è anemofila (tramite il vento)Sono anche caratterizzate dalla formazione di legno di tipo omoxilo(non differenziato in alburno e duramen).Le Pinophyta sono molto più antiche delle Magnoliophyta(Angiosperme), risalgono dal Paleozoico (230-600 milioni di anni fa), ma il loro massimo sviluppo si è avuto forse, durante i periodi Carbonifero e Permiano dai 230 ai 350 milioni di anni fa. • Divisione o Phylum (Tipo) Magnoliophyta (Magnoliofita) o Angiospermae (Angiosperme), • Sottodivisione Magnoliophytina o Angiospermatophytina, • Classe Magnoliopsida o Dicotyledones (Dicotiledoni), • Classe Liliopsida o Monocotyledones (Monocotiledoni)raggruppa le piante provviste di un fiore vero che, con l'ovario che è parte del pistillo, protegge gli ovuli dalle avversità, aggressioni e dalla disidratazione, in più il pistillo tramite barriere, contribuisce al controllo della qualità del polline e lo stigma crea un ambiente ideale per la germinazione del granulo pollinico.Il legno secondario è eteroxilo, cioè si divide in alburno e duramen, tranne in alcuni casi della sottocl. Magnoliidae.Le Magnoliophyta pare siano comparse circa 200 milioni di anni più tardi delle Gimnosperme e cioè nel Cretaceo, circa 130 milioni di anni fa quando il clima si fece caldo umido aumentando e favorendo il meccanismo di speciazione in rapido aumento anche dovuto ai veloci cambiamenti climatici che le Angiosperme più ben organizzate, hanno potuto irradiarsi ed affermarsi a spese di molte specie esistenti a quel tempo. Hanno tuttora, una grande capacità di adattamento a condizioni estreme, superiore alle Gimnosperme. Contano nel mondo, circa 350.000 specie, circa 13.000 generi e circa 500 famiglie.Le Dicotiledoni si differenziano per avere già nel seme due foglie primordiali attaccate all'embrione, che alla germinazione fotosintetizzanoLe Dicotiledoni legnose vengono normalmente chiamate Latifoglie e sono circa 60.000 specie.Le Monocotiledoni sono generalmente erbacee e il seme contiene una foglia primordiale attaccata all'embrione.

  7. La radice • La radice è la parte del cormo che deriva dallo sviluppo del polo radicale dell'embrione e cresce normalmente in direzione inversa a quella del caule, introducendosi e radicandosi profondamente nel substrato.La forma, la struttura e le dimensioni sono in stretto rapporto con le sue funzioni e variano in relazione all'ambiente in cui la radice si sviluppa, si hanno così diversi tipi di radice:Primarie o principali sono le prime radici che si sviluppano dal seme.Di secondo, terzo…ecc. ordine, sono quelle che si originano dalla ramificazione della radice primaria

  8. Funzioni della radice • Assorbimento: di acqua e sali minerali in essa disciolti assicurando un continuo approvvigionamento idrico necessario alla crescita e sopravvivenza della pianta. • Ancoraggio: sostiene e mantiene la pianta attaccata al terreno • Riserva : è il principale organo di riserva della pianta in quanto è formata soprattutto da parenchime di riserva • Produzione di ormoni

  9. Composizione della radiceLe radici sono composte da tre tipi di tessuto: • l'epidermide, che è lo strato più esterno, che presenta una zona apicale liscia e glabra rivestita da una sottile guaina protettiva detta pileoriza o cuffia che con l'accrescimento della radice si sfalda e libera una sostanza lubrificante che favorisce la sua penetrazione nel terreno.Al disotto ed internamente alla cuffia si trova l'apice radicale che è costituito da cellule meristematiche, capaci cioè di moltiplicarsi ed originare tutti i tessuti dell'organo, immediatamente sotto l'apice si trova una zona glabra formata da cellule in via di differenziazione che perdendo le caratteristiche di cellule meristematiche si differenziano in quelle dei tessuti adulti, è detta zona di differenziazione o zona liscia.Alla zona liscia segue una provvista di peli radicali alla quale si dà perciò il nome di zona pilifera o di assorbimento.Il colletto, infine, è situato all'estremità opposta dell'apice radicale e forma la porzione che unisce fusto e radice. • la corteccia, che si trova al di sotto dell'epidermide, dove avviene la diffusione delle sostanze assorbite che possono così raggiungere i vasi • il cilindro vascolare, che costituisce il cuore della radice, dove sono localizzati i vasi (xilema e floema) per il trasporto delle sostanze lungo il corpo della pianta. • la cuffia o caliptra, struttura molto importante, formata da cellule particolari gelatinose che con la loro lubrificazione e continua rinnovazione permettono la penetrazione anche in terreni molto compatti e rocciosi.

  10. Tipi di radice • Le radici si possono suddividere in tre gruppi, nell'ambito dei quali ci possono essere forme diverse: • Radici a fittone: costituite da una radice diritta più importante e radici secondarie laterali ramificate in radichette. • Radici fascicolate: costituite da un insieme di radici suddivise in fasci, che si dirama dal colletto. La maggior parte delle Graminacee ha radici fascicolate. • Radici avventizie: costituite da una radice diritta più importante e radici secondarie laterali ramificate in radichette.

  11. Altre forme di radice possono essere: • Ipogee, acquatiche e aeree se si sviluppano sotto terra, nell’acqua o fuori del terreno. • Accessorie: che originano in punti determinati del caule, come ad esempio in corrispondenza dei nodi. • Allorriziche (sin. = radici a fittone): tipiche delle Dicotiledoni. Si originano dall'embrione nel quale l'apice del fusto e la radichetta sono in posizione opposta, e la radice primaria ha uno sviluppo preponderante • Omorriziche o radici fascicolate o radici affastellate: tipiche delle Monocotiledoni, derivano dall'embrione munito da una radichetta posta lateralmente che cessa presto di vivere e viene sostituita dalle radici tutte della stessa grandezza che si originano dalla parte basale del fusto • Aggrappanti: particolari radici accessorie che si sviluppano dal lato del fusto a contatto di un sostegno, ad esempio nell' Edera. • Avventizie:radici che originano dal fusto o dalle foglie e che si formano in seguito a fenomeni traumatici quali ferite o distacco di una porzione della pianta madre. • Colonnari o fulcranti: particolari radici aeree, che si ingrossano e si irrobustiscono come delle colonne assumendo anche una funzione di sostegno. • Tuberiformi ricche di sostanze di riserva, ingrossate tipo tubero • Tuberizzate o tuberose: radici ingrossate tipo tubero poste solo in alcune parti della radice stessa • Fibrose sono filiformi e non ramificate • Ramificate quando la radice principale si ramifica subito in un certo numero di radici secondarie di dimensioni più o meno uguali • Pneumatofori sono radici modificate che con un geotropismo negativo, si innalzano dal terreno verticalmente con la funzione di aerazione di alcune piante che vivono in acqua. • Austeri sono radici con le quali le piante parassite succhiano la linfa delle piante ospiti.

  12. Il Fusto o Caule • Il Fusto o CauleUna delle prime esigenze che le Cormofite hanno dovuto affrontare per poter fruire in modo ottimale dell’azione dei raggi solari, tanto necessari alla fotosintesi clorofilliana, è stata quella di sviluparsi in altezza. A questo scopo provvede il fusto o caule che è originato dalla gemma apicale (o caulinare) dell’embrione e che rappresenta la parte assiale del cormo.Il fusto è l'organo fondamentale delle piante vascolari, nasce dal prolungamento della radice, generalmente porta rami, foglie e gemme che nascono in zone precise, chiamate nodi, e che sono separate da spazi detti internodi.Di forma generalmente allungata si sviluppa in senso opposto a quello della forza di gravità (geotropismo negativo), emettendo rami laterali che se subordinati al tronco (come nelle conifere) formano la ramificazione monopodiale, quando invece cessa l'attività della gemma terminale e uno o più rami laterali si sviluppano maggiormente (come generalmente nelle dicotiledoni, castagno ecc.) si ha la ramificazione simpodiale.

  13. Il fusto ha essenzialmente funzioni di sostegno delle foglie e delle altre strutture della pianta e di conduzione dell’acqua e delle sostanze nutritizie attraverso i vasi del tessuto vascolare, che sono disposti verticalmente e che dalla radice si estendono sino alle foglie, all'interno delle quali vengono impropriamente chiamati nervature.Questi fasci vascolari prendono il nome di xilema (o legno) che è un tessuto conduttore morto formato da vasi e fibre e che ha funzione di trasporto della linfa grezza (ascendente) e di sostegno, floema (o libro o cribro) che è un tessuto conduttore vivo formato da cellule sovrapposte che formano i "tubi cribrosi" che hanno la funzione di trasportare la linfa elaborata dalle foglie in tutte le direzioni.Questi tessuti vascolari nelle monocotiledoni sono sparsi apparentemente a caso all’interno del fusto, mentre nelle dicotiledoni sono disposti in modo ordinato all’interno della corteccia e esternamente al cilindro centrale.Tra lo xilema e il floema nei fusti legnosi delle gimnosperme e nelle dicotiledoni è posto il cambio che è un tessuto meristematico costituito da cellule "giovani" che all’inizio della stagione vegetativa si moltiplicano e successivamente differenziandosi formano xilema e floema secondario. La spinta verso l’esterno del nuovo floema, in relazione all’aumento del diametro del fusto, fa lacerare e morire i tessuti più teneri della corteccia, che però vengono sostituiti dal sughero, prodotto dalla divisione di altre cellule poste immediatamente sotto la corteccia chiamate fellogeno.

  14. Struttura del Fusto • Esaminando la struttura di un fusto legnoso partendo dal centro troveremo: • il midollo, che costituisce un parenchima di riserva • il legno, che ha il compito di trasportare l’acqua e di sostenere la pianta • il cambio,che produce xilema e floema • il libro, che trasporta la linfa • la corteccia, che oltre ad essere un parenchima di riserva, protegge il caule • Il fellogeno, che produce il sughero • Il sughero, che costituisce il rivestimento estermo del caule.La struttura del fusto erbaceoNon presenta accrescimento secondario e la sua corteccia è verde e trasparente per consentire la fotosintesi.I fasci vascolari sono sparsi nel parenchima e formati da legno e libro senza cambio.

  15. Tipo di Fusto • In relazione al suo sviluppo e alla consistenza dei tessuti il fusto può essere:Erbaceo se i suoi tessuti non sono lignificati, e può essere chiamato: • Stelo se porta foglie e fiori, ed è tipico delle erbe; • Culmo è tipico delle Graminacee, (cereali), fusto cavo all'interno a livello degli internodi, ma molto resistente, con molti nodi; • Scapo fusto senza foglie e rami, porta solo i fiori terminali (Tulipano).

  16. In base al portamento, i fusti possono essere classificati in:Epigei che si sviluppano al di sopra del terreno: • Eretti, con portamento epigeo diretto verso l'alto • Prostrati, che si allungano sul terreno senza produrre radici. • Striscianti, con portamento adagiato e parallelo al suolo • Reptanti quando è poco resistente e cresce adagiandosi sul terreno ed emettendo a volte radici avventizie stoloni (Fragola) necessarie a facilitare la riproduzione • Rampicanti, fusto che si sostiene con degli organi di attacco ben determinati come i viticci nella vite, le radici avventizie nell' edera o gli aculei nel rovo. • Volubili, si sostengono avvolgendosi semplicemente ad un supporto (Convolvulus)

  17. Ipogei che si sviluppano nel substrato subendo particolari modificazioni: • Bulbo, che ha forma sferica, con radici nella parte inferiore e munito di particolare foglie carnose (catafilli) e di un apparato fogliare protettivo. Ha funzione di riserva delle sostanze nutritizie. (cipolla, tulipano) • Bulbotubero, simile al bulbo ma, con le scagli almeno in parte saldate (colchico) • Tubero , con forma globosa, è un deposito di sostanze nutritizie, dotato di gemme (occhi) capaci di originare fusti aerei.(patata) Rizoma, fusto strisciante, anche ipogeo, a decorso orizzontale (plagiotropismo) che produce superiormente delle gemme da cui si svilupperanno dei polloni, ed inferiormente delle radici. Esso svolge anche delle funzioni di riserva delle sostanze nutritive e il portamento può essere più o meno ingrossato o avere aspetto tuberiforme.(mughetto, felci)

  18. Modificazioni del Fusto • I fillocladi (pungitopo) e i cladodi (fico d'india) sono rami corti, compressi, di forma laminare, di colore verde e capaci di attività fotosintetica. • I viticci possono derivare da ramoscelli filamentosi, erbacei, capaci di avvolgersi attorno a un sostegno di varia natura, come nella vite. • Le spine sono rami modificati che si sviluppano da una gemma ascellare, come nel Cytisus.

  19. La Foglia • La foglia è un organo aereo considerato un'appendice del Caule, generalmente laminare, espanso e sottile. Compito principale della foglie è di regolare i processi di traspirazione e respirazione delle piante. Le differenze maggiori nella morfologia delle foglie si hanno tra le Conifere (foglie aghiformi) e le Dicotiledoni, con foglie bifacciali se le due facce sono diverse e isofacciali se le due superfici sono uguali.La foglia è costituita da quattro parti: • lamina o lembo: la parte estesa della foglia • picciolo: la parte che collega la foglia al ramo, se manca si dice foglia sessile • guaina: il punto di attacco del picciolo al ramo • stipole: espansioni laminari alla base del picciolo, a volte assenti o caduche.Durante il processo evolutivo, anche in relazione all'ambiente le foglie hanno subito notevoli trasformazioni per renderle adatte a svolgere precise funzioni, si sono così diversificate in diversi tipi, ognuno con una propria morfologia.

  20. normofilli: sono le foglie propriamente dette o foglie nornali. Il normofillo è di solito verde, ha la funzione di regolare gli scambi gassosi (traspirazione e respirazione), il bilancio idrico, e di svolgere il processo di assimilazione e fotosintesi necessario alla vita della pianta; • catafilli: quali le squame che sono foglie squamiformi , con funzione protettiva e/o di riserva nei bulbi, tuberi e rizomi, povere o prive di clorofilla; e le perule che sono foglie esterne, generalmente sclerificate che proteggono le gemme e che in genere cadono quando quest'ultima si schiude;

  21. ipsofilli o brattee: sono foglie parzialmente ridotte, poste nella parte superiore del fusto sugli assi fioriferi che accompagnano le infiorescenze. Hanno funzioni protettive del bocciolo fiorale e talvolta di richiamo degli insetti impollinatori ( Stella di natale) • antofilli: foglie profondamente modificate con funzioni di protezione (sepali del calice e petali della corolla); • sporofilli fertili divisi in microsporofilli o stami e macrosporofilli o carpelli che adempiono alla funzione riproduttiva. • cotiledoni o embriofilli: sono le prime foglie differenziate dall’embione (foglie embrionali), che in alcuni casi escono dal terreno svolgendo la funzione fotosintetica (faggio, pino) , mentre in altri (noce, quercia) non partecipano alla funzione clorofilliana o vi partecipano in modo limitato (fagiolo) diventando organi di riserva spesso rimanendo ipogei. Il cotiledone delle graminacee è trasformato in un organo (scutello) che svolge funzione di secrezione di enzimi e di assorbimento delle sostanze nutritive dal seme. • spine di specie come i Cactus e i viticci di molte specie rampicanti (Leguminose

  22. Struttura dei tessuti della Foglia • Le superfici esterne delle foglie bifacciali, tipiche di molte Dicotiledoni, sono costituite da una pagina superiore o ventrale ed una inferiore o dorsale, in alcune piante esse si differenziano per il colore più scuro e più lucido nella pagina superiore rispetto a quella inferiore che appare più chiara e opaca (olivo, faggio), a causa della cuticola più spessa che riveste la superficie della pagina superiore più esposta agli agenti atmosferici .Sezionando una foglia sotto la cuticola e l’epidermide superiore troviamo uno o più strati sovrapposti di cellule strettamente ravvicinate ed allungate perpendicolarmente alla superficie, che prende il nome di parenchima a palizzata o parenchima clorofilliano le cui cellule ospitano la maggior parte dei cloroplasti della foglia e che è addetto pertanto alla fotosintesi.Al di sotto del parenchima a palizzata è posto il parenchima lacunoso, composto da cellule con diversi spazi intercellulari che permettono agli stomi sottostanti gli scambi gassosi con l’esterno.Tra i due parenchimi appaiono le venature costituite dal legno verso la pagina superiore e il librorivolto verso la pagina inferiore, che a volte sono accompagnate da fibre sclerenchimatiche con funzioni di sostegno.L’ultimo strato di cellule è costituito dall’epidermide inferiore dove si trovano, protetti dai raggi diretti del sole, gli stomi, aperture regolate da due cellule di guardia, che variando il loro turgore, li chiudono e li aprono per bilanciare la diffusione di acqua e biossido di carbonio.La zona parenchimatica compresa tra le epidermidi superiore e inferiore è detta mesofillo

  23. Inserzione delle Foglie • La foglia si collega al ramo in un punto chiamato nodo, (che corrisponde all'ascella della foglia) di norma tramite un picciolo, che è una specie di rametto più o meno breve (il gambo della foglia) e che a volte è assente (foglia sessile).A volte può esistere una guaina, che è un'espansione membranosa del picciolo o della base della foglia che in tal caso tende ad abbracciare il caule totalmente o parzialmente; si dice allora che la foglia è guainante (frumento), o amplessicaule (caprifoglio). In queste piante all'inserzione della guaina sulla lamina fogliare spesso sorge una sporgenza detta ligula.Quando le orecchiette alla base della foglia si saldano dando l'impressione che il fusto attraversi il lembo la foglia è perfogliata (Tlaspi), se il lembo si prolunga sul fusto con delle ali la foglia è decorrente, quando due foglie opposte hanno la base del lembo saldata si dicono connesse ed infine se il picciolo si inserisce nel mezzo del lembo la foglia è peltata.La parte piatta della foglia, preposta a svolgere le funzioni principali, è chiamata lembo o lamina che ha due facce (pagina superiore ed inferiore) e tre regioni ((base, apice e margine), ed è percorsa dalle venature.Spesso la base fogliare è alata, munita cioè di una coppia di stipole che sono foglioline accessorie più o meno piccole, inserite alla base del picciolo e che possono essere caduche (faggio) che si staccano con la distensione della foglia, oppure avere importanti funzioni fotosintetiche (pisello) od anche trasformarsi in spine (robinia)

  24. Foglie particolari • Otre a questo tipo fondamentale di organizzazione esistono altri tipi di struttura fogliare, così avremo: • Foglie equifacciali o isolaterali come quelle in Artemisia e Atriplex che hanno il mesofillo con due strati periferici di parenchima a palizzata e il parenchima lacunoso posto tra questi, o in Lilium ed alcune graminacee che hanno il mesofillo non differenziato ed omogeneo, o infine in Eucalyptus dove il parenchima a palizzata occupa tutto il mesofillo. • Foglie unifacciali, probabilmente derivate da una foglia ventrale che dopo essersi ripiegata su se stessa ha saldato i suoi margini, prendendo forma di una specie di tubo con la parte ventrale all’esterno ( Iris, cipolla).L’ambiente condiziona la struttura fogliare anche sulla stessa pianta (anisofilia) così in alcune specie (faggio) le foglie di luce esterne che formano la chioma, più esposte ai raggi solari e ai venti e quindi più facilmente soggette ad un disseccamento, avranno un ispessimento dell’epidermide e un incremento del parenchima a palizzata mentre il parenchima lacuoso si riduce, fenomeno che non si verifica nelle foglie d’ombra sottostanti, protette dagli agenti atmosferici, che si presentano flaccide, più chiare e spesso più espanse.Altra difesa adottata per combattere la siccità dell’ambiente, senza rinunciare alla funzione fotosintetica fogliare è qualla adottata dalle piante a foglie carnose o succulente quali i Sedum, Sempervivum, Crassula, dove il parenchima lacunoso viene parzialmente sostituito da un parenchima acquifero, costituito da grosse cellule ricche di mucillagini atte a trattenere notevoli quantità di acqua.Un altro adattamento all’ambiente secco, adottato da alcune piante come i pini, è l’affossamento degli stomi o come negli oleandri la protezione degli stomi nelle cripte stomatiche, strategie atte a ostacolare una notevole circolazione d’aria, risultato che ottengono anche la Calunna e Loiseleuria ripiegando le foglie creando dei solchi simili alle cripte anzidette.L’adattamento delle idrofite all’ambiente si manifesta con un assottigliamento delle cuticole e gli stomi che tendono a sporgere dalla superficie fogliare sono posti nelle piante gallegianti, nella pagine superiore (Nimphaea). Nelle foglie sommerse completamente gli scambi gassosi avvengono direttamente per diffusione attraverso la superficie epidermica, nella quale la cuticola generalmente è assente.

  25. Forme e denominazioni delle Foglie • Foglie semplici e composteLa lamina della foglia può presentarsi: • intera o semplice cioè senza lobi od incisioni, o con incisioni della lamina che non raggiungono la metà della distanza tra la nervatura centrale ed il contorno della foglia • non intera cioè con incisioni maggiori della distanza compresa tra la nervatura centrale ed il contorno della foglia.Nel caso di foglie con incisioni più o meno marcate si diranno allora: • fesse o lobate se con incisioni minori della distanza tra nervo centrale e contorno della foglia, quindi meno di ¼ della larghezza della foglia; • fide se le incisioni sono pari alla distanza tra nervo centrale e contorno della foglia, quindi misurano ¼ della larghezza della foglia; • partite se con incisioni maggiori della distanza tra nervo e contorno, ma non raggiungenti il nervo, quindi più di ¼ della larghezza della foglia); • settate se le incisioni raggiungono il nervo centrale con divisione completa in foglioline secondarie ciascuna delle quali imita la foglia intera, che crescono su una sorta di rametto detto rachide che è la trasformazione della nervatura centrale, dotate o meno di picciolo, è il caso delle foglie composte.

  26. Disposizione della Foglie • Disposizione delle foglieRispetto alla disposizione delle foglioline sull’asse principale della foglia (rachide) la foglia composta può esserepennata, se i segmenti (foglioline) sono disposti come le barbe di una penna sull'asse (rachide), saranno allora: • imparipennata se il loro numero è dispari e l'apice della foglia terminato da un segmento più o meno simile a quelli laterali • paripennata nel caso contrario e l'apice della foglia è senza segmenti, o è terminato da un cirro (filamento prensile) o mucrone (breve punta diritta).bipennata o pluripennata se le foglioline sono a loro volta composte da altre foglioline cioè l'asse è ramificato 1-2 o più volte, e ciascun ramo è pennato.trifogliata, se ha tre fogliolinepalmata o digitata se sono disposte come le dita di una mano cioè se i segmenti sono tutti originanti dallo stesso punto.pedata se ciascuna fogliolina è inserita sulla fogliolina vicina con segmenti paralleli, il mediano libero i laterali più o meno uniti alla base.pettinata con divisioni strette e opposte sui due lati come i denti di un pettine

  27. La forma del lembo • Rispetto alla forma del lembo la foglia può essere: • acinaciforme, che ha la forma di una scimitarra • aghiforme, quando è molto stretta ed allungata ma non piatta, bensì a sezione cilindrica o prismatica (larice, pino) • astata, che ha forma di lancia, con due appendici acute e divergenti • cocleariforme, a forma di cucchiaio • cuneiforme, a forma di cuneo • cuoriforme, a forma di cuore (viola) • deltoide, a forma di delta o triangolare • ellittica. che ha la forma di un elisse, più lunga che larga e più larga nel centro e ristretta gradualmente verso le estremità. • ensiforme, quando ha la forma della lama di una spada; • falciforme, a forma di falce • filiforme, quando è fine ed allungata come un filo • flabellata, a forma di ventaglio • lanceolata, quando ha la forma di una punta di lancia (pesco). • lesiniforme, quando assomiglia ad un punteruolo • lineare, quando è molto allungata, stretta e piatta ugualmente, per tutta la sua lunghezza (grano, segale) (se non è piatta si chiama lamina aghiforme)

  28. oblanceolata, quando ha la forma di una punta di lancia con la parte più stretta in basso • oblunga, quando è più lunga che larga. • obovata, quando ha la forma di un uovo ma, con la parte più larga in alto • ovata, quando ha la forma di uovo con la parte più larga verso il basso (limone) • panduriforme ossia a forma di chitarra • puntata, segnata da piccoli punti • reniforme, a forma di rene • romboidali, a forma di losanga • rotonda, quando la sua forma si avvicina a quella di un cerchio (tropeolo) • sagittata che ha la forma di una punta di freccia • setacee, strette, fini e rade come le setole del maiale • spatolata, se somiglia ad una spatola • spinescenti, se terminano con deboli spine • squamiforme, quando è ridotta a una piccole squama ed è disposta ad embrice come le tegole di un tetto (cipresso).

  29. Morfologia della foglia rispetto al margine • Rispetto al margine la foglia può essere: • repanda se ha i margini leggermente ondulati in maniera disordinata. • revoluta (con lamina revoluta o a margine revoluto) quando il lembo si ripiega verso il basso vicino al margine. • involuta al margine quando il lembo si piega verso l'alto • marginata quando è circondata da una bordatura • tronca quando è tagliata bruscamente da una linea trasversale • liscia o intera : se è senza alcuna sporgenza,La Foglia con incisioni sul margine poco profonde può essere: • sinuosa o ondulata, se presenta incisioni poco profonde simili a onde • crenata: se ha sporgenze a contorno arrotondato (denti ottusi) • seghettata, se ha dentelli acuti inclinati verso l'apice; • dentellata, se i denti sono perpendicolari al margine; • dentata: il margine presenta sporgenze acute dirette in fuori, • doppiamente dentata: se il margine presenta una dentatura principale sulla quale appare una dentatura più piccola. • dentato-spinosa: se i denti si prolungano con lunghe punte • festonata, se presenta incisioni a forma di festoni

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